Via libera da Camera e Senato a scostamento e Nadef

Camera e Senato hanno approvato lo scostamento di bilancio e la Nota di aggiornamento al Def. Si tratta del primo provvedimento che il Governo guidato da Giorgia Meloni ha sottoposto all'esame del Parlamento e le opposizioni hanno risposto votando a favore, in entrambi i rami, alla risoluzione sul piano di rientro dal deficit. Le forze di minoranza, poi, sono tornate a dividersi sulla Nadef: Pd e M5S hanno votato contro, mentre il Terzo polo si è astenuto e Verdi e Sinistra hanno invece detto no a entrambi i documenti. Per il voto è arrivato a Roma anche il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi. Lo scostamento, al Senato, ha incassato 183 voti favorevoli, 4 contrari e 5 astenuti. Alla Camera i voti a favore sono stati 357 e 12 i contrari da parte dei deputati di Sinistra e Verdi. La Nadef a palazzo Madama ha ottenuto 111 voti favorevoli, 69 contrari e 13 astenuti (Autonomie e Monti). A Montecitorio i voti a favore sono stati 218, i contrari 129 e 23 gli astenuti. 

Prima dell'esame in Aula, il Ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti è stato sentito in audizione dalle Commissioni Speciali di Camera e Senato. Il titolare del Mef ha confermato la linea del “realismo, che contraddistingue l'approccio adottato dal Governo” e che “comporta un attento monitoraggio dell'evoluzione complessiva del quadro nazionale e internazionale, che consente di intervenire tempestivamente laddove ve ne fosse la necessità per fronteggiare i possibili rischi di recessione che potrebbero toccare anche l'Italia”. Giorgetti ha ribadito che “viene confermato un orientamento di politica fiscale selettivo, con priorità ben definite in un quadro di prudenza volto a favorire la discesa del debito, che dipenderà anzitutto da una crescita economica più sostenuta, obiettivo dell'azione del Governo anche attraverso lo strumento del Pnrr”. 

Parole che però non convincono le opposizioni. “La Nadef è largamente incompleta. Non dice, infatti, quasi nulla sulle politiche di spesa nel prossimo triennio. Il tema viene affrontato in termini generici, un'interpretazione riduttiva, con omissioni rilevanti su fronti importanti come quello della crescita e l'uguaglianza”, osserva l'economista dem Carlo Cottarelli. Netto il giudizio del responsabile economico del Pd Antonio Misiani: “Ne ho viste tante, ma non ricordo una nota di aggiornamento così vaga, generica e reticente”. Voce fuori dal coro delle opposizioni il Terzo polo; spiega infatti Carlo Calenda: “Siamo rimasti positivamente sorpresi dall'equilibrio della Nota di aggiornamento presentata che, di fatto, conferma un orientamento di estrema attenzione ai conti pubblici da un lato e soprattutto il fatto che tutte le risorse in più che noi abbiamo lungamente chiesto vanno sulle bollette. Non si fa menzione di cose stravaganti: pensioni, flat tax ecc. Quindi per ora ci sembra di poter dare, con sospensione del giudizio, un segnale che apprezza il fatto che il Governo ha tenuto una linea forse più draghiana di Draghi. Speriamo che non venga stravolta nella legge di Bilancio”. 

Il Governo ha incontrato i sindacati per un primo confronto su pensioni e fisco

Pensioni, costo del lavoro, fisco ed extraprofitti, questi i temi al centro del primo round di confronto tra i sindacati, Cgil, Cisl e Uil e per la prima volta anche Ugl, e il Governo a Palazzo Chigi. “Il nostro approccio è di totale apertura e rispetto” ha assicurato la presidente del consiglio Giorgia Meloni ai leader sindacali, una modalità che ha convinto Paolo Capone, di Ugl, secondo cui è stato “un confronto ad ampio raggio e senza chiusure”, e Luigi Sbarra, segretario della Cisl, che lo ha definito “un incontro importante”, plaudendo alla disponibilità della premier al dialogo. Più caute Cgil e Uil: il giudizio di Maurizio Landini “è sospeso” perché “a oggi risposte nel merito non ne abbiamo avute”; gli fa eco Pierpaolo Bombardieri: “Attendiamo di vedere le risposte del Governo alle nostre proposte”. Tra i dossier più urgenti da affrontare spicca la riforma delle pensioni: a gennaio, senza correttivi o interventi, arriva lo scalone di cinque anni previsto dalla legge Fornero. Per ora non sembra che il Governo, nella legge di bilancio, prenderà “decisioni straordinarie” ma i sindacati si aspettano un confronto “o prima o subito dopo la manovra”, ha detto Bombardieri. 

C'è poi il capitolo del costo del lavoro, su cui la Uil ha chiesto di “detassare subito le tredicesime, gli aumenti contrattuali e quelli derivanti dalla contrattazione di secondo livello e, ancora, ridurre il cuneo fiscale”. Il problema è stato evidenziato anche dalla stessa Meloni, secondo cui la tassazione sul lavoro è “un grande freno” con “tassi d’interesse che tornano a salire”: una situazione “non facile quella che troviamo, ma la affronteremo”. Sul fisco è secca la posizione di Landini: no alla flat tax, sì a una riforma fiscale “seria”, no alla “politica dei condoni”, sì a una vera lotta all'evasione, perché “è lì che possiamo prendere risorse aggiuntive” ai 30 miliardi indicati nella Nadef. Accanto alla lotta dura agli evasori, un altro strumento utile per i sindacati potrebbe essere una extra tassa sugli extraprofitti, che porterebbero un tesoretto di almeno “14 miliardi in più all'anno, se applicati al 35% non solo alle aziende che si occupano di energia”, ha calcolato Bombardieri. 

