Luigi di Maio lascia il M5S. Con lui 62 parlamentari

Luigi Di Maio è uscito dal Movimento 5 Stelle, una scissione annunciata, maturata in questi mesi e resa imprescindibile dopo i profondi attriti con Giuseppe Conte sul posizionamento del Movimento nei confronti della guerra in Ucraina. Dopo giorni di polemiche, accuse e botta e risposta la decisione è stata di creare un nuovo gruppo che si chiamerà Insieme per il futuro. Ai due gruppi parlamentari avrebbero aderito, per ora, 51 deputati e 11 senatori, in tutto 62, ma nelle prossime ore il numero è destinato a salire ancora. La nuova formazione guidata dal Ministero degli Esteri potrà contare su una folta truppa di esponenti del Governo: oltre a lui stesso c'è l'adesione del viceministro all’economia Laura Castelli, del sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano e di quelli del Sud Dalila Nesci e della Salute Pierpaolo Sileri

Prima dell'annuncio ufficiale in una conferenza stampa affollatissima all'hotel Bernini Bristol di Roma l'ex capo politico M5S è salito al Quirinale per incontrare il capo dello Stato Sergio Mattarella, un incontro fissato da tempo ma che è sicuramente servito a dare delle rassicurazioni dopo l’addio al Movimento. Insomma, Di Maio alla fine ha rotto gli indugi senza aspettare né l'Assemblea congiunta del Movimento in programma oggi né il successivo arrivo nella Capitale di Beppe Grillo. Il Garante, peraltro, proprio in mattinata con un post pubblicato sul proprio blog aveva chiesto chiarezza dopo le bordate a distanza tra l'ex capo politico e il neo presidente del Movimento Giuseppe Conte. Rimane il fatto che una fetta consistente del M5S se ne è andata: ora i pentastellati non sono più il primo partito del Parlamento e facendo i conti non sfugge come dall’inizio della legislatura hanno dimezzato i propri rappresentanti. Ora bisognerà capire quali saranno le intenzioni del partito di Giuseppe Conte sulla permanenza nel Governo guidato da Mario Draghi; non sono pochi quelli che pensano che con l’uscita delle forze governiste la permanenza nella maggioranza abbia le ore contate. 

Di Maio spiega le ragioni della scissione e da pieno sostegno al Governo Draghi

In una breve conferenza stampa, Luigi Di Maio ha spiegato le motivazioni dell’uscita dal Movimento 5 Stelle. “Da oggi inizia un nuovo percorso. Per fare progredire l'Italia da Nord a Sud verso le sfide globali abbiamo bisogno di aggregare i migliori talenti e le migliori capacità, perché uno non vale l'altro” e aggiunge: “Le esperienze, le capacità personali, devono rappresentare un valore aggiunto per le forze politiche”. D'altronde uno dei fallimenti del M5S guidato da Giuseppe Conte è stato quello di non imparare dagli errori del passato (“molti li abbiamo fatti insieme”), di non saper fare il salto di maturità. La sua “operazione verità” parte dalla “ambiguità in politica estera”, da quel “bivio” in cui lui e i suoi hanno deciso di stare “dalla parte giusta della storia. Picconare la stabilità del Governo solo per ragioni legate alla crisi di consenso è da irresponsabili”. E non è casuale l'unica citazione del Ministro, dedicata allo scomparso presidente del Parlamento europeo David Sassoli

Lo scontro sulla politica estera e la necessità di ribadire la piena adesione a una visione euroatlantica, però, è solo la partenza. In poco meno di venti minuti di discorso, senza possibilità di domande per la stampa, Di Maio passa in rassegna tutti i temi che in questi mesi hanno creato un subbuglio crescente nel Movimento, fino alla scissione. Quella che nasce “non sarà una forza politica personale, non ci sarà spazio per l'odio, populismo, sovranismo ed estremismi”, chiarisce facendo anche riferimento alle posizioni no vax. E ancora: “È finita l'epoca dell'ipocrisia, chi sta provando a proporre soluzioni semplici a problemi complessi si sta staccando dalla vita reale”. Luigi Di Maio ha più volte chiarito la sua piena adesione alla maggioranza e ha elogiato in più passaggi l’operato di Mario Draghi e l’azione dell’Italia in questi mesi di guerra e di emergenza. I parlamentari fuoriusciti dal M5S (e c’è la convinzione diffusa che i numeri aumenteranno dopo i ballottaggi) e proprio i Sindaci saranno “i primi interlocutori” del progetto, “un'onda con al centro le esigenze territoriali”, per usare le parole del Ministro. “Quella di oggi è una scelta sofferta” assicura Di Maio “che mai avrei immaginato di dover fare. Oggi io e tanti lasciamo il M5S che da domani non sarà più la prima forza politica del Paese”. 

