Questa settimana il Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha più volte espresso un forte ottimismo per la situazione economica del Paese. Risultato rafforzato dalla revisione al rialzo delle stime del Pil italiano del 2017 (da 1,1% a 1,3% - 1,4%) segnalate da Istat, Fondo Monetario Internazionale, Ocse e da ultimo dalla Banca d’Italia.

Dati positivi ai quali si dovrà aggiungere la riduzione da 0,8 a 0,3 punti per l'aggiustamento del deficit strutturale nella manovra 2018 concessa dalla Commissione Europea, anche se per ora solamente in via informale. Un’ipotesi, ormai concreta, che consentirebbe all’Italia di avere uno sconto sulla prossima legge di bilancio di circa 9 miliardi di euro. Se questo sconto venisse interamente concesso, la Legge di Bilancio per il 2018 partirebbe dalla necessità minima, per le regole europee di recuperare risorse, per 5,5 miliardi.

Secondo il capo del Mef gli ultimi numeri sono il frutto dell’accelerazione degli investimenti e degli effetti positivi generati dall’aumento della domanda interna e estera. Secondo Padoan però i dati positivi non devono trarre in inganno. L’Italia dovrà proseguire lungo strada del consolidamento fiscale, delle riforme e dell’ abbassamento mirato e sostenibile dell’imposizione fiscale .

Nessun sorpresa dal consiglio direttivo della Banca Centrale Europea. L'Eurotower ha lasciato i tassi di interesse invariati con il tasso principale allo 0%, mentre quello sui depositi resta negativo allo -0,4%. Invariato anche il tasso marginale a +0,25%. I tassi si manterranno “su livelli pari a quelli attuali per un prolungato periodo di tempo e ben oltre l'orizzonte degli acquisti netti di attività”.

Nessuna modifica in programma neppure per il Quantitative Easing. Francoforte ha confermato il livello di acquisti per 60 miliardi di euro al mese fino alla fine di dicembre 2017 e in ogni caso finché non riscontrerà un aggiustamento durevole dell'inflazione. La Bce sarebbe pronta ad ampliare il piano di QE in termini di entità o durata in caso di peggioramento dell'economia.

Secondo le stime dell’Istat a giugno l’inflazione cala dello 0,1% rispetto maggio e aumenta dell'1,2% rispetto a giugno 2016. Il rallentamento per il secondo mese consecutivo si deve soprattutto ai beni i cui prezzi di solito presentano maggiore volatilità: alimentari non lavorati ed energetici non regolamentati, che decelerano rispetto al mese precedente (rispettivamente +1,4% da +3,8% i primi e +2,9% da +6,8% i secondi). Compensano solo in parte questo rallentamento i prezzi dei servizi relativi ai trasporti, che accelerano di nuovo (+4,1% da +3,2% di maggio).

 

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Settimana economica 15 - 21 luglio 2017

 



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