La Lega attacca Mattarella sull’Ue. Le opposizioni insorgono

Nel giorno della Festa della Repubblica arriva l'attacco della Lega al capo dello Stato Sergio Mattarella. L'affondo compare sui social firmato dal senatore del Carroccio Claudio Borghi: “È il 2 giugno, è la Festa della Repubblica Italiana. Oggi si consacra la Sovranità della nostra Nazione. Se il Presidente pensa davvero che la Sovranità sia dell'Ue invece dell'Italia, per coerenza dovrebbe dimettersi, perché la sua funzione non avrebbe più senso”. Queste parole vengono presto commentate in tv dal vicepremier Matteo Salvini: “Oggi so che è la Festa della Repubblica, non è la festa della sovranità europea. Cos'è la sovranità europea? Noi abbiamo un Presidente della Repubblica perché esiste una sovranità nazionale italiana. Io penso all'Europa come un insieme di stati sovrani, autonomi, liberi, indipendenti che insieme mettono in comune alcune energie, alcune forze. Però la sovranità nazionale è assolutamente fondamentale. Non mi arrenderò mai a un super-Stato europeo”. 

Meloni rilancia sarà referendum tra due visioni dell'Europa

Sabato Giorgia Meloni alle tre del pomeriggio è tornata a indossare i panni della leader di partito e il pubblico in piazza del Popolo a Roma per la chiusura della campagna elettorale lancia un'ovazione quando sul maxischermo risuona l'ormai celebre “sono quella stronza della Meloni”, detto al governatore della Campania Vincenzo De Luca, pochi giorni fa a Caivano. Tra toni alti, ammiccamenti e balletti, la premier chiede ai suoi di non lasciarla sola in questo passaggio che potrebbe “fare la storia”, anche perché una maggioranza di centrodestra in Europa, visto il “nervosismo” a sinistra, potrebbe essere obiettivo “meno lontano” di quanto si possa immaginare. Replicare il modello del centrodestra italiano, questo è l'intento, anche se i sondaggi lo continuano a indicarlo come scenario difficile. Ma all'Europarlamento “già si è visto”, non solo con PpeEcr (i conservatori europei guidati sempre da Meloni) e parte di Id ma anche con “parte di Renew”, osserva Nicola Procaccini. Meloni dal palco non nomina Ursula von der Leyen, così come non nomina Marine Le Pen, l'altra “signora” delle eurodestre. 

Il Ppe pensa già al post voto e alle nomine ai vertici dell’Ue

Le urne si sono appena aperte ma i leader dei partiti europei già pensano al dopo. Avere un quadro chiaro sulla spartizione delle nomine già lunedì 17, a una settimana dal voto, è l'obiettivo del Partito popolare europeo; il leader Manfred Weber sa di avere già la vittoria in tasca e che il Ppe sarà riconfermato la prima forza cui spetterebbe la nomina della Commissione europea ma al Consiglio europeo prima e poi col voto segreto al Parlamento potrebbe succedere di tutto. Ecco perché vorrebbe che dalla cena informale dei 27 Capi di Stato e di Governo prevista per il 17 sera emerga un quadro chiaro. Se tutto andrà liscio Weber chiederà la conferma di Ursula von der Leyen, di conseguenza ai socialisti spetterebbe il posto di presidente del Consiglio europeo (si parla dell'ex premier portoghese Antonio Costa) e ai liberali quello di Alto rappresentante per la politica estera (in lizza la premier estone Kaja Kallas). Il leader dei popolari si aspetta un voto più conservatore rispetto al 2019 ma in grado, comunque, di restituire una maggioranza Ursula tra popolarisocialisti e liberali.

