Lagarde presenta le dimissioni al Fmi

Christine Lagarde si dimette da direttore generale del Fondo Monetario Internazionale, aprendo di fatto la caccia al suo successore alla guida dell'istituto. Un posto per tradizione occupato da un europeo. Le voci su chi potrebbe raccogliere l'eredità di Lagarde già si rincorrono. Fra i candidati papabili ci sarebbe Mark Carney, l'attuale numero uno della Bank of England il cui mandato è in scadenza in gennaio. Ma anche Pierre Moscovici, l'ex commissario europeo agli Affari Economici; l'ex cancelliere dello scacchiere George Osborne e l'ex ministro delle Finanze e capo dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem. Dopo essere stata nominata alla guida delle Banca Centrale Europea agli inizi di luglio al posto di Mario Draghi, Lagarde ha subito fatto un passo indietro, rinunciando alla sue responsabilità da direttore generale del Fmi. Ora arriva invece l'addio definitivo: la Lagarde ha presentato la sua lettera di dimissioni dall'istituto, che lascerà ufficialmente il prossimo 12 settembre. Alle luce della “maggiore chiarezza sul processo della mia nomina a presidente della Bce e sui tempi, ho assunto questa decisione nel miglior interesse del Fondo spiega Lagarde e in un tweet scrive “è stato un privilegio servire i 189 paesi membri dell'istituto”.

Inflazione: Istat, a giugno 0,7%

L'Istat ha rivisto al ribasso la stima dell'inflazione a giugno 2019 fino a un tasso dello 0,7%. La stima preliminare era +0,8%. L'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, sale dello 0,1% rispetto al mese precedente. Si consolida il quadro di bassa inflazione che caratterizza l'Italia. Un contributo specifico a questo andamento viene dall'inversione di tendenza dei prezzi degli energetici non regolamentati dovuta però, in larga parte, al confronto con giugno 2018 quando i prezzi dei combustibili erano cresciuti. Rallenta la crescita dei prezzi dei prodotti di largo consumo. Per i beni alimentari, per la cura della casa e della persona, che costituiscono il cosiddetto carrello della spesa, l'inflazione passa dal +0,3% di maggio a +0,2% a giugno, secondo i dati definitivi dell'Istat. La stima preliminare era +0,3%.

A maggio crescono sia l’import sia l’export

Segno positivo per i flussi commerciali italiani con l’estero. I dati diffusi dall’Istat mostrano una crescita congiunturale a maggio sia dell’indice per le esportazioni +1,3% sia per le importazioni +0,7% nei confronti di aprile 2019. Un recupero dovuto soprattutto al miglioramento dei flussi commerciali nei confronti degli altri Paesi dell’Unione Europea. A maggio 2019 la crescita dell’export su base annua è invece pari a +8,0% ed è determinata dall’aumento delle vendite registrato sia per l’area Ue +8,1% sia per quella extra Ue +7,8%. Anche le importazioni sono in aumento +3,4% sia dai mercati extra Ue +4,1% sia dall’area Ue +2,8%. I paesi che contribuiscono maggiormente all’incremento delle esportazioni sono Stati Uniti +16,0%, Germania +8,4%, Svizzera +21,4% e Francia +8,4% mentre si registra una flessione delle vendite verso i paesi OPEC -14,3%, i paesi ASEAN -7,3% e la Turchia -6,2%. Per quanto riguarda i metalli, la crescita dell’export in cinque mesi è stata del 6%, mentre le importazioni risultano in flessione per un -1,5%.

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Settimana Economica 13 -19 luglio 2019



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