La legge di bilancio approda in Senato ma è duello nella maggioranza

La legge di bilancio del Governo giallorosso continua la sua marcia trovando più di qualche ostacolo lungo il suo cammino. Dopo la bollinatura della Ragioneria di Stato e, dopo non pochi giorni di attesa, la manovra economica può iniziare il proprio iter di approvazione in Parlamento. Quest’anno sarà il Senato a cominciare l’esame della legge di bilancio. In tanti sono pronti a scommettere che cambierà nelle prossime settimane: nel mirino, infatti, sono finite plastic e sugar tax oltre che la stretta sulle auto aziendali, ma la tensione è destinata a salire anche su possibili ritocchi a Quota 100, al pacchetto famiglia, al capitolo Enti locali, al nodo tax expenditures oltre che al cuneo fiscale. Italia Viva di Matteo Renzi ha già annunciato che darà battaglia: secondo la formazione guidata dall'ex Premier, i due miliardi necessari all'operazione si possono recuperare facendo slittare a settembre il taglio del cuneo che, al momento, vale 3 miliardi per il 2020. Ma non si esclude un'altra strada: la cancellazione di Quota 100 anche se su questo il M5S è intenzionato a dare battaglia.

Ue: Italia fanalino di coda per la crescita, ma la manovra non sarà bocciata

La manovra economica non sarà bocciata e non ci sarà l'apertura di una procedura d’infrazione da parte della Commissione Ue. Ma non c'è molto di cui rallegrarsi, perché nelle previsioni autunnali Bruxelles rivede al ribasso le stime per l'Italia, fanalino di coda per crescita, ponendo l'accento sull'alto debito, sull'economia in stallo e sul mercato del lavoro che si sta deteriorando. Le prospettive sono tutt'altro che rosee: +01% di Pil quest'anno, +0,4% il prossimo, nel 2021 il dato migliora leggermente allo 0,7%. La zona euro invece viaggia a 1,1 % nel 2019 e 1,2 % nel 2020 e nel 2021. Per il Commissario agli affari economici Pierre Moscovici “Il messaggio all'Italia resta immutato: deve innanzitutto attaccare le riforme strutturali che consentono di rafforzare i punti deboli, la competitività e la produttività. Sono i punti prioritari per i prossimi anni”.

Il capitolo dedicato all'Italia si chiama “Lottando per sfuggire alla depressione da bassa crescita”. In due pagine, la Commissione evidenzia che il rapporto debito/Pil, al 2,2 nel 2019, salirà al 2,3 nel 2020 e al 2,7 nel 2021 e che peggiorano le dinamiche del debito pubblico, al 136,2 nel 2019, 136,8 nel 2020, 137,4 nel 2021. “L'economia italiana si è bloccata all'inizio del 2018 e non mostra ancora segni di una ripresa significativa” evidenzia il report, che parla di una crescita modesta nel 2020. Per Moscovici ci sarà un contributo positivo dal commercio netto quest'anno e un aumento moderato del consumo delle famiglie che dovrebbe aiutare l'economia ma la domanda non verrà certo aiutata dal mercato del lavoro dove occupazione e salari rimangono molto molto moderati.  Il sistema, spiega il report, è rimasto resiliente di fronte al rallentamento economico, mentre il calo della produttività è probabile che “induca i datori di lavoro a tagliare posti di lavoro o ricorrere a contratti temporanei, come indicato dal numero crescente di lavoratori in cassa integrazione”. E dunque il numero dei disoccupati difficilmente calerà anche a causa del nuovo reddito di cittadinanza “che indurrà progressivamente più persone a registrarsi come disoccupate”. Con un problema ulteriore: la riforma gialloverde, insieme a quota 100, inizierà a mostrare l'intero costo annuale dal 2020, "con un ulteriore aumento della spesa pubblica”. Servono riforme, dunque, esorta Moscovici, per evitare di rimanere in questa situazione di alto debito e crescita limitata.

La previsione Istat: stagnazione senza inflazione

Non cambia il contesto economico internazionale e anche l'economia italiana continua a mostrare, come ormai da tempo, una fase caratterizzata da una crescita lieve, come la definisce l'Istat nella consueta nota mensile sull'andamento della crescita. Per l’istituto di statistica, gli indicatori qualitativi confermano un quadro congiunturale globale caratterizzato da incertezza, con rischi di estensione del rallentamento industriale anche al settore dei servizi. Per quanto riguarda l’Italia è proseguita la fase di crescita lieve dei livelli complessivi di attività economica. Secondo la stima preliminare, il Pil nel terzo trimestre è aumentato dello 0,1% in termini congiunturali, confermando la dinamica dei tre trimestri precedenti. L'incremento tendenziale nel terzo trimestre è stato pari a +0,3% e la crescita acquisita per il 2019 si è attestata al +0,2%». La fase di debolezza dei ritmi produttivi si è riflessa sul tasso di occupazione che, nel terzo trimestre, è rimasto stabile. L’Istat conferma anche l'assenza di pressioni inflazionistiche nelle diverse fasi del processo produttivo del sistema economico italiano e la dinamica dei prezzi al consumo si è mantenuta inferiore a quella dell'area euro.

È stallo sull’ex Ilva. Conte sale da Mattarella

Il governo fa mostra di compattezza e determinazione sull'ex Ilva, ma i vertici dell'acciaieria non cedono di un millimetro. Dopo il primo incontro finito nel nulla, il premier Giuseppe Conte auspica di poter riaprire quanto prima il tavolo di confronto per salvare i ventimila posti di lavoro in ballo, indotto compreso, e attende a ore una risposta. Da ArcelorMittal, però, nessun cenno. È lo stallo: da una parte c’è l'Esecutivo, disposto a concedere lo scudo penale ma fermo nella volontà di far rispettare gli accordi e garantire l'occupazione. Dall'altra, c’è la richiesta di cinquemila esuberi e una causa per rescindere il contratto e lasciare Taranto e l'ipotesi di ricucire con la multinazionale è sempre più remota. La questione è complessa e gli spiragli pochi. I sindacati giocano la carta dello sciopero e ne programmano uno di 24 ore in tutti gli stabilimenti. Giovedì mattina Conte è salito al Quirinale da Sergio Mattarella, per parlare anche delle misure che possono essere messe in atto. “Qui non ci sono governi attuali e precedenti”, è l'appello di Conte, “qui non c’è la maggioranza o l'opposizione, per una volta non ci dividiamo, marciamo coesi verso il salvataggio di questo polo industriale”; “Stiamo già valutando tutte le possibili alternative” - ripete Conte – “ma aspetto una proposta dal signor Mittal e vorrei incontrarlo nelle prossime ore”. In ogni caso, spiega Conte, se ci sarà il disimpegno da parte di ArcelorMittal, tornerà la gestione commissariale; il tribunale è l'esito da evitare. Nelle norme, spiega il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, manca “l'elemento necessario a giustificare il recesso” chiesto dalla multinazionale franco-indiana. Per Luigi Di Maio, “Se una Multinazionale ha firmato un impegno con lo Stato, lo Stato deve farsi rispettare, chiedendo il rispetto dei patti e facendosi risarcire i danni”. Premier, ministri ed esponenti di maggioranza, compresi Italia Viva e M5S, ripetono che quello per il salvataggio dell'ex Ilva deve essere uno sforzo del sistema Paese.

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Settimana Economica 2-8 novembre 2019



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