Questa settimana le Assemblee di Camera e Senato non si riuniranno. Le rispettive conferenze dei capigruppo hanno deciso di sospendere i lavori per consentire a ciascuna formazione politica di concentrarsi sull’ultima settimana di campagna elettorale delle elezioni amministrative che si terranno domenica prossima; si voterà dalle 7 alle 23, mentre l’eventuale secondo turno, per i soli Comuni che superano i 15.000 abitanti, è previsto per domenica 19 giugno.

Ed è proprio sulle elezioni amministrative che si concentra la massima attenzione politica di questi ultimi giorni. Analizzando la situazione di Milano, la corsa per il successore di Giuliano Piasapia, che ha scelto di non ricandidarsi per un secondo mandato, è inevitabilmente sotto i riflettori e rappresenta una sfida centrale per il Partito Democratico del Presidente del Consiglio Matteo Renzi che dopo il grande risultato di Expo2015 ha la necessità di una conferma, ma anche per il centrodestra e il Movimento 5 Stelle

Nel complesso saranno circa un milione i cittadini milanesi chiamati alle urne per le amministrative di domenica prossima e per l’eventuale ballottaggio del 19 giugno. Per far fronte a questi altissimi numeri sono stati predisposti 1.248 seggi in 201 scuole ai quali sono stati aggiunti 64 seggi speciali allestiti in strutture come ospedali, carceri, case di riposo e di cura.

A differenza delle altre grandi città, a Milano la competizione elettorale sembra seguire ancora il vecchio schema bipolare fra le due coalizioni principali: la conquista di Palazzo Marino si gioca fra il centrosinistra, che ha candidato l’ex commissario all’Expo Giuseppe Sala, fortemente sostenuto dal Partito Democratico di Matteo Renzi e da altre 3 liste, e Stefano Parisi che corre per lo schieramento di centrodestra, che include FI, Lega Nord e Milano Popolare (lista che include importanti politici del Nuovo Centro Destra come Maurizio Lupi). Il Movimento Cinque Stelle, mai realmente in corsa per la vittoria, propone la candidatura a sindaco di Gianluca Corrado, avvocato che ha sostituito in corsa e non senza polemiche Patrizia Bedori, uscita vincente dalle “comunarie” grilline.

Secondo i recenti sondaggi proposti da Termometro Politico, il candidato del Partito Democratico Giuseppe Sala raccoglierebbe il 40% delle preferenze, mentre il candidato di centrodestra Stefano Parisi, in netta ripresa rispetto alla prima settimana di campagna elettorale, si attesterebbe al 38%. Determinante per la rincorsa sembra sia stato il ritiro dalla competizione e l’immediato endorsement dell’ex candidato a sindaco Corrado Passera di Italia Unica che, secondo le rilevazioni di qualche settimana fa, era stimato sopra il 6%. Salvo colpi di scena dell’ultimo momento sembra orami scontato il ballottaggio fra i due candidati che di fatto rappresentano le uniche alternative politicamente credibili nel complesso dei concorrenti alla guida di palazzo Marino. Il candidato del Movimento 5 Stelle è infatti stimato di poco sopra al 13% e sembra davvero difficile che la situazione possa realisticamente migliorare. Idem dicasi per altre 7 liste che nel complesso raccoglierebbero meno dell'8% delle preferenze e che comprendono gli outsider Basilio Rizzo di "Milano in Comune", Marco Cappato dei Radicali, Luigi Santambrogio di "Alternativa Municipale", Nicolò Mardegan di "Noi X Milano", Maria Teresa Baldini dei "Fuxia People" e Natale Azzaretto del Partito Comunista dei Lavoratori.

Ieri sera negli studi di Sky si è svolto l’attesissimo dibattito all'americana, moderato dal giornalista Gianluca Semprini, fra il candidato del centrosinistra Giuseppe Sala, quello del centrodestra Stefano Parisi e quello dei grillini Gianluca Corrado. Com'era da immaginarsi sono stati molti i temi toccati come sicurezza, migranti, smog, tasse, la costruzione di una moschea, il post Expo, la casa, il bilancio comunale. Il dibattito è stato privo di colpi di scena ed è stato dominato dal fair play fra i candidati che hanno preferito concentrarsi maggiormente sui temi che sullo scontro diretto. D’altronde è ancora vivo il ricordo e il peso politico che assunsero le accuse infondate dell’allora Sindaco uscente Moratti nei confronti di Giuliano Pisapia nel dibattito che si tenne a Sky 5 anni fa.

