Per l’Istat il Covid-19 fa crollare il Pil crolla del 4,7%, mai così male

L'effetto Covid-19 si abbatte sull'economia italiana. Il Pil del primo trimestre del 2020 è crollato del 4,7% rispetto agli ultimi tre mesi del 2019. Secondo le stime preliminari dell'Istat il calo è stato del 4,8% annuo. Un crollo record, di "entità eccezionale", mai registrato prima. È dall'inizio delle serie storiche dell'Istat, nel primo trimestre del 1995, che non si vedeva, infatti, una contrazione così profonda. La variazione acquisita per il 2020 è pari a -4,9%. Ma è molto probabile una revisione di entità superiore alla norma, ha fatto sapere l'Istituto di statistica spiegando che l'emergenza sanitaria ha influito sulla raccolta dei dati base. Guardando al mercato del lavoro, l'occupazione tutto sommato tiene (-27mila occupati in un mese), per effetto dei decreti di sostegno al lavoro, la disoccupazione cala in modo brusco mentre l'inattività registra un boom. A marzo il tasso di disoccupazione è sceso all'8,4% (-0,9 punti), portandosi ai minimi dall'agosto del 2011, tra i giovani è calato al 28% (-1,2 punti). La forte diminuzione delle persone in cerca di lavoro (-11,1% pari a -267mila unità) coinvolge sia le donne (-8,6%, pari a -98mila unità), sia gli uomini (-13,4%, pari a -169mila). Cresce il numero di inattivi (+2,3%, pari a +301mila unità) portando il tasso di inattività al 35,7% (+0,8 punti). Quanto ai prezzi, ad aprile l'inflazione è pari a zero. Si registra, invece, un aumento consistente per i prezzi dei prodotti che entrano nel carrello della spesa degli italiani: quelli dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona (carrello della spesa) accelerano in modo marcato da +1% a +2,6%. La crescita di quelli dei prodotti ad alta frequenza d'acquisto passa da +0,6% a +0,8%. 

Fitch declassa Italia a BBB- ma giudica l’outlook stabile

Fitch abbassa il rating dell'Italia a BBB-, ad un passo dal livello spazzatura, spiegando che il declassamento riflette l'impatto significativo del coronavirus sull'economia e sul bilancio. Migliora l'outlook, da negativo a stabile, perché l'agenzia di rating ritiene che gli “acquisti di asset della Banca centrale europea faciliteranno la risposta fiscale dell'Italia alla pandemia del coronavirus e allenteranno i rischi di rifinanziamento”. La decisione arriva quattro giorni dopo il giudizio di Standard & Poor's che ha invece lasciato invariato il rating dell'Italia a BBB, mantenendo l'outlook negativo. “I fondamentali dell'economia e della finanza pubblica dell'Italia sono solidi”, è il commento del Ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, “L'agenzia è intervenuta anticipando la valutazione del rating programmata per il 10 luglio e l'accelerazione sarebbe giustificata dal deterioramento in atto del quadro macroeconomico e della finanza pubblica: si tratta tuttavia di effetti interamente dovuti a una causa esogena e temporanea” osserva Gualtieri. Per il titolare di via XX settembre, il peggioramento del giudizio di Fitch “non tiene conto delle rilevanti decisioni assunte nell'Unione europea, dagli Stati che la compongono e dalle Istituzioni che ne fanno parte”. Fitch prevede una contrazione del Pil italiano dell'8% quest'anno, con rischi al ribasso. Tra questi, l'andamento del settore turistico “che rappresenta il 5% del Pil, secondo il World Travel and Tourism Council”. Nel 2021 Fitch vede “una forte ripresa economica”, con una crescita del 3,7% per un “rimbalzo tecnico dopo lo shock del Covid-19”. Il debito pubblico è stimato in rialzo al 156% entro la fine di quest'anno e il deficit/Pil è atteso al 10%. Con la pandemia, “è deteriorato l'outlook del settore bancario”, passato da stabile a negativo: “La profonda recessione farà probabilmente aumentare i rischi per la qualità del credito e metterà pressione sulla redditività del settore”, dichiara Fitch, sostenendo che le misure del Governo, come le garanzie sui prestiti per le piccole e medie imprese, “dovrebbero in qualche misura mitigare l'impatto avverso sulle banche”.

Torna unanimità in Parlamento sul deficit, ma il Def divide profondamente

Dopo un mese e mezzo torna l’unanimità in Parlamento: maggioranza e opposizione votano insieme a favore del nuovo scostamento di bilancio chiesto dal Governo che servirà a liberare ulteriori risorse, 55 miliardi, da destinare al decreto aprile. Sia alla Camera che al Senato, il centrodestra ha votato assieme alle forze che sostengono l'esecutivo Conte. Si ripete, quindi, lo stesso voto unanime dello scorso 11 marzo, quando il Paese era solo all'inizio dell'emergenza coronavirus e il Parlamento fu chiamato ad approvare, sempre a maggioranza assoluta, il primo aumento di deficit, con cui l'esecutivo stanziò i primi 25 miliardi nel decreto Cura Italia. Ma la concordia dura giusto un attimo, il tempo di un voto; centrodestra e maggioranza tornano infatti a dividersi subito dopo sul Documento di economia e finanza (Def): le opposizioni bocciano senza appello le misure predisposte dal Governo, ritenendole “del tutto insufficienti”. Del resto, nessuno nella maggioranza, né nel governo, si aspettava un atteggiamento diverso: da giorni, infatti, si respira un clima di contrapposizione netta tra giallorossi e centrodestra. 