Se tutto fila liscio non c'è bisogno di andare a cercare supporto altrove, altrimenti si guarderà alla sua destra, con la pattuglia di Fdi guidata da Giorgia Meloni che, in questi due anni, ha dato prova di europeismo e atlantismo nel segno del sostegno all'Ucraina e alla Nato, e senza scossoni sullo Stato di diritto. Porte chiuse invece a Fidesz di Viktor Orban, anche se dovesse entrare in Ecr, o al Rassemblement National di Marine Le Pen, entrambi considerati “tossici” dal Ppe: il metodo è separare la destra buona da quella cattiva. Più difficile l'intesa con i Verdi, che aspirano a entrare in maggioranza ma che non risultano abbastanza allineati agli occhi del Ppe: non hanno votato, ad esempio, né per il Patto Migrazione e Asilo né per la riforma del Patto di Stabilità. Weber sa di potersi aspettare qualche sorpresa dal presidente francese Emmanuel Macron, artefice della trovata di Ursula von der Leyen cinque anni fa, che le sfilò il posto cui aspirava come spitzenkandidat, ma sa anche di poter contare sulla forza dei popolari anche in seno al Consiglio europeo: su 27 leader ben 13 sono del Ppe, solo quattro dei socialisti, i liberali al Consiglio europeo di fine giugno ne avranno tre (Francia, Estonia e Slovenia). Stando ai Trattati, i leader devono indicare la figura per la guida della Commissione europea a maggioranza qualificata (55% dei paesi dell'Ue e 65% dell'intera popolazione dell'Ue) tenendo conto del risultato elettorale. 

Meloni attacca l’Ue sulla procedura d’infrazione sull’assegno unico

La procedura d'infrazione della Commissione Ue sull'assegno unico “è la dimostrazione del perché l'Europa va cambiata”, e “per noi vuol dire, se loro alla fine avessero ragione, dover rinunciare all'assegno unico”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni, ospite di Quarta Repubblica ribadendo che intende “dare battaglia” e auspicando “che la Commissione di domani possa essere un po' più pragmatica”. “Questa è la dimostrazione del perché l'Europa va cambiata, perché fa delle cose che sono oggettivamente surreali. Abbiamo un'Europa che affronta l'inverno demografico e non si pone minimamente il problema, perché tra le priorità dell'Ue non è contemplato che l'Europa, di fatto, come civiltà rischia di scomparire, se continuiamo così. Non si pone minimamente il problema, dopodiché quando i Governi cercano di dare una mano alle famiglie del loro Stato per fare dei figli, ti fanno le procedure d’infrazione. Quando noi siamo arrivati abbiamo raddoppiato l'assegno unico per il primo anno, uno strumento che considero parte di un sistema che deve funzionare con altri provvedimenti, ma molto importante: aumento medio di circa 720 euro per le famiglie, coinvolge più o meno 6 milioni di famiglie in Italia, è uno sforzo importante.”

Proseguono i lavori in Albania per accogliere i migranti

Potrebbe costare 150mila euro al giorno il noleggio di una nave per il trasporto dei migranti dal Mar Mediterraneo fino al porto di Shengjin in Albania. Il Governo ha infatti fissato a 13,5 milioni di euro il tetto massimo di spesa per questo servizio, in una “consultazione preliminare del mercato” lanciata il 30 maggio dal Viminale per attuare il protocollo fra Roma e Tirana. Si tratta di un contratto di tre mesi, dal 15 settembre al 15 dicembre, e nelle specifiche tecniche si indica “a circa 15/20 miglia nautiche a Sud-Sud/ovest dall'isola di Lampedusa” il “punto di prelievo dei migranti” da trasferire poi dal campo di accoglienza a quello di trattenimento, a Gjader, 20km nell'entroterra. In quei siti è stato svolto un sopralluogo di Giorgia Meloni con l'omologo albanese Edi Rama, proprio a ridosso delle Europee.  Si attendono novità sui tempi. È slittato l'inizio delle attività, che era previsto per il 20 maggio secondo l'avviso emesso a marzo dalla Prefettura di Roma per l'affidamento dei servizi di accoglienza, appalto intanto vinto dalla cooperativa Medihospes per 133,8 milioni di euro. 

