Ue-Italia: si negozia sui numeri, procedura in stand-by

Dopo il vertice europeo di giovedì e venerdì scorsi, inconcludente per il negoziato sui numeri in corso tra Roma e Bruxelles, la Commissione Ue va avanti per la sua strada, senza accelerare né frenare l'iter della procedura d’infrazione per debito eccessivo che l'Italia rischia praticamente dal dicembre scorso. Il collegio dei Commissari martedì ha fatto il punto sulla situazione, ma senza prendere decisioni, in attesa di vedere che cosa partorirà il Governo. I tecnici europei stanno dialogando incessantemente con il MEF per confrontare dati che spesso non coincidono: l'impatto delle misure sulla crescita, i ricavi dalla lotta all'evasione, il gettito fiscale, le entrate dalle privatizzazioni, i tagli dalla spending review, i costi effettivi di Quota 100 e reddito di cittadinanza. Per fare tornare i conti, i calcoli devono essere allineati e lo sforzo di queste ore, a Roma, è proprio quello di fornire argomentazioni sufficienti a convincere gli esperti Ue della fondatezza delle previsioni del Governo. I Commissari non hanno preso nessuna decisione sul caso ma sono stati aggiornati sullo stato del negoziato e in particolare sull'assenza di progressi dopo il vertice europeo e la lettera del premier Giuseppe Conte. La missiva non ha toccato nessuno dei punti critici sollevati dalla Ue nel rapporto sul debito e quindi non ha avuto alcun effetto sulla trattativa. Jean Claude Juncker, a margine del summit della scorsa settimana, aveva chiarito a Conte che, in assenza di azioni concrete e decisioni vincolanti del Governo e del Parlamento, la procedura avrebbe fatto il suo corso.

Dal G20 di Osaka Conte si dice fiducioso sulla procedura d’infrazione

La trattativa con l'Ue per evitare la procedura di infrazione “è oggettivamente complicata”, ma c'è un dialogo “costruttivo tra tutte le parti e sono fiducioso che si possa arrivare ad una soluzione”. Giuseppe Conte è arrivato ad Osaka per partecipare al G20 e già mette in chiaro che sarà un summit ricco di diplomazia e negoziati. La linea italiana non cambia: i conti di Roma sono in ordine e le stime fatte dal Governo sono migliori di quelle fatte dall'Unione europea. Le cifre verranno messe nero su bianco nel Consiglio dei ministri che dovrebbe tenersi lunedì sera alle 18 e che dovrebbe varare l'assestamento di bilancio. È lo stesso presidente del Consiglio a confermarlo: “Abbiamo convenuto che fosse meglio così. Noi lo facciamo per conto nostro, punto. Però è bene chiuderlo dopo aver fatto questo passaggio”, confrontandosi con i partner europei a margine del G20 e anche al Consiglio europeo convocato da Tusk domenica per continuare a discutere delle nomine Ue.

Nei primi tre mesi del 2019 è cresciuta la pressione fiscale

Per l’Istat, la pressione fiscale nei primi tre mesi del 2019 è risultata del 38%, in aumento di 0,3 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Ripercorrendo a ritroso i livelli registrati dalla pressione fiscale, sempre nel confronto tra primi trimestri, l’Istat ricorda che nel 2018 era stata pari al 37,7%, stesso dato rilevato nel 2017, mentre nel 2016 era stata pari al 37,9%. Per trovare un dato superiore a quello del primo trimestre del 2019 si deve torna quindi a inizio 2015, quando era stato toccato un valore pari al 38,9%.

Migliora l’indebitamento delle PA in rapporto al Pil

In lieve miglioramento invece l'indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni in rapporto al Pil, che è stato pari al 4,1% (4,2% nello stesso trimestre del 2018 e 1,7% nell'ultimo trimestre 2018). Il saldo primario è risultato negativo, con un'incidenza sul Pil dell'1,3% (-0,9% nel primo trimestre del 2018). Il saldo corrente è stato anch'esso negativo, con un'incidenza sul Pil dell'1,6% (-1,5% nel primo trimestre del 2018). Il saldo primario registra il valore peggiore da inizio 2016.

Aumenta, di poco, il potere d’acquisto delle famiglie

Migliorano anche i dati sulle famiglie: il potere d'acquisto è aumentato dello 0,9% nel primo trimestre del 2019, il primo aumento dopo due flessioni di fila. Un marcato recupero favorito anche dalla frenata dell'inflazione, e che però non si è tradotto in un aumento dei consumi, ma del risparmio, segno dell'incertezza delle prospettive dell'economia che si riflette sui comportamenti degli italiani. Infatti i consumi sono cresciuti in termini nominali dello 0,2%. Di conseguenza, la propensione al risparmio è stata pari all'8,4%, in aumento di 0,7 punti percentuali rispetto al trimestre precedente.

Nord Est sul podio per crescita e occupazione rispetto alla media nazionale

Nella stima preliminare del pil e dell’occupazione territoriale 2018 elaborata dall’Istat, si legge che nel 2018 il Pil messo a segno dall’area è stato pari al +1,4%, con una dinamica particolarmente vivace del settore dell’industria in senso stretto che ha registrato un +3,2%. Modesta invece la performance nel Mezzogiorno, +0,4%, nonostante il risultato positivo delle costruzioni con un +4,1%. Sul fronte occupazione il Nord-est segna il +1,1%, +2,3% nell’industria; più contenuti i valori al Sud, nel Mezzogiorno che registra +0,7% ma con un marcato aumento nel settore dei servizi finanziari, immobiliari e professionali +3%.

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Settimana Economica 22-28 giugno 2019

 



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