È scontro tra Roma e Parigi sui migranti. Meloni: ripristiniamo la legalità

L’Italia torna a chiedere che nella gestione dei migranti vi sia il “ripristino della legalità”, anche perché a bordo di “queste navi” Ong “non ci sono naufraghi ma migranti”: tiene il punto Giorgia Meloni, ripetendo, nonostante l'altolà della Francia, che “il Governo italiano sta rispettando tutte le convenzioni internazionali”. L'approdo finale della nave Ocean Viking, che sta navigando lentamente verso la zona Sar francese in attesa di una soluzione definitiva, non è che la punta emersa di un problema ben più ampio, su cui l'Italia non ha intenzione di fare passi indietro. Anche se si è alzata la tensione tra Roma e Parigi, sfiorando l'incidente diplomatico dopo un primo via libera da parte di fonti governative francesi a favore dell'arrivo della nave a Marsiglia, una posizione che nel giro di poche ore è stata messa in discussione e accompagnata da un nuovo duro botta e risposta con Roma. L'Italia ha avuto un “comportamento inaccettabile” e deve “rispettare gli impegni” dicono da Parigi qualche ora dopo che da Palazzo Chigi era arrivato “l'apprezzamento” per la possibile soluzione francese: un “cortocircuito comunicativo”, solo un “malinteso”, dicono i collaboratori della premier. 

Resta il fatto che a sera la nave della Ong Sos Mediterranée non ha ancora una destinazione ufficiale. Nel frattempo, in entrambi i paesi sta montando la polemica e sulla questione è intervenuta anche Bruxelles chiedendo che si trovi “subito” un porto, nel posto “più vicino”, per “evitare una tragedia umanitaria”. Allo stesso tempo dalla Commissione Ue arriva l'invito agli Stati membri a “collaborare” e a dare “sostegno ai Paesi che regolarmente ricevono arrivi via mare” attraverso la “redistribuzione” prevista dal meccanismo di solidarietà. Proprio quello che in questi anni, come sottolinea il governo italiano, non è mai avvenuto: l'Italia ora chiede “fatti concreti” e quel “rispristino della legalità”, dice il sottosegretario a Palazzo Chigi Giovanbattista Fazzolari, che le Ong non rispettano in alcun modo. Meloni, quindi, per ora non arretra, anzi, rivendica la posizione tenuta fin qui. Anche le opposizioni si scagliano contro quello che Matteo Renzi definisce uno “show crudele e inutile”, mentre il Pd va all'attacco di una scelta fatta per racimolare “qualche decimale nei sondaggi” ma che “danneggia l'Italia”. 

La Camera ha eletto i Presidenti delle Commissioni. Nessuna donna

Ieri alla Camera si sono formate le 14 Commissioni permanenti e sono stati eletti i relativi Presidenti con i rispettivi uffici di presidenza (Leggi lo Speciale i presidenti di Commissione della Camera). Come da accordi, 7 Presidenti sono andati a Fratelli d'Italia, 4 alla Lega e 3 a Forza Italia; tra loro, nessuna donna. La Commissione Affari costituzionali sarà presieduta da Nazario Pagano (FI) (vicepresidenti Riccardo De Corato di FdI e Matteo Mauri del Pd); a guidare i lavori della Commissione Giustizia ci sarà invece Ciro Maschio di FdI (vicepresidenti Pietro Pittalis di FI e Federico Cafiero De Raho del M5S), mentre quelli della Commissione Affari esteri saranno presieduti da Giulio Tremonti, eletto nelle fila di FdI (Paolo Formentini della Lega e Lia Quartapelle Procopio del Pd i vice). Il nuovo presidente della Commissione Difesa è invece Antonino Minardo della Lega (vicepresidenti Monica Ciaburro di FdI e Piero Fassino del Pd). Per quanto riguarda le Commissioni più prettamente economiche, la Bilancio sarà guidata da Giuseppe Mangiavalori di FI (i vice saranno Giovanni Luca Cannata di FdI e Gianmauro Dell'Olio del M5S) mentre la Finanze dal deputato di FdI Marco Osnato (vicepresidenti Alberto Bagnai della Lega e Giorgio Lovecchio del M5S). 

La Commissione Cultura sarà invece presieduta da Federico Mollicone di FdI (vicepresidenti Giorgia Latini della Lega e Valentina Grippo del Terzo Polo), l'Ambiente dal deputato FdI Mauro Rotelli (vicepresidenti Francesco Battistoni di Forza Italia e Patty L'Abbate del M5S). Presidente della Commissione Trasporti sarà invece Salvatore Deidda di FdI (vicepresidenti Flavio Tosi di FI e Roberto Morassut del Pd), mentre la Commissione Attività Produttive sarà guidata dal leghista Alberto Gusmeroli (vicepresidenti Ilaria Cavo di Noi Moderati e Paola De Micheli del Pd). Alla guida della Commissione Lavoro ci sarà Walter Rizzetto di FdI (vicepresidenti Chiara Gribaudo del Pd e Tiziana Nisini della Lega), mentre il nuovo presidente della Commissione Affari sociali è Ugo Cappellacci di FI (vicepresidenti Luciano Ciocchetti di FdI e Luana Zanella dell'Alleanza Verdi-Sinistra). All'Agricoltura va Mirco Carloni della Lega (vicepresidenti Maria Cristina Caretta di Fdi e Maria Chiara Gadda di Iv). Presidente della Commissione Politiche Ue è infine Alessandro Giglio Vigna della Lega (vicepresidenti Calogero Pisano di FdI e Isabella De Monte del Terzo Polo). Oggi sarà invece il turno del Senato, alle 10.30 con le prime 5 Commissioni e alle 12.00 per le altre 5. 



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