Bce: Lagarde, Italia bene sui conti, vicina a uscire da procedura di deficit

La presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, ha riconosciuto i progressi compiuti dall’Italia nella gestione dei conti pubblici, sottolineando che il Paese si trova vicino a uscire dalla procedura per deficit eccessivo. In un’intervista a Radio Classique, ha spiegato che l’Italia sta compiendo sforzi significativi in termini di bilancio e che la traiettoria intrapresa dovrebbe consentire di raggiungere presto il livello del 3% di deficit fissato dalle regole europee.Il riferimento all’Italia è stato utilizzato per descrivere il contesto francese, caratterizzato da un disavanzo superiore ai parametri stabiliti dal Patto di stabilità e crescita. Lagarde ha paragonato queste regole a un regolamento condominiale tra paesi vicini, volto a garantire un comportamento equilibrato nella gestione delle finanze pubbliche.

La presidente della BCE ha osservato che la sostenibilità del debito passa attraverso un orientamento di riduzione sia nel servizio del debito sia nel volume complessivo, in modo da rientrare nei limiti concordati a livello europeo. Ha ribadito che il rispetto di tali parametri è essenziale per assicurare la credibilità sui mercati e la stabilità dell’intera Unione, richiamando l’attenzione sulla necessità di un impegno costante nel controllo delle finanze nazionali.

Mercosur: Ue vara mega accordo commerciale, nuove garanzie per agricoltori 

La Commissione europea ha presentato il nuovo accordo di libero scambio con il Mercosur, destinato a creare la più grande area commerciale del mondo con oltre 700 milioni di consumatori. L’intesa, che segue la firma di un primo accordo nel 2019 e di un’intesa più concreta nel dicembre scorso, apre la strada a una zona di libero scambio che unisce l’Unione europea a Brasile, Argentina, Paraguay e Uruguay. Bruxelles ha sottolineato come l’accordo assuma un valore strategico in un contesto di crescenti tensioni commerciali globali, soprattutto dopo l’introduzione dei dazi statunitensi sotto l’amministrazione Trump. Secondo le stime della Commissione, l’export europeo verso i paesi del Mercosur potrebbe crescere fino al 39%, raggiungendo un valore annuo di 49 miliardi di euro e sostenendo oltre 440.000 posti di lavoro in Europa. L’intesa prevede l’eliminazione dei dazi su oltre il 91% delle merci europee destinate al Mercosur, con ricadute rilevanti per settori come automotive, macchinari, prodotti farmaceutici e abbigliamento. Un forte impulso è atteso anche per l’agroalimentare, che potrebbe aumentare le esportazioni di quasi il 50%, grazie alla riduzione delle tariffe su vino, liquori, cioccolato e olio d’oliva. Contestualmente, l’accordo introdurrà una tutela specifica per 344 Indicazioni Geografiche europee, garantendo protezione da imitazioni e concorrenza sleale. Il percorso di ratifica sarà articolato. Una prima fase riguarderà gli accordi commerciali ad interim, di competenza esclusiva dell’Ue, che dovranno ottenere l’approvazione del Parlamento europeo e degli Stati membri a maggioranza qualificata. La Commissione punta a chiudere questo passaggio entro la fine dell’anno. Più complessa si preannuncia la seconda fase, relativa all’Accordo di partenariato politico, che richiede l’unanimità degli Stati membri. Le resistenze di paesi come Francia e Polonia fanno temere un iter simile a quello del CETA con il Canada, firmato nel 2017 ma ancora in attesa della ratifica definitiva di tutti i governi.

Anche l’Italia, in passato critica sul dossier, ha accolto con favore le nuove salvaguardie. Palazzo Chigi ha fatto sapere che, attraverso il coinvolgimento delle associazioni di categoria, sarà valutata l’efficacia delle garanzie aggiuntive prima di decidere sul sostegno all’approvazione finale. Soddisfazione è stata espressa dai produttori di vino, tra i principali esportatori nel continente sudamericano, mentre Coldiretti ha ribadito la necessità di rafforzare i controlli, giudicando ancora insufficienti le misure introdotte. Confagricoltura, da parte sua, ha chiesto ulteriori margini di miglioramento, soprattutto per i comparti considerati più esposti, come bovini, pollame, riso, mais e zucchero.

Francia, Leo: Nessun dumping fiscale, la Ue ora deve armonizzare

Il viceministro dell’Economia Maurizio Leo ha respinto con decisione le accuse di dumping fiscale rivolte all’Italia, sostenendo che il Paese non adotta politiche distorsive mirate ad attrarre in modo sleale capitali e imprese. In un’intervista rilasciata a la Repubblica, ha spiegato che negli ultimi due anni è stato costruito un sistema improntato all’equità e alla trasparenza, fondato sulla certezza del diritto e sulla semplificazione. Ha aggiunto che l’obiettivo del governo è ridurre la pressione fiscale complessiva e rafforzare il rapporto di fiducia tra Stato e contribuente, senza penalizzare altri Paesi membri dell’Unione europea.

