Panetta (BankItalia): No ad una brusca correzione bilancio, serve cautela 

 "La trasmissione degli impulsi monetari alle condizioni di finanziamento - ha osservato Panetta - si sta rivelando più forte di quanto era stato previsto. Il costo dei prestiti bancari è considerevolmente aumentato. La dinamica della moneta e del credito è rapidamente scesa su valori simili o inferiori a quelli registrati in seguito alla crisi finanziaria e a quella dei debiti sovrani nell'area dell'euro". Inoltre, "la stretta monetaria ha sin qui prodotto solo parte dei suoi effetti, e in base all'esperienza passata continuerebbe a frenare la domanda anche in futuro".  Ha ricordato, "nei prossimi mesi verrà a scadenza un ammontare cospicuo di debiti a medio e a lungo termine e a tasso fisso contratti da famiglie e imprese nel periodo di bassa inflazione "L'attuale correzione monetaria - ha sottolineato - differisce da quelle precedenti. Essa produce effetti non solo mediante la tradizionale manovra sui tassi ufficiali, ma anche attraverso una contrazione del bilancio dell'Eurosistema, che comporta un calo della liquidità' in circolazione. Da un lato, la riduzione della consistenza dei titoli detenuti dalle banche centrali spingerà al rialzo i rendimenti delle attività finanziarie, con ulteriori effetti restrittivi. 

La minore offerta di liquidità  si ripercuoterà sulle condizioni del mercato creditizio. La flessione delle riserve bancarie accentuerà la concorrenza nel mercato dei depositi, provocando nuovi aumenti dei costi di finanziamento delle banche e possibili, ulteriori incrementi dei tassi sui mutui e sui prestiti alle imprese. L'evidenza empirica indica inoltre che una diminuzione delle riserve in eccesso delle banche comprime l'offerta di credito. Continua Penetta - "La normalizzazione del bilancio dell'Eurosistema deve evitare aggiustamenti bruschi, che non sarebbero giustificati dalle prospettive dell'inflazione e potrebbero risultare controproducenti per la crescita e la stessa stabilità  dei prezzi”. Per il numero uno di Bankitalia, "e' necessario procedere con cautela nel processo di normalizzazione del bilancio dell'Eurosistema". "Dopo aver innalzato i tassi ufficiali a un livello che consentirà' di riconquistare la stabilità dei prezzi - ha spiegato - una brusca contrazione del bilancio dell'Eurosistema, dopo quella gia' rapida dei mesi scorsi, avrebbe effetti restrittivi sull'economia che non sarebbero giustificati dalle prospettive dell'inflazione.

Giorgetti: “Ogni anno paghiamo 50 miliardi di interessi sul debito in più della Germania, soldi tolti ai contribuenti”

“Non bisogna far debito il ministro tedesco mi ha detto che è preoccupato per l’aumento dei tassi”, dice Giorgetti.  La differenza tra quanto pagato dall’Italia e dalla Germania “sono 50 miliardi ed è quanto ogni anno il ministro delle finanze italiano deve sottrarre ai contribuenti”.

Il ministro dell'Economia lancia ancora una volta l'allarme sul debito pubblico. "Quando si dice non bisogna fare deficit, non bisogna fare debito – dice Giancarlo Giorgetti al Forum internazionale del turismo – A margine di un Ecofin, il ministro tedesco ‘sono molto preoccupato per l'aumento dei tassi, l'anno prossimo pagherò 40 miliardi di tassi di interesse'. E lui ha replicato: ‘Io che ne pago 90 cosa dovrei dire?'. La differenza sono 50 miliardi ed è quanto ogni anno il ministro delle finanze italiano la differenza di cui si deve farsi carico e sottrae ai contribuenti". Il ministro sottolinea che proprio per questo, se chi è venuto in precedenza ha sbagliato, ora "non dobbiamo sbagliare noi".

Giorgetti ha anche commentato la promozione delle agenzie di rating, ma prima delle agenzie c'è stato un segnale molto più importante: "Quello dei risparmiatori italiani che hanno sottoscritto in massa i titoli di Stato italiani, quella vicenda è stata molto importante in funzione delle agenzie di rating, perché se gli italiani non credevano al messaggio che mandava il governo, inevitabilmente le agenzie di rating avrebbero tratto le conseguenze".

