L’Aula del Senato 

L’aula del Senato tornerà a riunirsi alle 16,30 per l’esame del decreto per assicurare la continuità delle funzioni del Collegio del Garante per la protezione dei dati personali, del ddl per valorizzazione delle piccole produzioni agroalimentari di origine locale, del ddl sulle partecipazioni in società operanti nel settore lattiero-caseario, del disegno di legge per la sostituzione di automezzi e attrezzature alimentati con motori endotermici con automezzi e attrezzature a trazione elettrica negli aeroporti, e del ddl in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie nell'esercizio delle loro funzioni.

Le Commissioni del Senato

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali esaminerà lo schema di decreto legislativo relativo al Codice di giustizia contabile e svolgerà alcune audizioni nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul fenomeno della prostituzione. La Giustizia si confronterà sul dll volto ad assicurare la continuità delle funzioni del Collegio del Garante per la protezione dei dati personali e, assieme alla Finanze, esaminerà lo schema di decreto per la prevenzione dell'uso del sistema finanziario a fini di riciclaggio o finanziamento del terrorismo.

L’Agricoltura esaminerà lo schema di decreto legislativo sulla riorganizzazione dell'Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA) e per il riordino del sistema dei controlli nel settore agroalimentare. In sede riunita con la Territorio, riprenderà il ddl sul consumo di suolo. Alle 14.30 le Commissioni Politiche dell’UE di Camera e Senato ascolteranno il Ministro per gli affari europei Vincenzo Amendola sulle linee programmatiche.

L’Aula della Camera 

L’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 11 per lo svolgimento delle interpellanze e interrogazioni. Dalle 14.00 esaminerà il rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2018 e le disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2019. A seguire si confronterà su diverse ratifiche di trattati internazionali come la pdl sull’accordo tra Italia e Qatar di cooperazione in materia d’istruzione, università e ricerca scientifica, quella sull’accordo tra Italia e Singapore di cooperazione scientifica e tecnologica, quello fra Italia e Giamaica per eliminare le doppie imposizioni e quello tra Italia e Bulgaria per la cooperazione cinematografica e audiovisiva. A seguire si confronterà sulla pdl per lo scambio di note tra Italia e Multinational Force and Observers (MFO), sulla pdl di memorandum d'intesa tra Italia e Consiglio d'Europa relativo all’Ufficio del Consiglio d'Europa a Venezia e sulla proposta di ratifica della convenzione del Consiglio d'Europa per un approccio integrato in materia di sicurezza fisica, sicurezza pubblica e assistenza alle partite di calcio e altri eventi sportivi.

Le Commissioni della Camera

La Commissione Giustizia proseguirà il ciclo di audizioni sulla pdl per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del bullismo. Con la Finanze esaminerà lo schema di decreto legislativo per la prevenzione dell'uso del sistema finanziario a fini di riciclaggio o finanziamento del terrorismo. La Commissione Ambiente alle 13.30 ascolterà i rappresentanti della Fondazione per lo sviluppo sostenibile nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla normativa che regola la cessazione della qualifica di rifiuto (end of waste). La Trasporti svolgerà diverse audizioni sullo schema di decreto legislativo relativo al Codice della nautica da diporto. La Commissione Agricoltura svolgerà diverse audizioni sulla pdl relativo alle misure per il lavoro e l'imprenditoria femminile in agricoltura. Infine la Politiche dell’UE proseguirà l’esame della Legge di delegazione europea 2018.

Prima il taglio dei Parlamentari poi la legge elettorale. Dubbi sul proporzionale

Entro ottobre la Camera darà il via libera finale alla riduzione del numero dei parlamentari. La data la deciderà la Conferenza dei capigruppo di dopodomani e il Pd, assicurano fonti parlamentari dem, non si metterà di traverso anche se le altre riforme che hanno il compito di controbilanciare gli effetti del taglio degli eletti, fortemente volute dai dem e inserite nel programma di Governo, non sono ancora state messe in cantiere, a partire dalla legge elettorale. Anzi, l'orientamento che emerge nelle ultime ore tra i giallorossi è sì di procedere, ma senza alcuna fretta. E non solo perché avviare adesso un confronto nel merito di un nuovo sistema di voto, con un esecutivo che inizia a muovere i primi passi e che dovrà affrontare il nodo delicato della manovra, potrebbe avere ricadute destabilizzanti proprio sulla tenuta della maggioranza e del Governo stesso, ma anche perché iniziano a farsi numerose e preponderanti le perplessità su un ritorno al proporzionale

Se, infatti, in un primo momento un sistema proporzionale, magari corretto con una soglia di sbarramento medio-alta (le ipotesi circolate erano del 4 o del 5%), sembrava essere la soluzione più gettonata, nelle ultime ore vanno diminuendo le quotazioni e risalgono quelle di una legge proporzionale con una quota di maggioritario. Intanto, per i 5 stelle l'importante è incassare il taglio degli eletti, poi ci sarà tempo e modo per rivedere il sistema di voto. La linea è stata ribadita dal ministro per i rapporti con il Parlamento: “Abbiamo già deciso in agosto, durante il programma fatto insieme, di passare subito alla votazione di questo importantissimo passaggio, che renderà più efficace ed efficiente la nostra democrazia”.

