Le Commissioni Bilancio della Camera e del Senato hanno proseguito le audizioni nell’ambito dell’esame del ddl recante Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2026 e bilancio pluriennale per il triennio 2026-2028 (AS. 1689).

È stato ascoltato: 

  • Giancarlo Giorgetti, Ministro dell’economia e delle finanze

Senato Web Tv (link)

Abstract: 

Durante l’audizione parlamentare, è stato illustrato il ddl Bilancio 2026, inquadrandolo in un contesto economico globale caratterizzato da incertezze. È stata sottolineata la necessità di una politica di bilancio prudente, mirata alla sostenibilità del debito pubblico, considerando le difficoltà derivanti dai tassi di interesse elevati e dall'impatto della guerra in Ucraina sulla fornitura di energia. Sono stati evidenziati i risultati ottenuti dal Governo negli ultimi anni, come la riduzione del debito e il miglioramento del rating sovrano, ed è stato spiegato come la manovra per il triennio 2026-2028 includa interventi fiscali per sostenere il potere d'acquisto delle famiglie, incentivare i rinnovi contrattuali e potenziare il sistema sanitario. Inoltre, sono state illustrate misure a favore delle imprese, inclusi incentivi per gli investimenti, e interventi per il rafforzamento delle politiche sociali, in particolare a supporto della natalità e della conciliazione vita-lavoro. È stata infine ribadita l'importanza di mantenere un equilibrio tra le necessità di spesa e le regole fiscali europee.

Di seguito gli argomenti trattati: 

GIANCARLO GIORGETTI 
Ministro dell’economia e delle finanze

CONTESTO ECONOMICO GLOBALE E SOSTENIBILITÀ DEL BILANCIO PUBBLICO

Ha ricordato che il disegno di legge di bilancio per il triennio 2026-2028 si inserisce in un contesto economico internazionale caratterizzato da incertezze. I debiti accumulati dai Paesi a seguito delle crisi economiche passate, le preoccupazioni sulla crescita futura e l'inflazione, insieme ai timori di instabilità politica in alcune economie, hanno determinato un aumento dei rendimenti dei titoli pubblici a medio-lungo termine nelle principali economie mondiali. In tale scenario, ha sottolineato l’importanza di mantenere una politica di bilancio che garantisca la sostenibilità del debito pubblico, che si attesta su circa 400 miliardi di titoli da rinnovare annualmente. La gestione del bilancio è quindi stata improntata al rispetto delle regole europee e alla stabilità economica del Paese, con il fine di ridurre, seppur lentamente, il rapporto tra debito pubblico e PIL, migliorando al contempo la fiducia dei mercati internazionali. Ha ricordato inoltre che l’attenzione alla sostenibilità del debito ha portato a un miglioramento del rating sovrano, con la conseguente riduzione dei tassi sui titoli del debito, come il BTP decennale che è passato dal 4,9% dell'ottobre 2023 al 3,4% attuale.

RISULTATI DELLA GESTIONE FISCALE E IL MIGLIORAMENTO DELLE FINANZE PUBBLICHE

Ha osservato che la politica fiscale del Governo negli ultimi tre anni ha prodotto risultati positivi in termini di bilancio. In particolare, il saldo primario del Paese è migliorato significativamente: il disavanzo del 4% del PIL nel 2022 si è trasformato in un avanzo dello 0,5% nel 2024. Questo miglioramento è stato reso possibile grazie a una stretta gestione delle risorse e a politiche di controllo della spesa che hanno portato alla discesa del rapporto deficit/PIL sotto il 3%, contribuendo al consolidamento fiscale. Tali risultati sono essenziali per rassicurare gli investitori e per stabilizzare la situazione economica interna. Tuttavia, il quadro di governance fiscale europeo impone vincoli più severi per il triennio 2026-2028, in particolare per quanto riguarda la spesa netta, che deve essere inferiore al tasso di crescita programmato. Ha spiegato quindi che il Governo ha previsto per il prossimo triennio misure fiscali e di bilancio più rigorose, riservando un’attenzione particolare all’efficienza nella gestione della spesa pubblica.

