NextGenerationEu: Gentiloni, valutazione intermedia positiva

Si e' svolta mercoledì a Bruxelles la conferenza stampa di presentazione della valutazione intermedia dello strumento per la ripresa e la resilienza (Recovery and Resilience Fcility), con il vice presidente esecutivo della commissione europea Valdis Dombrovskis e il commissario all'economia Paolo Gentiloni. Gentiloni, in particolare, nel suo intervento ha affermato che è troppo presto per fornire una valutazione completa della nextgenerationeu, in quanto la fase di attuazione vera e propria è iniziata da un paio d'anni, ciononostante - ha proseguito - possiamo indicare una serie di risultati chiave di questa storia di successo europea. Il primo risultato si è un'immediata riduzione degli spread dei titoli sovrani. In questo contesto, la decisione di NextGenerationEu ha cambiato le carte in tavola, impedendo una grande frammentazione europea. Un altro effetto immediato dell'RRF è stato quello di far fluire i fondi in tempi relativamente brevi: “Abbiamo erogato” - ha sottolineato il commissario – “56,5 miliardi di euro di prefinanziamentinel 2021 e 2022 e altri 10,4 miliardi di euro di prefinanziamenti lo scorso inverno, dopo l'approvazione dei capitoli repowereu”. “Inoltre - ha aggiunto – “l'RRF ha conferito una nuova dimensione agli strumenti di finanziamento dell'Ue, subordinando il finanziamento degli investimenti all'attuazione delle riforme. gli Stati membri, soprattutto sul fronte delle sfide di lunga data, come dimostra il netto miglioramento dei progressi nelle raccomandazioni specifiche per Paese”. 

NextGenerationEu, tuttavia, ha svolto pure un ruolo chiave nel preservare gli investimenti pubblici, uno sviluppo che si pone in netto contrasto con l'esperienza disastrosa degli anni successivi alla crisi finanziaria, quando gli investimenti pubblici erano crollati. “Secondo le nostre previsioni” – rimarca Gentiloni – “il rapporto investimenti pubblici dell'Ue dovrebbe salire al 3,5% del pil nel 2025, rispetto al 3% del 2019, e circa la metà di questo aumento è legato ai finanziamenti dell'Ue, in particolare all'RRF, il quale è stato cruciale anche per la ripresa post pandemia”. Guardando al futuro, conclude il Commissario Gentiloni, “le simulazioni effettuate con il modello quest della Commissione europea stimano che NextGenerationEu ha il potenziale di aumentare il pil reale dell'Ue fino all'1,4% nel 2026, rispetto a uno scenario senza NextGenerationEu. E tal dato, peraltro, non include ancora gli effetti benefici delle numerose riforme in corso di attuazione attraverso l'RRF, che si faranno sentire gradualmente nei prossimi anni, rafforzando ovviamente anche la produttività. 

Bce: il rialzo dei tassi manda in rosso anche l'eurotower, nel 2023 perdita da 1,27 mld

È un inedito “rosso” quello con cui la Bce chiude il suo bilancio 2023, certificando una perdita di 1,266 miliardi di euro dopo l'utilizzo del fondo rischi finanziari per 6,6 miliardi di euro: un disavanzo che - spiega l'Eurotower - tiene conto dell'intero utilizzo del fondo rischi finanziari, pari a 6.620 milioni di euro, a parziale copertura delle perdite dell'esercizio. La perdita sarà portata a nuovo nello stato patrimoniale della Bce e coperta con gli utili futuri, ma questo significa che per il 2023 non ci sarà nessuna distribuzione di utili alle banche centrali nazionali dei Paesi dell'area dell'euro: in anni passati, ad esempio, questa voce ha rappresentato per la Banca d'Italia - come per gli altri istituti - entrate per centinaia di milioni di euro. 

