Leader lungimiranti che hanno ispirato la creazione dell' Unione europea in cui viviamo oggi. Senza il loro impegno e la loro motivazione non vivremmo nel clima di pace e stabilità. Gli italiani che hanno fatto l’Unione Europea erano e sono un gruppo eterogeneo di persone mosse dagli stessi ideali: la pace, l'unità e la prosperità in Europa. Oltre ai padri fondatori indicati di seguito, molti altri italiani e non hanno ispirato il progetto europeo e lavorato instancabilmente alla sua realizzazione.

Altiero Spinelli

Altiero_Spinelli.jpg

Il valore di un'idea, prima ancora che dal suo successo finale, è dimostrato dalla sua capacità di risorgere dalle proprie sconfitte

A 17 anni Spinelli entrò nel Partito comunista e per questo venne imprigionato dal regime fascista tra il 1927 e il 1943. Al confino scrisse il Manifesto di Ventotene, uno dei documenti fondatori del processo di integrazione europea, che ispirò la nascita del Movimento Federalista.

Lavorò per l’unificazione europea come consigliere di personalità quali De Gasperi, Spaak e Monnet. Esperto giurista, promosse la causa europea anche in campo accademico e fondò l’ Istituto Affari Internazionali di Roma.

In qualità di membro della Commissione europea, ne guidò la politica interna nella prima metà degli anni 1970. Fu un ardente fautore di un Parlamento europeo eletto a suffragio universale e, con le prime elezioni nel 1979, ne divenne uno dei membri più influenti. In questo ruolo fu una delle figure chiave dietro la proposta del Parlamento europeo per un Trattato su un’Unione europea federale, il cosiddetto “Piano Spinelli”. Quest’ultimo venne adottato dal Parlamento nel 1984 con una maggioranza schiacciante e fu di grande ispirazione per il consolidamento dei Trattati dell’Unione europea negli anni ‘80 e ’90.

Alcide De Gasperi

Alcide_De_Gasperi.jpg

Solo se uniti, saremo più forti.”

Nato in una terra di frontiera come il Trentino, la Storia lo forgiò sin dai primi anni come una figura europea. Le sue esperienze del fascismo e della guerra - fu imprigionato prima di trovare asilo in Vaticano - guidarono la sua convinzione che solo l’unione dell’Europa avrebbe potuto evitare un loro ritorno.

Dal 1945 al 1953, in qualità di Presidente del Consiglio e Ministro degli affari esteri italiano, Alcide De Gasperi preparò la strada per il futuro del proprio Paese negli anni del dopoguerra. Innumerevoli volte promosse iniziative indirizzate alla fusione dell’Europa occidentale , lavorando alla realizzazione del Piano Marshall e creando stretti legami economici con altri Stati europei, in particolare la Francia.

Appoggiò, inoltre, il Piano Schuman per la fondazione della Comunità europea del carbone e dell’acciaio e contribuì a sviluppare l’idea della politica europea comune di difesa.

Gaetano Martino

Gaetano_Martino.jpg

Un politico di scuola liberale che ha creduto profondamente nel rilancio dell’integrazione europea, in un momento critico: dopo il fallimento della Comunità europea di difesa, molti pensavano che la costruzione dell’Europa unita fosse fallita. Martino, all'epoca Ministro degli affari esteri, fu il promotore della Conferenza di Messina, a cui parteciparono i Ministri degli esteri della Comunità europea del carbone e dell'acciaio (CECA), tenutasi nella sua casa di Messina dal 1º giugno al 3 giugno 1955.

« Siamo tutti ansiosi di estendere sempre più la nostra integrazione... Mi auguro che in questa Conferenza aggiungeremo un'altra pietra alle fondamenta della costruzione europea »

Così dichiarò Martino in apertura dei lavori, dando un forte segnale per riprendere la via dell'integrazione, cominciando da quella economica. In meno di due anni si arrivò alla firma dei Trattati di Roma e il ministro Martino guidò la delegazione italiana per la stesura e la firma dei Trattati.

