I timori del G20 per l’economia

Lo slancio post-pandemia della Cina si è arrestato, l'economia globale procede a singhiozzo, i rischi scatenati dalla guerra restano alti e continuano ad offuscare le prospettive nel medio termine. Non è un quadro promettente quello che discutono i ministri finanziari e i governatori delle banche centrali dei Paesi del G20 riuniti a Gandhinagar, in India. La prima giornata di lavori, dedicata proprio alla crescita, non può fare altro che prendere atto delle difficoltà che l'economia globale sta nuovamente attraversando dopo la crisi del Covid. I rischi di una revisione al ribasso delle prospettive di crescita restano molto alti, secondo il commissario Ue all'Economia Paolo Gentiloni, perché l'incertezza continua a pesare. Finora le Banche centrali hanno combattuto lo shock sui prezzi con l'arma dei tassi, senza deprimere troppo le economie, tanto che gli Usa non si aspettano una recessione, sottolinea la segretaria al tesoro Janet Yellen, e l'Eurozona sta attraversando una recessione tecnica molto contenuta. Ma dalla Cina arrivano cattive notizie che contagiano anche le Borse: nel secondo trimestre la seconda economia mondiale è cresciuta solo dello 0,8%, un calo rispetto al 2,2% dei tre mesi precedenti. 

Il ministro Giancarlo Giorgetti, proprio al tavolo del G20, chiede prudenza: "Sulle politiche monetarie riteniamo si debba procedere con un approccio bilanciato e prudente di fronte a una crescita dell'economia globale che registra una tendenza al ribasso". La riunione è stata anche l'occasione per alcuni bilaterali: con il capo della Banca mondiale ha condiviso l'interesse a rafforzare la collaborazione per lo sviluppo dei progetti legati alle fonti rinnovabili nell'Africa. In particolare, ha plaudito al progetto Elmed, per collegare la rete elettrica di Tunisia e Italia, e ha ribadito che l'Italia punta a diventare l'hub energetico dell'Europa. Anche con la n.1 del Fmi Georgieva si è confrontato sul programma di riforme per la Tunisia e si è concordato di intensificare la collaborazione tra l'Italia e il Fondo in vista della presidenza del G7 nel 2024.

Lagarde alla conferenza Ceese: la guerra in Ucraina minaccia il commercio

"La guerra della Russia contro l'Ucraina ha scatenato un massiccio shock all'economia globale, specialmente ai mercati energetici e alimentari, e le economie dei Paesi dell'Europa centrale, orientale e Sud-orientale sono stati particolarmente esposti", con picchi di inflazione al 13%. Ora "le tensioni geopolitiche rischiano di accelerare il secondo cambiamento del panorama globale: indebolire il commercio globale", una dinamica verso cui "l'Europa è vulnerabile": lo ha detto la presidente della Bce, Christine Lagarde, aprendo la nona conferenza Bce sui 21 Paesi Cesee, che comprendono anche l'Ucraina. "Dalla crisi finanziaria la crescita del commercio in base al Pil mondiale ha raggiunto il plateau. E vediamo anche salire i livelli di protezionismo, mentre i Paesi riconfigurano le loro catene di approvvigionamento per allinearsi ai nuovi obiettivi strategici. Nell'ultimo decennio, le restrizioni commerciali sono aumentate di dieci volte", ha spiegato Lagarde.

La regione dei Paesi Cesee (che comprende, tra gli altri, i Balcani, i Baltici, Polonia, Ungheria, Turchia e Ucraina) e l'Europa "possono essere vulnerabili a questo cambiamento. L'anno scorso, il commercio in due terzi dei Paesi Cesee è stato più alto della media della zona euro. E mentre altre grandi economie, come gli Usa, hanno visto il commercio crollare dalla pandemia, nella zona euro ha raggiunto il record nel 2022", ha aggiunto. Per Lagarde bisogna quindi rafforzare l'apertura all'interno delle nostre aree, aumentare la sicurezza energetica collettiva e proseguire con la difesa e la diffusione dei valori comuni.

Visco: è ancora possibile il soft landing con i tassi vicini al picco

L'inflazione nella zona euro potrebbe scendere più rapidamente del previsto raffreddando i tassi e riscaldando l'economia. È questa la convinzione espressa dal governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco in occasione del G20. "L'inflazione scenderà ancora perché inizieranno a riflettersi gli effetti della riduzione del prezzo dell'energia -ha spiegato- La mia impressione è che la riduzione sarà più veloce del previsto". Questo significa che la corsa dei tassi d'interesse potrebbe essere arrivata al capolinea. "Possiamo evitare una recessione con un soft landingnon ci sono segnali di una recessione globale. Abbiamo alzato i tassi molto velocemente e con un ordine di grandezza rilevante", ha spiegato riferendosi alla Bce, "la mia impressione è che siamo vicini al picco. La domanda è quanto a lungo terremo i tassi in un territorio restrittivo per raggiungere la stabilità dei prezzi".  Soprattutto "dobbiamo aspettare gli effetti delle nostre decisioni di politica monetaria visto che agiscono in ritardo e vedere gli effetti complessivi.” 