Il Senato dà l’ok alla risoluzione sulle Comunicazioni di Draghi per il Consiglio UE

L’accordo di maggioranza sul testo della risoluzione alle comunicazioni del presidente del Consiglio Mario Draghi in vista del Consiglio europeo di domani e venerdì è arrivato quasi allo scadere e solamente dopo che il Premier aveva terminato il suo discorso in Senato. Le divisioni tra i partiti sul conflitto ucraino e l'annuncio della scissione interna al M5S hanno, per forza di cose, ritardano l'intesa e tenuto il Governo sul filo fino all'ultimo. Al termine di una trattativa finale di circa 12 ore, si arriva al testo che l'Aula di Palazzo Madama approva con 219 voti favorevoli, 20 contrari e 21 astenuti; la risoluzione sarà presentata nella stessa formula questa mattina alla Camera. Le altre quattro risoluzioni, a firma Crucioli, Fattori, Paragone e Ciriani, sulle quali il Governo aveva espresso parere negativo, sono respinte dall'assemblea; bocciata anche la proposta del senatore di FdI Luca Ciriani di votare la sua risoluzione in parti separate. Già lunedì la maggioranza era arrivata a un’ipotesi di accordo, affossato poi dall'irrigidimento di M5S e Liberi e uguali sul nodo delle modalità di coinvolgimento del Parlamento. Le posizioni sono rimaste distanti per tutta la mattinata e a un certo punto c’è stato il rischio di presentare una risoluzione su cui chiedere il voto per parti separate. 

In Aula Mario Draghi ha ricordato i morti (4.569 civili al 20 giugno) e sottolineato le “nuove atrocità” commesse dai russi, assicurando che “i crimini di guerra saranno puniti”. Da parte sua la strategia dell'Italia, insieme all'Ue e agli Alleati, è quella di sostenere l'Ucraina anche nella sua richiesta di adesione all'Ue, e imporre alla Russia le sanzioni, che “sono sempre più efficaci”, perché “Mosca cessi le ostilità e accetti di sedersi davvero al tavolo dei negoziati”. E per questo, ha assicurato, “i nostri canali di dialogo rimangono aperti” e “non smetteremo di sostenere la diplomazia e cercare la pace, una pace nei termini che sceglierà l'Ucraina”. Allo stesso tempo c'è massimo impegno per scongiurare “una crisi umanitaria di dimensioni straordinarie” causata dal blocco delle forniture di grano, anche se “dopo vari tentativi falliti, non vedo alternativa a una risoluzione delle Nazioni Unite che definisca i tempi di questa operazione e dove l'Onu garantisca sotto la propria egida la sua esecuzione”. A una simile risoluzione fino a questo momento la Russia ha posto il veto. 

Per quanto riguarda la questione energetica, ha rivendicato, il Governo “si è mosso con rapidità per trovare fonti di approvvigionamento alternative al gas russo” ma nell'immediato è necessario “agire per frenare l'aumento generale dei prezzi e tutelare il potere d'acquisto dei cittadini”. Su questo, il premier ha rilanciato la proposta italiana di “imposizione di un tetto al prezzo del gas russo che consentirebbe anche di ridurre i flussi finanziari verso Mosca”. Questa è la linea, ha tenuto a precisare, che il suo gabinetto segue sulla base del “mandato che il Governo ha ricevuto dal Parlamento, da voi”. Mentre il premier parlava, i partiti avevano nel frattempo trovato una intesa sulla risoluzione, inserendo sia la citazione del decreto Ucraina, sia il richiamo a un “ampio coinvolgimento delle Camere”, anche sulle forniture di armi. 

Finito l’intervento, ha aperto la discussione Pierferdinando Casini: “Una volta, quando io sono entrato in Parlamento, questo dibattito sarebbe terminato così: Il Senato della Repubblica, udita la relazione del presidente del Consiglio dei ministri, la approva”. Parole sostenute da Matteo Renzi che arringa: “Mi associo alla definizione di Casini che ha parlato di teatrino. Non sono uno di quelli che si può scandalizzare se all'interno dei partiti si apre una discussione. Ma quello che possiamo chiedere a tutti è di essere seri rispetto alle priorità del Paese. Chi si vuole dividere lo faccia, rispettando la dignità e l'onore di questo Parlamento e non cercando dei finti alibi rispetto alla discussione”. A seguire sono intervenuti anche gli altri partiti che, nonostante le polemiche, hanno abbassato i toni pur ribadendo la necessità che il Parlamento sia effettivamente pienamente coinvolto.

L’Aula del Senato

L’Assemblea del Senato tornerà a riunirsi alle 9.30 per la discussione del ddl costituzionale sull’attività sportiva, della mozione sul supporto all'attività della Corte penale internazionale, con particolare riferimento ai casi di donne vittime di violenza durante le guerre e per l’approvazione del decreto per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).