 

MISURE DI SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE E AGLI INDIVIDUI A MEDIO REDDITO

Ha richiamato una serie di misure presenti nel ddl Bilancio 2026 finalizzate a sostenere il reddito delle famiglie, in particolare quelle a medio reddito, con un focus sulle famiglie numerose e sul potere d'acquisto. Tra le principali misure, è prevista la riduzione di due punti percentuali della seconda aliquota IRPEF, applicabile ai redditi tra 28.000 e 50.000 euro, che passerà dal 35% al 33%. Questo intervento, che avrà un impatto su circa 13,6 milioni di contribuenti (circa il 32% della popolazione fiscale), mira ad alleggerire la pressione fiscale sui redditi medi. Ha ricordato che la misura ha una dotazione di circa 3 miliardi di euro e si tradurrà in un beneficio medio di 218 euro all’anno, con un massimo di 440 euro. Inoltre, sono previsti ulteriori incentivi per la contrattazione salariale, con una riduzione dell'aliquota sui premi di produttività, che scende dal 5% all'1%, e un aumento della soglia massima dei premi agevolati, che passa da 3.000 a 5.000 euro. Altre misure richiamate comprendono il rafforzamento della decontribuzione per le assunzioni a tempo indeterminato, per un valore complessivo di circa 2,8 miliardi nel triennio.

 

POLITICHE DI SUPPORTO ALLA FAMIGLIA, MATERNITÀ E CONCILIAZIONE VITA-LAVORO

Il Governo ha proseguito il rafforzamento delle politiche di sostegno alla famiglia e alla genitorialità, con risorse destinate a favore delle famiglie numerose e della conciliazione tra vita familiare e lavoro. Sono state introdotte modifiche all’ISEE, aumentando le scale di equivalenza per le famiglie con più figli e innalzando la soglia di esclusione per la prima casa, portandola da 52.000 a 91.500 euro. Questo incremento, che include anche un bonus di 2.500 euro per ogni figlio convivente oltre il primo, permette alle famiglie di accedere a prestazioni sociali in misura maggiore. Inoltre, è stata prevista l’integrazione del reddito per le lavoratrici madri con due figli e un reddito non superiore a 40.000 euro, con un sostegno mensile di 60 euro. Altri interventi includono il finanziamento permanente dei centri estivi, il potenziamento dei congedi parentali e malattia per i figli minori e incentivi per la trasformazione dei contratti di lavoro a tempo determinato in contratti stabili.

 

RISORSE PER IL SETTORE SANITARIO E ASSUNZIONI NEL COMPARTO PUBBLICO

Il Governo ha destinato significative risorse al settore sanitario, con un aumento complessivo del finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), che nel 2025 raggiungerà i 136,5 miliardi di euro, con un incremento di circa 10,5 miliardi rispetto al 2022. Inoltre, il disegno di legge prevede ulteriori risorse per il 2026 (2,4 miliardi) e il 2027 (2,65 miliardi) per fronteggiare le crescenti esigenze del sistema sanitario, anche a causa dell'invecchiamento della popolazione. Una parte di queste risorse sarà destinata a un piano straordinario di assunzioni di personale a tempo indeterminato, in particolare medici e infermieri, per colmare le carenze strutturali. La manovra prevede anche aumenti per gli stipendi del personale sanitario, oltre a misure specifiche per il personale impiegato nei servizi di pronto soccorso.

 

STIMOLO AGLI INVESTIMENTI DELLE IMPRESE E SUPPORTO ALLA COMPETITIVITÀ

Ha affermato che il Governo ha adottato una serie di misure volte a stimolare gli investimenti privati, con un focusparticolare sulle piccole e medie imprese. Tra le misure più rilevanti vi è la reintroduzione dell'iperammortamento per il 2026, che sostituirà i crediti d’imposta previsti per la transizione 4.0 e 5.0. Il nuovo sistema prevede deduzioni fiscali maggiori per gli ammortamenti, rispetto al credito d’imposta previsto nel 2025, con un beneficio fiscale che si concentra sulle PMI. Altri interventi mirano a rafforzare gli investimenti nelle zone economiche speciali e nelle zone logistiche semplificate, con crediti d’imposta per le imprese che investono in impianti, macchinari e nuove sedi. Per il triennio 2026-2028 è previsto anche il rifinanziamento della "Nuova Sabatini", un’agevolazione che supporta l'acquisto di beni strumentali da parte delle PMI.

 

MISURE FISCALI E CONTROLLO DELLA SPESA PUBBLICA

Ha ricordato che il disegno di legge di bilancio prevede una serie di misure per il finanziamento della manovra, che si basa su una combinazione di razionalizzazione della spesa e interventi fiscali. Le risorse per la manovra provengono anche dal settore bancario, che contribuirà con circa 10 miliardi di euro nel triennio. Il Governo ha messo in atto misure di efficientamento della spesa, con interventi volti a razionalizzare le risorse e ottimizzare la spesa corrente. Tra le principali misure fiscali, si prevede l'allineamento delle accise di benzina e gasolio per ridurre i sussidi ambientalmente dannosi. Inoltre, il disegno di legge prevede una stretta sull'evasione fiscale, con il rafforzamento dell’uso dei dati della fatturazione elettronica per migliorare la selettività nella riscossione delle imposte. Infine, la manovra prevede anche misure per la gestione dei contenziosi nazionali ed europei, con un fondo di 2,2 miliardi nel 2026 per far fronte agli effetti finanziari derivanti da queste situazioni.

