Mattarella parla al Paese: bisogna avere fiducia nell’Italia

Ieri sera il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha rivolto un messaggio agli italiani preoccupati dall'emergenza coronavirus e chiesto loro di seguire le indicazioni che il Governo ha messo a punto in questi giorni e in queste ore. Tante le domande che inquietano le famiglie, non sempre univoche le risposte delle istituzioni; il Capo dello Stato si rivolge allora direttamente ai cittadini per mandare un segnale chiaro: senza farsi prendere da ansie immotivate bisogna però restare uniti e adeguarsi alle misure concordate dal Governo, che dovrebbe avere una voce sola, avendo fiducia nell'Italia. “Care concittadine e cari concittadini, l'Italia sta attraversando un momento particolarmente impegnativo” riconosce il Capo dello Stato, e lo fa “doverosamente con piena trasparenza e completezza d’informazione nei confronti della pubblica opinione”. La preoccupazione che investe i cittadini è “comprensibile ed è dunque necessario da parte di tutti senso di responsabilità: ma dobbiamo assolutamente evitare stati di ansia immotivati e spesso controproducenti”.  

Il Presidente ha lodato nuovamente il sistema sanitario nazionale che definisce eccellente: “Sta operando con efficacia e con la generosa abnegazione del suo personale, a tutti i livelli professionali”. Dunque Mattarella indica la via di un ragionevole ottimismo: “Supereremo la condizione di questi giorni. Anche attraverso la necessaria adozione di misure straordinarie per sostenere l'opera dei sanitari: misure per l'immissione di nuovo personale da affiancare loro e per assicurare l'effettiva disponibilità di attrezzature e di materiali, verificandola in tutte le sedi ospedaliere”. Ma va ricordata con nettezza la catena di comando, perché è al Governo che “la Costituzione affida il compito e gli strumenti per decidere” e il Governo “ha stabilito ieri una serie d’indicazioni di comportamento quotidiano, suggerite da scienziati ed esperti di valore”. Senza entrare nelle polemiche di queste ore sulle modalità di comunicazione delle scelte, Mattarella definisce le indicazioni assunte con l’ultimo Dpcm, a cominciare dalla chiusura di scuole e università, come misure “semplici ma importanti per evitare il rischio di allargare la diffusione del contagio”. Dunque l'invito a tutti a seguirle: “Desidero invitare tutti a osservare attentamente queste indicazioni: anche se possono modificare temporaneamente qualche nostra abitudine di vita”. 

Del resto molti cittadini rispettano misure ben più impegnative, sono quelli delle zone rosse che il Presidente ringrazia “per il modo con cui stanno affrontando i sacrifici cui sono sottoposti”. Ancora una volta, come già aveva fatto nelle due precedenti occasioni in cui aveva affrontato il tema del coronavirus, Mattarella richiama tutti a “coinvolgimento, condivisione, concordia, unità d’intenti nell'impegno per sconfiggere il virus: nelle istituzioni, nella politica, nella vita quotidiana della società, nei mezzi d’informazione”. E nuovamente ricorda come in questo momento la catena di comando debba essere rispettata da tutti, senza corse in avanti o tentativi di scartare da parte di questa o quella istituzione locale, ma anche con linearità di decisione da parte del Governo che dovrebbe parlare con una voce sola. “Care concittadine e cari concittadini, senza imprudenze ma senza allarmismi, possiamo e dobbiamo aver fiducia nelle capacità e nelle risorse di cui disponiamo. Possiamo e dobbiamo avere fiducia nell'Italia” conclude Mattarella. 

