Al Senato

Nell’arco di questa settimana l’assemblea del Senato tornerà a riunirsi domani alle 14.30 per le comunicazioni del Presidente sul calendario dei lavori. Alle 15.00 ascolterà l’informativa del Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte sulle recenti iniziative del Governo per fronteggiare l'emergenza da COVID-19.

Per quanto riguarda le Commissioni, la Istruzione proseguirà l’esame del decreto relativo alle misure urgenti sulla regolare conclusione e l'ordinato avvio dell'anno scolastico e sullo svolgimento degli esami di Stato e si confronterà sul decreto per l'organizzazione e lo svolgimento dei Giochi olimpici e paralimpici invernali a Milano-Cortina nel 2026 e delle finali ATP Torino 2021-2025, approvato la settimana scorsa dalla Camera. L’Industria si confronterà sullo schema di decreto legislativo per l'attuazione delle norme comuni per il mercato interno del gas naturale, sullo schema di decreto legislativo sulla prestazione energetica nell'edilizia e sull'efficienza energetica, e sullo schema di decreto legislativo sull’utilizzo dei termini cuoio, pelle e pelliccia e di quelli da essi derivati e la relativa disciplina sanzionatoria. 

La Salute si confronterà sullo schema di decreto legislativo sulle norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione contro i pericoli derivanti dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti e, con la Lavoro, esaminerà lo schema di decreto legislativo sulla protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da un’esposizione ad agenti cancerogeni e mutageni durante il lavoro. Infine la Politiche dell’Ue riprenderà il dibattito sulla Legge di delegazione europea 2019 e sulla relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2020.

Alla Camera

L’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi domani alle 17.30 per l'informativa urgente del Presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte sulle recenti iniziative del Governo per fronteggiare l'emergenza da COVID-19. Mercoledì alle 11.00 dovrebbe esaminare il decreto Cura Italia; venerdì a partire dalle 10.00 si confronterà sulla relazione del Governo sugli scostamenti dall'obiettivo programmatico strutturale causato da eventi eccezionali. Come di consueto, mercoledì alle 15.00 saranno svolte le interrogazioni a risposta immediata.

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali domani alle 12.00 ascolterà la Ministra dell'Interno Luciana Lamorgese sulle iniziative di competenza del suo dicastero adottate per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19. La Bilancio proseguirà l’esame del decreto Cura Italia per il potenziamento del SSN e di sostegno economico a famiglie, lavoratori e imprese che è stato approvato, in prima lettura, dal Senato. La Finanze, assieme alla Attività Produttive, esaminerà il cosiddetto decreto liquidità. La Cultura si confronterà sulle risoluzioni per il sostegno dei settori della cultura, dello sport e dell'editoria a contrasto degli effetti dell'epidemia COVID 19; domani alle 15.00 ascolterà il Ministro dell'università e della ricerca Gaetano Manfredi sulle iniziative di competenza del suo dicastero per fronteggiare l'emergenza epidemiologica in corso. Giovedì alle 12.00 la Trasporti ascolterà il Ministro dello sviluppo economico Stefano Patuanelli sulla situazione economico-finanziaria e sulle prospettive di Alitalia a seguito dell'emergenza da coronavirus. La Affari Sociali si confronterà sullo schema di decreto legislativo sulle norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione contro i pericoli derivanti dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti e, con la Lavoro, esaminerà lo schema di decreto legislativo sulla protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da un’esposizione ad agenti cancerogeni e mutageni durante il lavoro.

Conte rilancia gli Eurobond ma a preoccupare maggiormente è il fronte interno

Non c’è spazio per governi tecnici o di unità nazionale: serve un “governo politico che ci metta la faccia” e quello in carica lo sta facendo “con coraggio”. Giuseppe Conte prova con queste parole a fermare sul nascere le spinte e le suggestioni che negli ultimi giorni sono riemerse nel dibattito parlamentare su nuove maggioranze e cambi di governo per gestire la “fase 3” di ripartenza dopo la crisi coronavirus. Il premier lo fa dalle colonne del Giornale, con un messaggio di “apertura al dialogo con tutti” che suona alle orecchie di qualcuno dentro Fi come un viatico per futuri ingressi in maggioranza. Anche perché ad agitare le acque tra M5S e Pd c’è Alessandro Di Battista, alla guida di una fronda che prova a far saltare l'accordo sulle nomine e si prepara alle barricate contro il Mes, rilanciando un asse con la Cina. Sul Mes Conte torna a dirsi scettico in un'intervista a Sueddeutsche Zeitung e rilancia la battaglia sul fronte Ue in vista del Consiglio europeo del 23 aprile riproponendo, come sta facendo nei contatti di questi giorni con i leader europei, la richiesta di Eurobond

Senza un'intesa sul piano per la ripresa che apra a titoli comuni, il Governo potrebbe non dare il via libera al piano Ue. “In gioco c’è l'Europa”, concorda Conte con Emmanuel Macron, e poi manda un messaggio ad Angela Merkel attaccando: il “surplus commerciale” della Germania frena l'Ue, così come il dumping fiscale dell'Olanda. Quanto al Mes, che divide la maggioranza, il premier ricorda i danni provocati in Grecia e ribadisce che verificherà se è davvero senza condizioni. Ma il solco tra Pd e M5S si allarga: i Dem chiedono ai pentastellati di prendere le distanze da Alessandro Di Battista che evoca un'Ue senza Italia e invoca un asse con la Cina, fuori dal Patto atlantico. “Cieca fiducia in Conte, avremo tutti gli strumenti per affrontare la crisi”, dice il ministro M5s Stefano Patuanelli, frenando l'ala più barricadera. E il presidente designato di Confindustria Carlo Bonomi va in pressing perché vengano usati i 36 miliardi del Mes: “Se ci sono soldi dall'Europa vanno presi, senza bandiere di partito”. Le fibrillazioni aumentano e al Quirinale questi segnali non sfuggono: l'appello del presidente Sergio Mattarella alla collaborazione tra le forze politiche per affrontare l'emergenza non ha mai davvero attecchito.  