Marco Grimaldi (AVS) - ha esordito richiamando un'analisi dell'Istat, che ha evidenziato come la distribuzione delle risorse previste dalla manovra favorisca in modo evidente le famiglie più ricche. In particolare, ha sottolineato che oltre l'85% delle risorse vanno a favore del 40% delle famiglie più benestanti, con più del 90% delle famiglie appartenenti al quintile più ricco e oltre due terzi di quelle del penultimo quintile che beneficiano delle misure. Il senatore ha ritenuto necessario sollevare questa questione, evidenziando come ciò dimostri che la manovra risulti in realtà regressiva. Ha inoltre sollevato il tema del drenaggio fiscale, ritenendo che, sebbene ci siano stati interventi su alcuni settori, questi siano stati vanificati da un aumento della pressione fiscale altrove, senza portare a benefici diretti per le classi più deboli. Ha quindi domandato se il Governo non fosse a conoscenza di questo esito della manovra, se fosse stato un errore nei calcoli o se, in alternativa, fosse stato un obiettivo intenzionale. In tale contesto, ha richiamato l'attenzione su alcuni temi che erano stati al centro del dibattito pubblico, come i contributi di solidarietà e la spesa per la difesa, citando il dato secondo cui la spesa mondiale per la difesa ha raggiunto i 2.718 miliardi di dollari. Ha anche suggerito che alcune delle grandi aziende, in particolare quelle del settore della difesa, che stanno beneficiando di importanti commesse, potrebbero essere chiamate a contribuire maggiormente, attraverso un contributo di solidarietà. Ha pertanto chiesto se il Ministro fosse d'accordo con la proposta di introdurre una misura simile anche per le aziende che operano nel settore della difesa, alla luce delle crescenti commesse e degli utili che queste aziende stanno generando. Infine, il ha sollevato il tema del "piano casa". Nonostante le aspettative suscitate dalla proposta, ha osservato che, ad oggi, il piano casa non si è tradotto in misure concrete, ma si è limitato a mere slide e a pochi interventi come la cedolare secca sugli affitti. Ha quindi chiesto se fosse effettivamente in programma un piano casa concreto da includere nel maxiemendamento, chiedendo se vi fossero risorse destinate all'emergenza abitativa, agli affitti calmierati, o al sostegno per l'amorosità incolpevole, temi di grande rilevanza per le famiglie in difficoltà. 

Francesco Boccia (PD) – ha richiamato i dati che indicano un impatto macroeconomico limitato della manovra, come confermato dalla Corte dei conti, dalla Banca d'Italia e dall'UPB, che hanno parlato di effetti modesti e di una crescita lenta, senza significativi investimenti extra PNRR. Ha poi sollevato il tema della sanità, citando un dato allarmante fornito dal presidente dell'Istat, secondo cui 5,8 milioni di italiani rinunciano alle cure, con un 9,9% di persone che non possono accedere a prestazioni sanitarie a causa delle lunghe liste d'attesa. A questo proposito, ha chiesto al Ministro se fosse ancora irreversibile la scelta di non legare il finanziamento della sanità al PIL e se, pur mantenendo i saldi di bilancio, fosse possibile aumentare le risorse per il sistema sanitario, alla luce della grave situazione descritta. In tema di casa, ha sollevato una riflessione riguardo l'assenza di un piano casa nella legge di bilancio. Ha chiesto se il Governo stesse anticipando la destinazione di risorse a questo settore, e ha suggerito che, qualora ci fossero effettivamente risorse disponibili, il suo gruppo sarebbe pronto a collaborare per fare un passo avanti, ma ha anche espresso preoccupazione per la mancanza di un piano chiaro. Successivamente, ha portato alla luce una questione sollevata da diverse associazioni e autorità locali riguardo gli artt. 123-128 del disegno di legge. Ha chiesto al Ministro Giorgetti se condividesse la dura analisi delle autonomie, che ha sollevato preoccupazioni sulla mancanza di risorse adeguate e sull’efficacia dei costi standard già insufficienti. Inoltre, ha ritenuto che la norma potesse aggirare alcuni rilievi fatti dalla Corte costituzionale, suggerendo che sarebbe necessario rivedere questa parte della manovra. Ha inoltre criticato l'operazione che riguarda AMCO, definendola un'azione che concentra poteri al Ministero dell'Economia e delle Finanze, riducendo la capacità decisionale dei comuni e indebolendo la concorrenza nel settore. Ha evidenziato che questa mossa rischia di creare contenziosi e di essere un esempio di ingegneria istituzionale poco trasparente, fondendo funzioni di proposta, regolazione e gestione in un unico soggetto, AMCO-MEF. Ha inoltre sollevato preoccupazioni riguardo le modalità di acquisizione di società private da parte di AMCO, suggerendo che questa operazione potesse avere impatti negativi sulle finanze comunali, con il rischio che la crisi di questi enti venga sfruttata per arricchire alcuni privati selezionati. Ha anche affrontato la questione fiscale, facendo notare che la scelta del Governo non è stata quella di allargare la base imponibile per ridurre la pressione fiscale, ma piuttosto di ridurla per singole categorie, attraverso detrazioni, rottamazioni e la flat tax. Ha quindi chiesto al Ministro se, alla luce della sua esperienza, non fosse ormai evidente che l'unica via per ridurre la pressione fiscale in maniera strutturale fosse quella di allargare la base imponibile, anziché continuare con misure settoriali che non risolvono il problema a lungo termine.

