È ufficiale: l'Italia è rimandata a maggio. La Commissione Ue ritiene che la legge di bilancio rischi di non ridurre a sufficienza il deficit e di violare la regola del debito. Presentando il pacchetto autunnale del Semestre europeo, Bruxelles ha spiegato, in relazione all’Italia, che la legge di bilancio presenta una deviazione significativa dal percorso di aggiustamento e sottolineato che il persistere dell'elevato livello di debito pubblico è motivo di preoccupazione per tutta l'eurozona.

L'esecutivo europeo ha inviato ieri una lettera al ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan chiedendo chiarimenti sulla manovra. Il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis e il commissario agli Affari economici Pierre Moscovici chiedono al Governo italiano di garantire un via libera del Parlamento senza annacquare le misure chiave e portando avanti quelle cruciali per centrare una correzione strutturale dello 0,3% del Pil. Secondo Moscovici, in particolare, nella legge di bilancio c'è uno sforzo strutturale dell'Italia sul deficit di 0,1 punti percentuali di Pil, mentre per il 2018 servirebbe uno sforzo aggiuntivo di 0,3 punti.

Ma l'intenzione di Bruxelles non è punitiva e in tutti questi anni ha sempre dimostrato di privilegiare il dialogo. Per ora quindi non arriverà la richiesta di una manovra aggiuntiva. Sembra però certo che nell'Alert Mechanism Report, l'altro documento in arrivo con le pagelle Ue, compariranno invece tutti i punti deboli dell'economia italiana: oltre al debito, ci sono bassa produttività, alta disoccupazione, soprattutto giovanile, alto livello di sofferenze bancarie.

Ma se da un lato l’Unione Europea è preoccupata per il debito pubblico, dall’altro l'Istat ha corretto al rialzo le previsioni di crescita del nostro Paese, allineandosi con la stima inserita dal Governo nella nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza. Secondo l'istituto di statistica, il Pil del nostro Paese crescerà dell'1,5% quest'anno e dell'1,4% nel 2018. Un netto miglioramento rispetto alle previsioni sulla crescita annuale di maggio, quando il pil era visto in aumento soltanto dell'1% nell'anno in corso. Se confermato, sarebbe il tasso di crescita più alto dal 2010.

A contribuire positivamente alla crescita nel biennio 2017-2018 sarebbe la domanda interna. L'apporto della domanda estera netta sarebbe invece marginalmente negativo (-0,1 punti percentuali in entrambi gli anni) e la variazione delle scorte lievemente positiva nel 2017 (+0,1 punti percentuali) e nulla nell'anno successivo.

Buone notizie anche dal mercato del lavoro. L'Istat stima un proseguimento della dinamica positiva, tale da determinare un aumento dell'occupazione sia nell'anno corrente (+1,2% in termini di unità di lavoro) sia nel 2018 (+1,1%) contribuendo ad una progressiva diminuzione del tasso di disoccupazione (rispettivamente 11,2% e 10,9% nei due anni). Quest'anno il tasso di disoccupazione è atteso in moderata diminuzione, dall'11,7% all'11,2%, anche se resterà ancora distante da quello della media dell'area euro.

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Settimana economica 18 - 24 novembre 2017



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