Di Maio vira verso euro. E difende candidati esterni

Dal salotto di Porta a Porta, Luigi Di Maio ha dato un'ulteriore sterzata alla sua campagna elettorale continuando a smussare le angolature più anti-governiste e rilanciando il Movimento come una “forza aperta a chi ha voglia di cambiare il Paese”. Mentre solamente qualche settimana fa sembrava chiaro che il M5S propendesse per un immediato referendum sulla permanenza nell’euro, ieri sera il candidato premier ha aggiustato il tiro:

Non credo sia il momento di uscirne, anche perché l'asse franco-tedesco non è più così forte. Il referendum sull'euro è un'extrema ratio che spero non ci sia”. L'Italia, ha aggiunto Di Maio, dovrà farsi “ascoltare dall'Europa. Noi vogliamo contare soprattutto nella difesa delle nostre imprese”. In ogni caso, per il leader pentastellato, rimanere entro i parametri al 3% non funziona: “noi dobbiamo superare il 3% e fare investimenti ad alto deficit per fare in modo che ci sia un gettito per lo Stato con cui pagare il debito”.

Cambia quindi radicalmente la posizione dei pentastellati sulla moneta unica e sul ruolo dell’Italia all’interno dell’Unione Europea, una strategia che risponde alla necessità di proseguire quell’operazione di accreditamento del movimento di Grillo come forza politica responsabile e non antisistema nei confronti di Bruxelles e degli altri Paesi dell’Unione.

Per quanto riguarda la delicata questione delle candidature, sarà Luigi Di Maio a scegliere i candidati del M5S ai collegi uninominali, che non saranno quindi sottoposti alle parlamentarie. Nessun doppio binario insomma per i candidati di punta che saranno impegnati nella sfida uno contro uno con gli esponenti degli altri partiti. A Porta a Porta il candidato premier ha chiarito che “Chi vuole candidarsi nei proporzionali fa la selezione online. Per chi invece vuole partecipare alla fase degli uninominali, lì dobbiamo selezionare forze del territorio che sappiano anche fronteggiare le altre forze politiche. Lì, sempre rispettando le regole e i valori del Movimento, come capo politico avrò la possibilità di individuare le persone sul territorio, rispettando sempre i criteri di cui vi ho detto”.

Renzi è alle prese con il rebus candidature

In casa del Partito Democratico, il segretario Matto Renzi è alle prese il complicato rebus delle candidature. Ieri è stato tutto il giorno al Nazareno e ha incontrato i segretari regionali dem proprio con l’obiettivo di avviare una fase di ascolto e di riflessione per rendere il Pd competitivo nel maggior numero di collegi uninominali con i candidati più idonei e le migliori chances di successo.

E per questo, soprattutto al nord, servono candidati forti. L'incertezza ancora domina incontrastata, tuttavia una prima mappa comincia a emergere: in Piemonte, oltre all'ex sindaco di Torino Piero Fassino, in lizza anche il premier Paolo Gentiloni che dovrebbe correre anche a Roma 1. In Campania il segretario regionale Assunta Tartaglione ha fatto le sue proposte che ora saranno oggetto di un'istruttoria: nella lista, a quanto si apprende, ci sono i parlamentari uscenti - tranne Salvatore Piccolo, che ha deciso di non ricandidarsi - e anche Piero De Luca, figlio del governatore della Campania, che sarà candidato a Salerno.

Oggi, invece, occhi puntati su Paolo Siani, pediatra e fratello del giornalista Giancarlo ucciso dalla camorra, che incontrerà Renzi per poi decidere sulla proposta di candidatura da outsider, così come il medico dei vaccini Burioni. Poco invece trapela dall'incontro con il segretario toscano, il renzianissimo Dario Parrini, sulle candidature in Toscana dove correrà tutto il cosiddetto giglio magico, da Renzi stesso a Luca Lotti a Maria Elena Boschi fino al tesoriere Francesco Bonifazi.

Liberi e Uguali tra conferme e ritiri eccellenti

Intanto, al lavoro sulle liste anche Liberi e Uguali: il governatore Enrico Rossi torna a ribadire che non si candiderà e lascia intendere una corsa toscana per Roberto Speranza, l'ex capogruppo del Pd ora in LeU. Sempre Rossi spiega che l'ex premier Massimo D'Alema si candiderà in un solo collegio tra i più difficili in Puglia, senza alcun paracadute nel proporzionale. In Campania Arturo Scotto chiama il primo cittadino di Napoli, Luigi De Magistris: “Ho sempre pensato che il sindaco di una grande città non possa stare fuori dalle elezioni politiche. Non sono le elezioni del comitato di quartiere”. Tutto ciò mentre il leader Pietro Grasso risponde alle accuse di Matteo Renzi spiegando che LeU non tradirà i suoi valori e che è stata il Pd aiutare la Lega di Salvini con la vicenda dello ius soli.



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