Mattarella vede Fico e Casellati. Oggi riprendono le consultazioni

Si aprono al Quirinale le consultazioni del capo dello Stato Sergio Mattarella dopo le dimissioni del premier Giuseppe Conte, e non potevano che essere segnate dal Coronavirus: pochi giornalisti e distanziati, con mascherina e seduti nel salone delle Feste anziché nella più conosciuta Sala della Loggia, chiusa per restauro. Il primo giorno al Quirinale si apre con il faccia a faccia del capo dello Stato con i due presidenti delle Camere, Elisabetta Alberti Casellati e Roberto Fico, trenta minuti ognuno; all’uscita, com’è consuetudine, nessuna dichiarazione politica, solo la terza carica dello Stato si concede ai microfoni per augurare buon lavoro alla stampa e per lanciare un messaggio agli italiani: “Siamo tutti al lavoro per il bene del Paese”. Il colloquio con Casellati, viene riferito, è stato fitto, quello più delicato; tuttavia, quello più cruciale resta il vis à vis con Fico: il presidente della Camera è uno degli esponenti del M5S, il più tormentato in questa crisi e quello che ha più da perdere: il premier in quota pentastellata. In questo primo giro di consultazioni sul tavolo, di fatto, è stata valutata la consistenza e la solidità di un eventuale Conte ter. Non è un caso infatti che dopo le dimissioni l'avvocato pugliese si è fermato nello studio di Fico alla Camera per oltre un'ora. Rituale anche la telefonata al presidente emerito Giorgio Napolitano, che già nelle scorse consultazioni non era riuscito a salire al Colle. 

Oggi si entrerà nel vivo di quella che comunemente si definisce la fase politica delle consultazioni. Si partirà con i gruppi più piccoli di Camera e Senato: Autonomie alle 10.00 e Misto dei due rami del Parlamento che saranno ricevuti alle 10.30; alle 11.50 sarà il turno del neonato gruppo dei cosiddetti Responsabili. Alle 16.00 gli occhi saranno puntati sul folto gruppo che racchiude varie componenti e in cui Conte spera di trovare il sostegno necessario. Nel pomeriggio sarà la volta di Leu (16.45), Italia Viva (17.30) e Partito Democratico (18.30). L'attenzione è ovviamente rivolta a Matteo Renzi, che guiderà la delegazione, che ha dato il via alla crisi: Mattarella cercherà di capire quali sono le vere intenzioni dell'ex premier, che non dovrebbe fare un nome, se c'è quindi la possibilità di ricucire ed eventualmente trovare un accordo programmatico superando i veti per dare al Paese un esecutivo e di ampio respiro capace di arrivare a fine legislatura. 

Al Senato nasce il Gruppo dei responsabili, ma i numeri ancora non ci sono

C’è voluto il prestito di una senatrice da parte del Pd per far nascere al Senato il gruppo dei volenterosi, che dovrebbe sostenere Giuseppe Conte nella sua corsa verso il ter. A puntellare l'aiutino di Zingaretti giunge anche una sponda da Forza Italia con l'arrivo, e il conseguente addio agli azzurri, del senatore Luigi Vitali (cui, si sussurra nei corridoi di Palazzo Madama, potrebbe aggiungersi domani un'altra azzurra, Anna Carmela Minuto). Il partito di Renzi, che aveva già visto nel prestito della senatrice Dem un gesto ostile del segretario del Pd nei suoi confronti, registra la novità e si vede ulteriormente indebolire dal punto di vista numerico. L'annuncio della costituzione del nuovo gruppo è stato dato in Aula a Palazzo Madama dalla presidente Maria Elisabetta Casellati, che ha riferito che si chiamerà Europeisti-Maie-Centrodemocratico. Alla lettura dei dieci nomi (numero minimo per costituire un gruppo), è emersa l'assenza di Lello Ciampolillo e di Sandra Lonardo Mastella. Senza la senatrice Dem, la scrittrice Tatjana Rojc, ci si sarebbe fermati a quota nove; per altro Rojc ha chiarito subito che rimane nel Pd e che ha solo dato un aiuto alla nascita del gruppo. 

