Dopo la sconfitta in Umbria Zingaretti sprona il M5S sulle alleanze

La sconfitta in Umbria, pur abbondantemente annunciata, ha un'eco non da poco ai piani alti del Partito Democratico. Sono diversi i livelli di analisi su cui Nicola Zingaretti, Dario Franceschini e lo stato maggiore dem si concentrano: il 22,3% raggiunto dal Pd viene fotografato come un risultato di tenuta, dal momento che arriva “dopo una scissione e, considerando la presenza alle europee di altre forze politiche”. E se a finire sul banco degli imputati è subito l'alleanza civica con il M5S (“l'esperimento non ha funzionato e non è più praticabile”, taglia corto Luigi Di Maio) i dem non indietreggiano: “Il Pd è pronto ad andare avanti, ma non aspetta a tutti i costi le mosse del M5S. Loro crollano e noi siamo l'unico perno dell'alternativa a Salvini”, è il messaggio che viene fatto recapitare agli alleati. Dario Franceschini in serata ha dichiarato: “Non mi sembra particolarmente acuta l'idea che poiché anche presentandoci insieme abbiamo perso l'Umbria è meglio andare divisi alle prossime regionali”. 

Ma alleanze territoriali a parte, ci sono poi le inevitabili ricadute sul Governo. Ed è in questo che il leader dem, questa volta, è più tranchant: “Occorre voltare pagina. Mi auguro una nuova solidarietà nella coalizione e nella compagine del Governo Conte che non può essere un campo di battaglia quotidiano. Se l'unità d'intenti non c'è, o non c'è più, l'esistenza stessa dell'alleanza di Governo è inutile e sarà meglio trarne le conseguenze”. Nessun ultimatum al Governo, viene assicurato, ma la pretesa che le forze che lo sostengono giochino a carte scoperte. Lo dice chiaro Andrea Orlando: “Se si va avanti così sarà inevitabile che il PD si ponga il tema di staccare la spina. Siamo a un bivio. Tirando a campare il populismo si amplifica”, sintetizza il vicesegretario PD. Chiarezza, dunque: i dirigenti dem, per esempio, non hanno molto apprezzato il paragone fatta da Di Maio tra Pd e Lega, o la rievocazione del contratto di Governo su cui si basava l'alleanza gialloverde. 

Il capo politico M5S lo tira in ballo per i battibecchi interni alla maggioranza su Quota100. “Se avessimo avuto un contratto di governo, ciò che non c'era scritto non si sarebbe potuto neanche ipotizzare e quindi alcune incomprensioni magari non si sarebbero nemmeno verificate”, dice sibillino. Per Zingaretti è “uno schema non replicabile. Il contratto presuppone uno scambio e noi non ci stiamo, perché è sullo scambio che sono nati i litigi. Noi abbiamo un'agenda fatta insieme, con la sintesi di Conte”. I dem capiscono le difficoltà che “può incontrare adesso Di Maio nel tenere i suoi, ma il rischio è che lui scarichi sul Governo le tensioni interne al movimento”.

Renzi critica la strategia sull’Umbria e ribadisce il suo appoggio al Governo

Il segretario Pd deve poi fare i conti con il malumore interno e con la battaglia nella battaglia ingaggiata con Matteo Renzi. Il leader di Italia Viva non perde infatti l'occasione per puntare il dito e marcare la distanza di strategia rispetto agli ex compagni: “Credo sia stato un errore politico drammatizzare il voto di questa pur bellissima regione, errore compiuto sia rivendicando l'alleanza strategica fra Pd e Cinque Stelle, sia impegnando il capo del Governo nella chiusura della campagna elettorale. La foto di Narni, insomma, non ha aiutato a vincere”, scrive nella consueta enews. Il Governo, però, non c'entra: “Deve preoccuparsi solo di governare, e di farlo bene. Noi stiamo dando una mano e continueremo a farlo”, assicura. Il ragionamento di fondo non cambia, la legislatura ha il dovere di eleggere il prossimo Capo dello Stato, anche se il senatore Matteo Renzi non fa mistero di non apprezzare troppo il protagonismo del presidente del Consiglio Giuseppe Conte

Nel M5S scatta il braccio di ferro sulle alleanze

Il M5S si risveglia dal voto umbro con meno certezze di prima, tranne una: la caduta di consenso prosegue anche nel sodalizio con il Pd. Il problema è che, a differenza di quando era alleato con la Lega, Luigi Di Maio è ben lungi dal prendersi sulle sue spalle tutta la responsabilità della disfatta e il capo politico lo fa capire. Il suo “l'esperimento in Umbria non ha funzionato”, ragionano i suoi, è una presa d'atto di un laboratorio che, proprio nel ministro degli Esteri vedeva uno degli esponenti più scettici. Eppure, al di là delle frasi ad effetto, la chiusura di Di Maio al Pd non è totale. Oggi il leader M5S vedrà gli eletti di Emilia-Romagna e Calabria e domani, probabilmente, parlerà ai deputati e senatori: “Mi dicano cosa vogliono”, è il messaggio che recapiterà ai gruppi. Sono le divisioni interne sulla strategia da percorrere che Di Maio vuole battere, blindando, così, la sua leadership, che, dopo la sconfitta umbra, torna nel mirino. C’è chi, come Barbara Lezzi, chiede un'assemblea del M5S, chi, come Mario Michele Giarusso, attacca senza mezzi termini i governisti Spadafora, Castelli e Buffagni. 