Il Governo presenterà un decreto da 7,5 miliardi per l'emergenza coronavirus

Il presidente Giuseppe Conte, al termine della riunione del Consiglio dei ministri, ha illustrato il pacchetto di misure che il Governo sta adottando, attraverso vari decreti in base alla relazione di aggiornamento della Nadef, le linee guida per l’attività dell'esecutivo approvate a fine 2019 e sulla base delle quali è stata elaborata la legge di Bilancio per il 2020. Il governo si appresta infatti a varare uno stanziamento di 7,5 miliardi “a sostegno di famiglie e imprese che stanno affrontando l'emergenza coronavirus, che non è solo sanitaria ma anche economica”, che sfora gli obiettivi di bilancio fissati in precedenza. Tutte le misure, quelle economiche e quelle sanitarie, quindi sia la chiusura delle scuole, dei teatri, dei cinema, sia i fondi per gli ospedali e per gli aiuti alle imprese, faranno parte di nuovi provvedimenti in via di approvazione da parte del Consiglio dei ministri. Sul pacchetto illustrato da Conte e dal ministro dell'Economia Roberto Gualtieri il Governo chiede alle opposizioni collaborazione “perché siamo sulla stessa barca”, come ha sottolineato Conte. 

Quanto allo sforamento degli obiettivi di bilancio il ministro dell'Economia Gualtieri ha spiegato che si tratterà di uno scostamento di 7,5 miliardi in termini di saldo netto e di 6,35 miliardi in termini d’indebitamento. A proposito della chiusura delle scuole fino al 15 marzo, approvata con decreto ieri, Conte ha chiarito che non si tratta di un termine perentorio: “Per ora abbiamo deciso fino al 15 marzo, ma in prossimità della scadenza, con un certo anticipo per evitare incertezza, torneremo a fare un aggiornamento. Dobbiamo sempre ragionare nel segno dell'adeguatezza e della proporzionalità con l'obiettivo del contenimento del contagio”. Sulla parte economica del pacchetto anti-coronavirus, il premier ha precisato che “è già partita la lettera che informa l’Ue di questo scostamento di bilancio e che “da questo punto di vista non vi è alcun problema perché siamo in costante contatto” con la Commissione, che in ogni caso, ha garantito la “piena sostenibilità per la finanza pubblica”. 

Bruxelles, ha ribadito, che ci concederà “tutta la flessibilità di bilancio di cui ci sarà bisogno”. Per quanto riguarda la sburocratizzazione delle procedure d’impiego dei fondi Conte ha detto, come preannunciato, che “per alcuni investimenti adotteremo il modello del ponte Morandi di Genova”. Il ministro Gualtieri ha poi aggiunto che in un decreto si troverà anche “una misura per sostenere con garanzie una moratoria dei crediti alle imprese da parte del sistema bancario”. Il titolare del Mef ha anche voluto sottolineare che “nessuno deve perdere il lavoro per il virus” e infine ha annunciato che nelle disposizioni necessarie e urgenti stilate dal Governo ci saranno “misure per incrementare le risorse per il servizio sanitario, per la Protezione civile e le forze dell'ordine per le dotazioni, gli strumenti e i mezzi per fornire assistenza al meglio alle persone e applicare le misure di contenimento”.  

Il Governo rinvia il referendum sul taglio dei parlamentari

Com’era immaginabile alla fine il Governo ha deciso di rinviare il referendum sulla riforma che introduce il taglio dei parlamentari. La decisione dello slittamento della consultazione, che doveva tenersi il 29 marzo, è stata presa dal Consiglio dei ministri: “Abbiamo deliberato di rinviare il Referendum. Bisognava fare chiarezza. Non c’è ancora una nuova data, è un rinvio tecnicamente “sine die”, ha spiegato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, in conferenza stampa a Palazzo Chigi. “Abbiamo valutato in Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'Interno, abbiamo verificato che non c'erano le condizioni e abbiamo disposto il rinvio. Sentirò i vari Comitati per valutare un'altra data”. “Il Governo ha ritenuto opportuno rivedere la decisione circa la data del Referendum che era stata fissata prima dell'emergenza sanitaria, allo scopo di assicurare a tutti i soggetti politici una campagna elettorale efficace e ai cittadini un'informazione adeguata”, ha spiegato il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico d'Incà

