Il M5S incontra la Cartabia per trovare una difficile intesa sulla giustizia

Al Movimento 5 Stelle, ancora privo di leadership e pervaso da tensioni interne fortissime, non resta che appellarsi all'ultima trincea, quella della riforma della giustizia. In un faccia a faccia con il Ministro della Giustizia Marta Cartabia la delegazione pentastellata ha provato a far valere le sue ragioni, su un punto soprattutto: la riforma della prescrizione proposta dalla commissione presieduta da Giorgio Lattanzi così non va. Non è una trincea tout court, quella del Movimento, e, nel complesso della riforma del processo penale, un'intesa è a portata di mano. Cartabia è aperta a “correttivi tecnici” ma tenendo presente un punto cruciale: la riforma del processo penale è dirimente per ottenere i fondi del Recovery Fund. A Via Arenula, in mattinata, non è presente Giuseppe Conte; l'ex premier, frenato dall'ormai endemica diatriba con Rousseau e con i gruppi parlamentari sempre più simili a una polveriera, non può esporsi. Al tavolo con Cartabia ci sono il capogruppo alla Camera Davide Crippa, il vicecapogruppo al Senato Andrea Cioffi, il capogruppo in commissione Giustizia alla Camera Eugenio Saitta e i senatori Felicia Gaudiano e Arnaldo Lomuti, e soprattutto l'ex ministro della Giustizia Alfonso Bonafede

La delegazione prova a rigettare subito più in là il nodo del ddl processo penale: “Le priorità sono la riforma del Csm e la riforma del processo civile”, spiegano i pentastellati, ottenendo per venerdì 4 giugno un vertice di maggioranza con la ministra Cartabia sul dossier. Sul ddl di riforma del processo civile i nodi sono marginali, ma poi, nel corso dell'incontro, si passa ai temi caldi, la prescrizione innanzitutto. La Commissione Lattanzi ha presentato due proposte alternative che comunque non trovano l’accordo del M5S: “È fondamentale garantire un processo celere ma questo non deve mai tradursi in una denegata giustizia”, è l'alt del Movimento. Da qui al 28 giugno, quando il ddl processo penale è atteso in Aula alla Camera, se ne riparlerà e lo scontro in maggioranza è dietro l'angolo, con Iv, Fi e Azione pronti all'offensiva. Senza contare “l'inappellabilità delle sentenze di condanna e di proscioglimento da parte del Pubblico ministero” proposta dalla commissione Lattanzi e che, per il M5S, non è altro che un “Pecorella bis”. Ma il tempo stringe: qualsiasi compromesso, spiegano a via Arenula, deve soddisfare le esigenze dell'Europa e deve essere accettabile da tutta la maggioranza: per il governo Draghi, insomma, la priorità resta il Recovery Plan.  

Al via il primo giro di nomine. Draghi sceglie la discontinuità per Fs

Luigi Ferraris amministratore delegato, Nicoletta Giadrossi presidente: con questi due nomi il premier Mario Draghi inaugura una nuova stagione alla guida di Ferrovie dello Stato. La scelta arriva dopo un colloquio con il ministro dell'Economia Daniele Franco e dopo un lungo lavoro di valutazione con il coinvolgimento di una società di cacciatori di teste, e sembra preludere a un'altra scelta di discontinuità, attesa nelle prossime ore con la probabile nomina alla guida di Cassa depositi e prestiti di Dario Scannapieco come amministratore delegato al fianco del presidente Giovanni Gorno Tempini confermato dalle fondazioni ex bancarie. Per l'Ad uscente di Cdp, Fabrizio Palermo, che vanta i risultati ottenuti e un diffuso sostegno in maggioranza, a partire dal M5S, potrebbe arrivare l'indicazione al vertice di un'altra partecipata. Il cosiddetto “metodo Draghi” segna anche il dossier delle nomine: delle decisioni sono stati informati i leader di maggioranza che sul punto per il momento non hanno nessuna voce in capitolo. Diverso, probabilmente, sarà nel delicato capitolo dell’indicazione dei componenti dei Cda: il Movimento 5 stelle, in particolare, va in forte pressing per la conferma di Palermo a Cdp; il manager fino all'ultimo resta in partita e fanno emergere subito qualche mal di pancia tra i pentastellati le indiscrezioni che danno per probabile l'indicazione di Scannapieco, ora alla Bei. Ma per potrebbe arrivare un nuovo incarico: si citano in particolare come possibili due società i cui Cda non sono in scadenza imminente: Invitalia, guidata dall'ex commissario all'emergenza Domenico Arcuri, o Leonardo, se per Alessandro Profumo, condannato in primo grado con sentenza non definitiva per Mps, dovesse arrivare un'uscita di scena anticipata.  