Sui social arriva solo una piccola parte dei malumori pentastellati. Le chat interne ribollono, più di un esponente, a taccuini chiusi, si chiede se Di Maio, proprio per il suo scetticismo sul Pd, non abbia sabotato la campagna elettorale e pretende che il capo politico faccia autocritica. Luigi Di Maio vede i suoi più volte nel pomeriggio e sceglie la via della semi-chiusura con i Dem, anche perché l'alleanza, già prima dell'Umbria, non era ben vista dalla base né in Emilia-Romagna né in Calabria; il rischio tuttavia è di risultare ininfluenti. Per questo, domani e dopodomani, Di Maio avvierà una serie d’incontri a partire dall’ala più favorevole all’alleanza con il PD, quella degli ortodossi di Roberto Fico.

L’Aula del Senato 

L’Aula del Senato tornerà a riunirsi alle 16.30 per l’esame della proposta d’istituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta sulla sicurezza e sullo sfruttamento del lavoro, delle mozioni sull'istituzione di una Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni d’intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all'odio e alla violenza, e del decreto per il trasferimento di funzioni e per la riorganizzazione dei Ministeri.

Le Commissioni del Senato

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali concluderà l’esame del decreto per il riordino dei Ministeri, svolgerà alcune audizioni sui disegni di legge relativi alle vittime del dovere e si confronterà sul ddl costituzionale per l’estensione dell’elettorato per il Senato e sul disegno di legge per la tutela costituzionale dell'ambiente; con la Difesa esaminerà lo schema di decreto sulla revisione dei ruoli delle Forze di polizia. La Giustizia esaminerà il ddl sulla diffamazione a mezzo stampa e il ddl relativo alla lite temeraria. Alle 12.00 la Commissione Esteri, in sede riunita con Politiche dell’UEe in sede congiunta con le rispettive della Camera, ascolterà le comunicazioni del Ministro per gli affari europei Vincenzo Amendola sugli esiti del Consiglio europeo del 17 e 18 ottobre 2019. La Commissione Finanze dibatterà l’affare assegnato in merito all'aliquota IVA applicabile alle prestazioni didattiche finalizzate al conseguimento delle patenti di guida. 

La Lavori Pubblici esaminerà lo schema di contratto di programma tra il Ministero dello sviluppo economico e la società Poste italiane S.p.A per il quinquennio 2020-2024 e sul medesimo Atto ascolterà i rappresentanti di Poste Italiane e dei sindacati del settore postale. L’Agricoltura continuerà l’esame del ddl sulla promozione della filiera corta e del km zero; svolgerà due affari assegnati, rispettivamente sui danni causati all'agricoltura dall'eccessiva presenza della fauna selvatica e sulle problematiche del settore dell'apicoltura. La Commissione Industria svolgerà diverse audizioni nell’ambito della discussione dell’Affare assegnato sulle ricadute dei sistemi d’incentivazione per la riqualificazione energetica degli edifici sulle filiere produttive di settore. La Lavoro esaminerà le proposte d’istituzione di una Commissione d’inchiesta sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. La Commissione Territorio svolgerà alcune audizioni ed esaminerà il cosiddetto decreto clima e lo schema di decreto sui gas fluorurati a effetto serra.

L’Aula della Camera 

L’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 10.00 per l’esame delle mozioni per il sostegno delle libere professioni e delle imprese, del decreto per la risoluzione di crisi aziendali, della mozione per la riduzione del costo del lavoro e la revisione della spesa pubblica, e diverse ratifiche di trattati internazionali. 

Le Commissioni della Camera

La Commissione Giustizia proseguirà il ciclo di audizioni sulla pdl relativa ai testimoni di giustizia e, con l’Ambiente, esaminerà lo schema di decreto legislativo in materia di disciplina sanzionatoria per la violazione delle disposizioni sui gas fluorurati a effetto serra. La Finanze ascolterà i rappresentanti di SOSE nell’ambito dell’indagine conoscitiva sui sistemi tributari delle Regioni e degli Enti territoriali nella prospettiva dell'attuazione del federalismo fiscale e dell'autonomia differenziata, e si confronterà sulla pdl sulla disciplina dei piani di risparmio a lungo termine, nonché le disposizioni per favorire la quotazione delle piccole e medie imprese nei mercati regolamentati. La Cultura alle 12.00 ascolterà il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega per l'editoria Andrea Martella sulle linee programmatiche dell'attività di Governo in materia. 

La Commissione Ambiente ascolterà i rappresentanti di Fater Spa, dell’Associazione tessile riciclato italiana (ASTRI) e della Confederazione Imprese Servizi Ambiente (CISAMBIENTE Confindustria) nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla normativa che regola la cessazione della qualifica di rifiuto ("end of waste"). A seguire esaminerà il decreto per l'accelerazione e il completamento delle ricostruzioni in corso nei territori colpiti da eventi sismici. La Trasporti esaminerà e svolgerà alcune audizioni sullo schema di contratto di programma tra il Ministero dello sviluppo economico e la società Poste italiane per il quinquennio 2020-2024. La Commissione Attività produttive proseguirà il ciclo di audizioni sulla risoluzione relativa al settore della distribuzione dei carburanti; a seguire ascolterà i rappresentanti di Assocarta e del Consorzio italiano biogas (CIB) nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulle prospettive di attuazione e di adeguamento della Strategia Energetica Nazionale al Piano Nazionale Energia e Clima per il 2030. La Commissione Affari sociali esaminerà le risoluzioni per la tutela della salute mentale. Infine l’Agricoltura esaminerà le risoluzioni per la tutela del comparto agroalimentare a fronte dell'aumento dei dazi doganali deliberato dalle autorità statunitensi.

 

 

 



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