DL Coesione, approvato dal CdM

Il Consiglio dei ministri n.79, riunitosi martedì 30 aprile a Palazzo Chigi, ha approvato un decreto-legge che introduce ulteriori disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione.

Il provvedimento è volto a realizzare la riforma della politica di coesione che è stata inserita nell’ambito della revisione del PNRR al fine di conferire una visione comune alle principali leve di sviluppo e coesione e di accelerare e rafforzare l’attuazione degli interventi finanziati dalla politica di coesione 2021-2027, volti a ridurre i divari territoriali, nei settori delle risorse idriche, delle infrastrutture per il rischio idrogeologico e la protezione dell’ambiente, dei rifiuti, dei trasporti e della mobilità sostenibile, dell’energia, del sostegno allo sviluppo e all’attrattività delle imprese, anche per le transizioni digitale e verde.

I programmi di investimento sono finanziati da 42 miliardi di risorse europee e 32 miliardi di risorse nazionali per il ciclo di programmazione 2021-2027, dunque 74 miliardi di investimenti destinati a ridurre i divari territoriali. Con la riforma, si assicura il coordinamento tra gli interventi dalla politica di coesione attuati a livello regionale e quelli attuati a livello nazionale, promuovendo la complementarietà e la sinergia tra gli interventi della politica di coesione europea e gli investimenti previsti dagli Accordi per la coesione e dal PNRR.

Tra gli obiettivi del decreto, quello di rendere più efficiente l’utilizzo delle risorse delle politiche di coesione europee, con l’individuazione di interventi prioritari in una serie di settori strategici condivisi con la Commissione europea, secondo un approccio orientato al risultato, con l’obiettivo di rafforzare il livello di efficacia e di impatto degli interventi. I settori strategici sono: risorse idriche; infrastrutture per il rischio idrogeologico e la protezione dell’ambienterifiuti; trasporti e mobilità sostenibile; energia; sostegno allo sviluppo e all’attrattività delle imprese, anche per le transizioni digitale e verde.

È prevista inoltre l’attuazione degli obiettivi del regolamento STEP attraverso lo sviluppo delle tecnologie critiche, ossia: semiconduttori avanzati, intelligenza artificiale, tecnologie quantistiche e biotecnologie. La scelta di questi settori mira a dare effettiva attuazione agli strumenti di pianificazione richiesti dalle cosiddette “condizioni abilitanti”. 

Il decreto introduce poi misure per lo sviluppo e coesione territoriale quali, tra l’altro: la revisione della disciplina e il finanziamento del fondo perequativo infrastrutturale; la ricognizione dello stato di attuazione dei contratti istituzionali di sviluppo, nonché la revisione della governance istituzionale e delle modalità attuative degli stessi; l’estensione delle misure di semplificazione e dei benefici fiscali previsti per la ZES unica anche alle zone logistiche semplificate (ZLS) e l’incremento del fondo di sostegno ai comuni marginali da destinare ai consorzi industriali; misure volte ad accelerare la realizzazione di interventi di risanamento ambientale e rigenerazione urbana nel comprensorio campano di Bagnoli-Coroglio; misure volte ad assicurare le risorse destinate ai Comuni svantaggiati, per gli investimenti nelle aree interne destinati al sostegno economico in favore di piccole e micro-imprese e per la realizzazione di infrastrutture prioritarie.

 

DL Superbonus e misure fiscali: approvato emendamento Governo su TARI in 6ª Senato

La Commissione Finanze del Senato ha proseguito l’esame del ddl di conversione del DL Superbonus e misure fiscali. Presentati 349 emendamenti2 riformulazioni 3 ordini del giorno. Nell’ultima seduta la Commissione ha esaminato solo l’emendamento del Governo sulla TARI (7.1000) e i 4 subemendamenti presentati, rinviando l’esame di tutti gli altri alla prossima settimana. 

L’emendamento è stato approvato con due identici subemendamenti. L’emendamento Governo è volto a prorogare, per il solo 2024, dal 30 aprile al 30 giugno 2024 il termine entro cui i comuni possono approvare i piani finanziari del servizio di gestione dei rifiuti urbani, le tariffe e i regolamenti della TARI e della tariffa corrispettiva, prevedendo che restino fermi i termini di pagamento delle rate già stabiliti con regolamento comunale.

I due subemendamenti approvati, uno del PD e uno del gruppo Misto-AVS, riformulati su richiesta del relatore Giorgio Salvitti(Cd'I-NM-MAIE), sono volti a considerare valide ed efficaci le deliberazioni eventualmente intervenute tra il 1° maggio 2024 e la data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto.

Rinnovabili: online esiti consultazione pubblica FERX

Online, sul sito del MASE sono stati pubblicati gli esiti della consultazione pubblica sul Decreto Ministeriale FERX. La consultazione, avviata il 7 agosto 2023 e conclusa lo scorso 25 settembre, si è svolta con l’obiettivo di condividere le logiche alla base dello schema di decreto e raccogliere osservazioni e spunti dalle parti interessate, anche in relazione all'impatto sulla concorrenza e alla proporzionalità della misura. In una nota, il Ministero ha comunicato che i contributi ricevuti si sono rilevati molto utili ai fini del consolidamento dello stesso schema di decreto. 

Hanno preso parte alla consultazione 46 soggetti, riconducibili sulla base delle dichiarazioni per la maggior parte a grandi imprese operanti nel settore energetico e associazioni di categoria.

Relativamente al contesto normativo e alla sua evoluzione, oltre il 90% dei partecipanti è complessivamente d’accordo con la necessità di far evolvere il disegno dei Cfd convenzionali e ritiene in generale valide le logiche alla base del modello centralizzato asset-based, mentre per quanto attiene l’evoluzione verso un modello decentralizzato con profilo standard il 58% dei partecipati ha espresso parere favorevole. 

