matteo-renzi-italicumNell'Aula di Montecitorio entrerà nel vivo la discussione sulla legge elettorale. I nemici dell'Italicum stanno preparando le “barricate” per impedire al Pd e a Forza Italia di approvare un testo ritenuto “antidemocratico” e “iniquo”. La rivolta è guidata dagli esponenti dei “piccoli”; Sel, Lega, Fratelli d'Italia, Scelta civica e Udc non vogliono scendere a patti con chi sta cercando di prendersi la maggioranza dei seggi pur non avendo i voti necessari. Anche il MoVimento 5 stelle non vede di buon occhio la formula nata dall'accordo tra Renzi e Berlusconi. Per capire che aria tiri nel Palazzo, basti pensare che ieri Roberto Speranza, presidente dei deputati del PD, e Alessandro Di Battista, deputato pentastellato, sono quasi venuti alle mani nei pressi della sala stampa della Camera; rissa evitata solo dal pronto intervento dei commessi. Insomma, l'atmosfera continuerà ad essere pesante e carica di tensione. Un crescendo che aumenterà mentre l'Aula sarà chiamata ad esprimersi sulle pregiudiziali di costituzionalità delle norme con cui si prevede di eleggere Camera e Senato.

Renzi ha portato a casa il primo importante risultato della sua segreteria; il primo voto sulla normativa elettorale arriverà entro pochi giorni. Proprio come il sindaco di Firenze aveva promesso ai suoi sostenitori all'indomani del successo incassato alle Primarie. Il segretario Pd non si mostra particolarmente preoccupato per le insidie che rischiano di minare il cammino parlamentare, ancora lungo, delle regole che nel suo disegno dovranno servire per battezzare la prossima legislatura. Di fronte allo spettro dei franchi tiratori si dice “sereno”. E ai mal di pancia dei piccoli partiti replica: “È normale non apprezzino la legge ma agli italiani interessa che le cose si facciano”. La sicurezza di Renzi potrebbe essere demolita dalle dinamiche interne a Montecitorio, su ogni pregiudiziale – cinque quelle presentate, da Sel, Lega, Fdi, M5S e Per l'Italia – potrà essere richiesto il voto segreto. Scrutinio in cui ogni componente dell'assemblea si potrà sentire libero di votare secondo coscienza, ipotesi che terrorizza l'ala renziana del Pd ed i fedelissimi di Berlusconi in Forza Italia. Non a caso, la tarda serata di ieri è stata caratterizzata da una lunga serie di incontri tra le varie componenti dei due partiti. Soprattutto nel Pd, c'è la paura che il voto sulla legge elettorale possa innescare una dinamica simile a quella vissuta dal centrosinistra durante l'elezione del Capo dello Stato.

I maggiori pericoli per l'Italicum rischiano però di arrivare dai banchi degli azzurri, i più critici nei confronti del Cavaliere, ritenuto colpevole di aver mortificato la classe dirigente del partito con la nomina dell’ex direttore del TG4, Giovanni Toti, a consigliere politico, potrebbero usare la normativa elettorale per far saltare il banco del patto con il Pd. Qualora dovessero essere bocciate tutte le pregiudiziali si aprirebbe la battaglia sugli emendamenti; in Aula sono infatti arrivate oltre 400 proposte di modifica. Le stesse poste all'attenzione della commissione Affari costituzionali, che non ha potuto esaminarle a causa dell'occupazione organizzata dal MoVimento 5 stelle. Insomma, ci sono tutti gli ingredienti per trasformare la giornata odierna in un banco di prova per la tenuta dell'intera legislatura. D'altronde Renzi è stato molto chiaro: “Chi affosserà questa proposta di legge affosserà la legislatura”. Le tensioni della dialettica parlamentare finiranno per scaricarsi anche sugli organi di garanzia.

Il M5S ha anticipato di voler fare ricorso alla Corte costituzionale contro la “tagliola” adoperata dalla presidente Boldrini durante la discussione sul dl “Imu-Bankitalia”. Azione che sarà accompagnata dalla richiesta di messa in stato d'accusa del Presidente della Repubblica, ritenuto responsabile di “attentato alla Costituzione” per non aver tutelato le minoranze e per aver omesso un accurato controllo sugli ultimi decreti-legge licenziati dall'Esecutivo. Il premier Enrico Letta dovrà quindi misurare le sue prossime mosse con molta cautela. Aver legato la presentazione del nuovo patto di coalizione al voto sulla legge elettorale potrebbe presto rivelarsi un grave errore. Non a caso, l'ordine del giorno del Consiglio dei Ministri di oggi prevede argomenti “neutrali”. È degno di nota solo il “Collegato agricoltura”; disegno di legge recante “Disposizioni in materia di semplificazione, razionalizzazione e competitività agricole del settore agricolo, agroalimentare e della pesca”.



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