Ma ora sembrano riprendere manovre per cambi di governo. Persiste una suggestione di esecutivo tecnico, magari con un nome come Mario Draghi alla guida. Non solo però, come dice Conte, è difficile che l'ex presidente della Bce si faccia “tirare per la giacchetta”, ma appare anche arduo che si formi una maggioranza larga in Parlamento. L'altro sbocco, se si aprisse una crisi, potrebbero essere le elezioni, ma quello scenario per il Colle non è all'ordine del giorno, anche perché l’instabilità non aiuterebbe né sui mercati né nella lunga partita in Ue che si aprirà giovedì. Il terzo scenario è quello di un cambio di maggioranza, magari con l'ingresso di FI e l'uscita di un pezzo del M5s. Matteo Renzi si dice concentrato sulla ripartenza ma fonti di Iv non escludono che a fine maggio si apra il varco a un nuovo Governo, magari con premier tecnico o Pd. O un Conte ter? A questo scenario credono coloro che vedono nell'intervista di Conte al giornale di proprietà di Silvio Berlusconi come un segnale a Fi: che il Cavaliere tenga una linea più dialogante e possa valutare l'adesione alla maggioranza in nome della responsabilità, non è un mistero.  

Il Governo sta chiudendo sulle nomine. Critiche le opposizioni 

Ultime ore per mettere a punto la partita delle nomine nelle grandi partecipate pubbliche quotate in Borsa, vale a dire Eni, Leonardo, Enel, Poste Italiane ed Enav. Per l'occasione si è aggiunta anche Mps, di cui il Tesoro controlla il 68%. Entro oggi il ministro Roberto Gualtieri dovrà presentare le candidature per i Consigli d'amministrazione. La battaglia è stata molto aspra e solamente l'emergere del coronavirus ha impedito spaccature. Si sono confrontate due linee all'interno della maggioranza: il Pd voleva il congelamento di tutte le squadre almeno per un anno, il M5S ha giocato la carta del rinnovamento. Il compromesso è stato molto faticoso e non è detto che nelle ultime ore non possano esserci sorprese. Scontate le conferme di Francesco Starace come Amministratore delegato di Enel e di Marcello Del Fante a Poste Italiane; la battaglia si è scatenata su tutto il resto, ma la madre di tutte le liti si è svolta all'Eni per la sostituzione di Claudio Descalzi

Il Movimento non l'ha spuntata ma in cambio ha ottenuto la sostituzione di tutte le presidenze (tranne Poste Italiane dove si va verso la conferma di Bianca Maria Farina). A queste caselle si aggiunge la carica di Amministratore delegato in Terna, Enav e Banca Mps. La sconfitta su Eni, però, ha lasciato il segno. A fare le spese del braccio di ferro è stata Emma Marcegaglia che con tutta probabilità lascerà la presidenza a Lucia Calvosa. In Leonardo i grillini hanno chiesto invano la sostituzione di Alessandro Profumo con Giuseppe Giordo, attuale direttore generale della Divisione Navi Militari di Fincantieri, ma il cambio riguarda la poltrona di presidente, attualmente occupata dall'ex capo della Polizia Gianni De Gennaro: al suo posto l'attuale direttore dell'Aise Luciano Carta. A Terna l'Amministratore delegato Luigi Ferraris dovrebbe essere sostituito da Stefano Donnarumma, dal 2017 alla guida di Acea per volontà della giunta Raggi. Il buon lavoro svolto da Ferraris in Terna gli spianerebbe la strada per un incarico in Ferrovie dello Stato. Alla presidenza, al posto di Catia Bastioli, è stata designata l’economista Valentina Bosetti

All'Enav dovrebbe andare come AD l'attuale presidente dell'Atac Paolo Simioni, alla presidenza Francesca Isgrò, attuale consigliere d'amministrazione di Poste in quota Pd. A Mps, infine, Guido Bastianini, ex amministratore delegato di Banca Carige, sarà AD al posto di Marco Morelli che ha chiesto di non essere ricandidato. Patrizia Grieco diventerà presidente lasciando la poltrona più alta di Enel a Michele Crisostomo. Il centrodestra però insorge: “Noi avevamo chiesto il congelamento e il rinnovo automatico degli amministratori in carica, sia perché in questa fase non è opportuno introdurre motivi di tensione e di conflitto mentre tutte le forze dovrebbero essere orientate alla lotta all'emergenza sanitaria ed economica, sia per salvaguardare la stabilità e la continuità nella guida delle aziende in un momento delicatissimo”, tuonano Matteo Salvini, Silvio Berlusconi, e Giorgia Meloni, accusando la maggioranza di voler tentare una forzatura quando anche il controllo parlamentare è necessariamente indebolito.



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