Al question time in Senato c’è una Meloni a tutto tondo

Ieri c’è stato il premier question time al Senato ed è stata l’occasione per Giorgia Meloni per rivendicare i risultati del Governo dal suo arrivo a Palazzo Chigi sul fronte della politica estera in virtù di “un protagonismo e un’identità chiara”, come dimostra l'ultima missione a Washington “noi facciamo valere i nostri interessi con tutti i partner, con lealtà, ma senza subalternità ed è esattamente la ragione per la quale veniamo rispettati”. Sottolinea la serietà dell'esecutivo sui conti pubblici che ha permesso all'Italia di presentarsi davanti a mercati, investitori e risparmiatori “in modo credibile di fronte a un quadro economico e finanziario che è oggettivamente molto complesso”. Ribadisce di volere tirare diritto sul dossier riforme e su quello migranti. Nelle risposte alle interrogazioni dei gruppi parlamentari non c’è, nonostante i richiami dell'opposizione di questi giorni al Governo, un riferimento specifico agli sviluppi della crisi in Medioriente

La premier decide così di toccare il tema, ma senza citare le ultime decisioni assunte dal governo Netanyahu, preferendo mettere agli atti l'impegno del Governo “per la fine permanente delle ostilità” e l'appoggio al lavoro che i paesi arabi stanno portando avanti. “Credo che siano la chiave di volta nella soluzione permanente del conflitto. C'è un piano di ricostruzione che questi Paesi hanno portato avanti a Gaza, dal mio punto di vista credibile, anche per tracciare un quadro regionale di pace e sicurezza: quadro che, chiaramente, lo ribadisco, a nostro avviso deve includere anche la prospettiva dei due Stati”. Dopo aver ribadito il sostegno a Kiev rinnovando “l'urgenza di un cessate il fuoco immediato e incondizionato” e aver espresso l'auspicio che la Russia voglia dimostrare “concretamente la volontà di costruire la pace, perché l'Ucraina lo ha già fatto”, Meloni affronta il tema della sicurezza in ambito Nato: Italia e Ue, secondo la premier, devono rafforzare le proprie capacità difensive e quindi annuncia che l'Italia “finalmente raggiungerà nel corso del 2025” il target di spesa per la difesa pari al 2% del Pil

Tornando al bilaterale con Donald Trump, la premier risponde sul tema legato all'importazione di gnl americano: “Partiamo da una collaborazione consolidata che è iniziata con l'amministrazione Biden e che quindi difficilmente può essere venduta come un favore che si sta cercando di fare a Trump”. Sul fronte del disaccoppiamento del prezzo del gas da quello dell'energia elettrica, poi, Meloni tende la mano all'opposizione: “La materia è di respiro europeo ma su questo, sulla proposta italiana, vogliamo fare una battaglia insieme in Ue? Perché io sono totalmente d'accordo e quindi una volta tanto possiamo lavorare insieme per arrivare a delle soluzioni che interessano i nostri cittadini”. Diverso invece “l'appello alle Regioni” sulle liste d'attesa: “Ogni anno noi stanziamo delle risorse, ma non le gestiamo. Con un decreto abbiamo chiesto di intervenire con dei poteri sostitutivi ma le Regioni non sono d'accordo. Però gli italiani sappiano che abbiamo queste difficoltà, perché altrimenti noi siamo semplicemente quelli che devono stanziare i soldi ed essere responsabili di quello che non funziona”. 

A funzionare, viceversa, è “la strategia a tutto campo” messa in atto sul dossier immigrazione: Meloni annuncia che “alla fine di questa settimana oltre il 25% dei migranti trattenuti in Albania sarà già stato rimpatriato”. Nessun cambio di rotta sulle riforme: “Il premierato sta andando avanti ed è una legge che io continuo a considerare la madre di tutte le riforme. Non dipende da me, perché dipende dal Parlamento; sicuramente la maggioranza è intenzionata a procedere spedita. Esattamente come è intenzionata a procedere spedita sulla riforma della giustizia”. Al leader di Iv, infine, Meloni replica anche sulla legge elettorale: “Le confermo di essere favorevole all'introduzione delle preferenze”. 