 

“Le procedure referendarie in Italia e all'estero, dunque, si sospendono e saranno rinnovate quando sarà fissata una nuova data”. La legge ci consente di fissare la nuova data entro il 23 marzo 2020, in una domenica compresa tra il 50mo e il 70mo giorno successivo all'indizione. Il 23 marzo, infatti, scadono i 60 giorni dal giorno della dichiarazione di ammissibilità del Referendum da parte della Corte costituzionale. Quindi, entro quella scadenza il Governo deve fissare una nuova data, che cadrebbe tra il 50mo e il 70mo giorno successivo alla sua indizione. In ogni caso, sarà necessario un provvedimento normativo per l'eventuale accorpamento del Referendum alle Amministrative (a primavera si vota per il rinnovo di circa 500 Consigli comunali) mentre, per quanto riguarda le Regionali, le Giunte in scadenza sceglieranno autonomamente la data e l'allineamento alle altre consultazioni.  Tra i partiti, il M5S si è subito schierato per l'indizione di un unico election day: “Visto che stiamo cercando di recuperare ogni euro disponibile, non possiamo permetterci che ci sia un costo aggiuntivo come quello del Referendum. Proporremo l'accorpamento di tutte le elezioni da qui a giugno in un'unica data”, ha affermato il capo politico del M5s Vito Crimi

Governo e opposizione: prove di dialogo ma è scontro Conte-Meloni

Davanti all’emergenza coronavirus Governo e opposizione provano a utilizzare quel “senso di responsabilità” al quale ha fatto appello il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ma il percorso è a ostacoli. Questa mattina il centrodestra porterà al premier Giuseppe Conte le sue proposte: Matteo Salvini si dice “ottimista” sul loro accoglimento e il presidente del Consiglio, dal canto suo, sottolinea come sia “giusto avere i loro suggerimenti”, ma le aperture si fermano qui. I toni, infatti, restano aspri. A rendere bollente l’atmosfera è un’uscita poco felice, e successivamente prontamente corretta, da parte di Giorgia Meloni in merito ad un “atteggiamento criminale” che, a suo dire, il premier avrebbe avuto in occasione della sua uscita relativa a un comportamento, non impeccabile, da parte dell’ospedale di Codogno. “È uno schiaffo non a me ma a tutti i cittadini che devono fare piccoli e grandi sacrifici”, tuona Conte. “Chi dice che il presidente del Consiglio è un criminale indebolisce lo Stato e non è un patriota”, lo spalleggia prontamente in ministro degli Esteri Luigi Di Maio. A distendere i toni ci prova Nicola Zingaretti con una battuta in cui invita a prendere “la parte buona” dell’atteggiamento delle opposizioni. 

La serie di schermaglie verbali rende cristallina la diffidenza fra le forze in campo. “Noi portiamo le nostre proposte ma non possiamo accettare che si perda tempo. Servono 50 miliardi per le nostre famiglie e imprese”, precisa immediatamente Matteo Salvini. Il leader del Carroccio punta il dito contro la mancanza di comunicazione da parte di Palazzo Chigi che, da un lato, vuole collaborazione ma, dall‘altro, “rinvia il referendum senza neanche farci un colpo di telefono e chiederci cosa ne pensiamo”. Una sorta di tregua armata, anzi anche qualcosa in meno, contando che, come argomenta ancora l’ex ministro dell’Interno, passato il virus “si vedrà chi ha fatto e chi non ha fatto”. Il pensiero è ben chiaro pure nella mente di Matteo Renzi. Il leader di Italia Viva sottolinea ancora una volta la sua scelta di “mettere in quarantena le polemiche”, ma non per questo seppellirle definitivamente. La politica, insomma, tenta a fatica di unirsi per fronteggiare l’emergenza ma le distanze restano e sono pronte a deflagrare quando tutto questo sarà solo un lontano ricordo. 



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