Ancora qualche giorno dovrà trascorrere invece per il rinnovo dei vertici della Rai, dal momento che l'assemblea si svolge in seconda convocazione il 14 giugno. Su questo dossier entreranno più direttamente i partiti, non solo per la nomina dei componenti del Cda (uno in quota Lega, uno Fdi o Fi, uno Pd, uno M5S), ma anche per il voto con cui la commissione di Vigilanza Rai dovrà dare, a maggioranza di due terzi, il via libera al nome del futuro presidente. Per questa casella salgono, nel borsino della maggioranza, le quotazioni di Alessandra Perrazzelli, vicedirettore generale della Banca d'Italia, che da alcuni viene indicata anche come possibile Ad e che per la presidenza potrebbe avere il profilo giusto soprattutto se l'incarico di amministratore delegato andasse a un uomo, magari interno all'azienda. Per la presidenza continuano a circolare anche i nomi del giornalista Ferruccio De Bortoli, che però avrebbe declinato, dell'ex dg Mauro Masi, di Simona Agnes o della giornalista Paola Severini Melograni. Per il ruolo di amministratore delegato continuano a essere considerati in partita gli interni Maurizio Ciannamea, responsabile dei palinsesti e reputato gradito alla Lega, Paolo Del Brocco, Ad di Rai Cinema, o le esterne Eleonora Ripa, di OpenFiber, Laura Cioli già in Rcs, Francesca Bria presidente di Cdp Venture Capital e considerata stimata dal Pd, che potrebbe indicarla come consigliere.

Draghi tenta di chiudere sul decreto semplificazioni

Il Governo tenta il rush finale sul decreto Semplificazioni. Dopo settimane di stesure, discussioni e tensioni all'interno dell'esecutivo e con le parti sociali, e soprattutto dopo l'incidente sui licenziamenti, i prossimi giorni potrebbero essere decisivi per tirare le somme e rispettare la tempistica indicata dal cronoprogramma del Recovery plan. Il provvedimento, fondamentale per proseguire con tutti i progetti del Pnrr, è infatti atteso entro la fine del mese e l'approvazione del Consiglio dei ministri potrebbe arrivare, come indicato dal ministro dei Rapporti con il Parlamento Federico D'Incà, già entro “questa settimana o nei primi giorni della prossima”. Il primo step sarà la cabina di regia con Mario Draghi programmata per oggi; il premier ha già indicato la strada: “Trovare un punto d’incontro senza snaturare l'obiettivo di costruire l'Italia più equa e competitiva che vediamo nel Pnrr”. 

Rispetto alle prime versioni, per quanto preliminari, il testo potrebbe risultare piuttosto alleggerito, prima di tutto dalle norme più divisive, quelle sugli appalti al massimo ribasso e sulla liberalizzazione dei subappalti. L'orientamento prevalente sembra quello di far slittare l'intero pacchetto al ddl delega di revisione del Codice ma la decisione definitiva non è ancora stata presa perché, anche in questo caso, l'esecutivo si trova tra due fuochi: quello delle imprese, favorevoli a una maggiore deregulation, e quello dei sindacati, scesi in piazza per protestare contro le morti sul lavoro e pronti a proclamare lo sciopero generale se il Governo non aprirà un tavolo di confronto. Nella maggioranza il segretario del Pd Enrico Letta ribadisce il proprio impegno sulla via delle semplificazioni ma i Dem puntano il dito contro il massimo ribasso e, sullo stesso tema, da Forza Italia Anna Maria Bernini propone di porvi comunque un tetto. Il punto sarà fatto probabilmente già oggi anche se in molti sono pronto a scommettere che per l’intesa serva ancora tempo.  

