Casaleggio lancia suo think tank “rete è diritto”

A poco più di un mese dal voto e con la figura di Beppe Grillo defilata da settimane, si rafforza ulteriormente il sodalizio tra Davide Casaleggio e Luigi Di Maio, attorno al quale il programma del Movimento 5 Stelle s'intreccia sia con il suo strumento principe, la piattaforma Rousseau, sia con il nuovo think tank in onore del guru del M5S, Davide Casaleggio. A una platea di imprenditori, parlamentari (tra cui Laura Castelli, Massimo Baroni, Vito Crimi e Paola Carinelli) e molti candidati, Casaleggio ha illustrato il manifesto della sua associazione “La rete è diritto, e libertà di pensiero”.

Secondo il manifesto della nuova associazione le priorità sarebbero "Cittadinanza digitale, mobilità elettrica, energia rinnovabile al 50%, voto ai sedicenni, formazione sul digitale, tutela del reddito degli individui, abolizione della caccia, imprenditoria giovanile, città a misura di bambino”.

L’evento, al quale hanno partecipato anche alcuni dei candidati esterni al Movimento come Gianluigi Paragone, Elio Lannutti e Alessia D'Alessandro, giovane consulente di un think tank vicino alla Cdu, ha anche dato l’occasione a Luigi Di Maio per trovare i profili adatti al lancio nelle prossime settimane della sua squadra di Governo.

In buona parte, potrebbe seguire il modello utilizzato per gli uninominali: personalità di alto profilo esterne ai pentastellati. Intanto ieri Alessandro Di Battista ha dichiarato che il suo nome non ci sarà nella lista dei ministri e assicurato che nei prossimi giorni saranno pubblicati i risultati delle parlamentarie, ancora non usciti e che ormai da due settimane agitano la base del movimento.

Salvini punta su immigrazione e legge Fornero

La giornata di Matteo Salvini è iniziata con un nuovo attacco frontale alla sinistra e alle sue politiche sull’immigrazione, da sempre giudicate troppo permissive da parte del segretario della Lega. “La sinistra ha le mani sporche di sangue”, è partito alla carica in riferimento alla ragazza di 18 anni fatta a pezzi e messa in due valigie presumibilmente da uno spacciatore di origine nigeriana.

Il leader della Lega ha fissato i punti chiave dei primi 100 giorni di un eventuale Governo di centro destra: immigrazione, abolizione della legge Fornero e sicurezza, ma anche risarcimento per chi è stato truffato dalle banche.

Per il segretario leghista, il Carroccio sarà il primo partito della coalizione, un risultato che inevitabilmente lo porterà direttamente a Palazzo Chigi. Salvini è convinto che alle prossime elezioni la Lega farà il miglior risultato di sempre ed ha ribadito più volte la possibilità di alleanze alternative a quella con Forza Italia e Fratelli d’Italia.

Per Salvini il centro destra è unito ma “la Lega deve fare da traino” visto che per la prima volta ha “candidati in tutta Italia”, un fatto importante e non trascurabile poiché con queste elezioni passa da una dimensione nordista a una nazionale.

Il segretario durante la presentazione dei candidati alle politiche ha poi raccontato di aver sentito Silvio Berlusconi, costretto ad annullare alcuni impegni politici per stanchezza. “L’ex Cavaliere è in campo”, non in tribuna, “il centrodestra ha bisogno di tutti i suoi giocatori per vincere. Dunque gli auguro salute e lunga vita. Poi conto che sia la Lega a fare il gol decisivo”.

Per Renzi l’obiettivo è far diventare il Pd il primo partito in Parlamento

Matteo Renzi lo ripete da giorni, l'obiettivo è far sì che il Partito Democratico sia il primo gruppo parlamentare. La scommessa del segretario del Nazareno è di arrivare almeno al 25% e di riuscire a strappare più collegi uninominali possibile.

Pur nella consapevolezza che la maggior parte andranno alla colazione di centro destra, Renzi è convito di portarne a casa una buona fetta specie nelle regioni una volta definite "rosse", come Emilia Romagna, Toscana, Liguria, Marche e Umbria.

L’obiettivo di Renzi è ambizioso anche se appare chiaro che i seggi guadagnati dal Partito Democratico di certo non consentiranno di governare autonomamente e probabilmente nemmeno quelli raccolti dall’intera coalizione.

Di fronte ad un risultato per cui nessuno vince diventeranno centrali gli accordi post elettorali per dare vita al prossimo Governo. Ieri Renzi ha chiarito, anche se non vi erano dubbi, che lui non è disposto a fare nessun accordo con il Movimento 5 Stelle e neanche con la Lega di Matteo Salvini e con Fratelli d’Italia. Di alternative non ne rimangono molte.

Nel Pd si procede un passo alla volta: oggi a Bologna verrà presentato il programma. Al momento Renzi ancora non ha pianificato la strategia sul rush finale della campagna elettorale e non è ancora chiaro se girerà l'Italia o sarà solo in alcuni collegi simbolo.

Sicuramente ci sarà una manifestazione di piazza prima del voto ma il ragionamento è che i parlamentari sono sui territori e quindi magari una kermesse si terrà a metà settimana poco prima del 4 marzo. Bisogna insistere sul voto utile: “Mi hanno fatto piacere le parole di Prodi. Un voto a D'Alema è un voto a Salvini. Il Pd e' una squadra, non è Renzi e i suoi amici del calcetto", ha ribadito.



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