In ogni caso si tratta di dieci senatori che avevano già votato la fiducia martedì 19 gennaio, e otto di loro la votavano già prima. A questi, ora, si aggiunge Vitali e, come fiducioso annuncia il leader del Maie Ricardo Merlo, a sostenere il Conte ter arriveranno altri senatori ora all'opposizione; il capogruppo è Raffaele Fantetti. Fantetti, Causin e Merlo andranno da Mattarella a proporre il reincarico a Giuseppe Conte. Sandra Lonardo Mastella ha spiegato i motivi della mancata adesione: l'assenza del nome della sua associazione politica “Noi campani” dalla dicitura ufficiale del gruppo. Si tratta solo di un apparente capriccio visto che l'avere un gruppo parlamentare in uno dei due rami del Parlamento esonera dalla raccolta delle firme alle successive elezioni. Al momento i numeri del Senato timidamente si schiodano dagli attuali 157 per quotarsi a 158/159. Alla Camera lo scenario è quasi una fotocopia: due senatrici ex M5S che avevano votato il 18 la fiducia a Conte hanno aderito alla componente Centro Democratico di Bruno Tabacci, che sale da 13 a 15. Operazioni in corso, dunque, che irritano, e non poco, il leader di Iv. Zingaretti, in Direzione, ha detto di nutrire “fondati dubbi sulla affidabilità di Iv per il futuro”, non il modo migliore per addolcire Renzi che infatti ha parlato di "autentico scandalo”. 

Pd e M5S blindano Conte, Renzi alza il tiro e la tensione

Il premier dimissionario Giuseppe Conte è in attesa di capire quale sarà l'atteggiamento della maggioranza e di Italia Viva nei colloqui con il presidente della Repubblica. Se dovesse ricevere un pre-incarico andrebbe a trattare su un nuovo programma e per un nuovo esecutivo con tutti, anche con Iv, quindi in un secondo momento, non ora: nessuna intenzione di bruciare le proprie carte. Ma nella maggioranza non si esclude affatto che a questo punto la prima strada a essere percorsa possa essere quella del mandato esplorativo al presidente della Camera Fico. Le distanze tra il presidente del Consiglio dimissionario e Matteo Renzi restano per ora difficilmente colmabili: il leader di Iv non ritiene che il premier dimissionario possa continuare nel suo percorso senza cercare alcun accordo, senza neanche tendere la mano; non vede un cambio di rotta, tanto che una fonte parlamentare di Iv mette perfino in dubbio la strategia decisa l’altro giorno, ovvero quella di non fare alcun nome al Quirinale. Insomma la posizione potrebbe essere ancora più intransigente in mancanza di ulteriori segnali. Al momento la partita resta quindi bloccata perché anche l'operazione Maie-Cd europeisti al Senato non ha portato numeri aggiuntivi alla maggioranza. La caccia ai volenterosi continua; del resto i vertici M5S, Pd e Leu hanno blindato il presidente del Consiglio dimissionario e al momento non intendono ragionare su un eventuale piano b. 