Il primo tema affrontato ha riguardato l’attualità: il nubifragio che, ieri mattina, si è abbattuto su Milano. Secondo Parisi "bisogna avere maggior dettaglio nella cura della città"; Corrado ha parlato di una questione strutturale: non bisogna "ragionare in termini emergenziali ma operare dove ci sono abusi"; per Sala si tratta, invece, "di saper fare le cose. Sono pronti 150 mln di euro per essere investiti". Sul tema sicurezza, centrale nella campagna elettorale, per il candidato grillino Corrado le parole d'ordine sono "rivitalizzare le periferie", per Sala, forse più attento a catturare l’attenzione dell’elettorato di centrodestra in particolare sulla delicata questione dell’immigrazione, serve affrontare il tema "in modo diffuso: nel mio piano ho previsto 300 persone in più tra vigili e militari, ma anche l'uso delle telecamere. Milano non è un Far West". All'opposto Parisi: "Non sono io a sentirmi insicuro, sono i milanesi. Bisogna puntare sulla tecnologia e sul lavoro d'intelligence. E poi ripristinare i vigili di quartiere che erano stati introdotti da Albertini e che Pisapia ha cancellato".

Sul fronte della delicata questione dell’ipotesi di costruzione di una moschea, Sala ha citato l'articolo 19 della Costituzione, "diritto di culto e propaganda" e si è detto convinto della necessità di prevedere un'unica grande moschea così da chiudere una parte di quelle piccole; Parisi propone invece di chiudere alcune delle 30 moschee presenti, in particolare quelle che non rispondono a criteri di trasparenza e sicurezza. Corrado ne regolarizzerebbe 15/16 su 30. Alla domanda "se aveste un bonus da 100 mln di euro come lo investireste per contrastare l’inquinamento?" Parisi ha proposto incentivi per l'adeguamento delle caldaie in tutta l'area metropolitana, Corrado la mobilità sostenibile con la creazione di una Ztl elettrica al posto dell'Area C, mentre Sala chiederebbe al Governo di finanziare gli investimenti per cambiare le caldaie di modo che non ci siano costi per gli utenti. Per la campagna elettorale, Sala ha speso quasi 1 mln di euro, Parisi ha dichiarato di averne utilizzati 450.000 e raccolti 650.000, e Corrado 25.000. Se fosse eletto sindaco, la prima cosa che Parisi chiederebbe a Renzi sarebbe "un atteggiamento più istituzionale nei confronti di Milano"; Corrado di "cessare le politiche economiche elettorali, come gli 80 euro, e più rispetto per i territori" e Sala un aiuto per ristrutturare le case in periferia.

Alla fine, i tre candidati sindaco di Milano hanno avuto un minuto e mezzo a testa per un appello finale agli elettori. Parisi ha sostenuto che "Milano ha bisogno di cambiare, di essere migliore, di avere meno tasse, meno burocrazia, più servizi e più decoro: credo che quindi Milano abbia bisogno di un'amministrazione moderna e tecnologica". Corrado ha detto di volere una Milano "policentrica che dia possibilità a tutti e una migliore qualità della vita", sottolineando la "differenza fra il Movimento 5 Stelle e gli altri schieramenti: noi siamo liberi" dai partiti e dagli sponsor e rilanciando la creazione, grazie al recupero delle aree dismesse, del Central Park milanese. A Sala è toccato l'ultimo appello: l'ex commissario Expo ha detto che è stata "una decisione felice" entrare in politica "perché' credo nella Milano della speranza che non cede alla Milano della paura". Quindi, "avremo l'ossessione di non lasciare indietro nessun milanese e di dare un’opportunità a tutti".

A pochi giorni dal voto la campagna elettorale inizia quindi a scaldarsi; oggi Matteo Renzi sarà a Milano mentre i leader del centrodestra si ritroveranno solo l'ultimo giorno, venerdì, in piazza Gae Aulenti, per l'unico appuntamento a sostegno di Parisi: è annunciata la presenza sia di Berlusconi sia di Matteo Salvini, impegnati in un derby a distanza per intestarsi la guida della futura alleanza a livello nazionale. A cinque anni di distanza, le elezioni per il Sindaco di Milano tornano ad avere un valenza politica nazionale per i futuri equilibri politici e soprattutto per l’orizzonte del Governo in vista dell’appuntamento referendario di ottobre autunno e delle prossime elezioni politiche.



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