Grillo inaugura il nuovo blog separato dal Movimento

Sono passati pochi giorni da quando Beppe Grillo era al fianco del candidato premier Luigi di Maio e di Davide Casaleggio al Viminale per il deposito del simbolo elettorale dei 5 Stelle; ieri il comico genovese ha lanciato il suo nuovo blog: un cambiamento importante che segna chiaramente un allontanamento dal movimento da parte di Beppe Grillo.

Ora sarà la Casaleggio associati a gestire il sito internet, che si chiamerà "ilblogdelleStelle" e al momento mantiene la stessa impaginazione del vecchio blog di Grillo. La piattaforma Rousseau continuerà a svolgere le sue funzioni di "democrazia digitale" per tutti gli iscritti.

Luigi Di Maio, intervenuto a Porta a Porta, ha dichiarato che “Il M5S lo ha iniziato lui ma ora va avanti sulle sue gambe e sempre più forte, questo senza parricidio e senza rinnegare il passato". In sintesi: mentre il M5S si trasforma in un partito lungo l’asse Casaleggio-Di Maio e punta a Palazzo Chigi, Grillo torna Grillo.

La decisione era nell’aria ormai da diverso tempo. Non era un segreto che il comico genovese volesse abbandonare la politica per tornare a fare l’uomo di spettacolo e in diverse occasioni si era lamentato della fatica che gli costava il ruolo di capo politico del Movimento. C’è chi parla di frizioni ormai insanabili con il nuovo corso dettato da Luigi Di Maio e chi sostiene che causa dell’allontanamento sia il rapporto non “speciale” non Davide Casaleggio; resta il fatto che da oggi i Movimento 5 Stelle se la dovrà cavare da solo e le elezioni sono alle porte.

Scontro sul deficit, Salvini sfida Berlusconi

Nel centro destra si è aperto un nuovo fronte tra Berlusconi e Salvini. Il leader della Lega ieri ha tenuto una lunga conferenza stampa nella quale ha presentato la candidatura di due economisti profondamente anti euro, Alberto Bagnai e Claudio Borghi, e ha annunciato che quest’ultimo verrà candidato nel collegio di Siena per sfidare il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan.

Ma soprattutto ha letteralmente sventolato in aria tre dita per dire che del limite del 3% di deficit se ne infischia. “Il numerino 3, se danneggia le imprese e le famiglie italiane, per noi non esiste. Se ci sono regolamenti Ue che danneggiano le famiglie italiane, quei regolamenti per il governo Salvini non esistono: come la Bolkestein, la direttiva Banche. In linea di principio i numerini uno prova a rispettarli, ma se per rispettare questi numerini muori allora non hai il diritto, ma il dovere di rimettere in discussione molte delle regole che governano l’Europa sulle banche, sulla pesca, sull’agricoltura”.

Per il leader del carroccio l’euro rimane un esperimento profondamente sbagliato che in questi anni ha danneggiato il lavoro e l’economia italiana, affermazione rilevante, visto che solamente qualche giorno fa i tre leader del centro destra Berlusconi, Salvini e Meloni avevano trovato l’accordo definitivo sul programma. Ma la volontà del capo della Lega è quella di differenziarsi il più possibile dall’ex Cavaliere alzando continuamente il tiro e lo scontro così da cercare di raccogliere più voti e quindi ambire a essere la guida del centro destra e magari il premier all’indomani delle elezioni. 

Quello di Salvini è uno strappo importante, che mette in cattiva luce Berlusconi visto che solamente due giorni fa il leader di Forza Italia era a Bruxelles per assicurare i vertici del Partito Popolare Europeo che l’Italia, nel caso di una loro vittoria, avrebbe continuato a tenere i conti a posto e rispettato i parametri del Patto di Stabilità.

Renzi prova a chiudere liste. Per Boschi uninominale in Trentino

In casa del Partito Democratico, Matteo Renzi è ancora alle prese con i difficili incastri delle candidature. Intanto Maria Elena Boschi, dopo diverse insistenze per correre anche in un collegio, sarà in campo sia all'uninominale (probabilmente in Trentino contro Micaela Biancofiore) sia al proporzionale. Ma non tutti i nodi sono risolti: frenetici sono in queste ore i contatti con le liste che compongono la coalizione, da Insieme a Civica popolare e +Europa.

Gli alleati sono preoccupati dagli ultimi sondaggi Pd, decisamente poco positivi, che riducono ulteriormente la fetta dei seggi sicuri. Dovrebbe spuntarla Pier Ferdinando Casini, che insiste per correre nell'uninominale a Bologna: il collegio del Senato dovrebbe essere suo. Ancora da risolvere, invece, il nodo Toscana: tanti in fila per alcuni dei pochi posti ancora considerati sicuri, tra cui anche le ministre Lorenzin e Fedeli. A fare pressione sono anche le minoranze interne al partito, con Orlando ed Emiliano che chiedono il rispetto delle proporzioni congressuali (20% ai candidati che fanno riferimento al Guardasigilli e l'11% per la componente vicina al governatore della Puglia).

Le trattative proseguono ed entro oggi si dovrebbe chiudere la partita che riguarda i collegi, per poi definire i listini del proporzionale nei prossimi giorni. Lunedì alle 20, spiega Matteo Renzi, “finalmente, saranno presentate le candidature e potremo presentare le nostre idee”. Ieri intanto il Segretario Dem ha ribadito che il programma “partirà dai risultati raggiunti e non farà promesse mirabolanti” e che potrebbe essere presentato già martedì.



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