Emilio Colombo

Emilio_Colombo.jpg

"Siamo a un passaggio difficile della storia del mondo. L'Europa deve affrontarlo con consapevolezza unitaria, respingendo l'illusione di scorciatoie affidate a sodalizi fra singoli Stati"

Dopo una rapida ascesa in seno alla DC - tra i suoi incarichi, Ministro del tesoro, degli esteri e a Palazzo Chigi - affronta le questioni internazionali con un particolare interesse e fervore per l’integrazione europea. In primo luogo, nel 1966, fu il tessitore del “ Compromesso del Lussemburgo” con il quale si risolse la lunga crisi della “sedia vuota” che la Francia causò disertando le riunioni del Consiglio dei Ministri e bloccando di fatto il funzionamento dell’allora Comunità. Va ricordato per essere stato protagonista del negoziato che avrebbe portato nel 1973 al primo allargamento della comunità europea, con l’ingresso dell’Inghilterra, Irlanda e Danimarca. Nel 1977, in quanto Presidente del Parlamento europeo traghetta l’istituzione verso le prime elezioni a suffragio universale, nel corso delle quali vi viene eletto con un record di 850 mila preferenze.

Redasse, con il collega tedesco, il famoso Atto Colombo­ - Genscher: la premessa politica su cui si basarono l’Atto Unico Europeo e lo stesso Trattato di Maastricht. Dopo la scomparsa di Spinelli, venne da molti considerato un suo erede e si fece promotore del progetto di unione politica federalista, considerandola l’unica via da percorrere dopo la fine della Guerra fredda. 

Carlo Azeglio Ciampi

Carlo_Azeglio_Ciampi.jpg

“Viva l’Italia, viva l’Unione Europea!”

L’Europa è stata il suo orientamento politico in tutta la sua strategia: era convinto che l’ integrazione europea avesse un ruolo fondamentale poiché l’unione dei Paesi membri era garanzia di pace, di democrazia e di benessere.

Dopo la firma del Trattato di Maastricht, l’Italia era attanagliata da molti problemi: in primis la speculazione edilizia e poi la mafia che seminava terrore: in tanto, il sistema politico collassava con Tangentopoli. Già da governatore della Banca di Italia, come alcuni suoi predecessori, divenne un interlocutore che ispirava fiducia e credibile per le controparti internazionali facendosi sempre avvocato della causa europeista, in un momento in cui il paese era attraversato da diversi tipi di crisi e la politica sembrava impotente. Nel 1993, fu chiamato a lasciare il ruolo di Governatore della Banca d’Italia per assumere la Presidenza del Consiglio di quello che fu definito il primo “Governo tecnico” della storia della Repubblica, perché presieduto da un non parlamentare. Divenne poiministro del Tesoro del primoGoverno Prodi, portando l’Italia dentro la moneta unica, con il sostegno di imprese e dei sindacati.

Nel 1999 venne eletto Presidente della Repubblica. Ciampi, assieme a Tommaso Padoa Schioppa fu uno degli italiani che più influenzarono la creazione dell’unione monetaria: una tappa verso l’unione politica europea.

Romano Prodi

Romano_Prodi.jpg

“Ora dobbiamo affrontare il difficile compito di muoverci verso un’economia unica, un soggetto politico unico. Per la prima volta dopo la caduta dell’Impero Romano abbiamo l’opportunità di unire l’Europa.”

Romano Prodi è stato uno dei politici italiani più appassionatamente coinvolti nel lavoro di costruzione dell'Europa, sia come uomo di studi, sia come uomo politico impegnato in vari ruoli di alta responsabilità.

Se il culmine della sua attività di costruttore dell'Europa si ebbe nella sua presidenza della Commissione Europea, che va dal 16 settembre 1999 al 21 novembre 2004, si deve sottolineare la sua costante capacità, prima e dopo quell'importante incarico, di riferire il suo lavoro a quell'orizzonte geografico, politico ed ideale.

Come passaggi fondamentali alla testa della Commissione vanno ricordati i lavori per la realizzazione della moneta unica europea, che entrò in funzione il primo gennaio 2002, il suo impegno per l'allargamento ad Est dell'Unione Europea a sostegno dei paesi che dopo il crollo del muro di Berlino e la caduta dell'URSS ritrovavano l'antica casa comune (il primo maggio 2004 dieci nuovi paesi divennero membri dell'Unione), ed infine la sua partecipazione alla firma della Costituzione europea che si ebbe il 29 settembre 2004, progetto fallito a causa del NO ai referendum francese e olandese del 2005. Tra i tanti riconoscimenti ha anche ricevuto il premio come “Costruttore d’Europa” della fondazione De Gasperi nel 2014.

 

 



Seguici sui Social


2

Nomos Centro Studi Parlamentari è una delle principali realtà italiane nel settore delle Relazioni IstituzionaliPublic Affairs, Lobbying e Monitoraggio Legislativo e Parlamentare 

Vuoi ricevere tutti i nostri aggiornamenti in tempo reale? Seguici sui nostri canali social