ISTAT: Inflazione in crescita a luglio su base annua (+1,3%)
L'inflazione ha registrato un'accelerazione nel mese di luglio. Secondo i dati preliminari forniti dall'Istat, su base annua, i prezzi sono aumentati dell'1,3% rispetto all'anno precedente, un incremento rispetto al +0,8% di giugno. Su base mensile, la crescita è dello 0,5%. L'istituto di statistica attribuisce la ripresa dell'inflazione principalmente all'aumento su base annuale dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (da +3,5% a +11,3%) e alla minore diminuzione dei prezzi degli energetici non regolamentati (da -10,3% a -6,1%). Anche i prezzi dei Tabacchi (da +3,4% a +4,1%) e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +4,0% a +4,4%) hanno contribuito a sostenere l'inflazione.
Al contrario, il cosiddetto carrello della spesa, che include i beni alimentari e quelli per la cura della casa e della persona, ha rallentato (da +1,2% a +0,8%), così come i prodotti ad alta frequenza di acquisto (da +2,0% a +1,9%). L'inflazione acquisita per il 2024 è prevista essere del +1% per l'indice generale e del +2,0% per la componente di fondo.
ISTAT: Crescita dell’occupazione e calo degli inattivi a giugno
Riparte l'occupazione, con una ripresa dopo la stasi di maggio che sembrava aver interrotto una lunga crescita. In un anno, da giugno 2023 a giugno 2024, il numero di occupati in Italia è aumentato di 337mila unità, segnando un incremento dell'1,4%. In un solo mese si sono aggiunti 25mila occupati. Un aspetto significativo è la costante diminuzione degli inattivi: coloro che non hanno un lavoro e non lo cercano nemmeno sono diminuiti di 41mila unità rispetto al mese precedente, anche se il tasso di disoccupazione è leggermente aumentato, tornando al 7%. L'Istat disegna un quadro positivo per l'occupazione in Italia.
"Le nostre misure stanno dando risultati e i numeri lo dimostrano", dichiara la ministra del Lavoro Marina Calderone, sottolineando che l'Italia è tra i paesi europei con la maggiore crescita occupazionale. "La vera novità - aggiunge - è la costante riduzione degli inattivi, che riflette una rinnovata fiducia nel mercato del lavoro e nella possibilità di trovare un impiego". Ecco i dati: a giugno 2024 gli occupati in Italia erano 23 milioni e 949mila, con un aumento di 337mila rispetto a giugno 2023. La crescita si deve all'incremento di 465mila dipendenti permanenti (saliti a 16 milioni e 37mila) e di 121mila lavoratori autonomi (5 milioni e 144mila), a fronte di una diminuzione di 249mila dipendenti a termine (scendendo a 2 milioni e 768mila).
L'aumento dell'1,4% degli occupati riguarda uomini, donne e tutte le fasce d'età. In sostanza, in Italia si lavora di più e in modo più stabile rispetto a un anno fa. Sempre a giugno, il tasso di occupazione è salito al 62,2%, con un aumento dello 0,1% rispetto a maggio e dello 0,7% rispetto a giugno dell'anno precedente. La disoccupazione è cresciuta dello 0,1% su base mensile, raggiungendo il 7,0%, mentre quella giovanile si attesta al 20,5%, con un incremento dello 0,1% rispetto a maggio. Il numero di persone in cerca di lavoro è aumentato dell'1,3%, pari a 23mila unità. Notevole è la diminuzione degli inattivi, ossia le persone tra i 15 e i 64 anni che non lavorano e non cercano lavoro: a giugno di quest'anno, rispetto a un anno prima, sono 103mila in meno, con una riduzione dello 0,8%. Il tasso di inattività scende al 33%. Questa diminuzione va di pari passo con la riduzione delle persone in cerca di lavoro, diminuita del 6,4% in un anno, ovvero 122mila unità. È presumibile che questi 122mila abbiano trovato un impiego.
"I dati Istat confermano che l'economia continua a crescere più del previsto - commenta il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon -. L'aumento degli occupati di oltre 300mila cittadini in un anno dimostra che le preoccupazioni sollevate dall'opposizione erano infondate". Confesercenti evidenzia "il ritorno alla crescita del lavoro autonomo, in un contesto di aumento complessivo del numero dei lavoratori, che è cruciale per sostenere il reddito delle famiglie e, di conseguenza, i consumi". Per Confcommercio, "il mercato del lavoro italiano appare vitale oltre le aspettative".
Borse europee in netto calo, Piazza Affari la peggiore del Vecchio Continente
La Borsa di Milano ha chiuso in forte ribasso (-2,68%) nella giornata di ieri, allineandosi con gli altri mercati europei. Le banche hanno trascinato giù i principali indici del Vecchio Continente a causa delle previsioni di una riduzione dei ricavi dovuta al taglio dei tassi da parte delle banche centrali. Piazza Affari, la peggiore in Europa, ha perso 21,7 miliardi di euro in capitalizzazione in una sola seduta. Lo spread tra Btp e Bund si è ampliato a 140 punti, con il rendimento del decennale italiano stabile al 3,64%.
Nel listino principale, scendono pesantemente Tenaris (-8,7%) e Prysmian (-8,5%) dopo i risultati trimestrali. Le banche seguono a ruota: Mps perde il 6,7%, Unicredit e Mediolanum il 5,7%, Bper il 5,1%, Banco Bpm il 4,7%, Popolare di Sondrio il 4,4%, Mediobanca il 4,1% nonostante i risultati record, e Intesa il 3,9%. Il marcato calo è avvenuto nel giorno delle voci su un possibile nuovo intervento sugli extraprofitti, che potrebbe interessare anche le assicurazioni.
Seduta negativa anche per Unipol (-4,4%) e Generali (-2%). Ribassi più contenuti per Leonardo (-1,8%), Eni (-1,7%) e Stellantis(-1,4%). In controtendenza Ferrari (+2,5%) grazie ai buoni risultati del secondo trimestre e alle stime annuali riviste al rialzo. Positivi i conti anche di Nexi (+1%) e Tim (+0,88%), con quest'ultima che conferma le previsioni sul debito.
BCE: sale la fiducia delle famiglie e diminuisce incertezza
All'inizio del 2024, il consumo privato è rimasto relativamente contenuto, ma le indagini indicano un potenziale aumento della spesa delle famiglie, come riportato nell'ultimo bollettino economico della BCE. Nel primo trimestre, i consumi privati sono cresciuti dello 0,2%, sostenuti dall'aumento del reddito disponibile reale dovuto alla diminuzione dell'inflazione e alla vivacità del mercato del lavoro.
A breve termine, le indagini prevedono un rafforzamento della spesa delle famiglie: a giugno, l'indice di incertezza dei consumatori calcolato dalla Commissione europea è diminuito e il loro indice di fiducia è migliorato, sebbene rimanga sotto i livelli pre-pandemia a causa delle aspettative moderate sull'economia e sulla situazione finanziaria delle famiglie. Tuttavia, i segnali riguardanti il consumo di beni nel secondo trimestre sono misti: rispetto al primo trimestre, le vendite al dettaglio sono aumentate dello 0,3% ad aprile e maggio, mentre le nuove immatricolazioni di autovetture sono diminuite del 3,7%.