Conte rilancia la strada delle riforme e tende una mano all’opposizione

Ieri, in conferenza stampa per l’inizio della fase 3, il premier Giuseppe Conte ha anticipato i tempi e presentato il Recovery plan chiedendo la collaborazione dell'opposizione e delle parti sociali. La partita sulle riforme si gioca su più tavoli. Intanto c’è lo scontro sul sistema di voto: ora che gli effetti del coronavirus si sono attenuati Pd, M5S e Leu vogliono accelerare in Commissione Affari costituzionali alla Camera e arrivare al primo passaggio parlamentare dell’aggiustamento della legge elettorale entro l'estate; è un accordo fatto dalla maggioranza già mesi fa, anche se sul proporzionale con soglia di sbarramento al 5% si sono sempre registrate delle fibrillazioni, a partire dal tema del diritto di tribuna. Tuttavia ora Matteo Renzi fa intendere di volersi sfilare. Sul suo nuovo libro scrive: “Noi di Iv potremmo avere tutto l'interesse ad avere un sistema proporzionale ma diciamo che quel che serve all'Italia è l'elezione diretta del Capo dello Stato o del premier. Non si può continuare con un sistema di contrattazioni e trattative esagerate. A me di fare un grande proporzionale, un inciucione non convince”. Ed ancora: “Scriviamo le regole insieme. Modifichiamo la Costituzione per consentire ai cittadini di decidere se, come e quando affidare il destino del proprio Paese, esattamente come ogni cinque anni scelgono a chi affidare il destino della propria della città con l'elezione del sindaco. Sarebbe come votare un sindaco d'Italia capace di rappresentarci”. L'elezione diretta del Capo dello Stato o del premier è un cavallo di battaglia anche nel centrodestra che infatti fa capire di essere disponibile a quella che Renzi chiama “la grande Riforma”. Anche FI è disponibile a sedersi al tavolo ma Lega e Fdi puntano al voto. Le reazioni più veementi arrivano dalla maggioranza e non è un caso che Leu ricordi a Renzi che l'intesa è già stata siglata. Il Pd potrebbe rilanciare, come piano B, anche il cancellierato alla tedesca ma senza toccare il patto sul sistema proporzionale con soglia al 5%. 

Il tentativo dei dem è quello di far sì che Forza Italia si stacchi da Lega e Fratelli d'Italia e non è passato inosservato il plauso del capogruppo dem al Senato Marcucci sul patto della Rinascita invocato da Silvio Berlusconi. Lo stesso piano di Giuseppe Conte ha fatto riferimento al clima di condivisione del 2 giugno, sulla scia degli appelli del Capo dello Stato Sergio Mattarella; il presidente del Consiglio in conferenza stampa ha presentato per titoli il Recovery plan: seria riforma fiscale, investimenti pubblici e privati, taglio della burocrazia, diritto allo studio, cambiare i tempi della giustizia civile e penale, fiscalità di vantaggio per il sud, innovazione e banda larga, sblocca cantieri nel dl semplificazione, riformulazione dell'abuso di ufficio. E mentre tiene alta la guardia su Autostrade (“Ci sarebbero le condizioni per la revoca ma stiamo valutando una transazione che al momento non ci soddisfa”) non ha chiuso nemmeno sul ponte sullo stretto. Un modo per tenersi tutte le strade aperte e, pur rispondendo piccato al presidente di Confindustria Carlo Bonomi che ha accusato il Governo di fare più danni del coronavirus, ha aggiunto che da viale Astronomia arriveranno “idee lungimiranti”. Anzi Conte ha spiegato che quel tesoretto in arrivo dalla Ue non è per il Governo “ma una risorsa del Paese”. Un patto sulla Rinascita quindi da scrivere tutti insieme. FI vuol sedersi al tavolo e spera nell'accoglimento delle sue proposte, Lega e Fdi sono scettici sul clima di collaborazione. Da lunedì a villa Pamphili a Roma cominceranno dunque le trattative perché su come si spenderanno quei soldi “si gioca la credibilità del Paese”. Pd, M5s e Leu plaudono al premier e perfino la polemica sull'utilizzo del Mes è stata per ora accantonata nella maggioranza. Tuttavia, dalla partita sulla legge elettorale a quella sulle riforme economiche resta un clima di sospetti che attraversa coalizioni e partiti: tra Pd-Leu-M5s da una parte e Iv dall'altra. E clima di sospetti anche nel centrodestra, con Lega e Fdi che non vedono di buon occhio la mano tesa di FI a Conte. 

Il centrosinistra firma ricandidatura De Luca alla regione Campania

La coalizione del centrosinistra ha ratificato stasera a Napoli il sostegno a Vincenzo De Luca che si ricandida alle prossime elezioni Regionali in Campania. La riunione è stata convocata da Fulvio Bonavitacola, vicepresidente della giunta regionale che a fine serata ha dichiarato “Alla stazione Marittima di Napoli si sono incontrati i rappresentanti delle forze politiche e civiche che intendono sostenere la conferma del presidente De Luca alla guida della Regione. Dopo ampia discussione, i presenti hanno sottoscritto una dichiarazione di pieno, unitario e convinto sostegno per la conferma di Vincenzo De Luca a Presidente della Regione Campania. Nei prossimi giorni si procederà alla definizione di un documento sui tratti distintivi fondamentali della costituenda coalizione e le priorità programmatiche da perseguire”. 

