Il Governo Meloni vara una legge di bilancio da 35 miliardi

Il governo guidato da Giorgia Meloni ha varato la legge di bilancio 2023: la manovra, cui sarà aggiunto un decreto fiscale, prevede misure per 35 miliardi di cui circa due terzi rivolte al contrasto del caro energia. Il tentativo dell’esecutivo è quello di provare a dare delle risposte concrete alla congiuntura economica internazionale, caratterizzata dalla guerra in Ucraina che ha portato al caro energia e alla corsa dell'inflazione. Per reperire risorse, tra i punti del documento di programmazione pluriennale 2023-2025, spicca l'avvio del percorso di abolizione del reddito di cittadinanza nella forma attuale, con la riduzione a 8 mesi per il 2023 in luogo degli attuali 18 rinnovabili e la previsione di una riforma dal 2024; una parte delle opposizioni, in testa l'M5S, annunciano una mobilitazione contro la modifica. Da rilevare anche l'innalzamento al 35% della tassazione sugli extraprofitti, così come la riduzione dello sconto sulle accise per il carburante a partire dal 1° dicembre. Dal 1° gennaio 2023 la soglia per l'uso del contante salirà da 1.000 a 5.000 euro. La premier Giorgia Meloni, che questa mattina alle 10.00 interverrà in conferenza stampa, parla di una manovra “importante e coraggiosa” a sostegno “dei cittadini, con particolare attenzione ai redditi bassi e alle categorie in difficoltà”. Poi chiosa: “L'Italia torna a correre”. 

Il Mef, guidato da Giancarlo Giorgetti, sottolinea un “approccio prudente e realista" che tiene conto della situazione economica internazionale in un'ottica “sostenibile per la finanza pubblica”. Con il resto delle risorse l'esecutivo avvia alcuni provvedimenti: tra questi c'è il taglio del cuneo fiscale, che vale 4.185 miliardi, tutto a beneficio dei lavoratori, fino al 3% per i dipendenti con redditi fino a 20mila euro e del 2% per quelli fino a 35.000 euro; poi la riduzione dell'Iva dal 10 al 5% per i prodotti per l'infanzia e l'igiene intima femminile (tampon tax), e ancora aumento dell'assegno unico per le famiglie, agevolazioni per le assunzioni a tempo indeterminato per donne under 36 e per percettori di reddito di cittadinanza, e la proroga delle agevolazioni per acquisto prima casa per i giovani. In materia fiscale ci sono l'estensione della flat tax fino a 85.000 euro per lavoratori autonomi e partite Iva, quella incrementale, la detassazione dei premi dei dipendenti e un intervento di “tregua fiscale” con stralcio delle cartelle esattoriali fino al 2015 per un importo massimo di mille euro. 

Sul fronte delle pensioni, oltre alla conferma di opzione donna rivisitata e Ape sociale, arriva un’indicizzazione al 120%, con le minime che salgono dagli attuali 523 euro a quasi 600. In attesa di un riordino del sistema previdenziale, viene introdotto per il 2023 un nuovo schema di anticipo pensionistico a quota 103 che permette di uscire dal lavoro con 41 anni di contributi e 62 anni di età e prevede bonus per chi invece decide di restare a lavoro. Le risorse destinate alle misure contro il caro energia per i primi tre mesi del 2023 ammontano a oltre 21 miliardi di euro. Viene confermata l'eliminazione degli oneri impropri delle bollette, il rifinanziato fino al 30 marzo 2023 del credito d'imposta per l'acquisto di energia elettrica e gas naturale che per bar, ristoranti ed esercizi commerciali, salirà dal 30% al 35%, mentre per le imprese energivore e gasivore dal 40% al 45%. Per il comparto sanità vengono stanziati 1,4 miliardi per il 2022 e 500 milioni per il 2023 mentre per gli Enti locali, compreso il trasporto pubblico locale, ci sono circa 3.1 miliardi complessivi.

Tra i punti destinati ad accendere il dibatto politico c’è la revisione del reddito di cittadinanza. Dal 1° gennaio 2023 alle persone tra 18 e 59 anni (abili al lavoro ma che non abbiano nel nucleo disabili, minori o persone a carico con almeno 60 anni d’età) è riconosciuto nel limite massimo di 8 mensilità invece delle attuali 18 rinnovabili. È inoltre previsto un periodo di almeno sei mesi di partecipazione a un corso di formazione o riqualificazione professionale, in mancanza del quale decadrà il sussidio; la stessa cosa avverrà anche nel caso in cui si rifiuti la prima offerta congrua di lavoro. Il reddito sarà poi abrogato dal 1° gennaio 2024 e verrà sostituito da una nuova riforma. Il Mef stima un risparmio di 734 milioni per il 2023, che finanzierà un fondo a sostegno dell'inclusione sociale. Per contrastare la corsa dell'inflazione e la riduzione del potere di acquisto viene istituito un fondo di 500 milioni di euro destinato alla realizzazione di una Carta Risparmio Spesa per redditi bassi fino ai 15mila gestita dai Comuni e volta all'acquisto di beni di prima necessità. Previsto anche un assegno unico per le famiglie con 3 o più figli (finanziato con 610 milioni). 

