Il Fondo monetario internazionale, nel rapporto conclusivo al termine della sua missione annuale in Italia, alza le stime di crescita all'1,3% per l'anno in corso: ad aprile l'istituto di Washington prevedeva un aumento del Pil italiano dello 0,8% sia per il 2017 sia per il 2018.

Per l'Fmi, la ripresa in Italia proseguirà grazie a una politica di bilancio moderatamente espansiva, una politica monetaria eccezionalmente accomodante e i bassi prezzi delle materie prime ma l'istituto di Washington mette in guardia: “I rischi al ribasso sono significativi” e legati “alle fragilità finanziarie, alle incertezze politiche, a una possibile battuta d'arresto del processo di riforma e alla normalizzazione del corso della politica monetaria”. Tutto questo senza dimenticare l’elevato livello di debito pubblico che di fatto lascia l’Italia esposta a possibili shock.

Secondo l’Fmi per rafforzare la crescita l'Italia deve portare avanti un piano di riforme strutturali ambiziose e omnicomprensive, a partire dal completamento della legge sulla concorrenza e della modernizzazione della PA, oltre al risanamento dei bilanci bancari e fisco. Su quest’ultimo torna poi a ribadire la necessità di spostare la tassazione sulle proprietà e il consumo così da ridurre la pressione sui fattori produttivi e tagliare il cuneo fiscale.

Dal canto suo il Ministro dell’economia Pier Carlo Padoan si è detto molto sodisfatto delle nuove previsioni ed ha assicurato che: “Siamo alla fine della legislatura, non so quanto durerà ancora, ma il Governo continuerà con le riforme strutturali, nella consapevolezza che la prossima legislatura dovrà poter contare sull'eredità di una finanza pubblica solida e spingere in avanti le potenzialità del Paese per una crescita basata suinnovazione, competitività, lavoro, ma soprattutto inclusione sociale”.

Intanto giovedì il Senato ha approvato definitivamente, con voto di fiducia, la manovrina economica. Il decreto legge prevede una serie di misure di correzione della spesa pubblica in risposta a quanto indicato dalla Commissione Europea.

Un fatto giudicato molto positivamente dal Commissario UE agli Affari economici e finanziari Pierre Moscovici. A latere dell’ Eurogruppo ha ribadito gli ottimi rapporti con l’Italia e i buoni risultati ottenuti in questi anni, ma al contempo, ha espresso preoccupazione, seppur moderata, sul livello del debito pubblico che proprio ieri ha raggiunto i suoi massimi storici (2.270,4 miliardi di euro, in crescita di circa 10,1 miliardi sul mese precedente).

Moscovici ha poi preannunciato una risposta alla lettera con cui Pier Carlo Padoan chiedeva a Bruxelles una riduzione del deficit dello 0,3% nel 2018. “Ho già detto che la Commissione auspicava un margine di interpretazione perché le misure prese dai diversi Paesi per il 2018, siano di natura tale da permettere che la crescita prosegua”. Bruxelles “auspica la crescita nella zona euro, dappertutto: ed è in questo spirito che lavoriamo con Padoan. L’ Italia è la terza economia dell’Eurozona e presto sarà la terza d’Europa dopo la Brexit”.

 

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Settimana Economica 10 - 16 giugno 2017

 

 



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