Bce, nuove munizioni per Qe pandemico: verso aumento da 500 mld

I mercati si mantengono ottimisti sulle prossime mosse della Banca Centrale Europea, nonostante i timori legati al calo dell'inflazione e la maggior crisi dell'economia dai tempi della seconda guerra mondiale. Oggi il Consiglio direttivo dell'Eurotower si riunirà per decidere se procedere con un nuovo taglio dei tassi, ma soprattutto se potenziare il proprio programma di acquisto titoli in risposta all'emergenza coronavirus. Gli analisti sono orientati sulla seconda ipotesi e si aspettano che il Pandemic emergency purchase programme (Pepp) da 750 miliardi venga incrementato da un minimo di 250 a un massimo di 500 miliardi di euro per un totale di 1.250 miliardi. Un vero “bazooka anti-crisi”, che darebbe respiro alle economie dell'eurozona profondamente colpite dalla crisi. Sempre oggi l'istituzione guidata da Christine Lagarde pubblicherà le stime sul Pil dell'area euro per il 2020, che dovrebbe contrarsi tra l'8% e il 12%. La riunione del board di Francoforte è la prima dopo la sentenza della Corte costituzionale tedesca, che ha definito parzialmente incostituzionale il Quantitative easing. La decisione di incrementare il Qe dedicato all'emergenza pandemica sarebbe dunque un segnale verso i giudici tedeschi, che lo scorso 5 maggio hanno dato all'Eurotower tre mesi di tempo per giustificare le proprie azioni di politica monetaria. Sono intanto scesi gli acquisti di titoli di stato italiano effettuati dalla Bce nel mese di maggio. La Banca centrale ha infatti sottoscritto 2.853 miliardi di titoli del settore pubblico, a fronte dei 10.919 miliardi del mese di aprile. Il controvalore totale dei titoli del settore pubblico italiano acquistati finora con la nuova edizione del Qe partita a novembre si porta così a 396.233 miliardi. Secondo i piani della Bce il Pepp dovrebbe durare fino a fine anno, ma gli analisti si aspettano che Francoforte possa annunciare di voler estendere il programma fino a metà del 2021. Il mercato si attende quindi un potenziamento del Pepp in linea con le rassicurazioni recenti dell'istituto: “La Bce è pronta ad adeguare tutte le misure messe in campo in base alle necessità e in particolare a incrementare le dimensioni del programma pandemico di acquisti di asset Pepp e ad adeguare la sua composizione e potenzialmente gli altri strumenti se, alla luce delle informazioni che diverranno disponibili prima del vertice di giugno, stabilisse che le dimensioni dello stimolo si stessero rivelando inferiori al necessario”. 

Al Senato

L’assemblea del Senato tornerà a riunirsi alle 9.30 per la discussione delle interrogazioni a riposta immediata. A seguire riprenderà l’esame del decreto liquidità su cui ieri il Governo ha posto la questione di fiducia.

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali ascolterà il Coordinatore anti-tratta dell'Unione Europea sull’indagine conoscitiva sul fenomeno della prostituzione ed esaminerà il ddl costituzionale per l’introduzione della clausola di supremazia statale nel titolo V della parte seconda della Costituzione. La Giustizia esaminerà il decreto legge sulla funzionalità dei sistemi di intercettazioni di conversazioni e comunicazioni, sulle misure urgenti in materia di ordinamento penitenziario, nonché sulle disposizioni integrative e di coordinamento in materia di giustizia civile, amministrativa e contabile e misure urgenti per l'introduzione del sistema di allerta COVID-19. La Commissione Industria svolgerà diverse audizioni sull’affare assegnato sulle iniziative di sostegno ai comparti dell'industria, del commercio e del turismo nell'ambito della congiuntura economica conseguente all'emergenza da COVID-19. La Salute esaminerà il decreto relativo alle misure urgenti in materia di studi epidemiologici e statistiche sul SARS-COV-2. La Politiche dell’UE proseguirà il confronto sulla legge di delegazione europea.

Alla Camera

Dopo che nella giornata di ieri il Governo ha posto la fiducia, l’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 14.45 per l’esame del decreto, già approvato dal Senato, per la regolare conclusione e l'ordinato avvio dell'anno scolastico e sullo svolgimento degli esami di Stato

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali svolgerà diverse audizioni nell’ambito dell’esame delle proposte di legge per il coordinamento in materia di politiche integrate per la sicurezza e di polizia locale. La Giustizia si confronterà sulle pdl in materia di violenza o discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere ed esaminerà la pdl per la protezione che collaborano con la giustizia. La Affari Sociali svolgerà diverse audizioni sulla sperimentazione in atto per il trattamento dei pazienti affetti da Covid-19 con il plasma e sulle altre sperimentazioni in corso. Infine la Politiche dell’Ue proseguirà le audizioni sul Programma di lavoro della Commissione per il 2020-Un'Unione più ambiziosa e sulla Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nell'anno 2020. 



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