Scontro M5S-Lega sulle trivelle. Costa minaccia di lasciare

Un decreto che rischia di decadere e un ministro che minaccia di lasciare: sono gli effetti di uno scontro durissimo nella maggioranza sullo stop alle trivellazioni voluto dal M5S. Il braccio di ferro prosegue fino a notte e blocca l'esame del decreto semplificazioni, che di rinvio in rinvio non è ancora approdato nell'Aula del Senato. Il M5S non molla: il ministro dell'Ambiente Sergio Costa dice di essere disposto a farsi sfiduciare, pur di non firmare autorizzazioni a trivellare. Ma la Lega replica tranchant: “Il Parlamento è sovrano, la decisione è politica”.

L'impasse sulle trivelle fa di nuovo arrivare a livelli di guardia le tensioni in maggioranza. Non solo le grandi opere come la Tav ma anche le nomine, a partire dalla Consob, sono bloccate. Intanto il decretone su reddito di cittadinanza e quota 100, a una settimana dal varo, non è ancora stato bollinato dalla Ragioneria dello Stato per problemi di coperture. Dal Governo assicurano che entro questa sera il testo sarà al Quirinale per la firma del Capo dello Stato, ma l'esame in Parlamento già promette scintille.

Il caso trivelle, del resto, non è un precedente promettente. Si tratta da giorni: per i Cinque Stelle, a maggior ragione dopo aver ceduto sul Tap, fermare le trivelle è diventata questione di vita o di morte politica. Ma la distanza dalla Lega è enorme: Matteo Salvini sarebbe favorevole a proibire le trivellazioni entro le 12 miglia dalla costa ma non allo stop totale che farebbe perdere moltissimi posti di lavoro. Perciò i leghisti hanno bloccato la proposta di accordo che lunedì il M5S dava già per acquisita: sospendere per due anni la ricerca di idrocarburi, lasciando proseguire la produzione per chi l’avesse già avviata.

Dopo giorni di trattative anche l'ultima offerta M5S, che prevede di sospendere le concessioni non per 24 ma per 18 mesi, è stata respinta con il risultato che M5S, a sua volta, ha bloccato un emendamento voluto dalla Lega per affidare alle Regioni, alla scadenza delle concessioni, le grandi centrali idroelettriche. Fonti M5S ipotizzano che possa saltare l'intero decreto semplificazioni. L'idea è blindare il testo in Senato con la fiducia per poi mandarlo alla Camera per l’approvazione definitiva che comunque dovrà avvenire entro il 12 febbraio; ma senza un accordo politico non si va avanti.

Moscovici, raccomandazione Ue su manovra bis dopo le elezioni

Per il Commissario europeo agli affari economici Pierre Moscovici sulla necessità di un’eventuale manovra correttiva dei conti italiani “non ci saranno raccomandazioni prima delle elezioni europee”. Il prossimo passaggio sarà il giudizio di febbraio sull'andamento del Pil dell'Italia. “Ciò che è sicuro, sottolinea, è che l'accordo di dicembre è stato firmato sul consenso delle previsioni del momento. Ora si dovrà tenere conto della crescita come si manifesta e continuare la discussione nel nuovo contesto. Vedremo le nostre previsioni in febbraio”.

Conosciamo la situazione italiana, la misura del debito è un tema da tenere sotto controllo, sebbene si sia avuto un buon accordo col governo Conte. La situazione delle banche, ci ha rassicurato Tria, non comporta rischi sistemici anche se ci sono situazioni particolari che vanno seguite bene. L'Italia è un attore importante per l'economia europea. Il nostro auspicio è che persegua la riduzione del debito e il sostegno allo sviluppo”. Con l'accantonamento dei due miliardi in manovra “abbiamo regolato il problema per il 2019, restano il 2020 e il 2021. Vedremo tutti insieme cosa conviene fare nelle prossime tappe”.

Duello Roma-Parigi. Conte, seggio Onu vada all'Ue

Il nuovo fronte di scontro con Parigi lo apre il premier Giuseppe Conte, che dismette le vesti di mediatore e sfida la Francia su uno dei temi più cari al suo Presidente: l'europeismo. Ma poi assicura che “Italia e Francia hanno una tradizione di rapporti che non viene messa in discussione; si tratta di affrontare i temi politici critici nell'agenda europea e internazionale in modo molto sereno”. Da Parigi è la ministra per gli affari europei Nathalie Loiseau a chiedere di chiudere le polemiche: “Non vogliamo giocare al concorso di chi è più stupido”.

