L’Aula del Senato 

L’aula del Senato tornerà a riunirsi alle 9 per la discussione, con votazione a partire dalle 13, della relazione della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari relativa alla domanda di autorizzazione a procedere in giudizio nei confronti di Matteo Salvini sul caso Diciotti.

Il voto su Salvini agita il M5S

In Aula a palazzo Madama ieri pomeriggio è iniziata la discussione generale, con oltre 50 iscritti a parlare. Gli ortodossi M5S alzano il livello di tensione sul voto in Aula per il caso Diciotti, ma, nonostante il rischio serio di un voto contrario di un piccolo drappello di pentastellati, non sono previsti colpi di scena sulla decisione che l’Aula del Senato prenderà sul ministro Matteo Salvini accusato di sequestro di persona aggravato per il caso Diciotti. Formalmente Lega e Movimento 5stellesono tutti schierati per il no e potranno contare anche suoi voti di Forza Italia. “Gli iscritti hanno detto che il Governo ha tutelato un interesse pubblico”, ha ribadito Luigi Di Maio

Ma è evidente che le acque non sono tranquille. A scanso di equivoci oggi il voto sarà palese e lo stesso premier Giuseppe Conte sarà in Aula. A preoccupare non sono solo le senatrici M5S Fattori e Nugnes che hanno finora manifestato la loro intenzione di votare sì all'autorizzazione a procedere per Salvini, ma si parla anche di altri dissidenti, di cui una parte sarebbero tentati di uscire dall'Aula o risultare assenti per evitare scontri diretti con il movimento. A ogni buon conto il capogruppo in Senato Stefano Patuanelli ha avvertito che chi vota in dissenso dalla piattaforma è fuori anche se le espulsioni renderebbero ancora più risicati i numeri della maggioranza in Senato.

Oggi anche Salvini dovrebbe intervenire in Aula, ma per conoscere la sua sorte bisognerà attendere fino alle 19, anche se il voto è previsto per le 13: si dovrà infatti aspettare il termine della seduta pomeridiana per consentire a chi non è presente di votare nel corso della giornata, come prevede il regolamento. 

Le Commissioni del Senato

Nella giornata di oggi le Commissioni non si riuniranno per consentire lo svolgimento del voto in aula su Matteo Salvini.

L’Aula della Camera 

L’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 15 per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. Dopo che ieri il Ministro per i rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta Riccardo Fraccaro ha posto la questione di fiducia sul decreto su reddito di cittadinanza e quota 100, i lavori riprenderanno alle 18.15 con le dichiarazioni di voto sulla fiducia. Alle 19.35 è previsto il voto e successivamente sino alle 23 saranno esaminati gli ordini del giorno. L’Aula di Montecitorio è poi convocata domani alle 9.30 per la conclusione del confronto sugli odg e per la votazione finale che è attesa introno alle 21. 

Le Commissioni della Camera

La Commissione Affari costituzionali svolgerà diverse audizioni nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla proposta di legge costituzionale per la riduzione del numero dei parlamentari. La Giustizia esaminerà le proposte di legge per la tutela delle vittime di violenza domestica e di genere. Alle 15 la Commissione Esteri ascolterà rappresentanti di Edison sulla politica estera energetica dell'Italia tra crisi regionali e rotte transcontinentali.

La Commissione Ambiente ascolterà i rappresentanti dell’Associazione delle aziende di selezione e valorizzazione degli imballaggi multimateriali (ASSOSELE) nell’ambito dell'indagine conoscitiva sui rapporti convenzionali tra il Consorzio nazionale imballaggi (CONAI) e l'ANCI alla luce della nuova normativa in materia di raccolta e gestione dei rifiuti da imballaggio; si confronterà sulla risoluzione per il miglioramento della qualità dell'aria e per l’accessibilità ai relativi dati. La Trasporti ascolterà i rappresentanti del Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni (CNIT) nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulle nuove tecnologie delle telecomunicazioni, con particolare riguardo alla transizione verso il 5G e alla gestione dei big data.

Governo, alta tensione sul decreto sbloccacantieri

Il governo gialloverde è al classico giro di boa, con un numero corposo di dossier sul tavolo che saranno affrontati solo dopo il voto sull'autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini e il voto di sfiducia al ministro dei Trasporti Danilo Toninelli chiesto dalle opposizioni e in discussione domani. Il sospetto regna sovrano in entrambe le anime dell'esecutivo: in casa Lega si lamentano troppi provvedimenti a firma pentastellata e sotto la regia di Di Maio. Lo stesso sbloccacantieri, che oggi alle 14 andrà in Cdm non ha ricevuto l'ok incondizionato della Lega, che lo considera un’aspirina in tema di appalti. Non è un segreto che Matteo Salvini volesse un testo più aggressivo con un riequilibrio di misure al nord come al sud e soprattutto un supercommissario e non un numero indefinito di funzionari, che complicherebbero solo il lavoro. Infine la richiesta di inserire nel testo alcune norme fiscali per gli investimenti è stata rimandata al mittente per non consentire altri condoni dopo quello di Ischia.

Per questo il via libera da parte del Carroccio allo sbloccacantieri non è scontato. Si preannuncia infatti un Consiglio dei ministri lunghissimo, una sorta di resa dei conti su vari dossier. Per ora dalla mischia sembra essere uscito il memorandum sulla via della seta. Dopo una riunione definita tecnica cui hanno partecipato sia Giancarlo Giorgetti che il viceministro alle infrastrutture Edoardo Rixi, è stato dato il via libera di via Bellerio grazie a una seria rimodulazione degli accordi in tema di porti e il rinvio di quelli finanziari e agricoli. Il memorandum può essere firmato, ma il vero nodo da sciogliere tuttavia resta il posizionamento del premier Giuseppe Conte, sempre più spostato verso l'ala 5Stelle. A nulla sono valse le parole del presidente del Consiglio sul caso Diciotti e sulle politiche per la gestione dell’immigrazione volute da Salvini.

M5S e Lega tornano a mettere gli occhi su Bankitalia

L'addio del direttore generale di Bankitalia Salvatore Rossi, che con una lettera ai dipendenti di palazzo Koch ha comunicato la sua indisponibilità a un secondo mandato dopo 43 anni nell'istituto, riapre la partita delle nomine. Il Movimento 5 stelle e la Lega apprezzano il gesto di Rossi e puntano su un rinnovamento dei vertici dell'istituto. Le due forze politiche chiedono un cambiamento, con Luigi Di Maio che si è intestato la partita per evitare la conferma di Signorini alla carica di vicedirettore generale, ma il dossier non è di competenza delle forze della maggioranza. Di fatto però l'addio di Rossi porta di nuovo Bankitalia sotto i riflettori della politica: una delle soluzioni, osservano fonti della maggioranza, è quella interna, ovvero l'attuale vicedirettore generale Fabio Panetta

Sul dossier Bankitalia restano convergenti le posizioni tra i due vicepremier: “Non possiamo confermare le stesse persone che sono state nel direttorio di Bankitalia”, dice Luigi Di Maio; “Ora dev'essere Bruxelles a risarcire i risparmiatori beffati con i suoi soldi e non con quelli stanziati dal nostro governo”, ha scritto oggi su facebook il sottosegretario agli Affari Regionali M5S Stefano Buffagni. “Siamo qua perché' chi doveva controllare non ha controllato, la Banca d'Italia e Consob andrebbero azzerati”, ha spiegato Salvini insistendo sulla necessità di rimborsare i risparmiatori truffati dalle banche. 

 



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