Completata la squadra di Governo: giurano sottosegretari e viceministri

Ci sono voluti oltre cento giorni dal voto del 4 marzo ma alla fine la squadra del Governo guidato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte è fatta. Ieri pomeriggio a palazzo Chigi c’è stato il giuramento dei 39 sottosegretari e dei sei viceministri che sono stati nominati martedì sera dal Consiglio dei Ministri.

Caloroso il discorso del premier: “Vi do il benvenuto, è un gran piacere guidare questa squadra e un grande onore e spero lo sia anche per voi. Il percorso normativo che siamo chiamati a seguire è scritto nella Costituzione: disciplina e onore, recita l'articolo 54. Abbiamo queste funzioni pubbliche, cercheremo tutti di onorarle con disciplina. Dal punto di vista umano ci metteremo qualcosa in più, ci metteremo il cuore per non lasciare disattese le tante speranze raccolte in questi mesi, le speranze del Paese. Abbiamo tanto lavoro da fare, tutti, l'impegno non ci mancherà e la determinazione neppure”.

Il ministro per i Rapporti con il Parlamento e la Democrazia diretta Riccardo Fraccaro sulla sua pagina Facebook scrive: “Con il completamento della squadra il nostro Esecutivo può lavorare a pieno regime per affrontare le priorità del Paese. Abbiamo mantenuto l'impegno assunto con le Camere di procedere in tempo brevi alla nomina dei viceministri e dei sottosegretari, che svolgeranno un ruolo fondamentale non solo nell'esercizio dei compiti ad essi delegati ma anche nel rappresentare il Governo alle sedute d'Aula e di Commissione. C'è molto da fare per il bene dei cittadini, rimbocchiamoci le maniche”.

Questa sera il Cdm affronterà il nodo deleghe

Questa sera alle 18 è previsto un Consiglio dei Ministri per stabilire le deleghe. Per il momento sembra certo che quella ai servizi segreti rimanga al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e che quella al Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) vada al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti (Lega), mentre le Telecomunicazioni restano al ministro dello sviluppo economico e del Lavoro Luigi Di Maio. Un fatto quest’ultimo che, nonostante le rassicurazioni di Matteo Salvini e Luigi Di Maio, ha messo in allarme Forza Italia ed in particolare Silvio Berlusconi.

Fatto il governo ora tocca alle Commissioni Parlamentari

Chiusa la partita dei sottosegretari e dei viceministri si apre adesso quella delle presidenze delle Commissioni parlamentari. Per la guida della Bilancio al Senato, secondo quanto riferito da fonti parlamentari, viene dato in pole l’esponente del Movimento 5 Stelle Daniele Pesco mentre alla Camera a presiederla potrebbe essere Claudio Borghi della Lega. In una logica di alternanza fra i due partiti di governo, la Commissione Finanze della Camera potrebbe essere presieduta dalla deputata penta stellata Carla Ruocco mentre il leghista Alberto Bagnai potrebbe diventare presidente di quella a Palazzo Madama. 

Asse Pd-FI su Copasir e Vigilanza Rai

Il Partito Democratico cerca la sponda di Forza Italia per trovare un accordo sulle presidenze delle Commissioni di garanzia. Nel tardo pomeriggio di ieri c’è stato un incontro tra i capigruppo dem e quelli azzurri durato circa 40 minuti: è stato definito un patto di reciproca convenienza ed entrambi i partiti hanno convenuto che Copasir e Commissione di vigilanza Rai spettano ai maggiori partiti dell'opposizione e che non può essere la maggioranza a decidere chi debba guidare i due organismi.

L'asse è legato anche ai timori di Forza Italia: la preoccupazione è che, qualora il Copasir toccasse, come sembrerebbe, a Fratelli d’Italia, il M5S possa opporsi all'elezione di un azzurro alla commissione di Vigilanza Rai. Nei giorni scorsi ci sono stati colloqui anche tra i dem e i rappresentanti di Liberi e Uguali e del gruppo misto: il tentativo del partito del Nazareno è quello di cercare un dialogo con le altre forze di opposizione che hanno votato contro il governo.

Il nodo principale appunto è quello del Copasir. Salvini ha offerto la guida dell'organismo a FdI ma il Pd è pronto a portare avanti una battaglia parlamentare a tutto campo. Ha già protestato per la decisione assunta ieri dalla capigruppo del Senato che ha considerato parte dell'opposizione anche chi si è astenuto sul voto di fiducia all'esecutivo.

I giochi però sembra ormai già fatti. Il candidato di Fratelli d'Italia è l'attuale questore Edmondo Cirielli. Quello che è certo è che al momento Forza Italia e Partito Democratico da soli non avrebbero i numeri sufficienti per eleggere Lorenzo Guerini al Copasir e Maurizio Gasparri alla vigilanza Rai.

Proseguono i lavori delle Commissioni speciali di Camera e Senato

Per quanto riguarda il Senato, la Commissione speciale esaminerà il decreto legge sulle ulteriori misure urgenti per gli eventi sismici dell’agosto 2016. A seguire si confronterà sullo schema di decreto legislativo sul trattamento dei dati personali e sullo schema di decreto ministeriale di approvazione del programma pluriennale dello Stato Maggiore della Difesa.

La Commissione Speciale della Camera concluderà l’esame del decreto legge per assicurare il completamento della procedura di cessione dei complessi aziendali di Alitalia e si confronterà sullo schema di decreto legislativo sul trattamento dei dati personali.

L’Assemblea di Montecitorio tornerà a riunirsi a partire 9.30 per concludere l’esame del decreto legge sulle crisi aziendali e successivamente per l’informativa urgente del ministro del Lavoro Luigi Di Maio sul tema degli incidenti sui luoghi di lavoro, a seguito della richiesta avanzata dal gruppo di Leu.

La vicenda stadio della Roma mette in bilico la Giunta Raggi

Nuova 'tegola Roma' sul Movimento 5 Stelle nel giorno in cui, con il giuramento dei sottosegretari, si completa la squadra del governo Conte: l'inchiesta sullo stadio della Roma vede coinvolti, tra gli altri, il capogruppo 5 Stelle in Campidoglio Paolo Ferrara, il presidente dell'ordine degli avvocati di Roma Mauro Vaglio e l'avvocato Daniele Piva (entrambi candidati per il M5S alle ultime politiche, non eletti).

Tra gli eletti in Parlamento, nonostante le parole dure arrivate dai ministri Luigi Di Maio e Danilo Toninelli “chi sbaglia paga”, si preferisce non commentare l'indagine che sta di nuovo facendo tremare la Capitale e la giunta guidata da Virginia Raggi. Il timore è che le vicende del Campidoglio possano ripercuotersi sul nuovo esecutivo, di cui il M5S è azionista di maggioranza in un effetto boomerang che il Movimento vuole a tutti i costi evitare in questa fase politica estremamente delicata.



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