Claudio Borghi (Lega) – ha osservato che una delle critiche più frequenti alla manovra è la sua mancanza di espansività, con alcuni che sostengono che senza il PNRR il Paese sarebbe in recessione. In risposta a queste osservazioni, ha chiesto di chiarire che il PNRR non rappresenta un deficit aggiuntivo, ma una forma di finanziamento separata. Ha sottolineato che, se il PNRR non fosse stato disponibile, le stesse opere finanziate oggi con questo strumento sarebbero state comunque realizzate attraverso altri canali di finanziamento della spesa pubblica, senza generare buchi nel bilancio. Ha quindi evidenziato che l'assenza del PNRR non avrebbe necessariamente portato il Paese in recessione, ma semplicemente avrebbe richiesto l'uso di altre risorse pubbliche, sebbene con minori probabilità di ottimizzazione. Successivamente, ha fatto riferimento alla discussione sul debito SAFE. Ha voluto precisare che questa manovra non include alcuna spesa per armamenti, e che eventuali spese per la difesa saranno sostenute solo dopo l'uscita della procedura di infrazione. Una volta completato questo passaggio, il Governo prevede di attivare la clausola di salvaguardia, che aprirebbe ulteriori spazi di spesa. Ha poi esposto la sua preoccupazione riguardo al metodo di finanziamento di questa clausola, chiedendo se essa dovesse essere sostenuta tramite il programma SAFE o se dovesse essere utilizzato un metodo di finanziamento tradizionale. Ha espresso timori che l’approccio utilizzato per il PNRR, con le sue rigidità e limitazioni nell’utilizzo delle risorse, possa riproporsi anche per l’industria della difesa, rischiando di non allocare le risorse in modo ottimale per le necessità del Paese.

Silvia Fregolent (IV) – ha sollevato una questione relativa ai dazi imposti dal Presidente Trump a gennaio di quest'anno, su cui la Presidente Meloni aveva assicurato alle imprese di ogni settore, dall'industria all'agricoltura, che sarebbero stati previsti provvedimenti nella legge di bilancio. Tuttavia, ha affermato di non aver trovato tali misure nella legge e segnala che Confindustria aveva chiesto un intervento da 8 miliardi, ma anche questa richiesta sembra non essere stata presa in considerazione. Pur riconoscendo l'importanza dell'iperammortamento e del ritorno al piano Transizione 4.0, ha sottolineato che tale misura non è immediatamente applicabile, in quanto è prevista un'attuazione attraverso un decreto, suscitando preoccupazione per il fatto che le misure per le imprese non siano tempestivamente operative, soprattutto in un periodo in cui la crescita economica è già in difficoltà. Ha sollevato poi il tema della crisi abitazionale, lamentando l'assenza di interventi concreti sul piano casa, che era stato precedentemente annunciato dalla Presidente Meloni, e ha segnalato un aumento delle tasse sugli affitti brevi. A questo proposito, ha chiesto se il Governo abbia intenzione di cancellare questa misura, soprattutto in vista delle dichiarazioni dei colleghi della maggioranza che avevano anticipato la possibilità di abrogare tale norma. Passando al tema dell'energia, ha evidenziato come il caro energia stia gravemente danneggiando l'industria italiana. Ha chiesto quindi al Ministro quali azioni il Governo intenda intraprendere per ridurre questo deficit energetico rispetto agli altri paesi europei. Infine, ha sollevato una preoccupazione riguardo alla gestione delle risorse destinate al dissesto idrogeologico, osservando che nella legge di bilancio sono previsti maggiori finanziamenti per le cause del dissesto, anziché per la prevenzione, suggerendo che sarebbe più efficace investire di più sulla prevenzione per evitare danni futuri. Ha lamentato quindi l'assenza di interventi specifici per contrastare patologie che hanno danneggiato la produzione agricola italiana negli ultimi anni, come la Peste Suina Africana (PSA), e ha chiesto se il Governo intenda affrontare anche questo problema.

