Tensione nella maggioranza sul Dl fisco

Lo stop al carcere per i grandi evasori proposto da Italia Viva manda su tutte le furie i pentastellati, incrinando ulteriormente i già difficili rapporti del M5S con l'ala renziana del governo. Teatro dello scontro è il decreto fiscale all'esame della commissione Finanze della Camera: “A presentare un emendamento per cancellare il carcere ai grandi evasori è Italia Viva, la stessa forza politica che ha partecipato alle riunioni tecniche, a quelle politiche, fino ai vertici di maggioranza che hanno chiuso l'accordo sul dl fiscale. Noi non crediamo che si possa giocare su un aspetto così fondamentale”, tuona il M5S sul blog delle Stelle. Ma l'emendamento, difende Luigi Marattin, era ampiamente annunciato, “in tutte le riunioni, tecniche e politiche, da un mese a questa parte”. Insomma nessuna sorpresa, è la versione dell'esponente renziano, che spiega di aver proposto la modifica per “combattere l'evasione con i nuovi strumenti come la fatturazione elettronica, la trasmissione telematica dei corrispettivi, l'incrocio di banche dati, il contrasto d’interessi, ma non vogliamo che un imprenditore che subisce un accertamento fiscale, prima ancora che si chiarisca se è colpevole o no, si ritrovi in carcere”. 

Un altro nodo da risolvere al tavolo di Giuseppe Conte, venuto fuori proprio mentre al Mef si riuniva la maggioranza per fare il punto sulle proposte che saranno esaminate nei prossimi giorni e su cui il Governo sarà chiamato di volta in volta a dare il proprio parere. Una riflessione doveva avvenire nel vertice di maggioranza sulla manovra inizialmente annunciato per oggi e rinviato all'inizio della settimana prossima, ma iniziando lunedì le votazioni sul decreto fiscale si è preferito affrontare almeno questo punto. Intanto la scure della Commissione nell'esame delle ammissibilità delle proposte emendative al decreto fiscale si è abbattuta su 320 modifiche sia di maggioranza che di opposizione, nonché su alcune proposte bipartisan come appunto quella sulla tampontax, a prima firma Laura Boldrini, che prevedeva la riduzione dal 22% al 10% dell'Iva su assorbenti e altri prodotti.

Semaforo rosso anche per lo scudo penale per l'ex Ilva: bloccate tutte le proposte per estraneità di materia. L'opposizione insorge, mentre dal M5S emerge “profonda indignazione per questa indecente speculazione politica sulla pelle dei cittadini di Taranto”, accusa la presidente della Commissione Carla Ruocco, secondo cui la presentazione di emendamenti estranei alle materie del decreto fiscale è semplicemente un'operazione politica. La battaglia, insomma, è solo iniziata: in piedi rimangono oltre 700 emendamenti, che saranno votati a partire da lunedì, e l'opposizione minaccia di non concedere sconti. Intanto sempre lunedì è fissata un'altra scadenza, quella per la presentazione degli emendamenti alla legge di bilancio. Tanti i temi sul tavolo, dalla questione Ilva al taglio del cuneo fiscale, fino all'emergenza maltempo: “Per i danni provocati dal maltempo a Venezia si utilizzi subito uno dei tre miliardi che il governo vorrebbe regalare a chi paga con bancomat o carta di credito”, chiede dall'opposizione Matteo Salvini; dal Governo, è il sottosegretario all'Editoria Claudio Martella ad annunciare interventi ad hoc già nel Cdm di oggi. 

La maggioranza fissa road map sulla legge elettorale

La maggioranza si dà un primo traguardo sulla legge elettorale. L'obiettivo degli alleati, che si sono riuniti alla Camera insieme al ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D'Incà, è incardinare un testo base in commissione Affari costituzionali alla Camera tra il 16 e il 20 dicembre. La road map prevede un nuovo incontro la prossima settimana e un altro dopo ancora. Il clima, almeno sulle riforme, rimane positivo e si va avanti a piccoli passi sul metodo e nel merito. L'accordo siglato prima dell'ok definitivo al taglio dei parlamentari prevede di incrementare le garanzie di rappresentanza democratiche e assicurare il pluralismo politico e territoriale; per questo gli alleati bollano come impraticabili soluzioni fondate su collegi uninominali maggioritari o modelli proporzionali senza correttivi. Sul tavolo ci sono principalmente le proposte fatte dal Partito democratico che preferirebbero ragionare su un sistema proporzionale con premio di maggioranza alle coalizioni al secondo turno analogo a quello utilizzato per eleggere i sindaci nei comuni medio-grandi.  