Quanto alla perdita 2023 la Bce ricorda che arriva “dopo quasi due decenni di utili significativi” - è il primo rosso dal 2004, ma al tempo stesso “riflette il ruolo dell'Eurosistema e i necessari interventi di politica monetaria finalizzati all'assolvimento del suo mandato primario di mantenere la stabilità dei prezzi”. A pesare è stata la strategia di rapido rialzo dei tassi di interesse di riferimento per contrastare l'inflazione nell'area dell'euro che “ha determinato un incremento della spesaper interessi sulle passività della Bce remunerate a tassi variabili”. Invece, si spiega, “gli interessi attivi percepiti dalla Bce non sono aumentati nella stessa misura o allo stesso ritmo, poiché le attività sono prevalentemente a lunga scadenza e tassi fissi". Per questa doppia linea di operatività (tassi elevati riconosciuti sulla liquidità depositata e bassi rendimenti dei titoli acquistati negli ultimi anni), verosimilmente la Bce subirà perdite nei prossimi anni, per poi tornare a conseguire utili in modo duraturo. In chiusura, la Bce ricorda, comunque, come la sua solidità finanziaria è evidenziata anche dal suo capitale e dai suoi consistenti conti di rivalutazione, che complessivamente ammontano a 46 miliardi di euro a fine 2023. Dunque, in ogni caso, la Bce potrà operare efficacemente e assolvere il suo mandato primario di preservare la stabilità dei prezzi indipendentemente dalle eventuali perdite.

Eurozona: si attenua contrazione delle attività per le imprese

 Si è attenuata a febbraio la contrazione delle imprese nel complesso dell'area euro, ma con il settore manifatturieroche subisce l'effetto freno dell'industria della Germania, che invece ha accusato nuovi peggioramenti. È lo scenario che emerge dai risultati preliminari delle indagini presso i responsabili degli approvvigionamenti di S&P Global (Purchasing Managers Index, Pmi). L'indice Pmi composto dalla produzione di tutte le aziende nell'eurozona è risalito a 48,9 punti a febbraio, il valore più elevato da 8 mesi. Resta però inferiore alla soglia di neutralità dei 50 punti, ovvero continua a indicare contrazione. L'indice Pmi più specificamente relativo alle imprese del terziario nell'eurozona, invece, è tornato a 50 punti, a fronte di 48,4 punti a gennaio. 

Secondo Norman Liebke, economist della Hamburg Commercial Bank che collabora alla inchiesta, “la Germania sta fungendo da freno per la crescita dell'eurozona. Mentre la ripresa della Francia è stata più forte sia per il settore dei servizi che per il manifatturiero, la Germania è rimasta indietro”. Complessivamente, tuttavia, “l'eurozona ha imboccato la strada della ripresa e sarebbe particolarmente evidente nel settore dei servizi”. Secondo l'economista, ad ogni modo, non è ancora arrivato il momento di abbassare la guardia: i dati degli indici Pmi, infatti, “rischiano di deludere la Bce. I prezzi di vendita sono aumentati ad un tasso più veloce per il quarto mese consecutivo. La causa di ciò è interamente dovuta al settore ad alto impiego di manodopera dei servizi, che continua ad avere difficoltà legate agli aumenti salariali. Le previsioni ribadiscono che, non prima di giugno, ma con delle riserve, la Bce potrà provare a ridurre per la prima volta i tassi di interesse". 

Patto stabilità, l’Italia dovrà ridurre debito dell'1% l'anno

L'impianto di base è rimasto lo stesso concordato a dicembre, ma è cambiato il modo di gestirlo nell'ottica di una maggiore flessibilità in materia di investimenti. Il faticoso accordo raggiunto tra Consiglio europeo Parlamento sul nuovo Patto di stabilità dovrebbe essere votato in via definitiva a Strasburgo entro aprile, ultima plenaria utile prima delle elezioni europee di giugno. Ma i giochi sono sostanzialmente fatti, e per l'Italia potrebbero comportare una correzione media di bilancio di 12 miliardi di euro l'anno per sette anni, secondo le stime europee. La cura dimagrante che attende l'Italia equivale al taglio dell'1% del rapporto debito/Pil, ed è la stessa a cui dovranno sottoporsi Belgio, Francia, Grecia, Portogallo e Spagna, ossia quei Paesi accomunati da un rapporto superiore al 90

Tutti i Paesi membri, inoltre, dovranno ridurre il deficit, anche quelli che non sforano il 3%, per creare margini di spesa preventiva in caso di shock, e non mettere sotto pressione i conti pubblici. I complessivi margini di flessibilità previsti sono diversi, a cominciare dalla nuova definizione di “traiettoria di riferimento”. Il periodo di consolidamento dei conti, in pratica, è fissato a quattro anni, con piani di riduzione del debito che ogni Stato dovrà presentare entro il prossimo 20 settembre, ma potrà essere esteso fino a un massimo di sette anni. Questo, a patto che sia corredato da un piano di riforme e investimenti finalizzati a migliorare il potenziale di crescita e di resistenza agli shock: le materie indicate riguardano la transizione verde e digitale, la sicurezza energetica e, ove necessario, lo sviluppo della capacità di difesa.



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