L’Aula del Senato

L’Assemblea del Senato tornerà a riunirsi alle 15.00 per la discussione delle interrogazioni a risposta immediata.

Le Commissioni del Senato

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali svolgerà delle audizioni sulla sentenza della Corte Costituzionale sulla mancanza di una disciplina legislativa che assicuri l'accesso tempestivo alla tutela giurisdizionale nei confronti di decisioni potenzialmente lesive del diritto di elettorato passivo nelle elezioni politiche nazionali. La Giustizia inizierà il lunghissimo ciclo di audizioni sui ddl per il contrasto della discriminazione o violenza per sesso, genere o disabilita, il cosiddetto ddl Zan. La Bilancio esaminerà e ascolterà il sottosegretario di Stato alla salute Pier Paolo Sileri sul decreto sul fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e altre misure urgenti per gli investimenti. La Finanze dibatterà sul ddl per la certificazione dei crediti fiscali e sul ddl per l’istituzione dei certificati di compensazione fiscale. La Istruzione, con la Lavoro, esaminerà il ddl sullo statuto delle arti e dei lavoratori nel settore della cultura. La Agricoltura, con la Territorio, si confronterà sul ddl di delega al Governo per la protezione degli insetti a livello nazionale. La Industria si confronterà sull'affare assegnato relativo alle aree di crisi industriale complessa con specifico riferimento a quella di Gela e svolgerà delle audizioni sulla ddl per la tutela e sviluppo artigianato artistico e sull'affare assegnato sulla promozione e la tutela del Made in Italy. La Salute e riprenderà l’esame sul ddl relativo alla disciplina dei defibrillatori. La Territorio esaminerà il ddl per la rigenerazione urbana. La Politiche dell’UE si confronterà sulla Legge europea 2019-2020.  

L’Aula della Camera

L’Aula della Camera tornerà a riunirsi alle 9.30 per l’informativa urgente del Governo sul tragico incidente verificatosi sulla funivia Stresa-Mottarone dello scorso 23 maggio 2021.

Le Commissioni della Camera

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali esaminerà poi la risoluzione sull'indicazione del luogo di nascita nei documenti personali e nelle certificazioni relative a cittadini italiani nati nei territori poi ceduti alla ex Jugoslavia, con la Difesa la pdl per l’istituzione della Polizia forestale, ambientale e agroalimentare nell'ambito dell'Amministrazione della pubblica sicurezza e con la Bilancio la pdl per la modifica del Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli Enti locali. La Finanze, con la Attività Produttive, esaminerà le risoluzioni sulle misure per supportare il pluralismo distributivo nel commercio. La Cultura, con la Lavoro, esaminerà le pdl per la prevenzione e la repressione della diffusione illecita di contenuti tutelati dal diritto d'autore mediante le reti di comunicazione elettronica. La Ambiente, alle 13.00, ascolterà il ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani sulle modalità di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, per le parti di competenza. La Lavoro proseguirà il ciclo di audizioni sull’indagine conoscitiva sulle nuove disuguaglianze prodotte dalla pandemia nel mondo del lavoro e alcune sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo sul principio della parità di retribuzione tra uomini e donne sul lavoro attraverso la trasparenza delle retribuzioni e meccanismi esecutivi. La Affari Sociali si confronterà sul decreto per la graduale ripresa delle attività economiche e sociali nel rispetto delle esigenze di contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-1.  



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