Le opposizioni tentano la spallata a Toti: pronta la mozione di sfiducia

Ancora poche ore per sapere cosa abbia scritto Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria sospeso dalle sue funzioni e agli arresti domiciliari per corruzione e voto di scambio, in quella lunga lettera destinata alla sua maggioranza e affidata al fedelissimo assessore Giacomo Giampedrone che, grazie all'autorizzazione espressa dalla Procura, ha potuto incontrarlo nella casa di Ameglia. La missiva verrà letta in consiglio regionale oggi prima che l'opposizione (PdM5SLista Sansa e Linea Condivisa) possa passare a illustrare la mozione di sfiducia depositata qualche giorno fa. La leggerà Alessandro Bozzano, capogruppo della Lista Toti in consiglio regionale. La lettera, per quanto possibile sapere, contiene l'esortazione ad andare avanti con l'interim di Piana per non bloccare qualcuno di quei progetti (la diga, lo scolmatore, il tunnel subportuale, per citarne alcuni) che da sempre Toti definisce essenziali all'economia della Liguria e non solo. 

È tensione fra i partiti negli ultimi giorni di campagna elettorale

A pochi giorni dalle elezioni, la premier Giorgia Meloni rilancia quello che, a suo avviso, è un “un referendum su che modello di Europa si immagina. E per la prima volta ci troviamo di fronte alla possibilità davvero di cambiare qualcosa in Europa, con una maggioranza diversa”. Per Meloni serve “un’Europa che faccia meno e lo faccia meglio” perché “in questi anni abbiamo avuto un'Europa che pretendeva di normare ogni singolo aspetto della nostra vita”. Un esempio? “La transizione verde a un certo punto è diventata un alibi per entrare dentro le nostre case, è diventata un attacco alle nostre libertà”, evidenzia la leader dei Conservatori. Una visione, la sua, che la contrappone agli avversari, con cui lo scontro si accende in vista del voto: la segretaria del Pd Elly Schlein e il leader del M5S Giuseppe Conte tornano ad attaccarla, in particolare su sanità e politica estera. Nel centrodestra, continuano le scintille tra Lega e FI che si contendono il secondo posto nella coalizione. 

“Nel momento stesso in cui Meloni dice scrivete Giorgia si capisce che vuole un referendum su di lei. Ma credo che il suo ruolo e la sua forza politica si misureranno quando arriverà il referendum sul premierato” e ancora “mi stupisce che Giorgia Meloni che mi attacca continuamente poi non voglia confrontarsi con me”. In ogni caso, “l'8 e 9 giugno non si può rimanere a casa e lasciar vincere il partito trasversale delle armi, che vuole mettere elmetto e mimetica ai ragazzi anziché impegnarsi per il diritto a uno stipendio giusto e a una casa”. Quanto a Schlein, Meloni torna sullo scontro con il governatore Vincenzo De Luca per attaccarla: “Credo che a lei stia mancando un po' il coraggio, io la stimo ma non è in grado di fare la differenza, insiste sul fatto che io mi faccio chiamare 'il presidente’, ma è una questione di forma. Io pongo una questione di sostanza: si deve smettere di insultare le donne”, dice la premier, mentre la leader dem non replica ma si concentra sul tema della sanità, nel giorno in cui il Cdm vara provvedimenti sulle liste d'attesa.

Meloni lancia il piano anti-liste d'attesa. Le Regioni sono critiche

Tra le polemiche il Cdm ha approvato il piano contro le liste attesa. L'intervento del Governo si è sdoppiato in due testi.  Da un lato un decreto-legge, in tutto 7 articoli, crea una piattaforma nazionale per il monitoraggio, che dovrà dialogare con quelle regionali, un Cup unico regionale o infraregionale con tutte le prestazioni disponibili del pubblico e dei convenzionati. Se le visite non vengono erogate nei tempi previsti dalle classi di priorità, viene garantita la prestazione in intramoenia o nel privato accreditato. Divieto di sospendere o chiudere le agende. Un sistema di recall eviterà il fenomeno delle prestazioni prenotate e non effettuate. Si potranno poi fare visite ed esami anche il sabato e la domenica. E in ogni azienda ospedaliera le ore di intramoenia non dovranno superare l'attività ordinaria. Sale la spesa per il personale: il 15% dell'incremento del Fondo sanitario rispetto all'anno precedente. Il tetto di spesa dal 2025 viene abolito ma ci sarà il calcolo di un fabbisogno standard di personale. Il decreto prevede anche un piano d'azione per il rafforzamento dei servizi sanitari e sociosanitari nelle 7 regioni del sud destinatarie del Programma Nazionale Equità nella Salute 2021-2027. Prevista anche una flat tax al 15% delle prestazioni orarie aggiuntive dei sanitari impegnati nella riduzione delle liste. 

