La crescita economica “in atto nell'area dell'euro mostra segni di crescente tenuta e si sta diffondendo nei diversi settori e paesi”. Lo scrive la Banca Centrale Europea nel Bollettino periodico ricordando come nel primo trimestre dell'anno il PIL dell'area è cresciuto in termini reali dello 0,6% per cento sul periodo precedente, rispetto allo 0,5 dell'ultimo trimestre del 2016.

La crescita è sostenuta principalmente dalla domanda interna, ma può contare anche su alcune spinte esterne positive. Il mercato del lavoro è in grande espansione nonostante permangano alti tassi di disoccupazione. La Bce però sottolinea gli effetti positivi sul reddito reale disponibile delle famiglie e sugli effetti che esso ha generato sulla ripresa dei consumi. Ma a sorprendere sono anche il miglioramento delle condizioni del credito bancario e la graduale ripresa degli investimenti delle imprese.

Nella suo intervento Mario Draghi ha tenuto a sottolineare i rischi per le prospettive di crescita. A preoccupare sono le politiche protezionistiche, la Brexit, la riduzione del debito pubblico e la lenta attuazione delle riforme strutturali.

Yoram Gutgeld, commissario straordinario del Governo per la razionalizzazione e revisione della spesa, ha presentato in Parlamento la relazione annuale sulla Spendig Review. I capitoli di spesa eliminati e/o ridotti nel periodo 2014-2017 (periodo nel quale si sono succeduti i commissari Cottarelli e Perotti, inizialmente con lo stesso Gutgeld), ammontano nel 2017 a 29,9 miliardi di euro annui e sono proiettati a 31,5 miliardi il prossimo anno.

Al netto del costo del personale, la riduzione rappresenta il 18% della spesa corrente. Questa riduzione ha interessato tutti i comparti della PA, ma con effetti differenziati. La pubblica amministrazione centrale ha contribuito per il 24% della spesa complessiva, al netto del costo del personale, mentre i comparti locali hanno contribuito per il 17%.

L’Istat certifica che nel 2016 il Pil nel Mezzogiorno è aumentato dello 0,9%, in linea con quello nazionale (+1%) mentre nel Centro e nel Nord ovest è stato lievemente inferiore (rispettivamente +0,7% e +0,8%). Superiore alla media nazionale, invece, è stato l'andamento nel Nord Est (+1,2%).

Nel Nord-est i risultati migliori riguardano l'agricoltura (+4,5%) e il settore che comprende commercio, pubblici esercizi, trasporti e telecomunicazioni (+2,3%). E' in crescita anche il valore aggiunto dell'industria (+0,9%), dei servizi finanziari, immobiliari e professionali (+0,7%) e degli altri servizi (+0,3%). Risulta in calo solamente il valore aggiunto delle costruzioni (-1,5%).

Per quanto riguarda l’occupazione: nel 2016 l'occupazione al Sud è cresciuta di più che nella media nazionale: secondo l'Istat, l'aumento complessivo è stato dell'1,3% ma nel Mezzogiorno è stato maggiore (+1,6%) così pure nel Nord Est (+1,8%). In calo invece nel Centro (+0,6%).

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Settimana Economica 17 - 23 giugno 2017

 



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