Al Senato

In vista delle elezioni amministrative che si terranno domenica 3 e lunedì 4 ottobre l’Assemblea del Senato non si riunirà. L’Aula di palazzo Madama riprenderà i lavori mercoledì 6 alle 9.30 con l’esame della nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2021 e di alcune ratifiche di accordi internazionali. Questa settimana anche le Commissioni non si riuniranno.

Alla Camera

Nell’arco di questa settimana anche l’Aula della Camera non si riunirà. L’Assemblea di Montecitorio riprenderà i propri lavori martedì 5 ottobre alle 10.00 con l’esame del decreto relativo alle modalità operative precauzionali e di sicurezza per la raccolta del voto nelle consultazioni elettorali dell'anno 2021 e delle mozioni per il rilancio di Alitalia e al mantenimento della continuità operativa e degli attuali livelli occupazionali della compagnia di bandiera.

Per quanto riguarda le Commissioni, la Giustizia svolgerà delle audizioni sullo schema di decreto legislativo per la lotta al riciclaggio mediante il diritto penale e alcune sullo schema di decreto legislativo sul rafforzamento di alcuni aspetti della presunzione d’innocenza e del diritto di presenziare al processo nei procedimenti penale. A seguire svolgerà delle audizioni sulle proposte di legge per l’accesso ai benefici penitenziari per i condannati per reati c.d. ostativi e, con la Attività Produttive, si confronterà sullo schema di decreto legislativo sull'uso di strumenti e processi digitali nel diritto societario. La Cultura, con la Trasporti, svolgerà alcune audizioni su alcuni Atti europei relativi ai diritti d’autore nell’abito della trasmissione via web. La Ambiente, con la Lavoro, svolgerà delle audizioni sul decreto in materia d’investimenti e sicurezza delle infrastrutture, dei trasporti e della circolazione stradale, per la funzionalità del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, del Consiglio superiore dei lavori pubblici e dell'Agenzia nazionale per la sicurezza delle infrastrutture stradali e autostradali.

Il Governo apre il confronto sulle nuove capienze nei luoghi pubblici

Si apre una settimana che vedrà impegnato il Governo a rivedere i limiti di capienza nei luoghi pubblici in cui si svolgono attività culturali, sportive, sociali e ricreative, come previsto dal decreto che ha introdotto il green pass nei luoghi di lavoro dal 15 ottobre. Gli esperti del Comitato tecnico scientifico torneranno a vedersi già nelle prossime ore per esprimere il parere richiesto dal governo entro il 30 di settembre dopo l'incontro di sabato in cui è arrivato l'ok alla terza dose per gli over 80, i residenti delle Rsa e il personale sanitario a rischio. Per il resto degli italiani, invece, si attenderà ancora. Quanto alle capienze, la decisione finale la prenderà il presidente del Consiglio Mario Draghi dopo l'incontro con i Ministri, forse già il primo ottobre, ma l'orientamento di esperti e Governo è di superare gli attuali limiti, con gradualità e autorizzando capienze diverse: un discorso sono i cinema e i teatri nei quali una capienza fino all'80% non creerebbe problemi, e una gli stadi o i concerti dal vivo, che richiamano migliaia di persone; in questi ultimi casi la percentuale dovrebbe essere inferiore al 75%. E poi c’è il discorso delle discoteche che Lega e Fi vogliono riaprire ma che per molti esperti continuano a essere uno dei luoghi più a rischio di contagio. 

Se la modifica delle capienze è comunque un passaggio quasi certo, il Governo sta ancora valutando una possibile revisione delle norme sul distanziamento nei luoghi di lavoro. Con il Dpcm di venerdì scorso si è stabilito che la modalità ordinaria di lavoro nelle PA sarà in presenza; lo smart working resterà ancora ma in maniera residuale e solo a determinate condizioni: non pregiudicare i servizi per il pubblico, avere strumenti tecnologici per comunicazioni sicure tra amministrazione e dipendenti come una piattaforma digitale o un cloud, avere un piano per lo smaltimento degli arretrati. La stragrande maggioranza dei dipendenti pubblici dovrà tornare dietro la scrivania e dunque si pone il problema di come gestire gli spazi negli uffici: il Dpcm afferma che il rientro deve avvenire in condizioni di sicurezza e nel rispetto delle misure anti Covid che, al momento, prevedono il mantenimento della distanza di almeno un metro. Il ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta dovrà mettere a punto il decreto che definisce i criteri e con il ministro della Salute Roberto Speranza sta definendo le linee guida che devono stabilire le modalità organizzative per le verifiche sul green pass; entrambi saranno sottoposti al Cts. In questo quadro non è escluso che possa essere rivisto il distanziamento poiché sarebbe complicato riportare tutti in ufficio e garantire il metro di distanza. 

