Draghi bacchetta nuovamente l’Italia

Le parole del Governo italiano hanno fatto danni reali e quantificabili in un aumento dei tassi per imprese e famiglie: Mario Draghi, davanti al Parlamento Europeo, non ha cambiato linea rispetto a dieci giorni fa, quando le sue parole hanno scatenato feroci reazioni da parte dei leader di Lega e M5S. Per il momento, l'Eurotower resta quindi in attesa della legge di bilancio. La Bce proseguirà col taglio degli acquisti dei titoli di Stato e, sebbene la situazione economica sia la migliore dal periodo pre-crisi e i rischi siano “ampiamente bilanciati, ci sono minacce all'orizzonte”: la guerra dei dazi in primis, ma anche una politica di bilancio più orientata alla spesa da parte di alcuni Paesi. “Occorre aspettare i fatti”, ha ribadito Draghi. “Certo è che gli aumenti dei tassi per imprese e famiglie sono qualcosa che “è successo solo in Italia e non altrove nell'eurozona”.

Vincono Salvini e Di Maio. Tria cede, il deficit sarà al 2,4%

Dopo giornate di tensione tra M5S, Lega e il Ministro dell’Economia, giovedì sera, il Consiglio dei Ministri ha approvato la nota di aggiornamento del documento di economia e finanza su cui verrà costruita la prossima legge di bilancio. I due vicepremier Matteo Salvini e Luigi di Maio hanno sfondato l'argine sul deficit che il ministro dell'Economia Giovanni Tria aveva tentato di difendere: il rapporto deficit-Pil è stato fissato al 2,4% nel 2019 e non, come avrebbe voluto Tria, all'1,6%. Al termine dell'ultimo vertice e con il Consiglio dei ministri ancora in corso, è uscita una nota congiunta dei due vicepresidenti che esultavano: “Accordo raggiunto con tutto il governo sul 2,4%. Siamo soddisfatti, è la manovra del cambiamento”.

Una manovra che vale 27 miliardi di euro

Alzare l'asticella del deficit fino al 2,4% del Pil nella Nota di aggiornamento al Def libererà circa 27 miliardi di euro per la prossima legge di bilancio (partendo dal dato tendenziale dello 0,8% inserito nel Def di aprile) e consentirà di portare a casa gran parte delle misure annunciate nel contratto di governo, a partire dalla sterilizzazione delle clausole di salvaguardia sull'Iva che pesano per 12,5 miliardi sul bilancio del prossimo anno. Il reddito di cittadinanza vale invece 10 miliardi, poco più di quanto dovrebbe richiedere la revisione della legge Fornero con l'introduzione di quota 100 per andare in pensione, valutata al momento dalla Lega tra i 6 e gli 8 miliardi. La flat tax sugli autonomi dovrebbe invece valere 1,5 miliardi (proiettati però in gran parte nel 2020), così come lo stanziamento a favore dei risparmiatori colpiti dai crac bancari.

Scongiurate le dimissioni di Tria. Ora lo sguardo va a mercati, Europa e spread

Se Di Maio e Salvini esultano, quello che colpisce è il silenzio di Giovanni Tria, quest'ultimo in attesa della risposta dei mercati. L'altra faccia della vittoria politica del M5S e della Lega, è fatta da una certa preoccupazione e attesa per la risposta, attesa per questa mattina, di Borse, Europa e spread. Al termine della serata, molti Ministri hanno ribadito l’importanza del ruolo di Tria. Insomma, le tensioni dei giorni scorsi e le richieste più o meno velate di un passo indietro del Ministro dell’economia sembrano oramai archiviate. Anche se la reazione dei mercati e soprattutto il confronto che si aprirà con la Commissione Europea potranno rappresentare un nuovo terreno di scontro politico. A complicare le cose poi ci saranno i giudizi di Standard &Poor's e Moody's sulla revisione del rating.

Istat, a settembre frena l’inflazione +1,5%

Frenata dei prezzi a settembre. Lo evidenzia l'Istat nel suo aggiornamento mensile. Secondo le stime preliminari dell'istituto di statistica l'indice nazionale dei prezzi al consumo è cresciuto dell'1,5% su base annua (da +1,6% di agosto) e una diminuzione dello 0,4% su base mensile. Battuta d'arresto per il cosiddetto carrello della spesa. I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona, il cosiddetto carrello della spesa, a settembre, ha registrato un rallentamento della crescita da +2,1% a +1,9%.

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Settimana economica 22 - 28 settembre 2018



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