Dall’altro un disegno di legge (15 articoli) tra le misure principali c'è l'aumento del 20% delle tariffe orarie per il personale per i servizi aggiuntivi contro le liste d'attesa, la possibilità per gli specializzandi di incarichi libero professionali fino a 10 ore settimanali. Confermate le misure contro i gettonisti con la possibilità di assumere con contratti di lavoro autonomo. Aumentano i limiti di spesa per l'acquisto di prestazioni sanitarie da privati accreditati. Inoltre, le Regioni assegnano obiettivi annuali sulla riduzione delle liste di attesa per la valutazione e la verifica dell'attività dei direttori regionali della sanità e dei direttori generali delle aziende. In base al raggiungimento o meno di tali obiettivi sono previsti premi, sanzioni e anche la sospensione. 

C’è fermento fra le destre europee, Afd punta a nuovo gruppo anti-Nato

La destra europea è in ascesa ma è anche un cantiere sospeso tra chi all'Eurocamera vorrebbe un gruppo unico e numericamente molto forte e chi, invece dopo essere stato clamorosamente cacciato cerca una nuova casa ancora più sovranista. È il caso dell'estrema destra tedesca di Alternative für Deutschland (AfD), che dopo essere stata esclusa dal gruppo Identità e Democrazia starebbe lavorando a una nuova formazione parlamentare per evitare di finire tra i non iscritti. L'obiettivo è la costruzione di un gruppo ex novo, posizionato a destra non solo dei Conservatori e Riformisti dove siede FdI ma anche di Id, un gruppo dalle spiccate aspirazioni anti-Nato e anti-Ue. L'espulsione da Id è arrivata su ordine di Marine Le Pen e con il placet della Lega e delle principali delegazioni nonostante i vertici di AfD avessero promesso di fare a meno del loro capolista Maximilian Krah. Al Parlamanento Ue AfD sembra puntare sull'ascesa di chi è ancora più a destra dei lepenisti o di Geert Wilders: si va dai polacchi di Konfederacja ai bulgari di Revival fino agli olandesi del Forum per la Democrazia, cui si aggiungono gli svedesi di Alternative for Sweden, gli slovacchi di Republic, gli ungheresi di Our Homeland, il partito agricolo greco. Sono formazioni piccole, ma potrebbero bastare. 

Salvini fa un endorsement a Trump

Il segretario della Lega Matteo Salvini ha ribadito l'endorsement per Donald Trump: “Sono tra i pochissimi che auspicano una sua vittoria”. E poi ha rivelato: “Ci siamo sentiti, gli ho espresso la vicinanza per le vicende giudiziarie, che a molti italiani ricordano quelle di Silvio Berlusconi. Trump mi ha risposto ringraziandomi”. A far alzare il sopracciglio agli alleati della Lega è stato il passaggio successivo: “Conto di avere a breve, in estate, una missione negli Stati Uniti per rinsaldare l'amicizia tra Italia e Stati Uniti”. L'asse con Trump richiama per estensione la vicinanza fra l'ex presidente americano e il presidente russo Vladimir Putin e si riflette sugli equilibri interni alla coalizione al Governo in Italia, specie alla luce della posizione sulla guerra in Ucraina. Per Salvini “Se dovesse arrivare un altro decreto armi se non avremo la certezza assoluta che queste armi non possano essere usate anche per bombardare in Russia avvicinandoci alla guerra mondiale, non lo voterò”: una nuova frenata per smarcarsi dagli alleati. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha ribadito la posizione: “Non invieremo soldati italiani a combattere sul territorio ucraino e non autorizzeremo l'utilizzo delle armi italiane per colpire i russi fuori dal territorio ucraino”. Alle urne, il duello nel centrodestra si gioca comunque in quell'area. 