Stefano Patuanelli (M5S) – ha descritto la manovra di bilancio come una legge di bilancio che si concentra su un avanzo primario, ma che non ha un impatto significativo sulla crescita. Dal suo punto di vista, la manovra da 58,7 miliardi è in gran parte assorbita dal superbonus, e il Governo, pur facendo un grande lavoro di difesa dei conti pubblici, non sta facendo progressi significativi in termini di crescita. Ha posto quindi due domande. La prima riguarda l'art. 96 della legge di bilancio, che ripropone una misura denominata "Transizione 4.0" per il settore primario. Tuttavia, questo settore non può usufruire degli ammortamenti previsti da tale misura, e quindi ha chiesto chiarimenti sul finanziamento di questa misura, che risulta essere di 2 milioni e 100 mila euro. La seconda domanda ha riguardato la natura della legge di bilancio nel suo complesso, che ha definito priva di ambizione, con un impatto praticamente nullo sulla crescita. Ha ipotizzato che l'approccio restrittivo della legge di bilancio sia dovuto al bisogno di uscire dalla procedura di infrazione, così da attivare la clausola di salvaguardia per i successivi investimenti, soprattutto in ambito di difesa. 

Elena Bonetti (Az) – ha sollevato alcune preoccupazioni riguardo alla riforma dell'IRPEF, che si stima costerà quasi 3 miliardi di euro. Pur riconoscendo che la riforma benefici principalmente una fascia di popolazione più ricca, ha domandato se fosse veramente sensato destinare così poco a molti, in particolare a quelle fasce della popolazione, come gli under 35, che risultano quasi completamente escluse da questi benefici. In particolare, ha sottolineato come questa riforma non vada a favorire adeguatamente i giovani lavoratori, che costituiscono una parte significativa della forza lavoro e sono tra i meno beneficiati. Ha poi sollevato una critica sulla revisione dell'Isee, che a suo avviso ha escluso le famiglie più giovani, quelle che avrebbero maggiormente bisogno di supporto. Nonostante apprezzi la revisione, ha evidenziato che l'indicizzazione della prima casa, sebbene utile, non tiene conto del peso degli affitti, un aspetto che penalizza ancora una volta i più giovani, che potrebbero beneficiare maggiormente dell'assegno unico o di altri benefici legati al nido. L'interlocutore si concentra quindi sul tema delle pensioni, criticando la misura prevista che sterilizza l'adeguamento dell'età pensionistica, considerata insufficiente e costosa in relazione agli effetti sul debito pubblico. Ha quindi chiesto chiarimenti sul senso di questa misura, suggerendo che potrebbe trattarsi di un provvedimento temporaneo, ma che comunque comporta un costo significativo senza portare vantaggi sostanziali. Passando al settore della sanità, ha sottolineato come, nonostante l'aumento significativo delle risorse per la sanità, i dati dell'Istat mostrano un drammatico aumento del numero di persone che rinunciano a curarsi, un segno che qualcosa non sta funzionando, nonostante l'incremento delle risorse. Ha dunque suggerito che potrebbe essere necessario rivedere il meccanismo di gestione delle risorse a livello regionale, cercando di migliorare l'efficienza del sistema sanitario. 

