In Aula del Senato possibile fiducia sul decreto Salvini

L’aula del Senato tornerà a riunirsi alle 9.30 per proseguire l’esame del decreto sicurezza e immigrazione, fortemente voluto dalla Lega.   Nella giornata di ieri si era fatta largo la possibilità che il Governo potesse porre la questione di fiducia sul provvedimento ma alla fine la decisione è stata rinviata a questa mattina. Nonostante le forti tensioni politiche sul decreto, nel caso di fiducia la maggioranza con ogni probabilità passerà l'ostacolo con facilità: la pattuglia dei 4 senatori contrari del M5S non dovrebbero partecipare al voto.

Con questa decisione di restare fuori dall'emiciclo, Matteo Mantero, Elena Fattori, Gregorio De Falco e Paola Nugnes, di fatto porranno l'accento sul loro dissenso al provvedimento, contro cui si sono battuti sino alla fine a colpi di emendamenti; tuttavia eviteranno sanzioni, non rompendo con il Governo. I numeri scenderanno quindi a 167, comunque sei senatori sopra la soglia minima della maggioranza d'Aula. Con la fiducia l'esecutivo otterrebbe un duplice risultato politico: da un lato riuscirebbe a stoppare il dissenso interno al M5S che di fatto diventa irrilevante ai fini della futura azione di governo, dall'altro potrebbe evitare che su un decreto così importante ai voti di Lega e M5S si aggiungano anche quelli di Forza Italia e Fratelli d'Italia, un passaggio che inevitabilmente avrebbe messo in serio imbarazzo l'ala di sinistra del movimento pentastellato.

Le Commissioni del Senato

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali proseguirà l’esame del decreto sulla giustizia sportiva. La Giustizia svolgerà alcune audizioni sul disegno di legge per l’affido dei minori ed esaminerà il ddl di delega al Governo per la riforma delle discipline della crisi d’impresa e dell’insolvenza. La Bilancio si confronterà sullo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri sulla ripartizione delle risorse del Fondo per gli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese. La Finanze si confronterà sul decreto fiscale. La Commissione Lavori pubblici, in sede riunita con la Territorio, esaminerà il decreto, approvato la settimana scorsa dalla Camera, relativo alle disposizioni urgenti per la città di Genova, alla sicurezza della rete nazionale delle infrastrutture e dei trasporti, e agli eventi sismici del 2016 e 2017.

La Commissione Agricoltura esaminerà il disegno di legge relativo alle piccole produzioni agroalimentari locali e svolgerà diversi audizioni sulla riforma della politica agricola comune e sulle misure di tutela contro le pratiche commerciali sleali nella filiera alimentare. La Commissione Industria alle 8.45 ascolterà i rappresentanti di Solar Power Europe sull’affare assegnato relativo al sostegno alle attività produttive mediante l'impiego di sistemi di generazione, accumulo e autoconsumo di energia elettrica. A seguire esaminerà e svolgerà diverse audizioni sul ddl relativo alla produzione e vendita del pane. La Salute si confronterà sul ddl sulle disposizioni di corpo e tessuti post mortem. La Politiche dell’Unione Europea proseguirà l’esame della legge europea 2018, della relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione Europea per l'anno 2018 e della relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea riferita all'anno 2017.

L’Aula della Camera

L’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 11 per lo svolgimento delle interpellanze e interrogazioni. Dalle 14 esaminerà la proposta di legge sull’inapplicabilità del giudizio abbreviato ai delitti puniti con la pena dell'ergastolo, la pdl sulla disciplina processuale dei giudizi innanzi alla Corte dei conti, la proposta di ratifica del Protocollo addizionale di Nagoya-Kuala Lumpur in materia di responsabilità e risarcimenti e del Protocollo di Cartagena sulla biosicurezza. Successivamente si confronterà sulla pdl di accordo relativo alla protezione dell'ambiente marino e costiero di una zona del Mare Mediterraneo tra Italia, Francia e Principato di Monaco, sull’accordo Italia-Bosnia ed Erzegovina e Italia-Macedonia in materia di estradizione.

Le Commissioni della Camera

La Commissione Affari costituzionali, in sede riunita con la Giustizia, esaminerà la proposta di legge per il contrasto dei reati contro la Pubblica amministrazione e in materia di trasparenza dei partiti e movimenti politici. La Bilancio esprimerà il parere al Presidente della Camera per la verifica del contenuto del disegno di legge di bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e di bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021. La Finanze svolgerà delle audizioni sulla proposta di legge per la semplificazione fiscale. La Ambiente svolgerà diverse audizioni sulla proposta di legge per la gestione pubblica e partecipativa del ciclo integrale delle acque.

