Vincono M5S e Lega. Crollo del Pd. Centrodestra prima coalizione. Salvini sorpassa Berlusconi

Dopo mesi di attesa, domenica 4 marzo si sono svolte le elezioni politiche per il rinnovo dei rappresentanti alla Camera e al Senato. A un terzo di schede scrutinate, l’esito del voto sembra netto.

Il Movimento 5 Stelle ha vinto ottenendo circa il 31% dei voti. Il centrodestra è la prima coalizione con circa il 37% dei voti; al suo interno la Lega guidata da Matteo Salvini ha ottenuto il suo miglior risultato di sempre ed è largamente il primo partito della coalizione con circa il contro il 13,7% ottenuto da Forza Italia; Fratelli d’Italia guidata da Giorgia Meloni per il momento ha preso il 4,3% mentre la cosiddetta quarta gamba di Noi con l’Italia ha raccolto l’1,3% non superando la soglia di sbarramento del 3%.

Ma la vera novità di queste elezioni è il crollo del centrosinistra. Il Partito Democratico guidato da Matteo Renzi al momento sarebbe dato intorno al 19,4%. Non sono riusciti a superare la soglia di sbarramento +Europa di Emma Bonino che è arrivata al 2,7%, la lista Civica Popolare di Beatrice Lorenzin che ha raggiunto lo 0,5% e Insieme che ha preso lo 0,6%. Non è andata meglio a Liberi e Uguali che, nonostante sia di poco sopra alla soglia, ha ottenuto 3,4%.

A seguire ci sono la neonata lista di Potere al Popolo che per ora ha raccolto l’1,1%, Casapound che ha ottenuto lo 0,9%, il Popolo della Famiglia con lo 0,7% e Italia agli italiani che ha preso lo 0,4%. Nessuna di loro è riuscita a superare la soglia di sbarramento del 3% e quindi riuscirà a entrare in Parlamento.

Al momento lo spoglio è ancora in corso e non è quindi possibile avere la geografia esatta del voto. Quello che sembra certo è che il centrodestra abbia vinto quasi tutti i collegi uninominali del Nord Italia, che il Movimento 5 Stelle abbia prevalso in quasi tutto il Sud Italia e che il centrosinistra sia in testa in pochissimi collegi uninominali del Trentino Alto Adige, dell'Emilia Romagna, della Toscana e del Lazio, ma non in Umbria e Marche.

I big nei collegi uninominali hanno ottenuto risultati alterni: Matteo Renzi ha vinto a Firenze Senato con il 44% circa; Luigi Di Maio ha stravinto ad Acerra Camera con il 63% circa; Paolo Romani ha vinto a Sesto San Giovanni Senato con il 40%; Renato Brunetta ha vinto a San Donà di Piave Camera con il 50%; Giorgia Meloni ha vinto a Latina Camera con il 46%: Paolo Gentiloni è in testa a Roma Trionfale Camera con il 41%; Emma Bonino è in testa con il 38% a Roma Gianicolense Senato; Marco Minniti è solo terzo nel collegio di Pesaro Camera; Dario Franceschini è solo secondo a Ferrara Camera; Pier Carlo Padoan è in testa di soli due punti a Siena Camera; Maria Elena Boschi ha vinto il collegio di Bolzano Camera; Pier Ferdinando Casini è in testa a Bologna Senato; Valeria Fedeli è seconda per un punto a Pisa Senato; Roberta Pinotti è solo terza a Genova Senato; Graziano Delrio è in testa di un punto a Reggio Emilia Camera; Beatrice Lorenzin ha vinto nel collegio di Modena Camera; Claudio De Vincenti è solo terzo a Sassuolo Camera; Luca Lotti ha vinto il collegio di Empoli Camera; Riccardo Nencini è in testa di un soffio ad Arezzo Senato; Massimo D'Alema ha preso poco meno del 4% a Nardò Senato; Marianna Madia è in testa a Roma Montesacro Camera.

Com’era immaginabile prima del voto, nessuna forza politica ha raggiunto la soglia del 40% nella parte proporzionale e conquistato il 70% dei collegi uninominali. Ne consegue che nessun partito o coalizione potrà governare autonomamente. Per formare il prossimo Governo bisognerà trovare un accordo in Parlamento.

Ma non tutte le possibilità sono ugualmente percorribili. Secondo i numeri, che tuttavia sarebbero ancora incerti, al Movimento 5 Stelle servirebbero circa 90 voti per ottenere la fiducia alla Camera: il partito di Grillo ha già dichiarato che sarà disponibile ad accordi solamente con quei partiti che staranno alle regole del Movimento e che accetteranno il suo programma. Dichiarazioni a parte a oggi l’ipotesi più accreditata è quella di un’alleanza tra pentastellati e Lega.

Secondo i numeri sarebbe impossibile una colazione fra Partito Democratico e Forza Italia. Entrambi i partiti hanno ottenuto dei risultati troppo modesti e Matteo Renzi ha già dichiarato che il Pd andrà all’opposizione. Oggi pomeriggio il segretario dem ha annunciato una conferenza stampa nella quale con ogni probabilità si dimetterà.

Il centrodestra, che non ha mancato di molto il risultato, difficilmente riuscirà a trovare interlocutori in Parlamento: difficile ipotizzare un’alleanza con Liberi e Uguali e con lo sparuto manipolo di eletti di +Europa e Insieme, facile invece ipotizzare che la coalizione, che a questo punto sarà guidata da Matteo Salvini, si spaccherà nel giro di qualche giorno.

Le alternative non sono quindi moltissime e molto dipenderà dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il Capo dello Stato nei prossimi giorni dovrà iniziare un attento lavoro per arrivare a dare un incarico esplorativo; a chi al momento non è dato sapere, anche se Matteo Salvini e Luigi di Maio sono già in attesa alle porte del Quirinale.



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