Lavinia Mennuni (FdI) – ha apprezzato il sostegno al potere d'acquisto per le famiglie, per le imprese e per tutti i cittadini previsto dalla manovra. Tuttavia, ha sottolineato che sarebbe utile ascoltare le categorie che chiedono di ampliare la platea dei beneficiari di interventi fiscali, come nel caso del taglio dell'aliquota IRPEF al 33%, con la proposta di estenderlo fino a 60.000 euro. Ha inoltre richiamato la tutela della proprietà privata, spesso soggetta a una tassazione elevata, nonostante rappresenti un valore accumulato attraverso il sacrificio delle generazioni precedenti. A questo proposito, ha evidenziato l'importanza di valutare un possibile intervento sulla cedolare secca. In relazione al potere d'acquisto, ha proposto che l'emissione di bancomat o carte di credito da parte di Poste Italianepossa risultare rilevante, in quanto l'introduzione di pagamenti elettronici al posto del contante potrebbe ridurre i costi per acquirenti e venditori, contribuendo a evitare il rischio di elusione fiscale. Un altro tema sollevato riguarda le attività commerciali, in particolare quelle caratterizzate da un'apertura e chiusura frequente. A tal proposito, ha proposto un deposito di 30.000 euro come misura per contrastare l'evasione fiscale legata a queste attività. Infine, ha affrontato il tema della natalità. Ha riconosciuto lo sforzo del governo nel bilancio, nonostante i vincoli imposti dal nuovo patto di stabilità e crescita, ma ha sottolineato che la bassa natalità costituisce una sfida economica per il Paese, con previsioni di perdite economiche significative a causa dell'invecchiamento della popolazione. Ha riconosciuto che il governo ha già adottato politiche a sostegno della natalità, come la decontribuzione del lavoro femminile e incentivi per le assunzioni di donne lavoratrici e madri, ma ha sollecitato a fare di più, sia sul piano economico che culturale. Ha ribadito che, oltre agli interventi economici, è fondamentale promuovere una maggiore sensibilizzazione culturale, attraverso campagne nelle scuole e iniziative che sostengano la natalità. In questo contesto, ha proposto la realizzazione di comunità estive nelle città, per riformulare il welfare durante la stagione estiva, che risulta particolarmente delicata per le famiglie. 

Tino Magni (Misto-AVS) – ha sottolineato che la decisione di rientrare rapidamente dal debito non è stata imposta dall'Europa, ma è stata una scelta politica consapevole. Tale scelta ha comportato l'adozione di una manovra fiscale austera, con l'intenzione di creare spazio per una manovra economica più ampia nel 2027. Ha dunque criticato le politiche economiche adottate, in particolare la gestione della crescita e delle disuguaglianze. Ha fatto riferimento in particolare alla crisi industriale, con un accento particolare sulle difficoltà legate alle esportazioni e all'impatto dei dazi. Ha sostenuto che per rilanciare l'economia sarebbe necessario aumentare i salari e le disponibilità economiche degli italiani per stimolare i consumi interni. Tuttavia, le politiche adottate dal Governo sono aggravano le disuguaglianze anziché ridurle. Un ulteriore elemento di critica riguarda la natalità. Ha sostenuto che, per aumentare il tasso di natalità, sarebbe necessario creare condizioni economiche favorevoli, come l'occupazione femminile, poiché le donne che lavorano tendono ad avere più figli. Tuttavia, si osserva che la precarietà dell'occupazione, soprattutto per le donne e i giovani, sta invece creando un panorama negativo. Pertanto, è necessario invertire questa tendenza, non promuovendo lavori a basso reddito, ma puntando su occupazioni di qualità che possano supportare la crescita familiare. In conclusione, ha sostenuto che le politiche adottate non mirano a costruire un'economia prospera, ma piuttosto a mantenere uno spazio di manovra per il futuro, in particolare per il 2027, che potrebbe coincidere con il periodo delle elezioni. Ha anche criticato l'orientamento verso la spesa militare, considerato un investimento poco utile per lo sviluppo economico del Paese. Ha infine lamentato la mancanza di un piano per la casa o di una visione chiara per la politica industriale, ritenendo che siano le scelte politiche, e non solo gli industriali, a dover indirizzare e favorire lo sviluppo economico.

Silvia Roggiani (PD) – ha posto una prima domande sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, sottolineando che la manovra economica proposta ha un impatto quasi nullo sulla crescita e sull'aumento dei consumi. A questo proposito, ha ricordato che 6,1 miliardi di euro per finanziare la manovra provengono dal PNRR. Ha quindi chiesto chiarimenti su come si prevede di rivedere il PNRR, dove si concretizzeranno questi cambiamenti e cosa comporteranno concretamente, in particolare con riferimento ai 14-15 miliardi di euro destinati alla competitività e alla crescita. La domanda ha riguardato in particolare quali capitoli di spesa verranno coinvolti e come verranno utilizzati questi fondi. La seconda domanda si è invece concentrata sulla crescita economica, che si prevede rimarrà sostanzialmente stagnante. Ha ricordato che in tutte le audizioni con i vari stakeholder delle piccole e medie imprese, nonché con il comparto delle cooperative, che comprendono molte piccole e medie imprese, è emersa una sostanziale carenza di investimenti specifici per questi settori. In particolare, ha segnalato come strumenti come il superammortamento, l'iperammortamento e la Zona Economica Speciale (ZES) non siano sufficientemente mirati a sostenere le piccole e medie imprese, trascurando le loro specifiche esigenze.