La Attività produttive proseguirà il ciclo di audizioni e si confronterà sulla proposta di legge sulla disciplina degli orari di apertura degli esercizi commerciali. Ascolterà poi i rappresentanti dell’Associazione italiana di grossisti di energia e trader (AIGET) e di Utilitalia sulla risoluzione per la riscossione degli oneri generali del sistema elettrico. La Affari Sociali proseguirà il ciclo di audizioni nell’indagine conoscitiva sull’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore con particolare riferimento all'ambito pediatrico, e svolgerà diverse audizioni sulla proposta di legge sulla trasparenza dei rapporti tra le imprese produttrici, i soggetti che operano nel settore della salute e le organizzazioni sanitarie.

La Commissione Agricoltura svolgerà diverse audizioni sulla pdl per lo sviluppo e la competitività della produzione agricola e agroalimentare e dell'acquacoltura ottenuta con metodo biologico. Infine la Politiche dell’Unione Europea proseguirà l’esame sulla legge di delegazione europea 2018 e della relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea riferita all'anno 2017.

Corruzione: è scontro tra M5S e Lega su prescrizione

La tensione è alle stelle tra M5S e Lega sulla prescrizione nel ddl anticorruzione. Ieri pomeriggio si è tenuto un summit al Ministero della giustizia tra i parlamentari pentastellati e quelli del Carroccio alla presenza del Guardasigilli Alfonso Bonafede, e successivamente una lunga riunione congiunta della commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera durata fino a sera. Ma gli sforzi non sono bastati a trovare un compromesso: ognuno resta sulle sue posizioni. Spetterà ai leader Luigi Di Maio e Matteo Salvini sbrogliare la matassa che col passare delle ore si fa sempre più ingarbugliata. I due vicepremier, però, sono entrambi impegnati all'estero (il ministro del Lavoro in Cina, quello dell'Interno nel Ghana) e questo rende tutto più difficile. L'emendamento incriminato è quello che prevede lo stop alla prescrizione dopo il primo grado, a prescindere dalla sentenza di assoluzione o condanna.

Oggi pomeriggio saranno votati gli emendamenti e bisognerà correre ai ripari. Il premier Giuseppe Conte proverà a mediare ancora una volta. A fine giornata si è fatto sentire il segretario di via Bellerio che mantiene il punto: “Riforma della giustizia, e anche della prescrizione, sono nel contratto di governo e diventeranno realtà: mettere in galera mafiosi e corrotti è una priorità della Lega. L'importante è farle bene queste riforme, evitando che i processi durino all'infinito anche per gli innocenti, altrimenti è una sconfitta per tutti”. La posizione della Lega è quindi di netta contrarietà, ragion per cui suggerisce lo stralcio della norma, una posizione che si scontra direttamente con il no del M5S.

Eurogruppo apre al dialogo, ma la manovra va rivista

L'Ue rinvia la decisione sull’Italia e tenta la strada del dialogo. Bruxelles, ha avvertito il commissario Pierre Moscovici, si aspetta “un bilancio nuovo e rivisto” entro il 13 novembre e anche l'Eurogruppo lo ha sottolineato nero su bianco in una dichiarazione in cui invita ugualmente a un “dialogo aperto e costruttivo”. E’ un atteggiamento che cerca una sintonia con quello portato all'Eurogruppo dal ministro dell’economia Giovanni Tria per arrivare a una soluzione accettabile per tutti che resti nell'alveo delle procedure europee: “Non c’è né scontro né compromesso” con l'Ue, ha detto Tria, ma “la manovra non cambia”.

L'Italia infatti, è il messaggio, non vuole rompere con l'Ue né ritiene di essere una minaccia per l'eurozona, però allo stesso tempo non intende modificare la sua manovra e vorrebbe vedersi riconoscere un’eccezione nell'ambito delle regole esistenti. La doppia scadenza resta quindi quella del 13 e 21 novembre, quando a parlare per prima sarà la risposta dell'Italia alla Commissione, e poi la nuova valutazione di Bruxelles e il suo rapporto rivisto sul debito italiano. Per questo si va verso un vertice di Governo oggi a Roma con il premier Giuseppe Conte e i due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio per studiare la risposta da inviare a Bruxelles.

Il clima politico resta incandescente, anche grazie a un nuovo botta e risposta su accuse di nazionalismo e xenofobia tra il Commissario agli affari economici Pierre Moscovici e il leader della Lega. “Salvini rasenta continuamente il nazionalismo e la xenofobia”, ha detto il commissario francese; “Oltre ad insultarmi - ha ribattuto il leader della Lega - questo signore non ha nient'altro da fare? Io nel frattempo vado avanti”. Alle scintille hanno reagito anche i vicepremier Luigi di Maio e il presidente del consiglio, Giuseppe Conte, ma ciò non sembra aver influito sul confronto europeo.

Dialogo, dialogo, dialogo”, è il mantra ripetuto all'Eurogruppo sia dal commissario Moscovici che dai colleghi europei, inclusi i falchi di Olanda e Germania. L'Eurogruppo e la Commissione, cui tra l'altro non tornano i conti nelle stime italiane su deficit e Pil, restano però scettici sulle promesse dell'Italia di riportare i conti in ordine a partire dal 2020, dopo un 2019 per cui dovrebbe essere concessa un'eccezione sul rientro da deficit e debito.



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