Visco ha poi spiegato che i prezzi dell'energia in Europa si sono ridotti mentre bisogna vigilare su quelli degli alimenti dopo lo stop all'accordo sul grano da parte della Russia. Un'emergenza che si aggiunge alle altre imponendo una valutazione attenta delle condizioni dell'economia globale. Per Visco l'inflazione in Europa è stata particolarmente alta a causa dei prezzi dell'energia con i picchi toccati dal prezzo del gas ma "vediamo che questa inflazione core sta rallentando". Questa valutazione, ha spiegato, "non è ancora chiara e dobbiamo vedere quali saranno gli sviluppi che seguiranno alle condizioni attuali in Ucraina e al conflitto". La recessione non è inevitabile visto che, per esempio, per l'Italia appare acquisita una crescita dell'1,3%.

Pnrr: sbloccata terza rata e tre miliardi a famiglie e imprese con RePower

Si sblocca la trattativa tra Governo e Ue sulla terza rata del Pnrr, grazie ad una modifica del target sugli alloggi universitari che salva sia i fondi europei attesi per quest'anno sia i 60mila nuovi posti letto per studenti previsti entro il 2026. L'intesa raggiunta con Bruxelles prevede il 'travaso' di 519 milioni di euro e di un obiettivo dalla terza alla quarta rata, una soluzione che assicura all'Italia tutti i 35 miliardi previsti nel 2023. Bruxelles dovrebbe erogare nelle prossime settimane la terza rata, che da 19 miliardi di euro cala a 18,5 miliardi. Il confronto sulla terza rata va avanti dalla primavera, perché la verifica dei 55 obiettivi che l'Italia doveva completare entro dicembre 2022 è stata più complicata del previsto. In generale, sottolineano da Chigi, la terza rata è stata una “sfida particolarmente complessa”, perché il Governo si è insediato il 22 ottobre e c'erano ancora 30 obiettivi da raggiungere entro fine anno, e tutti hanno richiesto interventi legislativi. E intanto Bruxelles lavora anche alle 10 modifiche proposte dall'Italia sui 27 obiettivi della quarta rata, che dopo l'accordo sulla terza tranche aumenta a 16,5 miliardi di euro.

Per aiutare famiglie e imprese ad affrontare le spese di efficientamento energetico, il Governo è al lavoro su un grande piano d’incentivi: i fondi, per circa tre miliardi, arriveranno dal RepowerEU. L'intenzione è presentare tutta la documentazione al Parlamento il 2 agosto, proprio in occasione della sua informativa. Fitto ha dato già qualche dettaglio; la revisione del Pnrr parte dal RepowerEU e ha due priorità: rafforzare le infrastrutture energetiche e mettere in piedi un sistema di aiuti per famiglie e imprese occupate con l'efficientamento energetico. “L'obiettivo è di usare” il RepowerEU “per trasformare” gli aiuti in “un investimento strutturale”, ha chiarito. 

Istat: prezzi al consumo di giugno

Nel mese di giugno 2023, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registri una variazione nulla su base mensile e un aumento del 6,4% su base annua, da +7,6% nel mese precedente, confermando la stima preliminare. La decelerazione del tasso di inflazione si deve ancora, in prima battuta, al rallentamento su base tendenziale dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (da +20,3% a +8,4%) e, in misura minore, degli alimentari lavorati (da +13,2% a +11,5%), dei servizi relativi ai trasporti (da +5,6% a +4,7%) e dalla flessione più marcata degli energetici regolamentati (da -28,5% a -29,0%).L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, rallenta ulteriormente (da +6,0% a +5,6%), così come quella al netto dei soli beni energetici (da +6,2% registrato a maggio a +5,8%). Si attenua la crescita su base annua dei prezzi dei beni (da +9,3% a +7,5%) e quella dei servizi (da +4,6% a +4,5%.)

prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano in termini tendenziali (da +11,2% a +10,5%), come anche quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +7,1% a +5,7%). L’inflazione acquisita per il 2023 è pari a +5,6% per l’indice generale e a +4,9% per la componente di fondo. L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta dello 0,1% su base mensile e del 6,7% su base annua (in netta decelerazione da +8,0% di maggio); confermata dunque la stima preliminare. Nel secondo trimestre 2023 l’impatto dell’inflazione, misurata dall’IPCA, è più ampio sulle famiglie con minore capacità di spesa rispetto a quelle con livelli di spesa più elevati (+9,4% e +7,1% rispettivamente). 



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