Matteo Renzi ha spiegato che non ci sono pregiudizi, che si ragiona sui temi e non sulle poltrone, rilancia sulla necessità che l'Italia utilizzi il Mes o almeno una sua parte, e che ci sia una differente gestione del piano dei vaccini, ma continua anche a ritenere che Conte non sia la figura che possa servire in questo momento all'Italia. Nel momento in cui chiede una svolta nella politica economica il convincimento nei giallorossi è che voglia puntare ad azzerare il governo e a ridiscutere in un eventuale Conte ter tutti i ministeri e gli indirizzi dell'esecutivo. Del resto Iv chiede da tempo un esecutivo autorevole. L'ipotesi che il Conte ter possa essere politico, ovvero contemplare l'ingresso dei big della maggioranza al governo, con la presenza anche di vicepremier, non viene scartata, ma occorrerà capire le reali intenzioni di Renzi e se uno spiraglio verso Conte potrà essere aperto o meno. Al momento la tensione è ancora alta: il Colle insiste sulla necessità che non ci siano più veti e così anche il Pd con Nicola Zingaretti, forte del voto pro Conte della Direzione nazionale del PD, e il Movimento 5 stelle. Ma se entro oggi non ci sarà alcun passo di Conte il rischio è che la crisi possa trascinarsi ancora per molto tempo. Conte non si fida di Renzi, ritiene che il suo unico obiettivo sia farlo fuori, che voglia alzare l'asticella per tatticismi. Da un lato, Il Pd al momento non prevede alternative e nel Movimento 5 stelle il convincimento è che il senatore di Rignano voglia arrivare a un governo istituzionale con una maggioranza Ursula, dall’altro il leader di Iv è convinto che l'unico scopo dei giallorossi sia quello di conquistare i suoi senatori. Tra i nomi alternativi per palazzo Chigi continuano a circolare quelli di Marta Cartabia e Luciana Lamorgese, per il Pd Dario Franceschini e Lorenzo Guerini e per il M5S Stefano Patuanelli e Luigi Di Maio. Ma la partita ora è sul Conte ter e non su altro.

Salvini spariglia e apre sul dopo Conte e rilancia un governo di Centrodestra

Matteo Salvini spariglia ancora una volta le carte nel centrodestra e dice che per la Lega le elezioni anticipate non sono una priorità. La posizione sembra stridere con quella di Giorgia Meloni, determinata sin dal primo momento al ricorso alle urne, mentre sarebbe in sintonia con la linea di Forza Italia, che con Silvio Berlusconi indica, in caso di fallimento del Conte ter, due strade: il governo di unità nazionale o le elezioni, appunto. Nella Lega si ragiona anche per fasi intermedie: primo obiettivo, in attesa di valutare soluzioni governative su cui eventualmente convergere, è quello di vedere la strada libera da Conte; a quel punto, con l'attuale premier fuori gioco, raccontano, si aprono scenari del tutto inediti, la crisi prende direzioni su cui il centrodestra dovrà fare una nuova riflessione. 

Senza Conte tutti gli equilibri vanno ripensati, non solo per le forze della ex maggioranza. Così il Capitano scommette sul “de profundis dell’avvocato del popolo”, boccia i dieci responsabili del Senato bollandolo come dei viandanti e apre al post Conte. Per ora, si fissa un unico paletto preciso: “Mai al governo con la sinistra”. Tradotto: il Carroccio vede come alternativa al voto solo un esecutivo di centrodestra. “A Mattarella” spiega Salvini “chiederemo se questo Parlamento può garantire una maggioranza solida: se la risposta è sì, per me l'unica possibilità, all'interno di questo Parlamento, è un governo a guida centrodestra”. La posizione di Salvini, come emerge in queste ore, si presta a interpretazioni nuove: dentro Forza Italia e negli ambienti centristi, infatti, scommettono che alla fine, a certe condizioni e con un quadro politico cambiato rispetto al Conte ter, la Lega potrebbe almeno valutare l'ipotesi di un governo di scopo (limitato, ad esempio, al varo di un piano vaccinale e del Recovery) e dal chiaro tenore di unità nazionale

Al Senato

Dopo che nella giornata di ieri è stato approvato definitivamente il decreto sulle ulteriori disposizioni urgenti per fronteggiare i rischi sanitari connessi alla diffusione del virus COVID-19, nella giornata di oggi e per tutto il resto della settimana l’Assemblea del Senato non si riunirà a causa dell’apertura della crisi di Governo. Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali, con la Giustizia, tratterà il ddl per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del bullismo e le misure rieducative dei minori. La Lavori Pubblici svolgerà diverse audizioni sullo schema di piano industriale della società Italia trasporto aereo Spa

Alla Camera

A causa dell’apertura della crisi di Governo, nella giornata di oggi l’Aula della Camera non si riunirà e sarà convocata a domicilio. Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali si confronterà sulla Proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza. La Trasporti svolgerà diverse audizioni sullo schema di piano industriale della società Italia Trasporto Aereo Spa. Tutte le altre commissioni non si riuniranno.



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