L’Istat ha diffuso il documento di revisione dei conti nazionali relativa al biennio 2015-2016. Nel 2015 il Pil è cresciuto dell’1% e non dello 0,8% come precedentemente stimato: si tratta quindi di un rialzo di due decimali.

Confermato per il 2016 un incremento dello 0,9%, poco al disopra dei livelli del 2000, in linea con le stime preliminari diffuse lo scorso marzo. Il Governo aveva stimato per il 2016 un rialzo dello 0,8% dopo lo 0,7% del 2015. Il dato di oggi è quindi superiore alle stime italiane e in linea con quelle della Ue. Di conseguenza è stato corretto di sei decimi il rapporto tra debito e Pil, nel 2016 attestato al 132,0% pari a 2.217.910 milioni di euro. La stima precedente era al 132,6%.  Il 2015 appare quindi come l'anno che ha segnato la performance migliore, con uno scatto rispetto al 2014 (+0,1%).

Nota dolente è l'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche che, in rapporto al Pil è stato nel 2016 pari al -2,5%: si tratta di una revisione in peggioramento di un decimo di punto percentuale rispetto alla stima precedente (il dato del deficit per l'anno scorso era infatti risultato al 2,4% del Pil).

Per il resto, nel 2016 gli investimenti fissi lordi sono cresciuti in volume del 2,8%, i consumi finali nazionali dell'1,3%, le esportazioni di beni e servizi del 2,4% e le importazioni del 3,1%. Il valore aggiunto, a prezzi costanti, è aumentato dell'1,7% nell'industria in senso stretto e dello 0,6% nel settore dei servizi. Si sono registrati cali nel settore delle costruzioni (-0,3%) e nell'agricoltura, silvicoltura e pesca (-0,2%). Per l'insieme delle società non finanziarie, la quota di profitto è pari al 42,2% e il tasso di investimento al 20,2%.

Il reddito disponibile delle famiglie consumatrici ha segnato una crescita dell'1,6% sia in valore nominale, sia in termini di potere d'acquisto. Dal momento che i consumi privati sono aumentati dell'1,5%, la propensione al risparmio delle famiglie è aumentata all'8,6%, dall'8,4% del 2015. Infine la pressione fiscale è scesa dal 43,2% del 2015 a 42,7%.

La Banca centrale europea ha confermato la revisione al rialzo della crescita per il 2017 nell'Eurozona anticipata dal presidente Draghi la settimana scorsa. Nell'Eurozona, si legge nel bollettino dell'Eurotower, il Pil crescerà nel 2017 al 2,2% dall'1,9% precedente, mentre per ora restano invariate quelle per il 2018 e 2019 rispettivamente all'1,8% e all'1,7%.

Per il momento, la Bce manterrà invariato l'orientamento di politica monetaria e deciderà in autunno riguardo una calibrazione degli strumenti di politica monetaria nel periodo successivo alla fine dell'anno. Francoforte spiega che negli ultimi mesi l'inflazione ha registrato un lieve aumento ma nel complesso resta su livelli contenuti e di conseguenza, è ancora necessario un grado molto elevato di accomodamento monetario.

 

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Settimana economica 16 - 22 settembre 2017



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