Il Ppe pensa già al voto sulla von der Leyen

La partita inizierà nella notte di domenica, quando compariranno le prime proiezioni. In quel momento i Popolari e Ursula von der Leyen capiranno quale sarà il peso della maggioranza che finora ha sostenuto la presidente della Commissione e quanto sarà necessario allargarla. A meno di colpi di scena il pacchetto dei top job Ue dovrebbe partire da un punto: il Ppe come primo gruppo e la candidatura al bis di von der Leyen. La data da segnare con il rosso è il 18 luglio, terzo giorno della prima Plenaria della nuova legislatura: è in quel giovedì che l'Eurocamera prevede possa esserci l'elezione del numero uno di Palazzo Berlaymont. Il ‘cencelli’ comunitario in teoria assegna la Commissione al Ppe, il Consiglio Ue ai Socialisti, il ruolo di Alto Rappresentante per la Politica Estera a un liberale. La presidenza del Pe è formalmente esclusa dal pacchetto ma ha già un nome in pole: Roberta Metsola. I Popolari da tempo sostengono che i negoziati partiranno dall'asse Ppe-Socialisti-Renew, respingendo le accuse di chi li giudica troppo presi dal dialogo con le destre. 

Negli ultimi giorni qualcosa è cambiato nella strategia del Ppe. Le aperture a Giorgia Meloni e a qualche altra delegazione di Ecr si sono fatte più sporadiche, i distinguo sullo stato di diritto più netti. La campagna elettorale ha infatti indurito i toni di quelle destre che nelle file del Ppe si consideravano dialoganti, allargando la frattura con i partiti europeisti. A ciò va aggiunto che i liberali, e soprattutto i Socialisti, hanno fatto capire a von der Leyen che il loro no a una maggioranza con la Meloni resterà inscalfibile. Ecco perché, potrebbero tornare in gioco i Verdi: nel 2019 i Greens non votarono von der Leyen e i rapporti con il leader del Ppe Manfred Weber sono ai minimi. Eppure, la presidente della Commissione uscente non ha alcuna intenzione di escludere a priori un partito che potrebbe perdere qualche seggio rispetto al 2019 ma senza clamorose cadute. I Verdi sono al governo in Germania e sarebbero una sponda ideale per evitare l’indebolimento di uno dei pilastri della legislatura appena trascorsa, il Green Deal

Sprint finale dei partiti prima del voto per le europee

Ultime ore di campagna elettorale poi parleranno le urne. Antonio Tajani sul palco di Napoli, Matteo Salvini con il generale Roberto Vannacci a Roma, la premier Giorgia Meloni in tv da Bruno Vespa: la volata finale si corre tra piazze e tv. Elly Schlein chiuderà oggi a Padova, in omaggio a Enrico Berlinguer che nella città veneta, il 7 giugno del 1984, pronunciò l’ultimo discorso pubblico. E il presidente M5S Giuseppe Conte sarà a Palermo, nella piazza del teatro Massimo. Sarà “un referendum su due modelli di Europa”, per la premier Giorgia Meloni, “perché abbiamo l'occasione storica di voltare definitivamente pagina rispetto alle scelte sbagliate che abbiamo visto in questi anni”. Ma da lunedì occorrerà fare i conti in casa e per questo gli occhi sono puntati alla sfida nella sfida all'interno della maggioranza. Anche se Meloni prova a stemperare: “Credo che sia fisiologico che in una campagna elettorale di stampo proporzionale, com'è quella per le elezioni europee, ogni forza politica sottolinei la sua identità e le sue posizioni”, ma questo “non pregiudica in alcun modo la compattezza e la solidità di questo Governo”. 

Tajani chiarisce, dopo il voto, gli equilibri del Governo non cambieranno

Nessun pronostico sull'esito finale, ma su un punto Antonio Tajani non ha dubbi: il risultato di Fi non inciderà sugli equilibri del Governo. Ospite del forum ANSA Tajani ne approfitta per parlare dell'Europa che sarà e per ribadire quale sarà il ruolo di Fi: “Se nel centrodestra altri prendono tanti voti sono contento, io penso a Fi”, dice il leader azzurro che mira ad un risultato a doppia cifra senza che questo comporti però scossoni nell'equilibrio dell'esecutivo; “Non cambierà nulla continuiamo a votare sostenere a votare la fiducia al Governo”. I toni cambiano quando si parla invece di Europa. Lì le distanze con gli alleati, Salvini in primis, difficilmente sono modificabili. Lo schema cui lavora il vicepremier è chiaro: un'alleanza di centrodestra che guardi ai conservatori di Meloni ed escluda le forze più estreme come il gruppo di Identità e Democrazia di Le Pen e Salvini. 

