Fiammata spread, Tria preoccupato. Allarme Bce su banche

È stata una giornata nera quella della vigilia del verdetto finale dell'Ue sulla manovra: lo spread ha toccato i 335 punti base, sfondando la soglia dei 330 per poi ripiegare e chiudere a 326; la Borsa ha girato in negativo e i Btp Italia hanno registrano un nuovo flop mostrando un calo della fiducia da parte dei risparmiatori. Per la Bce, che arriva a evocare un caso Grecia, non resta dunque che incrociare le dita e sperare che le banche non vengano schiacciate dal dibattito politico. Se il ministro dell'Economia Giovanni Tria, che pure ieri ha difeso davanti all'Eurogruppo la legge di bilancio, non ha paura di dichiarare la sua preoccupazione ai giornalisti, i due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio continuano però a scommettere sul futuro, certi che nei prossimi giorni anche il differenziale con i Bund tedeschi tornerà più mansueto.

La Commissione europea si comporta come “un muro di gomma ma quando avrà preso le sue decisioni le tensioni scenderanno”, è la convinzione del leader 5S. Chiede rispetto all'Europa e ai mercati anche il numero uno della Lega, secondo il quale l'unica ragione che potrebbe spiegare uno spread attestato su livelli alti sarebbe da ricercare in atteggiamenti speculativi contro i quali si annuncia battaglia. E a sera il suo braccio destro Giancarlo Giorgetti, vede infatti nello stop allo short selling la soluzione: “Speriamo che si vieti finalmente la vendita allo scoperto anche in Italia”, un'ipotesi che potrebbe comportare il coinvolgimento di Consob ma che è ancora tutta da mettere a punto.

Il nervosismo sui mercati per il Presidente dell'Eurogruppo Mario Centeno è in realtà la dimostrazione che il nuovo Draft budgetary plan presentato a Bruxelles dal governo italiano non basta: “L'aggiornamento non migliora la situazione in termini di costi del finanziamento del debito e lo vediamo sui mercati oggi giorno, che significa che non ha dissolto le preoccupazioni sulla strategia di bilancio dell'Italia”. E oggi arriverà l'annunciata bocciatura di Bruxelles, che aprirà la via alla procedura d'infrazione per debito eccessivo. Il quadro potrebbe aggravarsi perché il giudizio della Commissione europea s’incrocerà con la pagella dell'Ocse e con i nuovi dati Istat sul pil 2019-2020 difficilmente lusinghieri.

Anticorruzione: ipotesi fiducia, rischio ingorgo con il Decreto Sicurezza

Il testo del ddl anticorruzione deve essere approvato così com’è, l'Aula della Camera deve dare il via libera allo stesso testo licenziato dalle Commissioni, salvo piccole modifiche ma assolutamente concordate: è la linea del Movimento 5 Stelle, dopo che il Governo è stato battuto su un emendamento a scrutinio segreto, che modifica il ddl nella parte relativa al reato di peculato rendendolo più morbido. Il capogruppo pentastellato Francesco d'Uva puntualizza: “Va trovata una soluzione, il ddl va approvato senza modifiche oppure possiamo anche andare tutti a casa”. Meno catastrofista la linea dell'alleato di governo: Matteo Salvini derubrica quanto accaduto in Aula a “incidente di percorso” e garantisce che “Ora acceleriamo e approviamo il ddl anticorruzione”. Al momento, però, spiegano fonti di maggioranza, non c'è una soluzione condivisa sul tavolo.

E spunta l'ipotesi della fiducia, con un maxiemendamento che sostituisca interamente il testo all'esame dell'Assemblea di Montecitorio, riportandolo al contenuto originario, ovvero senza la norma modificata dall'emendamento a prima firma Catello Vitiello, ex M5s poi espulso perché affiliato alla massoneria e quindi passato al Misto. Ma c’è il rischio d’ingolfamento dei lavori, essendo che sul decreto sicurezza, ancora all'esame della commissione Affari costituzionali, pesano oltre 600 emendamenti e le perplessità di una quindicina di pentastellati che chiedono di rivedere alcune norme. Se Governo e maggioranza, infatti, dovessero porre la questione di fiducia sul ddl anticorruzione, rischia di slittare il decreto sicurezza, che deve approdare in Aula venerdì. Insomma, M5s e Lega si potrebbero trovare di fronte a una scelta di priorità, e mentre il decreto Sicurezza è caro alla Lega, il ddl anticorruzione lo è ai 5 stelle.