Le Commissioni del Senato

Per quanto riguarda le Commissioni, la Giustizia esaminerà il ddl sull’equo compenso per le prestazioni professionali, il ddl per l’impugnazione delle sentenze di primo grado, il ddl sui benefici penitenziari e ergastolo ostativo e il ddl sulla magistratura onoraria. La Esteri, con la rispettiva della Camera, ascolterà l'Ambasciatore d'Italia presso la Federazione Russa Giorgio Starace sugli sviluppi del conflitto tra Russia e Ucraina. La Bilancio, con la Politiche dell’Ue, dibatterà sull’affare assegnato relativo alla prima relazione sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) riferita all'anno 2021. La Agricoltura svolgerà delle audizioni sull'affare assegnato relativo alle problematiche di mercato del latte vaccino in Italia e, con la rispettiva della Camera, ascolterà il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Stefano Patuanelli sugli aggiornamenti del Piano Strategico Nazionale (PSN) alla luce dei rilievi e delle osservazioni della Commissione europea. 

La Lavoro dibatterà sul ddl sul salario minimo orario e sullo schema di decreto legislativo sul prodotto pensionistico individuale paneuropeo (PEPP). La Salute esaminerà gli schemi di decreti per l’adeguamento della normativa nazionale sui dispositivi medici, lo schema di decreto legislativo relativo al sistema d’identificazione e registrazione degli operatori, degli stabilimenti e degli animali e il ddl di delega al governo per il riordino della disciplina degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico. La Territorio esaminerà il ddl per la riduzione dell'inquinamento da sostanze poli e perfluoroalchiliche (PFAS) e per il miglioramento della qualità delle acque destinate al consumo umano, il ddl sulla rigenerazione urbana e l’affare assegnato sul tema dello scioglimento dei grandi ghiacciai alpini. 

L’Aula della Camera

L’Assemblea della Camera tonerà a riunirsi alle 9.00 per ascoltare le comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi in vista della riunione del Consiglio europeo del 23 e 24 giugno 2022. Alle 15.00 svolgerà le interrogazioni a risposta immediata e dalle 16.00 esaminerà il decreto per lo svolgimento contestuale delle elezioni amministrative e dei referendum, le mozioni sull’energia nucleare di nuova generazione, le mozioni sulla disciplina di bilancio e governance economica dell’Unione europea, la pdl sulla modifica al codice del Terzo settore, la pdl sul volo da diporto o sportivo, la pdl di delega al Governo per la riforma fiscale, la mozione per sopperire alla carenza di personale nei settori del turismo e dell’agricoltura e per sostenere le relative filiere produttive, la proposta di legge costituzionale sull’ordinamento e i poteri della Città di Roma, capitale della Repubblica. 

Le Commissioni della Camera

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali esaminerà la pdl sulla cittadinanza. La Giustizia esaminerà la pdl sulla coltivazione, cessione e consumo della cannabis e dei suoi derivati, la pdl per l’introduzione del reato di omicidio nautico, la pdl sull’incompatibilità dell'esercizio della professione di avvocato e la pdl per la promozione e il sostegno delle attività teatrali negli istituti penitenziari. La Bilancio, con la Finanze, proseguiranno l’esame degli emendamenti al decreto recante misure urgenti in materia di politiche energetiche nazionali, produttività delle imprese e attrazione degli investimenti, nonché in materia di politiche sociali e di crisi ucraina, il cosiddetto decreto aiuti

La Cultura dibatterà lo schema di decreto ministeriale sul programma per l'utilizzazione delle risorse del Fondo per la tutela del patrimonio culturale per gli anni 2022, 2023 e 2024, lo schema di decreto ministeriale per il riparto dello stanziamento relativo a contributi a enti, istituti, associazioni, fondazioni e altri organismi. La Trasporti ascolterà i rappresentanti di Asstel – Assotelecomunicazioni e le associazioni di categoria e organizzazioni sindacali del settore del noleggio con conducente sulla legge per la concorrenza. A seguire esaminerà l’Atto europeo per lo sviluppo della rete transeuropea dei trasporti. La Attività Produttive, con la Lavoro svolgerà alcune audizioni sugli sviluppi della crisi aziendale della Sanac. La Affari Sociali esaminerà la pdl di disciplina delle attività funerarie e cimiteriali, della cremazione e della conservazione o dispersione delle ceneri. 



Seguici sui Social


2

Nomos Centro Studi Parlamentari è una delle principali realtà italiane nel settore delle Relazioni IstituzionaliPublic Affairs, Lobbying e Monitoraggio Legislativo e Parlamentare 

Vuoi ricevere tutti i nostri aggiornamenti in tempo reale? Seguici sui nostri canali social