Oggi parte il confronto tra Draghi e i Sindacati sul Patto per l’Italia

Crescita e riforme. Sono questi gli obiettivi del Governo, che accelera sul Patto per l'Italia proposto dal premier Mario Draghi che oggi riceverà a Palazzo Chigi i sindacati, ufficialmente per parlare di sicurezza sul lavoro, ma Cgil, Cisl e Uil non hanno alcuna intenzione di fermarsi all'ordine del giorno: “Chiederemo al presidente del Consiglio e al Ministro del Lavoro di fissare un calendario che dica nei prossimi giorni quando si affrontano tutte le altre questioni aperte. Senza pregiudiziali, ma molto determinati”, avvisa Maurizio Landini dal palco di Futura 2021, non escludendo di parlare anche di tamponi gratuiti per i lavoratori. Il segretario della Cgil torna anche su un punto che ha scatenato la discussione nel dibattito politico: “Il Patto non si fa solo tra sindacati e Confindustria, bisogna coinvolgere tutto il sistema produttivo e le forze politiche che rappresentano questo Governo, occorre che l'esecutivo sia garante di un processo di riforme”. Queste parole fanno vedere il bicchiere mezzo pieno a Carlo Bonomi: “La risposta dei sindacati mi è sembrata positiva. Io ho letto comunque la voglia di esplorare questa possibilità”, dice il Presidente di Confindustria. 

La proposta lanciata dal premier piace anche a Pd e a parte del M5S. Per Enrico Letta è “la proposta giusta”, tanto che il segretario dem indica come priorità assoluta “il lavoro per i giovani, che oggi non c'è” e lancia alcuni spunti di riflessione sulle nuove generazioni: “Se ne vanno, stage e precarietà sono il grande problema del nostro Paese, quindi un salario d’ingresso e una possibilità di primo lavoro per i giovani che li stabilizzi”. Dal mondo pentastellato è Luigi Di Maio a promuovere l'iniziativa: “Sostengo pienamente l'idea del Patto, che deve essere più possibile inclusivo, non credo che il presidente Draghi abbia mai inteso che potesse escludere qualcuno”. Oltre l'entusiasmo, però, restano tanti i nodi da affrontare in questa fase della stagione politica, come quello del salario minimo, che non convince i sindacati: "Per noi è quello dei minimi contrattuali. Bisogna fare molta attenzione su questo tema. Rischiamo di ridurre lo spazio contrattuale”, dice il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri, seguito a ruota dal leader della Cisl Luigi Sbarra. Posizioni condivise, stavolta, anche da Confindustria: “Siamo per rafforzare la contrattazione, perché garantisce tutti”, spiega infatti Bonomi. 

L’SPD vince le elezioni per un soffio in Germania

In Germania, i Socialdemocratici del SPD e il loro candidato cancelliere Olaf Scholz hanno ottenuto il 25,7% dei voti, secondo i risultati provvisori, battendo con uno scarto di meno di due punti la CDU di Angela Merkel, adesso guidata da Armin Laschet, che ha registrato un crollo al 24,1%. I Verdi, secondo i dati provvisori, con la candidata alla cancelleria Annalena Baerbock hanno ottenuto il loro miglior risultato di sempre, il 14,8%, diventando il terzo partito della Germania, seguiti a ruota dai Liberaldemocratici del FDP con l'11,5%. L'estrema destra dell'AfD entrerà per la seconda volta nel Bundestag con il 10,3% ed è diventato il primo partito in Turingia, dove ha ottenuto il 24%. In quest Land l'Spd è arrivata seconda con il 23,4%, mentre la Cdu è terza con il 16,9%. La sinistra Linke non ha superato lo sbarramento del 5% e non entrerà in Parlamento. La CSU, partito gemello della Cdu, in Baviera, secondo la Tagesspiegel, ha registrato il peggior risultato della sua storia dalle elezioni del 1949, ma comunque si attesta nel Land meridionale al 31,7%. Adesso inizia una lunga fase di negoziati e “colloqui esplorativi”; una coalizione a tre è l'ipotesi più probabile, secondo gli esperti: ipotesi possibili sono Spd-Cdu-Verdi, la cosiddetta coalizione semaforo, o quella giamaicana con Cdu, Verdi e Liberaldemocratici. Su un tema i due leader dei principali partiti Laschet e Scholz, entrambi convinti di dover guidare il Paese, sono concordi: che la coalizione ci sarà prima di Natale. 



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