Quel che è certo è che per tutta la giornata non si sono fermate le stoccate nei confronti della Francia. Il premier da Davos e i vicepremier da Roma sono tornati su diversi fronti di polemica, dai migranti a Fincantieri, fino agli ex terroristi rifugiatisi oltralpe. Poi è arrivata la stoccata finale di Conte sul Consiglio di sicurezza dell’Onu all’indomani della firma del trattato di Aquisgrana, durante il quale la Francia ha assicurato il suo appoggio a Berlino che da tempo aspira a un seggio permanente. Il Premier ha aperto alla possibilità che il seggio venga dato all’UE e non alla Germania.

L’Aula del Senato

Dopo che nella giornata di ieri sono state discusse le risoluzioni sulla relazione del Ministro Alfonso Bonafede sull'amministrazione della giustizia, l’aula del Senato dovrebbe tornare a riunirsi alle 9.30 per iniziare l’esame del decreto semplificazioni, ma, considerato che le Commissioni Affari Costituzionali e Lavori Pubblici devono ancora concludere l’esame degli emendamenti, l’inizio del confronto sarà molto probabilmente nuovamente rinviato. Alle 9 è comunque prevista una Capigruppo nella quale si deciderà, sempre ammesso che l’impasse sulla questione trivelle sia stata superata, come aggiustare nuovamente i lavori dell’Aula.

Le Commissioni del Senato

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali proseguirà il ciclo di audizioni sul disegno sulla prevenzione di maltrattamenti a danno di minori, anziani e disabili nelle strutture pubbliche e private, e in sede riunita con la Lavori Pubblici concluderà l’esame del decreto semplificazioni. L’Istruzione proseguirà il ciclo di audizioni nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul Fondo unico per lo spettacolo (FUS).

La Commissione Industria ascolterà i rappresentanti dell'azienda Grande Impero sul disegno di legge per la produzione e la vendita di pane. La Territorio dibatterà lo schema di decreto ministeriale per il riparto degli stanziamenti del Ministero dell’ambiente per l’anno 2018 relativo a contributi a enti, istituti, associazioni, fondazioni e altri organismi. Infine la Politiche dell’Unione Europea esaminerà la legge di delegazione europea 2018.

L’Aula della Camera

L’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi domani alle 10.30 per proseguire la discussione delle interpellanze e interrogazioni. A seguire riprenderà l’esame della proposta di legge costituzionale per la modifica dell'articolo 71 della Costituzione in materia di iniziativa legislativa popolare.

Le Commissioni della Camera

La Commissione Giustizia proseguirà l’esame della proposta di legge, fortemente voluta dalla Lega, relativa alla legittima difesa e si confronterà sulla pdl relativa al voto di scambio politico-mafioso e su quella per la tutela delle vittime di violenza domestica e di genere. Svolgerà poi alcune audizioni sulla pdl di delega al Governo per l'istituzione del Tribunale superiore dei conflitti presso la Corte di cassazione. Alle 13, la Commissione Bilancio, con la Politiche dell’Unione Europea, ascolterà il Direttore generale aggiunto della Direzione generale Bilancio della Commissione europea Silvano Presa nell'ambito dell'esame del pacchetto di Atti dell'Unione europea riguardanti il quadro finanziario pluriennale 2021-2027.

Alle 9, la Finanze, in sede congiunta con la Finanze del Senato, ascolterà i rappresentanti della Consob e alle 13 alcuni esperti sul decreto, approvato la settimana scorda dal Cdm, sul sostegno della Banca Carige Spa - Cassa di risparmio di Genova e Imperia. La Trasporti proseguirà il confronto sulla proposta di legge per la promozione dell'uso condiviso di veicoli privati. La Affari Sociali proseguirà il dibattito sulla proposta di legge sulla Rete nazionale dei registri dei tumori. La Commissione Politiche dell’Unione Europea si confronterà sulla Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nell'anno 2019.



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