Al premier time è scontro tra opposizione e la Meloni. Renzi attacca

Inevitabile che il premier question time del Senato si trasformasse in un botta e risposta serrato tra le opposizioni e la presidente del Consiglio. I partiti di centrosinistra incalzano Giorgia Meloni su riforme, difesa, politica internazionale e sanità. Lei incassa le stilettate e risponde punto su punto, senza perdere quasi mai un tono pacato ma fermo. Un pizzico di impazienza, se non di nervosismo, però, si registra almeno nel battibecco con il leader di Italia Viva Matteo Renzi sulle riforme e quando il dem Francesco Boccia dà alla presidente il “bentornata” in Aula, rimproverandole il troppo tempo passato dall'ultimo premier time a Palazzo Madama; poi, Meloni alza i toni quando risponde al capogruppo Pd e prende di petto il tema della sanità. L'obiettivo puntato sulla premier racconta comunque una Meloni spesso ironica, che commenta a bassa voce con i Ministri alcuni passaggi dei senatori avversari o alza le spalle sulle domande delle opposizioni, delle quali si lamenta più volte: “Troppo lunghe, non capisco la domanda”. 

Lo scambio di punzecchiature reciproche tra i banchi del Governo e quelli dell'opposizione va avanti per circa un'ora e mezza, con più di qualche momento di tensione. La temperatura sale subito quando prende la parola l'ex premier Matteo Renzi, che ironizza subito sulle “privatizzazioni del Governo”: “Da quando c'è lei gli spagnoli sono in Sparkle, gli americani in Telecom, i tedeschi in Ita e gli australiani in Autostrade”; poi punge: “Più che l'internazionale sovranista, sembra Giochi senza frontiere, altro che sovranismo”. La premier risponde a tono, comincia dicendo di aver ereditato “situazioni compromesse” sui dossier strategici, e le opposizioni la interrompono rumoreggiando. E quando risponde sul premierato, che conferma essere la “madre di tutte le riforme”, coglie l'occasione per la stoccata: “Per quello che riguarda le dimissioni in caso di sconfitta al referendum, senatore Renzi, lo farei anche volentieri ma non farò mai niente che ha già fatto lei”. Concluso l'intervento, la premier torna a sedersi con una punta di stizza. E Renzi insiste: “Mi fa piacere che la presidente del Consiglio un po' innervosita abbia visto sfuggire la domanda”, E aggiunge: “Che lei non faccia quello che ho fatto io, ce ne siamo accorti”. “La madre di tutte le riforme è diventata una suocera di cui non parla nessuno”, attacca l'ex premier, che viene interrotto più volte dai banchi della maggioranza. 

Finito il battibecco, attira l'attenzione l'ingresso a seduta iniziata del vicepremier Antonio Tajani. Che trova i banchi del Governo tutti occupati e si mette a sedere nello spicchio dell'emiciclo riservato a Forza Italia accanto alla Ministra dell'Università Anna Maria Bernini. Tra i posti riservati al governo, tanti Ministri Meloni siede tra Roberto Calderoli e Orazio Schillaci. A destra, Elisabetta CasellatiPaolo ZangrilloDaniela Santanché e Alessandra Locatelli. A sinistra, Eugenia RoccellaCarlo NordioAndrea Abodi e Alessandro Giuli. In basso il ministro Luca Ciriani e il sottosegretario Alfredo Mantovano. In molti notano l'assenza di Matteo Salvini

Il Governo ribadisce la volontà di intervenire sul ceto medio, ma col tempo

Il faro del Governo resta puntato sul ceto medio, con l'obiettivo di ridurre le tasse anche a loro, come già fatto per i redditi bassi. Ma quello che fino a qualche mese fa sembrava possibile già quest'anno, potrebbe richiedere più tempo. L'orizzonte è pluriennale, chiarisce il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, che già un mese fa aveva messo le mani avanti tirando in ballo anche la necessità di “tarare” ogni decisione col contesto generale su cui grava la questione dazi. L'Italia intanto ha presentato a Bruxelles una quinta richiesta di modifica del Pnrr che, spiegano fonti della Commissione, “include, tra l'altro, modifiche tecniche relative a tappe e obiettivi” della settima rata; la Commissione Ue “invierà la sua valutazione preliminare”, una volta che il piano rivisto sarà stato adottato dal Consiglio. 