Per riavviare il progetto di realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina, la manovra prevede la riattivazione della società Stretto di Messina spa, in liquidazione dal 2013. Capitolo extraprofitti: la legge di bilancio prevede un aumento della tassazione delle società energetiche fino al 31 luglio 2023, che dall'attuale aliquota del 25% passerà al 35% come consentito dal Regolamento Ue. Cambia anche la base imponibile, non più sul fatturato ma sugli utili. Novità in arrivo anche sui carburanti: dal 1° dicembre 2022 lo sconto sulla benzina e il gasolio passa da 0.25 per litro a 0.15, mentre per il Gpl da 0.085 per kg a 0.051. La riduzione degli sconti non avrà però effetto sugli autotrasportatori che possono contare su altri regimi agevolati, aumenta invece la dotazione del fondo per la mitigazione del caro benzina nel trasporto pubblico locale per il quale vengono stanziati 200 milioni per il 2022, 150 per il 2023 e 100 per il 2024. Nel decreto fiscale sono previsti 200 milioni alle Marche per il 2022 (ai quali si aggiungono ulteriori 200 in Manovra), destinati alle zone colpite dall'alluvione del 15 e 16 settembre scorsi che ha causato 12 vittime.

Alla Camera

L’Assemblea della Camera dei Deputati tornerà a riunirsi domani alle 11.00 per lo svolgimento delle interpellanze urgenti. Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari costituzionali svolgerà la discussione generale sul decreto per il riordino delle attribuzioni dei Ministeri il cui termine per la presentazione degli emendamenti è stato fissato per giovedì alle 12.00. Alle 16.00 la Commissione Cultura, con la rispettiva del Senato, ascolterà la Ministra dell'università e della ricerca Anna Maria Bernini sulle linee programmatiche del suo dicastero. La Affari Sociali esaminerà lo schema di decreto ministeriale per il riparto del Fondo nazionale per l'infanzia e l'adolescenza a favore delle città riservatarie per l'anno 2022. 

Al Senato

L’Assemblea del Senato tornerà a riunirsi giovedì 10.00 per il dibattito sulla Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Questa settimana i lavori di palazzo Madama saranno principalmente dedicati alle Commissioni. Nello specifico la Affari Costituzionali si confronterà sullo schema di decreto legislativo per il riordino della disciplina dei servizi pubblici locali di rilevanza economica. La Giustizia svolgerà delle audizioni sul decreto relativo al divieto di concessione dei benefici penitenziari nei confronti dei detenuti o internati che non collaborano con la giustizia, agli obblighi di vaccinazione anti SARS-COV-2 e alla prevenzione e contrasto dei raduni illegali, il cosiddetto decreto anti-rave. 

In vista del Congresso, giovedì parte la costituente del Pd

L'ufficializzazione della candidatura alla segreteria di Stefano Bonaccini sembra aver riacceso il Pd dopo la sconfitta elettorale. Il prossimo passaggio, previsto per giovedì, sarà il varo da parte della Direzione Nazionale del Comitato costituente nazionale chiamato a scrivere entro il 22 gennaio il nuovo Manifesto dei valori. Bonaccini ha ribadito in giornata i concetti espressi domenica nella sua Campogalliano annunciando la sua candidatura, in particolare la critica alle correnti, che “per come sono strutturate, invece di alimentare un dibattito virtuoso sono diventate elemento di divisione e polemica” e “più che selezionare classe dirigente hanno selezionato chi è fedele”; molti tra i Dem hanno inteso queste parole come l'impegno a un ritorno alle preferenze per la selezione dei componenti dell’Assemblea Nazionale. Intanto il Presidente dell'Emilia ha incassato il sostegno di alcuni amministratori locali, come il governatore toscano Eugenio Giani, il presidente del Consiglio regionale della Toscana Antonio Mazzeo, quello del Consiglio regionale campano Gennaro Oliviero e gli amministratori locali riunitisi nel gruppo Rigenerazione guidato da Matteo Meogrossi e Davide Di Noi. 

Altri candidati potrebbero sciogliere la riserva nei prossimi giorni, come hanno annunciato essi stessi: il sindaco di Pesaro Matteo Ricci venerdì a Roma; quello di Firenze Dario Nardella domenica; Brando Benifei, capogruppo Pd a Strasburgo, il 18 dicembre a Milano alla convention di Coraggio Pd. Ma da domenica a tenere banco è l'elezione da parte della Direzione del Comitato costituente; l'Assemblea di sabato scorso ha deciso non il numero dei componenti ma il loro profilo: “personalità iscritte e non iscritte al PD, rappresentative del mondo del lavoro, delle professioni, dell'impresa, della cultura, dell'università e della ricerca, dell'associazionismo, dell'innovazione sociale e ambientale, delle amministrazioni locali, composto secondo criteri di parità di genere, equilibrio generazionale e pluralismo politico”. Spazio dunque non solo a esponenti delle varie aree Dem - su cui si sta trattando in queste ore - ma anche a chi non fa parte del partito come Elly Schlein e Articolo 1 di Roberto Speranza. Sul fronte della società civile si pensa a personalità di diversa provenienza culturale come Enrico Giovannini o Fabrizio Barca ex segretario della FIm-Cisl, Marco Bentivogli, qualche esponente della Cgil o accademici come il sociologo Mauro Magatti



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