Georgieva (FMI): “crescita globale intorno al 3% nei prossimi 5 anni”

"Prevediamo che la crescita globale rimarrà intorno al 3% nei prossimi cinque anni, la nostra previsione di crescita a medio termine più bassa dal 1990 e ben al di sotto della media del 3,8% degli ultimi due decenni". Ad affermarlo è Kristalina Georgieva, direttore generale del FMI. "Ciò rende ancora più difficile ridurre la povertà, guarire le cicatrici economiche della crisi Covid e offrire nuove e migliori opportunità per tutti. Salire su questa collina – ha ammonito - richiede importanti cambiamenti di passo. Uno è quello di aumentare la produttività e il potenziale di crescita attraverso riforme strutturali e accelerando la rivoluzione digitale, migliorando il contesto imprenditoriale e promuovendo il capitale umano e l'inclusione. Solo colmare il divario nella partecipazione della forza lavoro femminile potrebbe aumentare la produzione economica in media del 35% nei paesi con maggiore disuguaglianza di genere" ha spiegato Georgieva. 

Abbiamo anche bisogno di un "cambio di passo verde" "per proteggere il nostro pianeta e creare nuove opportunità economiche. Il nostro obiettivo collettivo di realizzare l'accordo di Parigi e aumentare la resilienza richiederà il reindirizzamento di trilioni di dollari verso progetti verdi. Si stima che siano necessari 1 trilione di dollari all'anno solo per le energie rinnovabili. Ciò darà i suoi frutti in termini di crescita e occupazione" ha sottolineato. 

Bce: Lane, se stime confermate opportuno un rialzo dei tassi a maggio

"A marzo abbiamo pubblicato una serie di proiezioni macro per i prossimi mesi. Se, al momento della riunione di maggio, tali proiezioni rimarranno in linea con le previsioni, allora un rialzo dei tassi sarà appropriato". Lo ha detto il capo-economista della Bce, Philip Lane. "Tuttavia - ha aggiunto - dobbiamo essere scientifici e dipendenti dai dati, quindi in queste settimane dobbiamo vedere se i dati in arrivo supportano le proiezioni di marzo". 

"Se i nuovi dati porteranno a maggiori preoccupazioni sull'inflazione - ha proseguito Lane - questo ci sposterà in una direzione. Se invece ne creeranno meno, questo ci sposterà in un'altra direzione. Quindi se bisogna dare una formula, penso che si possa dire che se lo scenario di base che abbiamo sviluppato prima dello stress bancario regge, sarà opportuno avere un ulteriore aumento a maggio. Tuttavia, dobbiamo essere dipendenti dai dati per valutare se tale scenario di base sarà ancora valido al momento della nostra riunione di maggio". 

Giorgetti: “la recessione non sia il prezzo da pagare per l’inflazione”

"Combattere l'inflazione con la politica monetaria non basta e la recessione non può essere il prezzo da pagare per domare l'inflazione". Lo ha detto il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti al Workshop Ambrosetti. L'inflazione sembra aver preso una curva discendente in particolare grazie ai prezzi dell'energia ma per chi ha responsabilità politica non può non preoccupare la dinamica del carrello della spesa, prodotti alimentari in primis", aggiunge Giorgetti. 

"Le turbolenze che negli ultimi giorni hanno caratterizzato i mercati finanziari e le politiche monetarie restrittive perseguite dalle Banche Centrali per ridurre l'inflazione costituiscono - ha sottolineato poi Giorgetti - fattori di rischio per un paese come il nostro, caratterizzato da un elevato livello di debito pubblico. L'autonomia delle Banche Centrali va rispettata. "L'auspicio - ha concluso - è che la loro azione di politica monetaria sia orientata sia al contenimento dell'inflazione sia alla stabilità finanziaria".

