Draghi firma il suo primo Dpcm: scuole chiuse in zona rossa

Il primo Dpcm dell'era Draghi arriva a tre giorni dalla scadenza dell'altro provvedimento firmato dal suo predecessore Giuseppe Conte e avrà durata dal 6 marzo al 6 aprile prossimo. Dopo giorni di polemiche e frizioni nella maggioranza, alla fine ha la meglio la parola degli scienziati, che avevano messo in allerta sulla pericolosità delle nuove varianti. Ad annunciare le misure e a spiegare ai cittadini la nuova stretta che coinvolgerà i figli di tutta Italia i ministri della Salute e degli Affari regionali, Roberto Speranza e Mariastella Gelmini, accompagnati dai due titolari di Iss e Css, Silvio Brusaferro e Franco Locatelli. Mario Draghi, impegnato nella sua prima uscita pubblica a palazzo Borromeo con il capo dello Stato Sergio Mattarella per l'anniversario della firma dei Patti Lateranensi, alla fine disattende rumors e previsioni che avrebbero voluto vederlo seduto nel cortile d'onore di palazzo Chigi. Il presidente del Consiglio dà un altro segno di discontinuità rispetto al precedente governo e lascia la parola ai titolari del dossier e agli esperti per inviare un messaggio di collegialità dell'esecutivo. Le misure, conferma Speranza, saranno in vigore dal 6 di marzo al 6 di aprile e copriranno anche le festività di Pasqua: “Il Governo valuterà l'evoluzione della curva dei contagi e come adeguare le misure, ma al momento le misure sono queste”, scandisce, “Siamo ancora in una fase epidemiologica che non può essere sottovalutata e abbiamo davvero bisogno del contributo di tutti i cittadini”. 

Ma l'annuncio più duro da fare è sicuramente quello sulle scuole, dove vince la linea del rigore e della prudenza. La campanella resterà silente nelle zone rosse e in quelle gialle e arancioni “con incidenza su 100.000 abitanti in 7 giorni pari o superiore a 250”, spiega il titolare della Salute. Il Dpcm consente l'asporto di bevande fino alle 22.00 dalle enoteche o dagli esercizi di commercio al dettaglio, ma resta il divieto per i bar dopo le 18, così come il commercio sul posto. Inoltre, come anticipato nei giorni scorsi alle Regioni, le ordinanze di Speranza del venerdì sulle fasce colorate entreranno in vigore dal lunedì successivo e non più dalla domenica. Sarà prorogato fino al 6 aprile il divieto di spostamento tra territori, anche gialli (o bianchi, nel caso della Sardegna): si può uscire solo per lavoro, salute e urgenza, con autocertificazione, e i può andare nelle seconde case ma solo se sono in fascia gialla o arancione. Nelle zone gialle si conferma la possibilità per i musei di aprire nei giorni infrasettimanali, garantendo un afflusso controllato; dal 27 marzo, sempre nelle zone gialle, è prevista l'apertura anche il sabato e nei giorni festivi. Dal 27 marzo, nelle zone gialle si prevede la possibilità di riaprire teatri e cinema, con posti a sedere preassegnati e distanziati. 

A spaventare sono le mutazioni del virus, soprattutto quella inglese che “ha una particolare capacità di penetrazione nelle fasce generazionali più giovani”. La priorità, ripete Speranza “è la tutela della salute. È questo il principio guida che sta alla base del Dpcm”, tuttavia “siamo consapevoli dei sacrifici delle persone” costrette a interrompere le proprie attività “e il Governo vuole essere vicino con atti concreti. Ma questi sacrifici sono indispensabili ed è chiaro che l'intervento economico è indispensabile e siamo impegnati nei prossimi giorni a lavorare in questa direzione”. Anche Mariastella Gelmini difende quanto racchiuso nel testo “frutto di un lavoro collegiale all'interno del Governo, un lavoro di squadra. La bozza era pronta già venerdì e c'è stata massima collaborazione sia con il Parlamento che con Regioni, Comuni, Upi”. Inoltre, annuncia la Ministra, “nel decreto sostegno abbiamo previsto risorse per 200 milioni di euro” per supporto alle famiglie sul tema dei congedi parentali. Se dal Governo si conferma il cambio di metodo più predisposto alla concertazione con tutti gli attori in campo nella lotta al Coronavirus, si alza la voce dei primi scontenti: duro infatti è il commento del presidente dell'Anci, Antonio Decaro, che critica l'eliminazione dell'asporto dopo le 18.00: "Scuole chiuse ma movida libera”.  