Il tema fa discutere anche il centrodestra, dove Silvio Berlusconi, cui non dispiacerebbe affatto un ritorno al proporzionale tanto più in mancanza di un patto blindato sulla coalizione, è pronto a sedersi al tavolo delle riforme auspicando una proposta comune del centrodestra. E Matteo Salvini non chiude, anzi. Seppur proseguendo la battaglia sul referendum per abolire la quota proporzionale, la Lega è disponibile a discuterne, ma il faro resta il maggioritario: “Speriamo che il centrodestra sia compatto, noi vogliamo una legge elettorale moderna, chi prende un eletto in più governa, speriamo che nessuno torni indietro perché tutto il centrodestra è stato sostenitore del maggioritario”, scandisce Salvini.

L’alleanza in Umbria scuote M5S e Pd

Pd e M5S salutano con soddisfazione il faticoso accordo raggiunto per le regionali in Umbria ma l'esperimento, a sentire i big dei due partiti, per il momento potrebbe fermarsi lì o almeno rimanere in stand by finchè non si avranno dei riscontri concreti, col voto, di questo primo test. L'alleanza appena siglata attorno al nome del civico Vincenzo Bianconi, candidato cooptato in corner dopo la ferma opposizione dei pentastellati ad appoggiare un altro civico come Andrea Fora, colpevole di essere stato già indicato come candidato del centrosinistra, viene al momento declinato come un esperimento su cui entrambi i partiti dovranno fare le opportune verifiche. 

Se da un lato c’è l'amarezza del quasi candidato Fora che ufficializza la delusione del bacino elettorale che avrebbe portato in dote all'alleanza civica, dall'altra ci sono le perplessità dei democratici che guardano con apprensione al voto in Emilia Romagna e difficilmente decideranno di fare a meno della candidatura del governatore uscente Stefano Bonaccini. E, soprattutto, c’è il malumore che serpeggia tra i pentastellati, non solo quelli locali che hanno indetto una riunione degli eletti in Umbria proprio per sedare gli animi; l'alleanza con il Pd a livello nazionale e ora locale sta infatti provocando un terremoto nei 5 Stelle: l'ala degli scettici, quella che parte da Alessandro Di Battista passando per Gianluigi Paragone o Stefano Buffagni, è sul piede di guerra e n mirino c’è l'ufficiale di collegamento tra le due forze incarnato dall'ex braccio destro di Di Maio Vincenzo Spadafora

Salvini attacca Colle e rilancia il centrodestra

Matteo Salvini attacca Sergio Mattarella sulla nascita del Governo e la Conferenza Episcopale sul tema dei migranti. Al contempo, il leader della Lega apre a Silvio Berlusconi rilanciando il centrodestra unito e plurale: “Preferisco sempre il gioco di squadra. Per vincere servono sempre 11 giocatori, uno da solo non ce la fa”. Già a Pontida il segretario federale era stato ruvido con il Capo dello Stato, affermando che, nella soluzione della crisi, “sono state fatte scelte che non corrispondono alla volontà popolare”. Ma ieri, visitando il Salone Nautico di Genova, l'affondo è molto più diretto: “Mi spiace che il Presidente della Repubblica abbia avallato questo triste, squallido giochino di Palazzo. Abbiamo un Governo barzelletta e mi domando perché abbia permesso tutto ciò”.

Toni decisamente più distesi, invece, all'interno del centrodestra. In attesa di un vertice imminente ma non ancora programmato, i leader usano toni concilianti. Complice il voto ormai prossimo in Umbria, proprio Matteo Salvini smette di far pesare la sua oggettiva leadership lodando di “gioco di squadra”. Anche il Presidente di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni, in passato critica con gli azzurri, smorza i toni nei confronti di Silvio Berlusconi: “Non faccio il buttafuori della coalizione”, risponde a chi le chiede sulla tenuta dell'alleanza. Quello che le sta comunque a cuore è che si ribadisca un “patto anti-inciucio”, un accordo scritto in cui si sancisca “mai con il Pd, mai con i Cinque Stelle”. E lancia per il 30 novembre un evento dal titolo “Casa dei Patrioti”, una “chiamata alle armi rivolta non soltanto a chi fa politica ma anche alle tante personalità che in Italia ci sono, che eccellono nei loro ambiti, che si sentono patrioti e che vogliono fare la loro parte”.



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