Berlusconi vede Mattarella: preoccupazione per manovra

Silvio Berlusconi vuole tornare a essere attivo nel panorama politico e benché non abbia ancora deciso se candidarsi o no alle elezioni europee tifa per la caduta del Governo giallo-verde e guarda con fiducia ai possibili scenari. È stato questo il motivo, secondo quanto si apprende da fonti azzurre, dell’incontro, strettamente privato, con il capo dello Stato Sergio Mattarella avvenuto qualche settimana fa. È stato lo stesso Cav a chiedere di essere ricevuto al Colle e, a tu per tu con Mattarella l'ex premier avrebbe condiviso non solo le sue preoccupazioni per la manovra presentata da Lega e M5S ma anche per i risvolti che questo braccio di ferro con la Commissione Ue potrebbe avere per il Paese. Nel colloquio Berlusconi non avrebbe fatto mistero della sua convinzione che questo Governo abbia vita breve e che il centrodestra sia pronto a prendere le redini: scenari futuri che il Presidente avrebbe ascoltato senza entrare nel merito della vita del Governo e sulla legislatura.

L’Aula della Camera

L’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 11 per proseguire l’esame della proposta di legge sul contrasto dei reati contro la Pubblica amministrazione, la pdl sull’accertamento delle violazioni in materia di sosta da parte dei dipendenti delle società concessionarie della gestione dei parcheggi e delle aziende esercenti il trasporto pubblico di persone, e delle mozioni sul contrasto della violenza neofascista e neonazista. Come di consueto mercoledì alle 15 è previsto lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Le Commissioni della Camera

La Commissione Affari costituzionali si confronterà sul decreto sicurezza e immigrazione. La Esteri ascolterà Enrico Giovannini, portavoce dell'Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), nell’ambito dell’indagine conoscitiva sull'azione internazionale dell'Italia per l'attuazione dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. La Bilancio, a partire dalle 14.30, proseguirà l’esame del disegno di legge di bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e di bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021. Ieri pomeriggio è scaduto il termine per l’indicazione da parte dei gruppi parlamentari degli emendamenti segnalati: nel complesso sono state oltre 700 le proposte di modifica.  Le votazioni dovrebbero quindi iniziare oggi con l’obiettivo di concludere l’esame della legge per l’approdo in Aula mercoledì 28.

La Finanze esaminerà la proposta d’istituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario. La Ambiente delibererà un'indagine conoscitiva sui rapporti convenzionali tra il Consorzio nazionale imballaggi (CONAI) e l'ANCI alla luce della nuova normativa in materia di raccolta e gestione dei rifiuti da imballaggio. La Attività produttive proseguirà il ciclo di audizioni sulla risoluzione per la riscossione degli oneri generali del sistema elettrico. La Lavoro si confronterà sulle risoluzioni per la salvaguardia degli attuali livelli occupazionali nel settore dell'industria automobilistica, con particolare riferimento alla situazione del gruppo FCA e sulla pdl relativa all’ordinamento e alla struttura organizzativa dell'Istituto nazionale della previdenza sociale e dell'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro.

La Affari Sociali svolgerà diverse audizioni nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulle cure palliative e terapia del dolore, con particolare riferimento all'ambito pediatrico. La Commissione Agricoltura esaminerà la pdl per lo sviluppo e la competitività della produzione agricola e agroalimentare e dell'acquacoltura ottenuta con metodo biologico, e ascolterà i rappresentanti della Coalizione  #CambiamoAgricoltura (AIAB, Associazione per l'agricoltura biodinamica, FAI, Federbio, Legambiente, Lipu, Più natura e WWF) sulle proposte di riforma della politica agricola comune (PAC) per il periodo 2021-2027.

L’Aula del Senato

Dopo che nella giornata di ieri sono state approvate diverse proposte di legge di ratifica di trattati internazionali, l’aula del Senato tornerà a riunirsi alle 18.30 per le comunicazioni del Presidente sul calendario dei lavori. Ieri doveva cominciare l’esame del decreto fiscale, della legge europea 2018 e della relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione Europea per l'anno 2018 e di quella per il 2017, ma a causa della mancata conclusione dell’esame da parte delle Commissioni l’inizio dei lavori è stato rinviato.

Le Commissioni del Senato

Per quanto riguarda le Commissioni, nell’arco della settimana la Affari Costituzionali si confronterà sul disegno di legge per la riduzione del numero dei parlamentari. La Giustizia, in sede riunita con l’Industria, esaminerà il ddl sulla class action. La Finanze si confronterà sul decreto fiscale. La Commissione Lavori pubblici alle 14.30 ascolterà il Presidente dell'Automobile Club d'Italia (ACI) sulle attività dell'Ente e successivamente si confronterà sul ddl relativo ai mezzi elettrici negli hub aeroportuali.

La Commissione Agricoltura ascolterà i rappresentanti di Confcommercio e Federalimentare sulle misure di tutela contro le pratiche commerciali sleali nella filiera alimentare. La Commissione Industria proseguirà il ciclo di audizioni sulla produzione e vendita di pane. La Salute svolgerà alcune audizioni sul disegno di legge relativo ai disturbi del comportamento alimentare. La Territorio proseguirà il ciclo di audizioni sulla normativa dei nitrati di origine agricola. La Politiche dell’Unione Europea proseguirà l’esame della legge europea 2018, della relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione Europea per l'anno 2018 e della relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea riferita all'anno 2017.



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