Si è riunita la cabina di regia sul Pnrr. La Meloni è soddisfatta

Giorgia Meloni è soddisfatta al termine della prima cabina di regia sul Pnrr del 2024, anno che definisce decisivo per l'attuazione del piano e quindi per il sostegno all'economia. Mette in evidenza il “doppio primato” centrato: “essere la prima nazione in Europa non solo a presentare la richiesta e a ricevere dalla Commissione Ue la quarta rata, ma anche a presentare entro il 2023 la richiesta per la quinta rata”. Consapevole dell'impegno che attende il Governo nei prossimi mesi, la premier spiega in un post come “il lavoro di squadra che siamo riusciti a costruire in questi mesi, ci ha consentito di chiudere il 2023 con un bilancio estremamente positivo”. Il ministro Raffaele Fitto sottolinea che i risultati “rappresentano un ulteriore stimolo a proseguire, con estremo rigore ed a ritmo serrato”. 

L'Anci esprime invece delle riserve, affermando che “ci saremmo aspettati di ricevere informazioni certe su quali Comuni siano stati coinvolti dalla rimodulazione del Piano, o di conoscere i contenuti del decreto che dovrà specificare le nuove fonti di finanziamento e le modalità di impiego, ma così non è stato”. Meloni invece ha elencato i “quattro grandi risultati” ottenuti: “Primo: il completamento e la verifica degli obiettivi per il pagamento della terza rata. Secondo: la verifica e la rendicontazione degli obiettivi per chiedere la quarta rata, versata dalla Commissione Ue. Terzo: il completamento della revisione del Pnrr con l'implementazione del capitolo REPowerEU e l'approvazione del nuovo Piano da parte del Consiglio Ue. Quarto: il raggiungimento degli obiettivi per la quarta rata e la presentazione della nuova richiesta di pagamento”. Quindi conclude “Dobbiamo essere molto orgogliosi di questo traguardo, che non era affatto scontato. È un obiettivo che ha richiesto tanto impegno, ma il risultato finale è molto gratificante e ringrazio tutti, ad ogni livello, per il contributo che hanno dato”.

Lagarde annuncia il taglio dei tassi per l’estate

Calo dei tassi possibile entro l'estate ma il Mar Rosso spaventa: il nuovo fronte di crisi mediorientale getta una coltre di fumo sulle prospettive del commercio internazionale e dell'economia globale. È il momento di mantenere i nervi saldi ma i mercati già guardano avanti e anche la presidente della Bce Christine Lagarde, dal World Economic Forum di Davos, asseconda l'umore di molti suoi colleghi nel Consiglio direttivo e si spinge a giudicare “probabile” entro l'estate l'atteso taglio dei tassi. Giorgetti spinge per accorciare i tempi, soprattutto alla luce degli incontri con gli investitori, da JPMorgan a Bank of America, che sarebbero “molto interessati” anche al piano italiano sulle privatizzazioni

L'instabilità in Medio Oriente, che, come temevano gli analisti, si è già allargata toccando lo snodo cruciale del Canale di Suez, costringe i banchieri centrali a un supplemento di cautela. Le petroliere che dal Qatar sono costrette a passare per il Capo di Buona Speranza per raggiungere il Mediterraneo, rischiano di far schizzare di nuovo i prezzi dei trasporti, e quindi dell'energia. Un problema in più da considerare per i banchieri centrali pressati da governi e mercati affinché mettano fine al ciclo rialzista più rapido della storia. Lagarde continua a ripetere che il percorso verso il ritorno dell'inflazione al 2% è prossimo, ma soltanto se non ci sarà “un altro shock economico”. Quindi non possiamo ancora abbassare la guardia, ha avvertito la presidente, che però, per la prima volta, apre alla possibilità che il primo taglio dei tassi avvenga prima dell'estate. 

Panetta, attenzione ai livelli di liquidità

Il Governatore Fabio Panetta, nel suo intervento all'Associazione Bancaria Italiana, è tornato a far luce sulla condizione attuale delle banche italiane. Per le banche nazionali il momento pare positivo, con un aumento della redditività: i coefficienti patrimoniali sono in linea con quelle europee, e gli Npl sono in calo, ma occorre non abbassare la guardia sul dato della liquidità. La Bce, in particolare, starebbe riducendo la dimensione del portafoglio, spiega Panetta e quindi ci sarà un effetto crescente sull'aggregato e si ridurranno le condizioni di liquidità. Peraltro, continua, questo dato fa sì che gli istituti di credito non possano fare affidamento nel reperirla sul mercato. Le banche, in particolare, dovranno ricominciare “a farsi concorrenza per reperire la raccolta”. Inoltre, sul dato influirebbero anche le vicende che si stanno registrando in Medio Oriente. Sempre Panetta, chiarisce che dalla crisi in atto nel Mar Rosso, al momento, non si vedono impatti macroeconomicamente significativi, ma non si può dire di essere fuori pericolo, sono fenomeni imprevedibili che possono avere un effetto inatteso. 