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Tante le richieste del Parlamento nelle risoluzioni sul DEF

La risoluzione di maggioranza che approva il DEF 2020, impegna il Governo: a perseguire una politica di attenta ed efficace transizione tra la fase di emergenza e la fase di ripresa dello sviluppo anche utilizzando gli strumenti appropriati tra quelli resi disponibili dalle istituzioni europee; a promuovere, insieme agli altri Governi dell'eurozona, tutte le iniziative utili a sostenere gli interventi della BCE; a realizzare interventi per il potenziamento del SSN, delle forze dell'ordine, del sistema di protezione civile e di tutte le altre amministrazioni pubbliche, in particolare gli enti locali; a monitorare costantemente la situazione di emergenza epidemiologica e ad incrementare le risorse a sostegno della ripresa economica e produttiva, anche attraverso iniziative per il recupero della competitività sui mercati internazionali, ivi compresi interventi per la capitalizzazione delle imprese e favorendo l'introduzione di tecnologie innovative. Ma impegna anche l’esecutivo ad affiancare alle misure di sostegno della ripresa economica, un articolato Piano nazionale di riforme che, tra le altre misure, preveda: la semplificazione delle procedure amministrative, una riforma del sistema fiscale, la riduzione del carico fiscale sulla produzione e il lavoro e alla tutela ambientale tramite incentivi, nonché ad un più efficace contrasto dell'evasione fiscale; la revisione e la riqualificazione della spesa pubblica. 

La risoluzione prevede poi l’impegno al rafforzamento delle misure a sostegno delle famiglie, con particolare riferimento alle donne lavoratrici; a garantire la completa eliminazione dell'incremento delle aliquote IVA e delle accise previsto dal 2021; ad adottare interventi finalizzati ad incrementare la produttività, l'innovazione e la capitalizzazione delle imprese nonché la competitività del sistema economico; a promuovere il rilancio degli investimenti pubblici e privati, anche attraverso la semplificazione delle procedure amministrative, a partire da quelle relative agli investimenti infrastrutturali; a sostenere gli investimenti nell’economia circolare e a favorire la transizione ecologica aumentando la competitività e la resilienza dei sistemi produttivi a shock ambientali e di salute e perseguendo con fermezza politiche di contrasto ai cambiamenti climatici finalizzate a conseguire una maggiore sostenibilità ambientale e sociale per una piena realizzazione del Green New Deal. Infine ad agevolare gli investimenti orientati a promuovere un nuovo modello di sviluppo produttivo ed industriale, efficiente sotto il profilo delle risorse e competitivo, orientato alla crescita, all'innovazione tecnologica e alla creazione di lavoro; a promuovere lo sviluppo del capitale umano.

Il decreto aprile slitta a maggio in attesa delle nuove norme Ue su aiuti Stati

Alla fine il cosiddetto decreto aprile slitta a inizio maggio, una decisione comunicata dal Ministro dell'Economia Roberto Gualtieri e che permetterà al Governo di attendere le decisioni europee. In ogni caso l’esecutivo ha bisogno ancora di un po' di tempo per mettere a punto i dettagli di un intervento “imponente”, mai visto “dal dopoguerra ma necessario” per puntellare il Paese provato da due mesi di epidemia da Coronavirus. In effetti si tratta di una maxi-manovra da 55 miliardi, che non ha precedenti nemmeno negli anni più duri della crisi finanziaria dal 2008 in poi: in Parlamento la richiesta di scostamento trova il sostegno anche delle opposizioni, mentre sul Def scattano i distinguo in attesa di vedere come se la caverà il governo con la Fase 2. Tutti, però, ora aspettano le misure, che il Ministro garantisce terranno conto delle richieste delle Camere e delle proposte dei partiti. Per certo ci saranno nuovi finanziamenti a sanità, ricerca e Protezione civile, e un nuovo corposo pacchetto per imprese e ammortizzatori. Cig e cassa in deroga saranno rifinanziate con 13 miliardi per altre 9 settimane e si potranno utilizzare fino alla fine dell'anno. Confermata anche la proroga della Naspi per altri due mesi. Per accompagnare la Fase 2 ci saranno più fondi per le imprese che devono sanificare gli ambienti e l'Iva sulle mascherine sarà azzerata. E ci sarà anche una card da 200 euro per acquistare biciclette, anche elettriche, monopattini, o da spendere per i servizi di car sharing per cercare di decongestionare i mezzi pubblici

E ci sarà un pacchetto imprese, dai 50 miliardi a Cdp per entrare nelle imprese in crisi ai 5 miliardi del Fondo di solidarietà nazionale per ricapitalizzare le Pmi, fino ai ristori a fondo perduto da 5mila euro per le microimprese. I meccanismi per l'intervento diretto dello Stato andranno calibrate sulle nuove regole che detterà Bruxelles “con il varo imminente di una nuova versione del temporary framework dedicato esattamente a definire modalità, soglie e caratteri dei finanziamenti diretti, capitale o a fondo perduto alle imprese”. Ma ci sono anche altre misure che ancora non hanno preso una forma definitiva. Il bonus per gli autonomi, ad esempio, salirà a 800 euro ma s’ipotizza un tetto di reddito almeno per la terza mensilità. Dubbi ci sarebbero ancora sul pacchetto turismo, in particolare sull'efficacia del bonus vacanze. E ancora non è sciolto né il nodo dei servizi per i bambini a casa da scuola né quello del nuovo Reddito di emergenza per chi non ha altri redditi e non riceve alcun sussidio. Ulteriore capitolo da risolvere quello delle misure sblocca-cantieri: una prima parte di misure potrebbe entrare direttamente in questo decreto, mentre il grosso, compresa “l'individuazione di 29 opere prioritarie” per cui nominare un Commissario, dovrebbero arrivare con il successivo decreto semplificazioni, previsto, ha detto il ministro Paola De Micheli, “nella prima decade di maggio”. 

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Settimana Economica 25 - 30 aprile 2020



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