Il Governo rilancia la Social Card. Critiche le opposizioni

Da settembre un milione e 330mila tessere, 30mila in più rispetto allo scorso anno, per acquisti di generi alimentari, ma anche da spendere per carburante e trasporti pubblici dedicati ai nuclei familiari in difficoltà. Parte così l'edizione 2024 della social card “Dedicata a te”, che passa da 457,9 euro a 500 euro. Per l'operazione sono stanziati 676 milioni, cui si aggiungono 200 milioni a favore di Enti caritatevoli. La misura è stata presentata dal Ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida, in una conferenza stampa a Palazzo Chigi alla quale ha partecipato in vdc anche la Ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone. Nel pomeriggio in un video sui social la premier Giorgia Meloni parla di un “grande lavoro di sistema” che ci consente oggi di confermare questo piccolo ma decisivo aiuto ulteriore per le famiglie più fragili ed esposte all'inflazione”, ottenendo anche “un altro scopo, che è sostenere le filiere produttive italiane”. Lollobrigida ha parlato di un “intervento massiccio” e non “ricottina” contro il disagio sociale. 

Le opposizioni attaccano sulle liste attesa: solo uno spot elettorale

Il giorno dopo il via libera del Governo alle misure per ridurre le liste di attesa per visite ed esami le opposizioni, all'unisono, vanno all'attacco di Giorgia Meloni proprio mentre la premier con Rama visita una delle due strutture  per i migranti in Albania. I soldi “li avrei messi più che volentieri” risponde piccata la premier, buttando le responsabilità nel campo avversario visto che “ci sono 17 miliardi” di “truffe sul Superbonus”, risorse che sono state “gettate dalla finestra, tolte ai malati per darli ai truffatori”. A dare il la alle polemiche l'assenza di nuovi stanziamenti nei due provvedimenti approvati in Cdm, un decreto-legge e un disegno di legge, che in effetti utilizza gli “oltre 500 milioni” già finanziati con l'ultima manovra proprio per le liste di attesa per “aiutare le Regioni”, per usare le parole che la premier ha affidato a un video sui social per spiegare le misure. Ci sono poi i fondi del Pnrr, che serviranno tra l'altro per aumentare le attrezzature tecniche delle strutture sanitarie, in particolare nel Mezzogiorno. 

I sondaggi della settimana

21 maggio 2024 – ultimi prima del voto delle europee

Negli ultimi sondaggi realizzati dall’Istituto SWG il 20 maggio, tra i partiti del centrodestra in ascesa Fratelli d’Italia con + 0,2%, e Forza Italia con +0,1%Il partito di Giorgia Meloni si conferma primo partito italiano con il 27,0%. In seconda battuta il PD,che guadagna terreno e vede il distacco da FdI ridursi al 6,0%. Terza forza nazionale sempre il Movimento 5 Stelle (15,7%). In lieve flessione la Lega (-0,3%)Nella galassia delle opposizioni, i centristi Stati Uniti d’Europa perdono slancio e arrivano al 4,6%; seguono Azione (4,2%) e Allea6nza Verdi e Sinistra (4,6%), che rimangono entrambe sopra la soglia di sbarramento per le Europee. Chiudono il quadro settimanale Pace Terra Dignità di Michele Santoro (2,2%), Libertà di Cateno De Luca (2,4%), Alternativa Popolare di Stefano Bandecchi (1,0 %) entrambe sotto la soglia di sbarramento.

Sondaggi_partiti_europee_21_maggio.png

La stima di voto per la coalizione di centrodestra (Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia) rimane stabile mantenendosi saldamente al comando con il 43,7%. Il centrosinistra è secondo con il 25,6%; fuori da ogni alleanza, il M5S, perde mezzo punto percentuale e registra un 15,7%. In flessione di 0,4% anche il Centro, che raggiunge l’8,6%.

Sondaggi_coalizioni_europee_21_maggio.png 

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