La politica, nel frattempo, si interroga sul taglio delle tasse per i redditi medi. A sollevare il tema in question time alla Camera è il deputato del gruppo Misto Luigi Marattin, che chiede a Giorgetti cosa intenda fare perché il ceto medio “non sia più il bancomat di una spesa pubblica famelica e inefficiente”. Per Giancarlo Giorgetti l'intento del Governo, “più volte dichiarato e più volte dimostrato” è di arrivare ad un “progressivo abbattimento” della pressione fiscale “anche per i redditi medi”: l’obiettivo però “presuppone un orizzonte temporale pluriennale”, aggiunge, ma il percorso “è stato già avviato”. Il traguardo nei mesi scorsi era però sembrato più vicino mentre ora, probabilmente, il grosso degli interventi sarà rinviato al 2026 se non oltre.

Alla Camera

Dopo che ieri è stata approvata la pdl contro l’obesità, l’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 9.30 per esaminare il decreto-legge in materia di assicurazione dei rischi catastrofali. A seguire dibatterà sulla ratifica dell'accordo tra Italia e India sulla cooperazione nel settore della difesa e sulla ratifica dell'accordo tra Italia ed Egitto sul trasporto internazionale di merci per mezzo di veicoli trainati (rimorchi e semirimorchi) con l'uso di servizi di traghettamento marittimo. 

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali esaminerà il decreto sulle consultazioni elettorali e referendarie dell’anno 2025 e il decreto per il contrasto dell’immigrazione irregolare. La Affari Esteri ascolterà i rappresentanti di Human Rights Watch sull’impegno dell’Italia nella Comunità internazionale per la promozione e tutela dei diritti umani e contro le discriminazioni. La Difesa ascolterà la Presidente della Società italiana di diabetologia (SID) Professoressa Raffaella Buzzetti nell’ambito della discussione della risoluzione in materia di accesso nei gruppi sportivi delle Forze armate di soggetti affetti da diabete mellito di tipo 1 che siano idonei all'esercizio delle attività sportive agonistiche. La Attività Produttive svolgerà delle audizioni sugli Atti Ue sul piano d’azione industriale per il settore automobilistico europeo e sulla decarbonizzazione delle flotte aziendali. La Affari Sociali esaminerà il ddl, già approvato dal Senato, per l’erogazione delle prestazioni sanitarie e altre disposizioni in materia sanitaria. 

Al Senato

Dopo che ieri ha approvato definitivamente il decreto-legge Pa, l’Assemblea del Senato tornerà a riunirsi alle 10.00 per la discussione sul ddl per la semplificazione normativa e il miglioramento della qualità della normazione. Come di consueto alle 15.00 svolgerà le interrogazioni a risposta immediata.

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali si confronterà sul decreto cittadinanza, sul decreto per la gestione delle esequie del Santo Padre, sul ddl per la semplificazione delle attività economiche e sul ddl relativo all’ordinamento giurisdizionale e alla Corte disciplinare. La Giustizia dibatterà sui ddl relativi ai reati contro gli animali, sul ddl in materia di successioni, sui ddl in materia di attribuzione del cognome ai figli, sul ddl sulla responsabilità degli avvocati, sul ddl in materia di oralità e contraddittorio nel giudizio penale di appello, sulla proposta d’istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di Pier Paolo Pasolini, sul ddl sull’Albo dei grafologi, sul ddl per il processo telematico e sui ddl relativi ai consulenti tecnici d'ufficio. Esaminerà la pdl per la determinazione del valore dell'immobile espropriato e riprenderà le audizioni sul ddl sul procedimento sommario per la realizzazione del credito.

La Politiche dell’Ue, con la Affari Sociali, ascolterà la Direttrice generale della Direzione generale salute e sicurezza alimentare della Commissione Ue dottoressa Sandra Gallina sulle politiche di competenza della Direzione, anche con riferimento alle nuove regole sul farmaco. La Finanze esaminerà lo schema di decreto legislativo su adempimenti tributari, concordato preventivo biennale, contenzioso tributario e sanzioni tributarie, il decreto sugli acconti IRPEF 2025, il ddl per il trasferimento al patrimonio disponibile e la successiva cessione a privati di aree demaniali nel comune di Caorle e l’Atto Ue per la rendicontazione societaria di sostenibilità e al dovere di diligenza delle imprese ai fini della sostenibilità.

  1. Al question time in Senato c’è una Meloni a tutto tondo
  2. Al premier time è scontro tra opposizione e la Meloni. Renzi attacca
  3. Il Governo ribadisce la volontà di intervenire sul ceto medio, ma col tempo
  4. Alla Camera
  5. Al Senato