Gianmauro Dell’Olio (M5S) – ha sollevato una questione riguardo al blocco dell'utilizzo dei crediti d'imposta per gli oneri contributivi, mettendo in evidenza che spesso si fa riferimento alla possibilità di modificare la norma in modo da salvaguardare i crediti già maturati fino a quel momento. Tuttavia, ha sottolineato che questa soluzione potrebbe generare problemi a partire dal 2026, in particolare nell'area del cratere, dove è stata prevista la proroga del superbonus. In tale area, si prevede un investimento di circa 5 miliardi di euro, con il 30% destinato al superbonus, a cui si aggiungono gli interventi nelle zone ZES e le problematiche sollevate recentemente durante le audizioni, che hanno visto il coinvolgimento di Confindustria e dei trasportatori. Ha quindi chiesto chiarimenti sul fatto che, sebbene i crediti già in corso vengano salvaguardati, potrebbe comunque sorgere un problema per il futuro, in particolare riguardo alla riduzione delle compensazioni e degli indebiti.

Beatrice Lorenzin (PD) – ha criticato il fatto che non vi siano risorse sufficienti destinate alla salute, alla scuola e alla ricerca, non solo per l'anno in corso, ma anche per i prossimi anni. Ha espresso la propria preoccupazione per le difficoltà che le persone incontrano nell'accesso alle prestazioni sanitarie, nonostante le dichiarazioni di questo governo riguardo alle normative sulle liste d'attesa, che non hanno portato risultati concreti. Ha anche messo in evidenza l'assenza di provvedimenti significativi per l'assistenza domiciliare integrata e per il fondo per la non autosufficienza. Ha chiesto quindi come il Governo intenda affrontare le problematiche delle popolazioni più vulnerabili, in particolare quelle anziane, e se esista una riforma alternativa per la gestione del sistema sanitario, tenendo conto dell'invecchiamento della popolazione e delle crescenti difficoltà economiche. Inoltre, ha rilevato una carenza di piani strategici da parte dei ministeri competenti, che dovrebbero proporre soluzioni per far fronte ai cambiamenti demografici nei prossimi anni. Ha espresso anche un'osservazione sulla gestione delle pensioni, sottolineando che, nonostante alcune dichiarazioni di esponenti del Governo, la situazione della previdenza sociale non è stata affrontata in modo efficace. Un altro tema discusso riguarda l'energia, con la constatazione che senza il disaccoppiamento dei costi energetici, l'Italia non riuscirà a garantire la competitività del proprio sistema produttivo e la tenuta dei conti pubblici. Infine, ha sollevato il tema del piano casa, che avrebbe dovuto essere attuato già nel 2024, con la promessa di decreti attuativi entro 160 giorni, ma che fino ad oggi non ha ancora visto sviluppi concreti. Ha chiesto dunque una strutturazione chiara su come verranno impiegate le risorse destinate al piano casa, chi saranno i beneficiari e quali misure operative saranno adottate dal governo. Ha infine espresso una preoccupazione per il futuro del sistema produttivo italiano, temendo che, una volta affrontato il problema del debito, il Paese possa trovarsi senza un volano per la crescita e con un sistema economico in difficoltà. Ha concluso quindi con un invito a considerare non solo la gestione del debito, ma anche le politiche necessarie per garantire la sostenibilità del sistema produttivo e il benessere delle persone in un contesto economico e demografico sempre più sfidante.

Marco Lombardo (Misto) – ha ritenuto la manovra poco ambiziosa, in quanto propone misure che distribuiscono risorse in modo diffuso, ma con impatti limitati. A suo avviso, sarebbe stato più efficace concentrare gli interventi su fasce specifiche, come quella degli under 35, al fine di ottenere risultati più significativi. Ha poi chiesto chiarimenti in merito alla decisione di prendere in prestito fondi dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, sottolineando la necessità di ricordare quanto siano elevati i tassi di interesse associati ai prestiti del PNRR rispetto ad altre opzioni di finanziamento nel mercato. Inoltre, ha sollevato il tema della destinazione delle risorse, osservando come i fondi destinati alla difesa vengano sottratti al settore sanitario e invitando il ministro a chiarire se queste risorse provengano effettivamente da canali distinti. Ha poi espresso preoccupazione sulla durata e sulla pianificabilità delle misure come l'iperammortamento e il superammortamento. Se queste misure fossero limitate a interventi una tantumo dovessero essere rinegoziate annualmente, le imprese non potrebbero pianificare investimenti in modo strategico e pluriennale, limitando così l'efficacia di tali incentivi. Ha pertanto domandato al ministro di fornire chiarimenti sulla durata e sulla stabilità di queste misure, in modo che le imprese possano realmente beneficiarne in una prospettiva a lungo termine, con un impatto concreto sulla crescita economica del Paese.