Bankitalia: inflazione, attese in calo al 6,4% sui 12 mesi, migliorano aspettative imprese 

Le attese sull'inflazione al consumo si sono ridotte su tutti gli orizzonti temporali, attestandosi al 6,4 % sui 12 mesi e al 5,3 e 4,8 % sugli orizzonti rispettivamente a due anni e tra tre e cinque anni. È quanto emerge dall'indagine sulle aspettative di inflazione e crescita della Banca d'Italia. Sebbene i prezzi di vendita abbiano continuato a crescere a ritmi sostenuti nell'ultimo anno, per la prima volta dalla fine del 2020 - riferisce la Banca d'Italia - le imprese ne prefigurano un rallentamento nei prossimi 12 mesi in tutti i comparti, ad eccezione di quello dell'edilizia residenziale. 

Nel primo trimestre 2023, i giudizi di peggioramento della situazione economica generale sono divenuti meno diffusi rispetto al trimestre precedente. Sono migliorate anche le aspettative delle aziende sulle proprie condizioni operative nei successivi tre mesi, sospinte dalla ripresa della domanda e dall'attenuarsi delle difficoltà legate agli elevati prezzi dell'energia e all'approvvigionamento di materie prime e input intermedi. Le valutazioni di peggioramento delle condizioni per investire - specifica la Banca d'Italia - restano superiori a quelle di miglioramento, ma il saldo è divenuto molto meno negativo che nella precedente rilevazione. L'accumulazione di capitale proseguirebbe nel 2023 e si assocerebbe a una espansione dell'occupazione nei prossimi tre mesi. 

Istat: nel 2022 PIL reale a +3,7%, consumi finali non recuperano livelli pre-Covid

Nel 2022 il Pil reale italiano cresce del 3,7% mentre i consumi finali non recuperano i livelli pre-Covid. È quanto emerge dal Rapporto sulla Competitività dei settori produttivi 2023, presentato dall'ISTAT nella sede del Politecnico di Milano. In Italia, nel 2022 il Pil reale è aumentato del 3,7% (+7,0 nel 2021), recuperando i livelli pre-pandemici grazie al contributo dei consumi delle famiglie (+2,7 punti percentuali) e degli investimenti (+1,9 punti); la domanda estera netta (-0,5 punti) e le scorte (-0,4 punti) hanno fornito un contribuito negativo, si legge nel Rapporto, che segnala anche che i consumi finali nazionali (+3,5% in volume rispetto al 2021), non hanno recuperato i livelli pre-Covid, a loro volta inferiori a quelli toccati in occasione della crisi economica del 2008-2009. Nel 2022, i consumi delle famiglie residenti sono aumentati del 4,6% (dopo il +4,7 del 2021 e il -10,3% del 2020), evidenziando però una forte contrazione negli ultimi tre mesi (-1,6% su base congiunturale a prezzi costanti), dopo l'andamento vivace nei due trimestri centrali (+2,2% in entrambi i trimestri). Nel 2022 la spesa per investimenti lordi in volume è aumentata nel complesso del 9,4%, risultando del 19,5% superiore ai livelli del 2019, spinta dalla spesa in costruzioni, sia residenziali (+10,3%) sia non residenziali (+10,9%); tali componenti hanno evidenziato un rallentamento rispetto al 2021 determinato, con ogni probabilità, dal blocco della cessione dei crediti d'imposta da parte delle banche e dai forti rincari delle materie prime. 

Dal lato dell'offerta, al netto delle costruzioni, il Rapporto indica che ha registrato un lieve rallentamento nei servizi (+13,5% la crescita del fatturato, +14,4% del 2021). Inoltre, il Rapporto accende un faro sull'indice destagionalizzato della produzione industriale, al netto delle costruzioni, che ha registrato una brusca decelerazione (+0,5% nella media del 2022, dopo il +12,2% nel 2021), nonostante il forte recupero di dicembre (+1,2% la variazione congiunturale dopo tre mesi successivi di cali), nell'ultimo trimestre del 2022 la variazione è stata negativa (-1,4% rispetto al terzo trimestre, confermata a gennaio 2023: -0,7%). Tra i comparti industriali, nel quarto trimestre 2022 il settore dell'energia ha registrato il calo congiunturale più marcato (-5,9%, dopo il -3,6% del precedente trimestre). Le variazioni negative dei beni di consumo e intermedi sono state, invece, più contenute (rispettivamente -2,3 e -1,7%).  



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