Nuovo confronto fra Conte e i commissari Europei sulla manovra

In queste ore, Giuseppe Conte avrà nuovo incontro con Jean-Claude Juncker e Pierre Moscovici, a margine del G20, con in dote la disponibilità a tagliare lo 0,2% di deficit in manovra. Ma l'Europa sembra volere di più: un taglio almeno dello 0,4%, oltre 7 miliardi, per arrivare al 2% di deficit. L'obiettivo è trovare spazi finanziari da qui al 19 dicembre, quando la Commissione Ue dovrebbe formalizzare la procedura d'infrazione. Ecco perché il grosso delle modifiche alla legge di bilancio si concentrerà a Palazzo Madama. Intanto i ministri delle Finanze della Ue hanno formalmente compiuto un primo passo verso l'avvio della procedura nei confronti dell'Italia per deficit eccessivo per violazione della regola del debito.

Quota 100 partirà ad aprile

Per far fronte alle richieste dell’Europa il Governo punta a rimodulare le due misure cardine, agendo su tempi e platea. Quota 100 è ormai sul trampolino di lancio: il testo è pronto secondo la Lega, ma si sta ancora valutando “se presentare l'emendamento qui o al Senato”, ha spiegato il sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento Guido Guidesi. Tuttavia il Governo sembrerebbe più orientato a intervenire a Palazzo Madama considerando che la misura non può prescindere dal reddito di cittadinanza ancora in fase di definizione. Quota 100, ha riferito il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, costerà meno dei 6,7 miliardi cifrati in manovra e partirà a gennaio, ma la prima finestra per andare in pensione sarà ad aprile. “Lo abbiamo sempre detto, Quota 100 partirà a inizio 2019”, ha ribadito il vicepremier Matteo Salvini.

Strada in salita per il reddito di cittadinanza

Per il reddito e la pensione di cittadinanza la strada è più in salita nonostante gli annunci della stampa di milioni di tessere affidata a Poste italiane. La Commissione Ue ha confermato il via libera al salario minimo ma ha ribadito che il nodo è come verrà finanziato. L'intervento è quindi ancora allo studio: si punta a rinviare l'avvio ad aprile e si sta ancora valutando la platea. Contrariamente alla Lega, il M5S al momento non sembra ancora molto disponibile a significativi passi indietro sul suo provvedimento simbolo e la fibrillazione all’interno della maggioranza si fa sempre più alta. Gli uomini di Luigi Di Maio, sono comunque al lavoro per garantire adeguati fondi al reddito e per scrivere il decreto che intendono portare in Consiglio dei ministri a fine mese, anche alla luce delle parole del leader leghista Matteo Salvini, che ha definito il reddito di cittadinanza una misura positiva ma “con paletti”.

Dai ritocchi alla manovra arriveranno 3-4 miliardi

Ritoccando le due misure cardine, il Governo conta di risparmiare tra i 3 e i 4 miliardi rispetto ai 16 stanziati con i due fondi ad hoc in manovra. L'obiettivo è ridurre il rapporto deficit/Pil, fissato al 2,4% nel 2019, al massimo di uno 0,2%, senza cambiare l'impianto della manovra e spostare risorse dalla spesa corrente ad alcune categorie d’investimenti che Bruxelles non conteggia ai fini del deficit. “I numeri si fanno nella trattativa, non si dicono in giro prima”, ha sottolineato il ministro dell’economia Giovanni Tria in procinto di incontrare il Commissario Ue agli Affari economici Pierre Moscovici.

Istat, a ottobre il tasso di disoccupazione sale al 10,6%

Cresce ancora il tasso di disoccupazione. Secondo le rilevazioni dell'Istat, dopo il rialzo registrato a settembre, il dato di ottobre si attesta al 10,6%. I disoccupati nel mese erano 2.746.000, in crescita di 64.000 unità su settembre e in calo di 118.000 unità su ottobre 2017. Se si guarda al trimestre agosto-ottobre il tasso di disoccupazione è diminuito di 0,2 punti sul trimestre precedente. Sale anche il dato relativo alla disoccupazione giovanile, in rialzo al 32,5% (+0,1% rispetto a settembre). A ottobre gli occupati sono rimasti sostanzialmente stabili rispetto a settembre, crescendo di 9 mila unità. Un dato che riflette un calo di 16 mila unità per i lavoratori indipendenti e un aumento di 25 mila dei lavoratori dipendenti. Tra questi, calano rispetto a settembre i lavoratori a termine (-13 mila) e aumentano i posti stabili (+37 mila). Massiccio poi il calo degli inattivi, cioè coloro che non hanno un impiego né lo cercano (-77mila). Se si guarda al dato per classi di età, gli occupati scendono nelle due fasce intermedie (25-34 e 35-49), dove si registra rispettivamente un calo di occupati di 14 e 26 mila unità. In crescita lievemente il numero di occupati tra gli under 25 (+ 6 mila unità) mentre si conferma il trend di aumento degli occupati tra gli over 50 (+43 mila).

Istat, fatturato dei servizi stabile nel terzo trimestre

Secondo l’Istat nel terzo trimestre 2018 l'indice generale del fatturato dei servizi presenta una variazione congiunturale nulla, interrompendo la fase espansiva iniziata nel terzo trimestre 2014. Rispetto al secondo trimestre aumenta, solo ed in misura contenuta, il fatturato del settore trasporto e magazzinaggio, mentre si rilevano flessioni per le attività professionali, scientifiche e tecniche e per i servizi di informazione e comunicazione. Su base annua, l'indice generale grezzo è cresciuto dell'1,4%.  Su base annua, tra i comparti più dinamici si registra quello relativo alla ricerca, selezione, fornitura di personale (+10,1%). Incrementi tendenziali consistenti si registrano anche per il commercio all'ingrosso, commercio e riparazione di autoveicoli e motocicli (+2,2%), le attività dei servizi di alloggio e ristorazione (+1,9%) e le agenzie di viaggio e i servizi di supporto alle imprese in generale (+1,8%).

Inps, nel 2017 il 90% dei cittadini extracomunitari ha un lavoro

Secondo i dati pubblicati dall’Osservatorio sui cittadini extracomunitari gestito dall’Inps, nel 2017 il numero di cittadini extracomunitari ha superato i 2,2 milioni in aumento del 3,2% rispetto al 2016. Sul totale conteggiato dall’Istat, il 90,4% è composto da lavoratori, il 4,3% da pensionati e il 5,3% da percettori di prestazioni a sostegno del reddito. Nell’ordine, i paesi più rappresentanti sono Albania (300.000), Marocco (263.000), Cina (209.000), Ucraina (166.000), Filippine (117.000) e Moldavia (106.000) che, nel complesso, totalizzano più della metà del totale degli extracomunitari (51,4%). L’Inps sottolinea come i lavoratori dipendenti extracomunitari percepiscano una retribuzione media annua di poco più di 12.800 euro, mentre i pensionati, meno di un migliaio, percepiscono circa 7 mila euro annui.

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Settimana Economica 24 - 30 novembre 2018



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