Bce: crescita robusta, ma servono ancora stimoli

Il bollettino della Banca centrale europea conferma le ultime prese di posizione del governatore Mario Draghi ricordando che il consiglio direttivo della BCE ha concluso che rimane necessario un ampio grado di stimolo monetario per un'accelerazione dell'inflazione.

La crescita dell'economia dell'eurozona è rimasta robusta nel quarto trimestre del 2017 e continua ad essere generalizzata nei diversi paesi. Inoltre i risultati delle ultime indagini quantitative e i dati più recenti confermano una dinamica della crescita forte e diffusa nell'economia dell'area dell'euro, che, secondo le proiezioni, dovrebbe continuare nel breve termine a un ritmo lievemente più rapido rispetto alle attese.

Alla luce di questi dati, le proiezioni macroeconomiche di marzo 2018 formulate per l'area dell'euro dagli esperti della Bce, hanno previsto una crescita annua del Pil in termini reali del 2,4% nel 2018, dell'1,9% nel 2019 e dell'1,7% nel 2020.

Quanto ai prezzi, si conferma l'attesa per una dinamica dell'inflazione intorno all'1,5% per il resto dell'anno. Si ricorda sul punto che le proiezioni macroeconomiche per l’area dell’euro elaborate a marzo 2018 dagli esperti della Bce prevedono un tasso annuo di inflazione sui dodici mesi all’1,4 per cento nel 2018 e nel 2019 e all’1,7 nel 2020.

Sul mercato del lavoro. In generale, nell'area con la moneta unica il bollettino evidenzia "dinamiche vigorose" e ricorda come l'occupazione si collochi attualmente a un livello dell'1,2 per cento superiore al massimo pre-crisi registrato nel primo trimestre del 2008.

Inflazione più bassa del previsto a febbraio in Italia

L'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività ha registrato una variazione nulla su base mensile ed è aumentato dello 0,5% su base annua (da +0,9% di gennaio). La stima preliminare era +0,6%. La frenata dell'inflazione, ha spiegato l'Istat, si deve prevalentemente all'inversione di tendenza dei prezzi degli alimentari non lavorati (-3,2% da +0,4% di gennaio), a cui si aggiunge il rallentamento della crescita dei prezzi sia degli alimentari lavorati (+1,3% da +2,1%) sia dei beni energetici regolamentati (+5,3% da +6,4%).

Su base annua la crescita dei prezzi dei beni è scesa a +0,3% (+1,3% a gennaio) mentre ha accelerato, seppur di poco, quella dei servizi (+0,8% da +0,6%). Il differenziale inflazionistico tra servizi e beni è tornato, quindi, positivo dopo cinque mesi: +0,5% (era -0,7% a gennaio). L'inflazione acquisita per il 2018 è pari a +0,4%.

Quanto ai prezzi dei beni alimentari per la cura della casa e della persona sono diminuiti dello 0,7% su base mensile e dello 0,6% su base annua (da +1,2% di gennaio). I prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto sono calati dello 0,3%, in attenuazione dal +1,3% del mese precedente.

Ma a fermare l'inflazione, ha sottolineato la Coldiretti, è stato il crollo dei prezzi delle verdure con i vegetali freschi che hanno registrato una diminuzione del 21,4% rispetto allo scorso anno, nonostante i danni provocati nelle campagne dal maltempo con l'arrivo del freddo, del gelo e della neve.



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