Moody’s non aggiorna il giudizio sull’Italia

Per il momento, Moody’s ha deciso di non pronunciarsi in merito al rating dell’Italia, che rimane quindi un gradino al di sopra di quello che renderebbe i titoli di stato italiani “spazzatura”. Il calendario segnalava che alla fine della settimana scorsa sarebbe potuta arrivare una revisione del giudizio italiano, ma questo non è avvenuto. Non una cattiva notizia per l’Italia, se si considera che quella newyorkese è stata ultimamente l’agenzia più severa nei suoi confronti: solamente a metà ottobre, il downgrade da baa2 a baar3 aveva portato la valutazione a un solo passo da quel “junk”. Un declassamento che aveva rappresentato duro colpo, ma che era arrivato nel pieno delle tensioni con Bruxelles sulla legge di bilancio, poi almeno in parte rientrate con l’accordo raggiunto tra il governo e la Commissione europea. Un giudizio però che è stato solamente rinviato, ma che non tarderà ad arrivare viste le crescenti preoccupazioni legate alla forte incertezza politica ma soprattutto ad una crescita stimata al di sotto dello 0,4%.

Draghi, i benefici della vigilanza bancaria Ue sono palesi

Per il presidente della Bce, Mario Draghi, che nei giorni scorsi ha presentato il rapporto annuale dell'Eurotower sulle attività di Vigilanza 2018, “i benefici della vigilanza bancaria europea, giunta al suo quinto anno di attività, sono oramai palesi” ed esorta all' "indispensabile processo di completamento dell'unione bancaria, con un solido quadro di riferimento per la risoluzione e da un efficace sistema di garanzia dei depositi”. Nel rapporto, Draghi spiega che “le banche continuano a confrontarsi con alcune sfide cruciali. Nel 2018 la redditività è rimasta bassa e ciò ha minato la loro capacità di erogare finanziamenti all'economia”. Inoltre “è necessario ridurre ulteriormente le consistenze di crediti deteriorati ancora in essere, le perdite occulte e le incertezze connesse alla valutazione di alcune attività finanziarie complesse”. Il rapporto annuale evidenzia un miglioramento del coefficiente patrimoniale delle banche europee dall'11,3% del 2014 al 14,1% nel 2018. Fra le priorità delle attività di Vigilanza per il 2019, il documento indica la prosecuzione degli sforzi sui crediti deteriorati e sul rischio di credito in termini di criteri di concessione e qualità delle esposizioni; la gestione dei rischi, fra cui compare il rischio informatico e cibernetico, la Brexit e i rischi nel trading e la valutazione degli attivi.

Istat: a gennaio 2019 export in crescita ma rallentano le importazioni

Per gennaio 2019, l’Istat stima un aumento congiunturale per le esportazioni del 2,5% ma anche una flessione per le importazioni del 4,1%. La crescita congiunturale dell’export è principalmente derivata all’incremento delle vendite verso i mercati extra europei (+5,9%). Tra i settori che contribuiscono in misura più rilevante all’aumento tendenziale dell’export nel mese di gennaio, si segnalano ancora una volta gli articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+19,2%), seguiti da macchinari e apparecchi (+6,2%), metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (+5,2%), prodotti alimentari, bevande e tabacco (+5,9%) e articoli in pelle, escluso abbigliamento, e simili (+8,3%). In diminuzione, su base annua, le esportazioni di prodotti petroliferi raffinati (-28,6%) e di autoveicoli (-16,4%). A gennaio 2019 il saldo commerciale aumenta in termini assoluti di 413 milioni di euro (da -92 milioni a gennaio 2018 a +322 milioni a gennaio 2019). Al netto dei prodotti energetici, il saldo è pari a +3.875 milioni. Il dato positivo di gennaio sull’export va però posto in relazione con quello di tutt’altro segno registrato nello stesso mese dall’Istat per la produzione di preparati farmaceutici di base e preparati farmaceutici, che hanno segnato una flessione del 10,5%. Un campanello d’allarme che, in assenza di immediate inversioni di tendenza, finirebbe per riflettersi anche sui dati dell’export, con il risultato di rallentare, se non addirittura fermare, il settore della produzione del farmaco.

Scarica la settimana economica

Settimana Economica 16 - 22 marzo 2019



Seguici sui Social


2

Nomos Centro Studi Parlamentari è una delle principali realtà italiane nel settore delle Relazioni IstituzionaliPublic Affairs, Lobbying e Monitoraggio Legislativo e Parlamentare 

Vuoi ricevere tutti i nostri aggiornamenti in tempo reale? Seguici sui nostri canali social