Per Gentiloni la sfida dell'Italia è sui tempi di attuazione del Recovery

La bozza del Recovery plan italiano presentata a gennaio dal governo Conte era una base di partenza e sulla tabella di marcia degli investimenti, indispensabile per ottenere gli esborsi, sulle riforme e sulla definizione dei progetti c’è ancora lavoro da fare; comunque l'anticipo del 13% prima della pausa estiva, per l'Italia circa 27 miliardi, è a portata di mano. A parlare è il Commissario europeo agli Affari economici Paolo Gentiloni, che con l'esecutivo Draghi sta lavorando intensamente per affinare il Recovery and resilience plan che l'Italia dovrà mettere a punto per avere i suoi 209 miliardi del Recovery fund all'interno del paccheto Next Generation EU. Gentiloni la mette così: “Non possiamo dire di essere in ritardo ma certo non è una passeggiata completare il lavoro”. Non c’è ritardo, perché è solo da metà febbraio che i Paesi possono presentare il piano formale. La scadenza è il 30 aprile, ma se “si sta lavorando con contatti continui fra gli uffici del Governo e la Commissione europea”, vuol dire che la messa a punto è ampia e profonda. Gentiloni sottolinea, con la diplomazia di un ex ministro degli Esteri, che il piano di gennaio è “una base di lavoro importante”, coerente anzitutto con le soglie del 37% di investimenti in green e 20% in digitale, ma di fatto promuove la governance accentrata decisa da Draghi, dopo che proprio l'accentramento eccessivo aveva alimentato infinite polemiche fra i partiti: “Aiuterà la nostra attività in corso, anche se naturalmente il Mef lavorerà con i Ministeri per la Transizione ecologica e quello per l'Innovazione tecnologica e l'innovazione digitale, e tutti i ministeri”. I partiti potranno dire la loro in quello che Dario Stefano, presidente Pd della Commissione Politiche Ue del Senato, definisce un “coinvolgimento parlamentare pieno” su cui c’è “ampia disponibilità del Governo e in particolare del Ministro dell'Economia Daniele Franco”: due i passaggi parlamentari, il primo sul testo attuale del Recovery, il secondo prima della presentazione formale entro aprile. 

Di fatto, l'accentramento in mano a Draghi e Franco semplifica l'interscambio fra Roma e Bruxelles che procede a ritmi intensi, perché, Gentiloni lo fa capire, gli occhi saranno puntati sul piano di Italia e Spagna, che da sole assorbono quasi la metà dei 750 miliardi di euro che l'Europa mette in campo per non lasciare indietro i Paesi più deboli e indebitati, e perché quella dei tempi di attuazione è “una sfida particolare per il nostro Paese”. Non c’è soltanto l’incapacità cronica nell'attingere ai fondi europei tradizionali, questa volta bisogna stare ancora più attenti perché “la Commissione europea erogherà i soldi in base al raggiungimento degli obiettivi nei tempi indicati nei piani” con verifiche semestrali, per quanto riguarda l'87% dei 209 miliardi all'Italia. La nota positiva è che dall'esecutivo europeo arriva apertura sulla possibilità di anticipare il 13%: “Bisogna lavorarci ma sono abbastanza ottimista” sulla possibilità dell'esborso anticipato del 13% “prima della pausa estiva”. Il presidente della Commissione politiche Ue del Senato Dario Stefano (Pd) spiega che “stiamo lavorando in Senato per dare al Governo il nostro contributo e permettere all'Italia di essere pronta, entro il 30 aprile, a presentare il suo Piano e ottenere il prefinanziamento”. A sciogliere il nodo, tuttavia, sarà la ratifica di tutti i parlamenti nazionali dei 27 all'emissione dei bond targati Ue. Intanto, gli uffici tecnici limano i progetti di investimento, probabilmente ridotti di numero rispetto alla bozza di gennaio, e discutono, soprattutto, della nota dolente delle riforme strutturali che devono accompagnare gli investimenti europei: non solo velocizzare la giustizia civile e efficientare la burocrazia ma anche politiche attive del lavoro, riforma del sistema sanitario, e poi concorrenza ossia il tema politicamente scivoloso delle liberalizzazioni, dai trasporti ai servizi di beni pubblici all'energia, fino alle concessioni statali. 