"Il governo sta cercando di restituire una parte, di recuperare una parte di questa perdita di potere d'acquisto sulle famiglie più povere, i redditi più bassi, dando qualcosa di più in busta paga con la decontribuzione e il nuovo scalone, per cercare di ridare fiato ai bilanci in difficoltà delle famiglie – spiega ancora Giorgetti, parlando della manovra di bilancio varata dal governo Meloni – Siamo accusati aver fatto un po' di deficit ma l'abbiamo fatto perché siamo con la coscienza di di chi si sente in questo problema".

La Commissione Ue dà il via libera alla quarta rata del Pnrr 

Dopo il via libera di venerdì scorso alla revisione complessiva del Piano, la Commissione Ue ha dato luce verde alla quarta rata del Pnrr da 16,5 miliardi. “L'Ue conferma il grande impegno del Governo al fine di attuare pienamente il Pnrr per rendere il Paese più moderno e più competitivo”, ha sottolineato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Superare la quota cento, su un totale di 194,4 miliardi assegnabili con il Next Genaration Ue, per l'Italia significherà entrare ufficialmente nel secondo tempo di una partita che finirà inderogabilmente nel 2026. Il sì di Palazzo Berlaymont ai 21 milestone e 7 target della quarta rata era nell'aria ma la valutazione della task force Recovery non è stata rapida. 

Ad ogni modo “Le autorità italiane hanno fornito prove dettagliate ed esaurienti che dimostrano il raggiungimento delle 28 tappe. La Commissione ha valutato attentamente queste informazioni prima di presentare la sua valutazione preliminare positiva della richiesta di pagamento”, ha spiegato l'esecutivo europeo mentre, via social, arrivavano le congratulazioni dei due Commissari in prima linea sul Recovery, Valdis Dombrovskis e Paolo Gentiloni. Nei prossimi giorni il Governo varerà un decreto-legge ad hoc sull'attuazione del Pnrr modificato con l'obiettivo primario di evitare futuri ritardi.

Arriva lo stop dell’Ue: il mercato libero è target del Pnrr

La proroga del mercato tutelato dell'energia non sarà possibile. L'Ue spegne gli ardori dell'opposizione e della Lega e limita nettamente un eventuale intervento correttivo del Governo. Il tema è che la graduale liberalizzazione del mercato dell'energia è un obiettivo che l'Italia stessa ha messo nero su bianco nel Pnrr, non solo, è incluso nella terza rata, per la quale Bruxelles ha già erogato, lo scorso ottobre, i 18,5 miliardi previsti. Un cambio in corsa, sebbene la Commissione abbia dimostrato flessibilità, questa volta è quasi impossibile. Per l’Ue il mercato libero dell'energia, non è così dannoso. 

“La graduale eliminazione dei prezzi regolamentati dell'energia elettrica, che mira ad aumentare la concorrenza sul mercato, è una pietra miliare che fa parte del più ampio pacchetto di leggi sulla concorrenza incluso nel Pnrr”, ha spiegato una portavoce della Commissione, secondo la quale inoltre “i prezzi dell'elettricità sul mercato libero sono significativamente più bassi rispetto al mercato regolamentato, a vantaggio dei consumatori e delle imprese”, una posizione che era chiara a Palazzo Chigi. In via generale per le categorie cosiddette non vulnerabili si va verso il mercato libero nonostante le dichiarazioni di Salvini e dell’opposizione.

L’Inflazione italiana crolla allo 0,8%. Cresce pressing su Bce per taglio tassi

A novembre 2022 l'inflazione in Italia segnava +11,8%.  Ora il carovita registra un incremento tendenziale dello 0,8%. Undici punti percentuali in meno. La differenza tra l'indice dello scorso anno e quello di oggi si nota anche dall'andamento mensile dei prezzi: +0,5% congiunturale nel 2022 e ora -0,4%. Altro confronto: quasi a fine 2022 l'inflazione di fondo, quella al netto di energia e cibo, balzava a +5,6% mentre adesso siamo scesi a +3,6%. In mezzo a queste variazioni, nettamente superiori alle attese, c'è una stretta storica della Bce (dieci rialzi dei tassi consecutivi) e un crollo dei prezzi energetici. A livello industriale il gas costa il 61,7% in meno, mentre il prezzo sul mercato dell'elettricità si è dimezzato. I prezzi sono scesi anche per un forte calo della domanda, soprattutto industriale, e da fine estate anche nei servizi. L'unica voce che sale è quella degli alimentari. 



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