Bce: “le prospettive sulla stabilità restano fragili”

"Le prospettive della stabilità finanziaria restano fragili", a causa della crescita incerta, dell'inflazione che resta alta e della stretta del credito che continua a pesare sui bilanci di imprese famiglie e governi. Inoltre, "un inaspettato deterioramento delle condizioni economiche o una stretta finanziaria può portare a un aggiustamento disordinato dei prezzi sui mercati finanziari o su quello immobiliare". Lo scrive la Bce nel rapporto semestrale sulla stabilità finanziaria. La stretta sui tassi "può far emergere vulnerabilità nel sistema finanziario" che vanno monitorate, ha detto il vicepresidente Bce Luis De Guindos

"Osservando più da vicino le vulnerabilità, le imprese dell'Eurozona si trovano ad affrontare condizioni di finanziamento più rigide e prospettive di affari incerte. Ciò potrebbe essere particolarmente impegnativo per quelle aziende che sono uscite dalla pandemia con un debito maggiore e guadagni più deboli", scrive la Bce. Allo stesso tempo, "l'elevata inflazione sta colpendo le famiglie - in particolare quelle a basso reddito - riducendo il loro potere d'acquisto e compromettendo la loro capacità di rimborsare i prestiti. La domanda di nuovi prestiti, in particolare mutui, è diminuita drasticamente nel primo trimestre del 2023 in risposta all'aumento dei tassi di interesse". Infine, se da una parte i prezzi dell'energia in calo negli ultimi mesi hanno ridotto le pressioni sui governi che hanno evitato nuovi aiuti, le autorità pubbliche si trovano ad affrontare costi di finanziamento in aumento. Rischi anche dal mercato immobiliare: finora gli aggiustamenti dei prezzi sono stati ordinati, ma i disordini potrebbero materializzarsi se mutui più elevati dovessero ridurre la domanda sempre di più. 

Lagarde (Bce): “non ancora soddisfatti da stime inflazione”

La Bce non può ancora dirsi "soddisfatta" per le stime sull'inflazione, ma aspetterò di avere un "quadro più preciso" nella riunione del prossimo 15 giugno. Lo ha detto la presidente della Bce, Christine Lagarde, nel suo discorso al 'Deutscher Sparkassentag 2023' ad Hannover. "A marzo, avevamo previsto che l'inflazione complessiva media annua fosse del 2,1% nel 2025, ancora leggermente al di sopra del nostro obiettivo. E non abbiamo visto i tassi di inflazione su base annua tornare al 2% fino alla seconda metà del 2025. Nella nostra ultima riunione di maggio, abbiamo ritenuto che i dati in arrivo supportassero ampiamente tali proiezioni", ha spiegato Lagarde. 

"Sulla base di queste proiezioni passate non possiamo ancora dirci soddisfatti delle prospettive di inflazione. Ma avremo una nuova serie di proiezioni alla nostra riunione del 15 giugno, e queste ci forniranno un quadro aggiornato che incorporerà l'ulteriore inasprimento delle politiche da quel momento", ha aggiunto la presidente della Bce. Lagarde ha poi spiegato che "non vi sono prove evidenti che l'inflazione sottostante abbia raggiunto il picco. Ad oggi, tutte le misure monitorate dalla Bce sono ancora forti. E se lo rimarranno dipenderà principalmente dall'equilibrio tra due forze: i prezzi dell'energia e i salari". 

Visco nelle considerazioni finali: Pil +1% nel 2023. Ruolo importante Mes

"Per il 2023 le previsioni oggi disponibili convergono su un aumento del prodotto intorno all'1%". Lo ha detto nelle sue considerazioni finali il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, secondo il quale "nell'affrontare le conseguenze della guerra in Ucraina, così come nell'uscita dalla pandemia, l'economia italiana ha mostrato una confortante capacità di reazione". Il governatore osserva nella nostra economia "segnali incoraggianti che vanno rafforzati, superando quei ritardi che ancora impediscono alla nostra economia di dispiegare appieno le proprie potenzialità". 