Patto Stabilità: al via negoziati con incognita su tempi

Mercoledì il Parlamento europeo ha adottato la sua posizione negoziale sul nuovo Patto di Stabilità e subito dopo sono iniziati i negoziati con il Consiglio. La posizione approvata dagli Stati membri nell'Ecofin del 20 dicembre ha trasformato di molto e complicato la proposta originaria della Commissione europea, inserendo anche la clausola del rientro fino al 1,5% del deficit sul Pil, mentre il Parlamento europeo si è attenuto più alla versione originaria. In vista dei triloghi, i negoziati interistituzionali Ue, Gentiloni sottolinea la necessità per l’Italia di mantenere salde le proprie proposte in particolare “sotto quattro aspetti: passare a un approccio differenziato basato sul rischio per garantire una riduzione realistica e duratura del debito, creare forti incentivi per gli investimenti e le riforme a sostegno della crescita sostenibile, rafforzare la titolarità nazionale e sviluppare meccanismi di applicazione credibili”. 

Il mandato dell'Eurocamera, che ha approvato di fatto in plenaria il testo della commissione Affari economici, lascerebbe agli Stati membri un maggiore margine di manovra per attuare le norme. Un numero maggiore di categorie di spesa rispetto a quelle proposte dalla Commissione verrebbe escluso dal calcolo della spesa netta di un governo, la variabile che costituirà la base per decidere se il debito di un paese si trova o meno su un percorso sostenibile. Il periodo entro il quale gli Stati membri devono intraprendere correzioni per tornare a una situazione fiscale sana è esteso di 10 anni, dando loro di fatto almeno 14 e potenzialmente fino a 17 anni per correggere la loro situazione. Gli eurodeputati vorrebbero anche che uno Stato membro possa eccezionalmente essere autorizzato dalla Commissione a discostarsi dalla propria spesa per un periodo massimo di cinque anni, se questa spesa riguarda investimenti strategici che affrontano le priorità comuni dell'Ue. Infine, in caso di cambio di governo, uno Stato membro può presentare alla Commissione un piano fiscale nuovo o rivisto, mentre la titolarità nazionale, gli investimenti e la dimensione sociale e regionale devono rimanere tutti elementi prioritari. 

L’indice nazionale dei prezzi al consumo è in aumento 

Nel mese di dicembre 2023, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, aumenti dello 0,2% su base mensile e dello 0,6% su base annua (da +0,7% del mese precedente), confermando la stima preliminare. In media, nel 2023 i prezzi al consumo registrano una crescita del 5,7% (+8,1% nel 2022), al netto degli energetici e degli alimentari freschi (l’”inflazione di fondo”), i prezzi al consumo crescono del 5,1% (+3,8% nell’anno precedente) e al netto dei soli energetici del 5,3% (+4,1% nel 2022).

Il rallentamento su base tendenziale dell’inflazione è dovuto per lo più ai prezzi dei Beni energetici regolamentati (che accentuano la loro flessione da -34,9% a -41,6%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +4,6% a +3,6%) e degli Alimentari lavorati (da +5,8% a +4,9%); un sostegno alla dinamica dell’inflazione invece deriva dall’attenuarsi del calo dei prezzi degli Energetici non regolamentati (da -22,5% a -21,1%) e dall’accelerazione di quelli degli Alimentari non lavorati (da +5,6% a +7,0%).

I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano lievemente su base tendenziale da +5,4% a +5,3%, come anche quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +4,6% a +4,4%).

L’aumento congiunturale dell’indice generale sarebbe dovuto, in particolare, alla crescita dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (+1,4% anche a causa di fattori stagionali), dei Beni alimentari non lavorati (+0,7%) e dei Beni non durevoli (+0,5%); gli effetti di questi aumenti sono stati solo in parte compensati dalla diminuzione dei prezzi degli Energetici, sia regolamentati (-3,2%) sia non regolamentati (-2,1%).



Seguici sui Social


2

Nomos Centro Studi Parlamentari è una delle principali realtà italiane nel settore delle Relazioni IstituzionaliPublic Affairs, Lobbying e Monitoraggio Legislativo e Parlamentare 

Vuoi ricevere tutti i nostri aggiornamenti in tempo reale? Seguici sui nostri canali social