Guido Liris (FdI) – ha chiesto quale sia il vantaggio di una tenuta dei conti pubblici, esemplificata da uno spread così basso, e se questa situazione di stabilità economica non rappresenti un fattore utile per una gestione più solida del bilancio. Un ulteriore elemento sollevato riguarda la procedura di infrazione. Ha ribadito che l'Italia non ha cercato né voluto la procedura di infrazione, ma la sta affrontando con l'obiettivo di uscire da essa per poter successivamente intraprendere politiche fiscali più ampie, che includano anche la possibilità di un controllo sull'indebitamento statale. Infine, ha affrontato il tema del superbonus, sottolineando che, seppur gli strumenti a debito siano necessari, è fondamentale evitare che se ne abusi o che vadano fuori controllo. In particolare, si è soffermato sul caso del sisma bonus, osservando che in alcune aree colpite dal terremoto, il bonus è stato utilizzato principalmente per coprire l’aumento dei costi dei materiali e le spese aggiuntive, non per altri scopi. 

Nicola Irto (PD) – ha posto una domanda riguardo alla previsione sulle banche, in seguito alle informazioni circolate che indicano divergenze all'interno della maggioranza su questo tema. Ha quindi chiesto se il Ministro intenda mantenere la norma così com'è o se abbia l'intenzione di intervenire per modificarla. Ha chiarito che, qualora la norma dovesse rimanere invariata, il suo gruppo proporrà degli emendamenti e intraprenderà il lavoro parlamentare necessario, sia in Commissione che in Aula, per affrontare la questione.

Replica Giorgetti - ha chiarito i principi ispiratori della politica economica del governo, sottolineando che l'Italia non è una grande potenza come gli Stati Uniti e che, pertanto, non ha la capacità di influenzare unilateralmente le politiche industriali europee. Ha evidenziato che il Governo sta cercando di difendersi in un contesto economico molto diverso rispetto a cinque anni fa, quando i tassi di interesse erano negativi. Attualmente, con tassi di interesse più alti, la gestione del debito diventa una sfida maggiore, ma lo Stato sta cercando di ridurre lo spread per migliorare la situazione. Ha anche discusso la difficile congiuntura energetica, evidenziando come la guerra in Ucraina abbia completamente stravolto la fornitura di energia, aggravando la competitività industriale dell'Italia, che dipende storicamente dal gas russo. Nonostante gli sforzi per diversificare le fonti, i costi energetici continuano a pesare sull'industria. Inoltre, ha sottolineato come la tassazione dell'energia, un tema di discussione a livello europeo, venga affrontata con una certa resistenza da parte dell'Italia, poiché le politiche attuali non offrono la flessibilità necessaria per rispondere ai cambiamenti del contesto globale. Ha poi risposto al tema del "fiscal drag", spiegando che il Governo ha compensato gli effetti di questa dinamica, soprattutto per i redditi più bassi, attraverso il taglio del cuneo contributivo. Ha precisato che per i redditi superiori, c'è stato un intervento più mirato, con l'obiettivo di non penalizzare le fasce più povere, a cui sono stati dati priorità nei precedenti interventi. Sui temi del piano casa e della sanità, ha ribadito che esistono risorse per il piano casa, finanziate tramite il Fondo Clima e il Fondo Sviluppo e Coesione, smentendo l'idea che non ci siano fondi destinati a questo settore. In merito alla sanità, ha ricordato che quest'anno sono stati previsti sette miliardi in più rispetto all'anno precedente, sottolineando l'intervento anche per rimediare a disastri pregressi, come il payback, per evitare il fallimento di migliaia di aziende sanitarie. Affrontando la questione di AMCO e del dissesto dei comuni, ha spiegato che il Governo sta intervenendo per evitare che i debiti non riscossi dai comuni ricadano su tutti i cittadini, creando un sistema più equo. Per quanto riguarda la questione dei dividendi, ha confermato che si tratta dell'applicazione di una direttiva comunitaria, ma ha riconosciuto che la misura ha sollevato preoccupazioni e che il Governo sta lavorando per trovare soluzioni. Ha concluso parlando delle politiche per la natalità, dichiarando che è necessario fare di più per affrontare la grave crisi demografica, una questione che riguarda l'economia del Paese. Ha anche ribadito che il Governo sta cercando di stimolare i consumi, tra cui un importante intervento per favorire i rinnovi contrattuali, e ha riconosciuto che in questa fase di incertezze globali, la propensione al risparmio è alta, il che limita l'efficacia degli stimoli economici. In conclusione, ha ricordato che il Governo è impegnato a garantire la sostenibilità del debito pubblico e la fiducia degli italiani, assicurando che ogni decisione economica è presa con grande responsabilità nei confronti dei risparmiatori e del futuro del Paese. 



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