"Non si può non sottolineare infine la necessità di portare a compimento l'unione bancaria, attraverso una revisione dell'attuale disciplina di gestione delle crisi nonché l'istituzione di uno schema unico di garanzia dei depositi" ha aggiunto Visco, sottolineando come "i recenti fenomeni di instabilità osservati al di fuori dell'Unione europea mostrano chiaramente l'importanza di raggiungere questi obiettivi". "Non appena sarà pienamente operativa la sua riforma - aggiunge - il Mes potrà svolgere un ruolo importante fornendo una rete di sicurezza finanziaria al fondo di risoluzione unico".

Giorgetti: dato Pil incoraggiante, teniamo conti in ordine

"È un risultato incoraggiante, che accogliamo con giusto entusiasmo pensando che sia un buon segnale che diamo anche all'Europa". Così il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti commenta in una nota i dati sul Pil nel primo trimestre. "Continuiamo a tenere i conti in ordine, con responsabilità e serietà. I buoni risultati di crescita, voglio sottolinearlo - conclude - sono il frutto dell'impegno degli imprenditori e dei lavoratori, veri eroi dei nostri tempi". 

Carlino (C. Conti): contrari a proroga scudo erariale. Controllo concomitante può accelerare Pnrr

In merito alla proroga dello scudo erariale “esprimo la contrarietà dell'istituto a un'ulteriore proroga del termine”. Lo ha detto il presidente della Corte dei conti, Guido Carlino, audito dalle commissioni Affari costituzionali e Lavoro alla Camera nell’ambito del dl Pa/ministeri. “Questa disposizione appare incoerente con una disposizione che è stata recentemente approvata all’articolo 2 del Codice dei contratti pubblici”; ha spiegato Carlino, ricordando come in Parlamento la Corte dei conti “ha avuto modo già di pronunziarsi esprimendo l'assoluta contrarietà all'istituto della limitazione di responsabilità”. 

"Il controllo concomitante in corso di gestione ha un valore propulsivo" e "tende ad accelerare i tempi dell'azione" amministrativa, ha aggiunto Carlino rispondendo alle domande dei parlamentari e quindi potrebbe favorire l'accelerazione anche sulla gestione dei progetti Pnrr

Carlino ha dunque risposto così all'emendamento del Governo che esclude la Corte dei Conti dal “controllo concomitante” sul Pnrr e proroga di un anno il cosiddetto scudo erariale.

Inflazione rallenta con l'energia, a maggio è al 7,6% 

L'inflazione rallenta la corsa a maggio. Secondo le stime preliminari dell'Istat, l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività al lordo dei tabacchi registra un aumento dello 0,3% su base mensile e del 7,6% su base annua, dal +8,2% di aprile. La decelerazione - che riporta il tasso ai livelli di marzo - si deve, in prima battuta, al rallentamento su base tendenziale dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (da +26,6% a +20,5%) e, in misura minore, degli alimentari lavorati (da +14,0% a +13,4%). L'indice armonizzato aumenta dello 0,3% su base mensile e dell'8,1% su base annua (dal +8,7% di aprile). 

Oltre che al rallentamento di beni energetici non regolamentati e degli alimentari lavorati, il rallentamento di maggio si deve anche all'andamento della categoria altri beni (da +5,3% a +5,1%) e dei servizi relativi ai trasporti (da +6,0% a +5,5%). Tali effetti, spiega l'Istat, sono stati solo in parte compensati dalle tensioni al rialzo dei prezzi degli alimentari non lavorati (da +8,4% a +8,9%) e dei servizi relativi all'abitazione (da +3,2% a +3,4%). L'inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, rallenta ancora, sebbene di poco, (da +6,2% a +6,1%), così come quella al netto dei soli beni energetici (da +6,3%, registrato ad aprile, a +6,2%). Si attenuta la crescita su base annua dei prezzi dei beni (da +10,4% a +9,5%) e, in misura minore, quella dei servizi (da +4,8% a +4,6%), portando il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni a -4,9 punti percentuali, da -5,6 di aprile. L'aumento congiunturale dell'indice generale si deve principalmente all'aumento dei prezzi degli alimentari non lavorati (+1,5%), dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+1,1%), degli alimentari lavorati (+0,7%) e dei servizi relativi all'abitazione (+0,3%); tali effetti sono stati solo in parte compensati dal calo dei prezzi degli energetici non regolamentati (-1,4%). 



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