Rispetto agli aspetti generali del meccanismo di supporto, il 63% dei partecipanti condivide l’approccio proposto per superare la totale restituzione degli incentivi netti fruiti in caso di recesso anticipato dal contratto, solamente il 53% ritiene adeguata la stima dei contingenti per l’accesso per il tramite di procedure competitive, mentre il 97% accoglie positivamente i requisiti di accesso individuati. 

Sulle tempistiche di realizzazione degli impianti l’83% dei soggetti ha espresso di essere in disaccordo con le tempistiche individuate, chiedendo per la maggior parte un innalzamento delle stesse. Infine, il 50% delle proposte ha ricevuto un consenso generale superiore all’80%.

 

Pubblicato il nuovo Regolamento europeo relativo alle spedizioni di rifiuti

Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea, lo scorso 30 aprile, il Regolamento (UE) 2024/1157 del Parlamento europeo e del Consiglio dell’11 aprile 2024 relativo alle spedizioni di rifiuti, che modifica i regolamenti (UE) n. 1257/2013 e (UE) 2020/1056 e abroga il Regolamento (CE) n. 1013/2006.

Il provvedimento, composto da 86 articoli e 13 allegati, stabilisce le misure volte a proteggere l’ambiente e la salute umana e a contribuire alla neutralità climatica e al conseguimento di un’economia circolare e dell’obiettivo dell’inquinamento zero prevenendo o riducendo gli impatti negativi che possono derivare dalle spedizioni dei rifiuti e dal trattamento dei rifiuti nel luogo di destinazione.

L’ambito di applicazione del Regolamento riguarda: le spedizioni di rifiuti tra Stati membri, con o senza transito attraverso paesi terzi; le spedizioni di rifiuti importati nell’UE da paesi terzi o esportati dall’UE verso paesi terzi e le spedizioni di rifiuti in transito nel territorio dell’Unione nel corso del tragitto verso o da paesi terzi

Prevede inoltre le procedure e i regimi di controllo per le spedizioni di rifiuti in funzione dell’origine, della destinazione e dell’itinerario di spedizione, del tipo di rifiuti e del tipo di trattamento da applicare ai rifiuti nel luogo di destinazione.

Il regolamento entrerà in vigore il 20 maggio 2024 e si applicherà a decorrere dal 21 maggio 2026, salvo alcune disposizioni che presentano date differite.

L’attuale regolamento (CE) n.1013/2006 sarà abrogato il 20 maggio 2024, anche se le sue disposizioni continueranno ad applicarsi fino al 21 maggio 2026 ad eccezione di alcuni articoli.

Progetto LIFE del mese di aprile 2024

Gli attuali livelli di emissioni inquinanti nell’UE comportano rischi per la salute umana e degli ecosistemi, oltre a esporre i Paesi membri al rischio di infrazione e al pagamento di pesanti sanzioni. Per fronteggiare questa emergenza è stata emessa la Direttiva UE 2016/2284 (Direttiva NEC), che stabilisce gli impegni di riduzione delle emissioni atmosferiche di inquinanti associate alle attività umane, attraverso un sistema di monitoraggio e comunicazione dei dati rilevati.

Il progetto LIFE MODERn(NEC), co-finanziato dalla Commissione europea nell’ambito del Programma LIFE 2014-2020, intende mettere a punto un nuovo sistema di monitoraggio per rilevare gli effetti della riduzione delle emissioni inquinanti derivanti dalla adozione della Direttiva NEC, al fine di migliorare il sistema di valutazione degli impatti dell’inquinamento atmosferico e dei cambiamenti climatici sugli ecosistemi forestali e d’acqua dolce in Italia.

Avviato nell’ottobre 2021, il progetto proseguirà le sue attività fino a settembre 2025, sotto il coordinamento dell’Arma dei Carabinieri - Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari (CUFAA) e con il contributo dei seguenti beneficiari associati: Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA), Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile (ENEA), Legambiente, TerraData environmetrics S.r.l, Università di Camerino e Università di Firenze.

Tra gli obiettivi del progetto: selezionare 4 nuovi siti forestali e 6 nuovi siti di acque interne, da includere nella Rete NEC Italia; adottare nuovi indicatori e protocolli di monitoraggio per lo studio degli impatti dell’inquinamento atmosferico sugli ecosistemi forestali e di acque interne e testarli nei siti della Rete NEC; documentare gli effetti dell’inquinamento atmosferico in alcuni siti in aree remote; quantificare il flusso dei principali nutrienti e inquinanti attraverso gli ecosistemi oggetto di studio; discriminare gli effetti delle emissioni di inquinanti da quelli derivanti da altri fattori ambientali; aumentare le conoscenze e la consapevolezza dei cittadini su inquinamento atmosferico e richieste della Direttiva NEC; facilitare la replicabilità dei metodi di progetto tra Stati membri dell’UE coinvolti nell’applicazione della Direttiva NEC.

L’Italia rappresenta un caso studio molto interessante per l’applicazione dell’articolo 9 della Direttiva NEC, in ragione dell’alto livello di biodiversità funzionale e diversità di ambienti, paesaggi e condizioni climatiche che possiede. Tuttavia, pur esistendo una rete nazionale consolidata di siti terrestri per la misura dei livelli di emissione dei principali inquinanti atmosferici, lo studio degli impatti di tali inquinanti sugli ecosistemi è carente di rappresentatività, integrazione dei dati e interpretazione dei risultati. Prima del progetto LIFE MODERn(NEC), infatti, lo studio si basava su una rete di soli 10 siti (6 in ambiente forestale e 4 in ambiente di acque interne).