La proposta, firmata Stefano Ceccanti, prevederebbe gli apparentamenti al secondo turno dopo una corsa proporzionale al primo, e un premio non superiore al 55%, rispondendo così alle obiezioni della Corte costituzionale, in funzione della stabilità. In alternativa sul tavolo c'è un sistema proporzionale con significative soglie di sbarramento; i Cinquestelle e Leu sono più orientati a preferire questa seconda opzione, mentre Matteo Renzi crede che il doppio turno con il bicameralismo porterebbe con sé delle difficoltà. Il nodo politico riguarda in realtà il destino dell'alleanza giallorossa: con proporzionale e sbarramento al 5% le alleanze si farebbero dopo il voto, in Parlamento. Con il modello dei sindaci si dovrebbe scommettere sulla durata senza liti della coalizione al Governo e la creazione di una alleanza organica. Molto dipenderà da quanto il Governo reggerà e se si otterranno le firme per il referendum contro la riduzione dei parlamentari. A gennaio, poi, la Cassazione si esprimerà sul referendum sul maggioritario proposto dalla Lega. La strada della nuova legge elettorale, insomma, è ancora lunga. 

Al Senato 

Nella giornata di oggi e per tutta la settimana l’Aula del Senato non si riunirà per consentire alle Commissioni di potersi confrontare sulla legge di bilancio 2020

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali svolgerà diverse audizioni sul ddl costituzionale per l’estensione dell’elettorato per il Senato e sul disegno di legge per la tutela costituzionale dell’ambiente. La Commissione Esteri, alle 9.00, in sede riunita con la Politiche dell’UE e con le rispettive della Camera, ascolterà le comunicazioni del Ministro per gli affari europei Vincenzo Amendola sugli esiti del Consiglio europeo del 17 e 18 ottobre 2019 e i successivi sviluppi. La Commissione Bilancio proseguirà l’esame della legge di bilancio il cui termine per la presentazione degli emendamenti è stato posticipato alle 15.00 di sabato 18 novembre. Infine la Territorio esaminerà gli emendamenti presentanti al cosiddetto decreto clima.

Alla Camera 

Nella giornata di oggi l’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 10.00 per l’esame del decreto, già approvato dal Senato, per la riorganizzazione dei Ministeri. 

La Commissione Affari Costituzionali concluderà l’esame del decreto per la riorganizzazione dei Ministeri. La Giustizia dibatterà la pdl per la prevenzione e il contrasto al bullismo. La Bilancio proseguirà l’audizione del dott. Giampaolo Galli sul funzionamento del Meccanismo europeo di stabilità (MES) e sulle sue prospettive di riforma. La Finanze ascolterà i rappresentanti dell'Associazione nazionale dei comuni italiani (ANCI) nell’ambito dell’indagine conoscitiva sui sistemi tributari delle regioni e degli enti territoriali nella prospettiva dell'attuazione del federalismo fiscale e dell'autonomia differenziata; proseguirà poi l’esame del decreto fiscale. La Commissione Ambiente esaminerà il decreto per l'accelerazione e il completamento delle ricostruzioni in corso nei territori colpiti da eventi sismici. 

La Trasporti ascolterà il Presidente dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) Angelo Marcello Cardani nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulle nuove tecnologie delle telecomunicazioni, con particolare riguardo alla transizione verso il 5Ge alla gestione dei big data. Alle 14.00, in sede riunita con l’Ambiente, ascolterà il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare Sergio Costa sul passaggio delle grandi navi nella laguna di Venezia. La Affari sociali si confronterà sulle risoluzioni per il contrasto al fenomeno dell'antibiotico-resistenza. La Agricoltura esaminerà le risoluzioni per la tutela del comparto agroalimentare a fronte dell'aumento dei dazi doganali deliberato dalle autorità statunitensie quelle per l'uso agricolo dei prodotti derivati dalla cannabis sativa.



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