L’Aula del Senato

L’Assemblea del Senato tornerà a riunirsi alle 10.00 per la discussione del decreto sul contenimento e la prevenzione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19 e per lo svolgimento delle elezioni per l'anno 2021

Le Commissioni del Senato

Per quanto riguarda le Commissioni, la Giustizia si occuperà del disegno di legge sulla Magistratura onoraria, del ddl di delega per la riforma del processo civile, del ddl sulla malattia dei liberi professionisti e dello schema di decreto ministeriale per l'individuazione delle prestazioni funzionali alle operazioni d’intercettazione e per la determinazione delle relative tariffe. Svolgerà, poi, alcune audizioni sul Recovery plan. La Istruzione esaminerà il decreto sull’organizzazione e il funzionamento del Comitato olimpico nazionale italiano (CONI). La Agricoltura svolgerà diverse audizioni sul ddl di disciplina del settore florovivaistico. Esaminerò poi il ddl sulle professioni del settore cinofilo, il ddl per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa e il disegno di legge per la limitazione alla vendita sottocosto di prodotti agricoli e il divieto di aste a doppio ribasso. La Salute ascolterà i rappresentanti di Egualia sul Piano nazionale di ripresa e resilienza. La Territorio tornerà a confrontarsi sulla ddl per la riqualificazione urbana.

L’Aula della Camera

L’Aula della Camera tornerà a riunirsi alle 15.00 per la discussione delle interrogazioni a risposta immediata.

Le Commissioni della Camera

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali, con la Trasporti, esaminerà lo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri recante regolamento in materia di notifiche degli incidenti aventi impatto su reti, sistemi informativi e servizi informatici. La Giustizia, con la Salute, esaminerà lo schema di decreto legislativo sulla disciplina sanzionatoria per la violazione delle disposizioni del regolamento europeo sui biocidi. La Commissione Bilancio ascolterà la sindaca di Roma capitale Virginia Raggi sulla proposta di Piano Nazionale di ripresa e resilienza. La Finanze esaminerà alcuni Atti europei sugli intermediari finanziari per sostenere la ripresa dalla pandemia di COVID-19. La Trasporti esaminerà lo schema di piano industriale della società Italia Trasporto Aereo Spa, e svolgerà delle audizioni su alcuni Atti europei relativi al Libro Bianco sull'intelligenza artificiale. 

La Attività Produttive svolgerà delle audizioni sulla pdl per la promozione delle start-up e delle piccole e medie imprese innovative mediante agevolazioni fiscali, incentivi agli investimenti e all'occupazione e misure di semplificazione, e alcune sulla pdl di delega al Governo per la riforma della disciplina dell'amministrazione straordinaria delle grandi imprese in stato di insolvenza. La Lavoro proseguirà il ciclo di audizioni sulla risoluzione per l'applicazione della normativa in materia di contratti a tempo determinato introdotta dal cosiddetto decreto Dignità, ascolterà poi i rappresentanti dell'Associazione nazionale costruttori edili (ANCE), nell'ambito dell'esame della pdl per l'accesso anticipato al pensionamento per i lavoratori delle imprese edili e affini. 



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