Leo ha ricordato che in Italia sono attivi due regimi fiscali specifici per le persone fisiche. Il primo riguarda gli impatriati e prevede agevolazioni, a determinate condizioni, sui redditi prodotti in Italia da chi trasferisce la residenza. Il secondo è quello dei neo-residenti, che introduce una tassazione forfettaria limitata ai redditi di fonte estera per coloro che non sono stati residenti in Italia negli ultimi dieci anni. Secondo il viceministro, si tratta di misure mirate a rendere il Paese più attrattivo, senza configurare forme di concorrenza sleale.

Ha inoltre osservato che in Europa esistono diversi Stati che applicano livelli di tassazione molto bassi, in combinazione con convenzioni contro la doppia imposizione particolarmente favorevoli. Tali pratiche, ha sottolineato, penalizzano non solo l’Italia ma anche altri Paesi, perché spingono le imprese a delocalizzare per ottenere vantaggi fiscali rilevanti. Per questo motivo, Leo ha ribadito la necessità di aprire a livello comunitario una riflessione sull’armonizzazione fiscale, obiettivo che l’Italia sostiene da tempo come strumento per rafforzare l’integrazione europea. Il viceministro ha infine riconosciuto che la Francia ha sollevato il tema in maniera utile, sebbene in modo, a suo giudizio, non del tutto corretto. Ha chiarito che il vero dumping fiscale non deriva tanto dai singoli regimi agevolativi, quanto dall’uso che alcuni Stati ne fanno in combinazione con specifiche convenzioni, stimolando spostamenti di imprese e capitali che finiscono per generare squilibri all’interno dell’Unione.

Manovra: Centrodestra apre cantiere, riunione Lega con Giorgetti, cautela FI 'rottamazione costa'

Il centrodestra ha avviato ufficialmente il cantiere della manovra economica, in un momento in cui l’attenzione politica è divisa tra le elezioni regionali in Campania, Puglia e Veneto e la preparazione della prossima legge di bilancio. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervenuta al Meeting di Rimini, ha delineato le priorità dell’esecutivo, indicando un taglio dell’Irpef a favore del ceto medio, un piano casa rivolto alle giovani coppie, misure per contenere in modo strutturale i costi delle bollette e interventi di sostegno alla natalità e alla scuola paritaria.

La Lega, intanto, ha riunito la propria dirigenza sotto la guida di Matteo Salvini, con la partecipazione del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Al termine dell’incontro, il partito ha ribadito le proprie priorità, a partire dalla difesa del reddito delle famiglie e da una pace fiscale definitiva attraverso la rottamazione delle cartelle esattoriali. Centrale resta anche l’obiettivo di estendere la flat tax al 15%, accompagnato dalla richiesta di un maggiore contributo da parte degli istituti finanziari che hanno registrato profitti elevati negli ultimi anni. Su questo punto, tuttavia, la posizione della Lega si scontra con quella di Forza Italia, che ha sempre respinto ipotesi di tassazione straordinaria sugli extraprofitti bancari.

Il leader azzurro Antonio Tajani ha ribadito più volte la contrarietà a misure considerate punitive per il settore finanziario, mentre il portavoce del partito, Raffaele Nevi, ha sottolineato la necessità di una sintesi basata sulle risorse effettivamente disponibili. Forza Italia pone l’accento sulla riduzione del carico fiscale per i redditi medi, proponendo un taglio dell’aliquota dal 35% al 33% per i contribuenti con redditi tra i 28.000 e i 60.000 euro, insieme a un intervento a favore dei redditi più bassi. Tra le priorità figurano anche la sanità, il sostegno alle imprese attraverso un’Ires premiale e un rafforzamento delle pensioni minime. Più prudente si conferma la posizione degli azzurri sulla rottamazione delle cartelle, giudicata onerosa in termini di costi e quindi potenzialmente a scapito di altri interventi.

All’interno della maggioranza, il confronto si annuncia dunque complesso. Alcune voci di Fratelli d’Italia hanno espresso scetticismo rispetto alle proposte avanzate dal Carroccio, definendole in ambienti parlamentari come un “libro dei sogni” riconducibile al cosiddetto trio Bagnai-Gusmeroli-Borghi. Una formula polemica che lascia intravedere le tensioni interne alla coalizione, chiamata nelle prossime settimane a trovare un compromesso tra le diverse priorità fiscali e sociali per costruire una manovra compatibile con i vincoli di bilancio e le aspettative degli elettori.

  1. Bce: Lagarde, Italia bene sui conti, vicina a uscire da procedura di deficit
  2. Mercosur: Ue vara mega accordo commerciale, nuove garanzie per agricoltori 
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